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lunedì, luglio 31, 2006

ACROFOBIA E KENOFOBIA

Andrea N° di riferimento: 999068411 Età: 39 Buongiorno,soffro da circa due anni (credo siafobia),della paura del vuoto e dell'altezza, che addirittura negli ultimi tempi sembra peggiorando.Ora ho anche paura di andare per esempio,ai piani superioridei palazzi,senza guardare in basso,ho il terrore al solo pensiero di essere in alto.Cerco di combattere questo problema,ma è più forte di me.Con la mia famiglia tutto ok.Mi accompagna da sempre il pensiero di perdere persone care(sarà perchè all'eta di 13 anni,ho perso mia madre in un incidente d'auto).Chiedo,cortesemente che strada devo intraprendere per curarla, sempre che lo sia.Grazie.SalutiAndrea
Le sue fobie sono l'acrofobia (paura dell'altezza) e Kenofobia (paura del vuoto). Sono sicuramente curabili con un terapia cognitivo-comportamentale per quando riguarda la sintomatologia. Dopo potrebbe cercare di risalire all'eventuali cause. Ma non indugi ulteriormente, rischia un peggioramento. Legga anche l'articolo:
Saluti

SONO BASSO

18413452 Età: 18 Cia psico, le scrivo perchè le devo parlare un pò del mio problema!!! ecco il mio problema è che ho 18 anni e sono alto 1.65 è unproblema serio!!!! mi crea molti disagi con gli altri soprattutto con le donne,spesso tutte mi dicono: " sei carino però se fossi più alto saresti veramente bello", a queste parole io mi scoraggio e non so che fare!!! La mia altezza influisce anche sulla scelta di prendere la patente, infatti non voglio prenderla proprio perchè temo di essere deriso!!! La prego mi dai qualcheconsiglio!!!! LA ringrazio!!!
In una società dell'immagine, la statura è certo importante nelle relazioni cogli altri. Ma quanto sia importante dipende solo da quanto l'accettiamo noi stessi. Se tu "compensi" l'altezza con altre caratteristiche positive della tua persona, credimi, nessuno se ne accorgerà più. Non ti vedranno certo come una persona alta, ma ti potranno vedere come una "grande" persona. Stà solo a te stabilire la tua "altezza interna". Saluti

MATRIMONIO IN CRISI


Marco N° di riferimento: 736708222 Età: 40 Mi chiamo Marco ho 40 anni sposato con Stefania di 38 da10 anni dopo 10 anni fidanzamento. Stefania e' una ragazza molto estroversa , gioviale e spontanea a differenza di me che sono riflessivo molto piu' introverso e assai poco spontaneo .fino a 1 anno fa non erano emersi problemi tra di noi anche se seconde me Stefania ha subito molte "violenze" psicologiche in questi anni. Abbiamo cercato dei figli che non sono mai arrivati, piu' volte sul lavoro ha subito delusioni e ha dovuto cambiare piu' volte luogo di lavoro con intensi stress. Inoltre ha 2 genitori di cui si sente totalmente responsabile (si sente lei il genitore piu' che la figlia) per la loro immensa difficolta' (pur se non anziani) nel prendere decisioni quotidiane; per concludere e' una vera e propria amante dei cani (direi quasi una fobia) e 10 anni fa prese un Labrador che dopo 5 anni rimase paralizzato nelle gambe posteriori e che tuttora accudisce. Tra di noi c'e' stato sempre moltissimo dialogo e le cose di cui si e' sempre lamentata e' che io la assillavo perche' le dicevo di non ingrassare troppo (anche se ammettava che era vero ma piu' di tanto non ci riusciva) oppure a volte la correggevo dopo una serata con gli amici . Forse non ero assillante ma certo lo facevo pur se in buona fede.1 anno fa abbiamo deciso di comune accordo di non fare ulteriori tentativi(fecondazioni assistite) per avere figli e sembrava molto sollevata da cio'. Circa 8 mesi fa Stafania ha cominciato a soffrire di insonnia con alcuni attacchi di panico (di cui aveva sofferto anche in passato durante un'altra espeirenza lavorativa negativa) sempre in conomitanza con l'ennesimo lavoro deludente che sperava presto di concludere. Ho cercato di aiutarla, come sempre, parlandole molto ed infine il medico ha prescritto un antidepressivo (Efexor) con scarso beneficio. Anzi successivamente non abbiamo piu' avuti rapporti sessuali e anche se ne abbiamo parlato lei mi diceva che la colpa era a volte dello stress intenso e a volte che aveva il cervello "confuso " e di lasciarla tranquilla. Per alcuni mesi le cose sono andate avanti cosi con alcuni miei periodi di crisi (le dicevo che dopo 6 mesi di assenza di rappori sessuali voleva dire che c'erano gravi problemi e che forse l'unica cosa da fare era la separazione (anche se io l'amavo e la amo immensamente ed era l'unica cosa che non volevo) .Lei non ne voleva sapere e nel quotidiano era come sempre ma non c'erano altri sviluppi. Circa 2 mesi fa ha cominciato ad uscire con nuove amiche e pochi giorni fa invece ha ammesso di volermi un sempre un bene ma di non sentirsi piu' un moglie per la totale assenza di desiderio sessuale.Di certo e' una donna che ha sofferto molto e traspare in lei un senso diinadeguatezza verso la vita di cui io sono certamente coresponsabile. Sono molto angosciato e vorrei che non finisse tra di noi , la amo tantissimo ed e' stata per me il punto di rifereimento della mia esistenza ma a questo punto non so piu' cosa fare. Non riesco capire se veramente non mi ama piu' o e' un lungo periodo di intenso stress con possibilita' di recupero.La ringrazio per qualunque consiglio che vorra' darmi. Cordiali Saluti Marco
Marco lei ha fatto già una lucida analisi di sua moglie e della relazione. Normale la crisi in una coppia che manca della progettualità filiale. Le rimane da fare una sola cosa: lasciare che sua moglie si "ritrovi" da sola. Lei deve essere solo un ombra che veglia su di lei, ma non interviene. Inseguendola, come ho già ripetuto in altre situazioni simili, lei rischia solo di perderla. Le invio, inoltre, una breve storia, che fà al caso suo:
"MATRIMONIO IN CRISI
Quando un uomo, il cui matrimonio era in crisi, cercò il suo consiglio, il maestro disse: "Devi imparare ad ascoltare tua moglie".
L'uomo prese a cuore questo consiglio e tornò dopo un mese per dire che aveva imparato ad ascoltare ogni parola che la moglie dicesse.
Il maestro gli disse sorridendo: "Ora torna a casa e ascolta ogni parola che non dice". (ANTHONY DE MELLO)

sabato, luglio 29, 2006

LEI E' CONFUSA

ulisse N° di riferimento: 430049091 Età: 30 E' tutta la mia vita. Eppure sono piu di otto anni che giorno dopo giorno mi ruba un pezzettino di anima. Otto anni assieme; in questi otto anni mi ha lasciato altrettante, se non piu volte (per periodi che vanno dal mese a piu di dieci). Le ultime due volte parlavamo di matrimonio in maniera seria (evidentemente solo da parte mia). Ed ogni volta, in ogni pausa, un'altro (con situazioni che nemmeno Giobbe avrebbe potuto sopportare con grande facilità). Adesso è finita di nuovo, da due mesi (era ricominciata da circa 4). Eravamo ad un passo dall'altare, ogni giorno mi chiedeva se ero sicuro, convinto, che lo desiderava e sognava. Io pur essendo fermamente intenzionato a sposarla, sensazione che comunque le avevo trasmesso, cercavo di prendere un po di tempo, per capire se questa era la volta buona (per capire se davvero voleva me o solo l'abito bianco).Poi un giorno, dopo una serie di bugie (poi scoperte) mi lascia.E' arrivato tutto troppo in ritardo, mi dice, ormai non possiamo piu. Non immaginero mai una famiglia con un altro che non sia tu, non amero mai più cosi, non voglio figli da nessun altro...parole... queste e molte altre.La rivedo, qualche giorno fa, era appena tornata da una vacanza durante la quale ci siamo sempre (in orari comunque strani) sentiti via sms. Pensavo,visto che me lo aveva spergiurato prima di partire, che fosse via con le amiche, ed invece... tra le lacrime e le parole dolci mi confessa che c'è stata con l'ultima persona che ha frequentato e con la quale era stata prima di tornare da me 4 mesi fa (l'avevo con enorme fatica riconquistata).Gli ho giurato che non ti avrei mai piu visto ne sentito, mi dice piangendo, ma non ci riesco...(probabilmente la stessa frase e lo stesso comportamento che ha tenuto con me in questi otto anni quando le chiedevo se con altri aveva chi so).Adesso sono giorni che ci sentiamo, ci mandiamo sms strazianti, a volte è dolce, altre mi ignora.Dice che ora non si piace, che non mi renderebbe felice, ma la realtà è diversa, come lo è sempre stata. Adesso sta bene con un altro, anche se sa che è una cosa forse passeggera. ma tanto chi se ne importa? Il mio amore fisso mi aspetta, non si muove, è sempre li, qualsiasi cosa io gli possa fare... e purtroppo, anche se so che è folle il mio comportamento, è cosi...io sono li, che aspetto, che penso ancora che se tornasse da me le accetterei di nuovo.E non riesco a trattenermi dal cercarla, a volte divento insopportabile, la capisco, la annoio, la stresso, forse la ossessiono. Ma che ci posso fare? Ognivolta che sono duro, le dico un addio, la mando a quel paese, lei diventa dolce, mi tiene lontano ma mi lancia un appiglio...Non adesso, devo tornare come ero, non sono piu lucida, moriro per te...Ed io non riesco ad uscirne. Premetto che non credo sia paura della solitudine,fortunatamente ho vicino una persona, e altre mi "inseguono" (so che è untermine orribile e chiedo scusa ad ogni signora), non ho mai avuto problemi ad avere accanto persone che mi piacessero.Eppure Lei, la penso il mattino e la sera prima di coricarmi, ed in ogni momento ricopmpreso tra questi due attimi.Ora mi chiedo.. è un'ossessione questa? sono malato? oppure è il grande amore che si prova solo una volta? quello per il quale devi combattere, soffrire,stare male?Due sono le domande che mi permetto di porre (o i suggerimenti che spero diricevere)Sbaglio? Se dovesse mai tornare sarebbe un matrimonio infelice? Non è lei quella giusta?e poi...Cosa devo fare della mia vita ( e non ditemi guarda avanti, cancellala,dimenticala...questo non perchè non lo voglio fare, ma perchè mi conosco e non l'ho mai messo in pratica in 8 anni, non credo ora potrebbe cambiarequalcosa).Devo lottare? devo solo mantenerne il ricordo? Devo riaccettarla se dovessetornare da me?Eh eh, le domande o i consigli che chiedo, vedete bene, sono piu di due.In sostanza...cosa faccio domani?Con sofferenza.Ulisse.
ulisse N° di riferimento: 253193698 Età: 30 Buon giorno.Ho inviato una richiesta di aiuto qualche giorno fa. Poi, essendo nuovo del sito, ho realizzato che il tema da me trattato è forse molto comune, e già ampiamente discusso, per cui mi rendo conto che sia stata data priorità adaltre problematiche, forse di maggiore rilievo.Tuttavia non mi perdo d'animo, anche in considerazione delle evoluzioni che la mia situazione precipitosamente prende ogni giorno.Per brevità, otto anni di fidanzamento, otto anni di momento belli e sofferenza. Lasciato, molte, troppe volte, ma in ognio caso non riesco a staccarmi da lei. E lei da me. Forse è dipendenza, forse solo amore, forse il grande amore, quello che passa una volta nella vita, attraverso mille sofferene per poi durare per sempre. A questo punto non lo so, la linea di demarcazione è troppo labile.Ora, dopo che stavamo per sposarci, dopo una lunghissima separazione, mi lascia di nuovo. E' con un altro in questo momento.E fin qui nulla di strano, doloroso ma normale, può accadere.Tuttavia ci sentiamo (sempre su mia iniziativa, ma mai rifiutata) ed i contenuti delle sue affermazioni sono i seguenti:1) sei l'unica persona con cui ho sognato e voluto una famiglia, non posso immaginarla con nessun altro;2) adesso sono brutta, non potrei renderti felice, indipendentemente dal fatto che ci sia un'altra persona con me ora.3) Per te non è giusto, quindi ti dico di no, ma il mio desiderio sarebbe quello che mi aspettassi, anche se questa affermazione non ti deve dare la certezza che io torni.4) tu mi chiedi di sposarti, ma io ora non ho la forza, ho sofferto troppo, ho troppe ferite...Parole, non so fino a che punto sincere. Mi domando... se ora fosse serena e felice (è tornata con la persona per la quale mi lasciò un anno fa) non direbbe alcune cose. Perchè non riesce semplicemente a dire addio?Quando le chiedo di dirmelo risponde che non è in grado, che non lo vuole, che non ne è capace.Mi dice di aver giurato e spergiurato al suo compagno che io e lei non ci saremmo più ne visti ne sentiti.La realtà è che il giorno dopo che è tornata dalle vacanze con lui ha visto me,mentre era con lui al mare ci mandavamo sms e tuttora, fino a questa mattina ci siamo sentiti.Non credo si tratti della difficoltà del distacco da parte sua o mia, perchè abbiamo affrontato questa situazione innumerevoli volte in questi anni ed in ogni caso, pur avendo sia io sia lei avuto altre esperienze, il distacco non c'è mai stato.Chiedo aiuto. Vi prego, chiedo aiuto. Non so cosa fare. Oggi eviterò di cercarla, domani anche e per sempre...fino a quando ci riuscirò...
Mi scuso per non averla risposto alla prima email, ma è dovuto al fatto (come indicato nella pagina delle consulenze) che questo tipo di problematiche sono trattate sul sito www.maldamore.it. Ma vista la sua ostinazione le risponderò.
Che la sua ex sia "confusa" non ci sono dubbi. Ma allo stesso tempo questa confusione alimenta le sue speranze non permettendole di mettere dei punti fermi nella sua vita affettiva e relazionale. Sta a lei decidere se aspettare o meno all'infinito. Nel frattempo cerchi di vedere le altre relazioni che vive non come stazioni di sosta in attesa del grande ritorno della sua ex. In queste relazioni, per quanto le sarà possibile, investa di più affettivamente. Le suggerisco anche di leggere il seguente forum :
dove troverà utili indicazioni. Cordiali saluti.
Dottore, la ringrazio di aver preso in considerazione la mia richiesta.Sono sempre più confuso.Ci siamo visti nei giorni scorsi e abbiamo parlato in più di una occasione.In sostanza mi ha detto che non riesce a staccarsi da me in quanto la maggior parte delle caratteristiche che lei desidera per il marito ed il padre dei suoi figli, ma che adesso, avendo subito una grossa delusione per il nostro rapporto (l'ultima volta non l\ho sposata in quattro e quattr'otto), ha bisogno di stare con una persona che la faccia sentire leggera, che la faccia ridere.Già adesso. Non mi sento al mio posto ora, mi dice, non sono seduta sulla mia sedia.La mia sedia è in parte alla tua, ma stare seduta su quella sedia mi ha fatto soffrire molte volte, e adesso, in questo momento non ho la forza di crederci ancora, sarebbe una forzatura.E poi, continua, non vorresti che fossi io a tornare spontaneamente? sarebbe bellissimo e tu saresti certo del mio amore. Pero sappi una cosa, che per mio carattere, se decidessi di tornare, nel caso in cui tu poi mi rifiutassi, io scomparirei per sempre, non mi farei più sentire.Come a dire, penso, adesso mi diverto, poi torno, ma bada che se quando torno tu non mi riprendi subito, io torno a farti soffrire come adesso. Morale della favola, parte la settimana prossima per le vacanze con le amiche.Mi ha detto, per amore hai fatto e stai facendo e sopportando tantissimo, me ne rendo conto.Hai fatto 1000, fai 1001; non farti sentire per un mese, 30 giorni, te l'ho chiesto tante volte e tu non sei riuscito mai a farlo, dimostrami che per una volta ascolti questa mia esigenza e desiderio.Ti prometto che in questo periodo penserò a ciò che mi hai detto e dimostrato.Tra un mese se sono ancora indissolubilmente legata a te cominceremo a parlarne serenamente. Se ti ho dimenticato invece vorrà dire che non era destino.E tu che pensi di fare, mi chiederà dottore?Che penso di fare...So che tutto questo è paradossale, che ho delle enormi fette di salame sugli occhi..Ma che posso fare? Temo che aspetterò. Penserò molto. Penserò se questo è il comportamento di una persona che può essere giusta per me.La prego, la prego, mi dia un consiglio...
Purtroppo, non posso che ribadirle quanto gia risposto alla prima email. Finchè lei non tenterà di cambiare il suo "copione" perchè l'altra dovrebbe cambiare i suoi comportamenti ? La sua compagna sà già che la ritorverà non solo questa volta, ma sempre. Il cambiamento, per quanto difficile deve partire da lei. Saluti
Gentile dr. Cavaliere.La ringrazio per avermi risposto per l'ennesima volta e mi scuso se per l'ennesima volta torno a disturbarla. Ho cominciato ormai da tre settimane un percorso da uno psicoterapeuta per cercare di capire le origini del mio disagio.Forse anche per trovare la forza, analizzandomi, di fare ciò che ormai da tempo dovrei...Dimenticare. Per sempre.Per ora non ho trovato nessuno spunto per farlo, certo, non mi aspetto piova dal cielo, devo trovarlo in me. Forse ci riuscirò. I motivi per cui ancora le scrivo sono questi:Come le ho detto lei mi ha chiesto un mese, un mese.Durante il quale andrà in vacanza e una volta tornata starà con il suo lui (qualche gg fa mi è capitato di vederli assieme. Ho avuto una fortissima scarica di adrenalina. Lei si è girata coprendosi il volto e fingendo di non vedermi. Io ho tirato dritto). Come dovrei comportarmi secondo lei al termine di questo mese? Lei parla di distacco totale, dovrei semplicemente non chiederle piu nulla e se fosse lei a farsi sentire ignorarla? (certo questo non è ciò che naturalmente farei, ma se ci riuscissi continuerei a costruire,secondo lei dottore, quel muro di distacco indispensabile per una guarigione? o dovrei semplicemente dirle: " non mi interessa la tua decisione, io ho già preso la mia?).Ma poi la mente è in grado di avere, con il passare del tempo, la meglio sul cuore? La seconda domanda è questa:Purtroppo, da persona debole (per ora!) quale sono, tendo a somatizzare in maniera eccessiva la mia sofferenza.E quindi ho lo stomaco "rattrappito" e dolorante tutto il giorno, stomaco che impedisce alla mia testa di cercare di vedere oltre (o forse è la testa chespinge lo stomaco e farmi ricordare?). Soffro inoltre, durante il mattino (momento in cui l'ansia è più forte)di attacchi di diarrea che non riesco a combattere nemmeno con i farmaci specifici.Ora le chiedo, esiste qualche medicinale (eviterei psicofarmaci) che possa aiutarmi, perlomeno in questo primo momento, a stare un po' meglio fisicamente? Perchè non ci sia sempre qualche dolore che mi ricorda quello più grande? Qualcosa di blando, magari, che mi aiuti un pochino. Certo lei mi dirà che l'origine dei miei mali non è lo stomaco o l'intestino, ma la testa o ilcuore. Vorrei soltanto un po' anestetizzare il malessere...La ringrazio anticipatamente.
Non mi porrei, assolutamente il problema, di che cosa fare se la sua ex dovesse ricontattarla. E' importante, invece, che fra un mese qualcosa sia cambiato in lei, e sulla base di ciò decidere l'eventuale risposta. Non viva nell'attesa, vanificherebbe ogni suo sforzo. Per quanto riguarda i farmaci l'unico sollievo potrebbe averlo da qualche ansiolitico da concordare col suo psicoterapeuta ed il suo medico curante. Saluti.

martedì, luglio 25, 2006

HO BISOGNO D'AIUTO

Paola N° di riferimento: 153313107 Età: 22 Buon giorno.Mi riesce difficile anche scrivere, perche 'mi vien subito da piangere. Sono una persona molto seria per la mia eta' e lo son sempre stata,questo per me e' insopportabile.La mia familia ha sempre sofferto una condizione economica non piacevole, mia madre in maggior modo e anche mia sorella,da quando io ricordo hanno sempre sofferto di depressione ed e' per questo che io ho sempre cercato di essere diversa.Mio fratello al quale sono affezionata in modo particolare,ha un carattere molto chiuso, so piu' cose di estranei che di lui, puo' essere che sia perche' ha sempre vissuto lontano.Cmq,tornando a me,questi ultimi 3 anni per me sono stati un inferno:mi son lasciata coinvolgere da mio pàdre in un affare che ci ha fatto perdere gli ultimi spiccioli rimasti,e per me anche la possibilita' di pagare l'universita', per l'ennesima volta.Nel lavoro sono sempre andata bene, forse l'unico problema e' la lentezza in tutto,e la bassa retribuzione. da un po'di tempo ho iniziato a notare un certo coinvolgimento con l'alcool, non riesco a dire di no,o a smettere quando devo,anche se puo' capitare solo una volta mese(non sempre pero'). Nel periodo in cui sono stata piu' coinvolta dall'alcool,ho avuto seri problemi col mio ragazzo,perche' come si sa le reazioni sono amplificata,o meglio peggiorate.La relazione con lui era morta per me in quel periodo,anche perche' non mi curavo piu': sopracciglia cresciute,in un anno sono ingrassata di 15/20 kg,non uscivo piu', cosa assurdaper quanto invece mi piace farlo.Cmq,potrei continuare cosi all'infinito,pero' ho bisogno di un aiuto ora,sto troppo male,ora non mi và nemmeno di mangiare.Ieri non ho toccato cibo e ora nemmeno
Si, hai bisogno d'aiuto. E come sei riuscita a scrivere questa significativa email, a cui spero qualcuno lasci un commento, t'invito a chiedere aiuto ad una delle persone più significative per tè. Ci sono momenti nella vita di ognuno di noi che non possiamo farcela da soli, ma abbiamo bisogno di sostegno. Ti allego una storia su cui riflettere:
" L'AMICIZIA Un giorno, ero un ragazzino delle superiori, vidi un ragazzo della mia classe che stava tornando a casa da scuola. Il suo nome era Tom e sembrava stesse portando tutti i suoi libri. Dissi tra me e me:"perché mai uno dovrebbe portarsi a casa tutti i libri di venerdì? deve essere un ragazzo strano." Ho scrollato le spalle e mi sono incamminato. Mentre stavo camminando vidi un gruppo di ragazzini che correvano incontro a Tom . Gli corsero addosso facendo cadere tutti i suoi libri e lo spinsero facendolo cadere nel fango ed isuoi occhiali volarono via, e li vidi cadere nell'erba un paio di metri più in la. Lui guardò in su' e vidi una terribile tristezza nei suoi occhi. Mi rapì il cuore! Così mi incamminai verso di lui mentre lui stava cercando i suoi occhiali e vidi una lacrima nei suoi occhi. Raccolsi gli occhiali e glieli diedi dicendogli: quei ragazzi sono proprio dei selvaggi, dovrebbero imparare a vivere. Tom mi guardò e disse:grazie! C'era un grosso sorriso sul suo viso, era uno di quei sorrisi che mostrano vera gratitudine.Lo aiutai a raccogliere i libri e gli chiesi dove viveva. Scoprii che viveva vicino a me così gli chiesi come mai non lo avessi mai visto prima, lui mi spiegò che prima andava in una scuola privata. Prima di allora non sarei mai andato in giro con un ragazzo che frequentava le scuole private.Parlammo per tutta la strada e io lo aiutai a portare alcuni libri. Mi sembrò un ragazzo molto carino ed educato così gli chiesi se gli andava di giocare a football con i miei amici e lui disse di si. Andammo in giro tutto il week end e più lo conoscevo più Tom mi piaceva così come piaceva ai miei amici. Arrivò il lunedì mattina ed ecco Tom con tutta la pila dei libri ancora. Lo fermai e gli dissi: ragazzo finirà che ti costruirai dei muscoli incredibili con questa pila di libri ogni giorno! Egli rise e mi passo la metà dei libri.
Nei successivi quattro anni io e Tom diventammo amici per la pelle. Una volta adolescenti cominciammo a pensare al college, Tom decise per Columbia Universitye io per Georgetown. Sapevo che saremmo sempre stati amici e che la distanza non sarebbe stata un problema per noi. Tom sarebbe diventato un dottore mentre io mi sarei occupato di scuole di football. Tom era il primo della nostra classe e io l'ho sempre preso in giro per essere un secchione.Tom doveva preparare un discorso per il diploma. Io fui molto felice di non essere al suo posto sul podio a parlare. Il giorno dei diplomi vidi Tom, aveva un'ottimo aspetto. Lui era uno di quei ragazzi che aveva veramente trovato se stesso durante le scuole superiori. Si era un po' riempito nell'aspetto e stava molto bene con gli occhiali. Aveva qualcosa in più e tutte le ragazze lo amavano. Ragazzi, qualche volta ero un pò geloso! Oggi era uno di quei giorni, vidi che era un po' nervoso per il discorso che doveva fare, così gli diedi una pacca sulla spalla e gli dissi: "hei, ragazzo te la caverai alla grande!" Mi guardò con uno di quegli sguardi (quelli pieni di gratitudine) e sorrise mentre mi disse: "grazie".
Iniziò il suo discorso schiarendosi la voce: "nel giorno del diploma si usa ringraziare coloro che ci hanno aiutato a farcela in questi anni duri. I genitori, gli insegnanti, gli allenatori ma più di tutti i tuoi amici. Sono qui per dire a tutti voi che essere amico di qualcuno è il più bel regalo che voi potete fare. Voglio raccontarvi una storia". Guardai il mio amico Tomincredulo non appena cominciò a raccontare il giorno del nostro incontro. Lui aveva pianificato di suicidarsi durante il week end. Egli raccontò di come aveva pulito il suo armadietto a scuola,così che la madre non avesse dovuto farlo dopo, e di come si stava portando a casa tutte le sue cose. Tom mi guardò intensamente e fece un piccolo sorriso. "ringraziando il cielo fui salvato, il mio amico mi salvò dal fare quel terribile gesto". Udii un brusio tra la gente a queste rivelazioni. Il ragazzo più popolare ci aveva appena raccontato il suo momento più debole. Vidi sua madre e suo padre che mi guardavano e mi sorridevano, lo stesso sorriso pieno di gratitudine. Non avevo mai realizzato la profondità di quel sorriso fino a quel momento."


NON ACCETTO DI ESSERE GAY

562450125 Età: 18 Cao dott, le scrivo per esporle una problematica moltodifficile!!! ma spero che lei mi possa capire!!!Allora ho 18 anni e sono un raga abbastanza felice, ho un problema ( voi psicologi dite che non è un problema, ma io non so come definirlo e quindi lo chiamo problema, ecco sono gay... ho questo " problema", che voglio risolvere... insomma ci sarà un rimedio all'omosessualità... io voglio essere come tutti quanti gli altri "normale",ho voglia di innamorarmi di un ragazza e non di un ragazzo, ho voglia di avererapporti con una ragazza e non con un raga!!! Non so perchè ma non ci riesco,penso sempre ai ragazzi purtroppo!!! mi dia una soluzione la prego!!! Un altradomanda che voglio farle è: ma gay ci si nasce o ci si diventa??, se ci si diventa mi potrebbe dire quale sono le cause che fanno appunto diventare un ragazzo gay?? la ringrazio per la risposta e soprattutto le chiedo scusa per questa richiesta... saluti!!!!
Paradossalmente, più non accetti di essere gay e più lo sarai. Acetta, innanzitutto, questa tua diversità ed insieme ad essa prova ad avere dei rapporti etero. Solo così potrai avere delle conferme ed arrivare ad accettare più serenamente la tua sessualità.
Circa le "origini" dell'omosessualità ci sono diverse teorie cha abbracciano sia l'ipotesi innatista che quella dell'acuisizione successiva. Personalmente penso che l'omosessualità nasca da entrambe le situazioni. Saluti

PAURE E CONDIZIONAMENTI

Piumetta N° di riferimento: 130158481 Età: 21 Buongiorno,mi chiamo C. ed ho 21 anni.Per la mia età mi reputo una ragazza piuttosto matura, sveglia e capace.Nella vita di tutti i giorni riesco a sbrigarmela piuttosto bene, non ho problemi a stare da sola...sono piuttosto autonoma. Eppure ci sono due cose che mi affliggono parecchio, due cose piccole piccole ma che in cuor mio sono grandi come grattacieli.La prima riguarda la sessualità.Forse l'essere andata 10 anni di seguito dalle suore ha in qualche modo influito...ma credo sia solo un luogo comune, questo. Ad ogni modo ho diverse difficoltà durante i rapporti sessuali. Difficoltà a raggiungere il piacere, se non erro il termine giusto è "anaorgasmia" o qualcosa del genere.Non capisco perchè, ho un fidanzato che non mi fa pesare la cosa...anzi! mi aiuta e piano piano, passo dopo passo...qualcosa cambia....ma dopo due anni...questo qualcosa non basta! Forse è colpa del mio primo fidanzato, un idiota patentato che non mi fa conservare bene nemmeno il ricordo della prima volta...non saprei...so solo che sono andata in cura da una psicologa, dato che nella mia città il sessuologo non esiste..., ma le cose non sono migliorate come mi immaginavo. Il problema c'è, rimane, lì bello e fermo.Non so perchè, proprio non me lo spiego, ho l'impressione d'essere difettosa e nessuno me lo toglie dalla testa. Mi rendo conto, comunque, che nonostante io abbia 21 anni sono molto ignorante in materia...ho letto solo ora i libri della serie "l'albero della vita",perchè in quanto ad anatomia sono messa male...lo so che la cosa può fare ridere ma a casa mia il sesso, e con esso annessi e connessi, è sempre stato un taboo.Non so cos'altro potere dire in merito...forse che prima non riuscivo nemmeno a dire certe parole (per intenderci i termini più gergali per intendere la fellatio o simil)e che ancora ora delle volte ho difficoltà a pronunciare...La mia seconda paura, molto poco razionale, è quella di guidare. Questa è proprio fifa blu. Divento pazza isterica, tremo, sudo, piango, grido, tremo. Persino ora sto sudando e mi batte il cuore. Provo un senso di impotenza e d'oppressione incredibile, vorrei guidare ma non posso.Non posso perchè i miei non vogliono e non posso perchè ormai ho paura.Dico ormai perchè inizialmente ne avevo voglia...ma i miei non hanno mai voluto farmi guidare sola, quello che invece desideravo io.E così...non guido oggi..non guido domani...e...non guido proprio, ed ho la patente da 3 anni.Ho una macchina tutta mia, piccola e vecchia, perciò "autorizzata" ad essere graffiata ed ammaccata...ma il problema non è lei, sono io.il traffico, i motorini, la gente che mi suona al semaforo. sto male al pensiero, mi confondo...Vi chiedo dunque...cosa debbo fare?devo andare da uno psicologo anche per questo?è mai possibile che a 21 anni non posso fare quello che le ragazze fanno normalmente?! (alias guidare ed avere rapporti sereni e tranquilli col proprio ragazzo)Se esiste una "cura" o comunque una "reazione" che devo adottare...potreste farmi la gentilezza di dirmelo?Perchè sono piuttosto scorata e scoraggiata, mi sembra tutto così difficile e per di più la gente non capisce! prende tutto sottogamba...Vi ringrazio anticipatamente per la risposta, che spero arriverà seppur tardiva.Una calorosa stretta di mano
Per quanto riguarda la presunta anorgasmia una delle possibili concause può essere l'educazione ricevuta unita a tratti ansiosi. Quest'ultimi possono anche essere i responsabili della paura di guidare. Come vedi le due cose sono collegate ed investono conseguentemente tutta la tua persona. Ti consiglio un serio ed approfondito percorso di conoscenza ed analisi interiore. Solo dopo aver scoperto le cause si possono combattere i sintomi. Saluti

mercoledì, luglio 19, 2006

BULIMIA E DOPPIA PERSONALITA'


Serena N° di riferimento: 212006441 Età: 15 BuonGiorno...Mi chiamo Serena, Ho 15 anni. Sono una persona molto estroversa simpatica disponibile e sempre pronta ad aiutare gli altri...Questa almeno è la mia maschera credo.Ma ancora non ho capito se sono così. Purtroppo da 3 Anni soffro di Bulimia e Doppia Personalità.Non ne ho mai parlato con qualcuno perchè ho paura che gli altri si possano allontanare. Non e bello sapere che la persona che ti aiuta a volte è stanca di sentirti blaterare e sentire problemi stupidi, che in confronto ai miei sono barzellette.A volte mi chiudo in me stessa, e non voglio sentire nessuno...Soffro spesso anche di depressione. Mi sono autoconvinta che la mia maschera personale, è nata per la paura di ritrovarmi sola e senza amici. Sono stanca di combattere, e credermi una persona che in realtà non sono. Sono stanca.Insomma a me chi mi aiuta? Ho pensato tante volte al suicidio....Anche la bulimia se pur in forma apparente l'ho usata come arma micidiale...Ma non è servita a niente visto che sono qua a scriverle. Gli altri fortunatamente non se ne sono accorti di questa mia mancanza...Di questa mia malattia. Della quale mi vergogno anche a parlarne a lei...Ma devo trovare qualcuno capace di aiutarmi...O il passo è breve.Cosa posso fare per liberarmi di questo peso? Iovoglio tornare ad essere la ragazza allegra e spensierata che ero...Voglio combattere i problemi come una volta...Adesso non li guardo piu in faccia i problemi...Me li lascio alle spalle. E poi si ripresentono in fila per 10!E li scoppio...Mi Rifugio nella mia doppia personalità...E gli altri si chiedono che fine ho fatto se non mi faccio sentire per giorni...Ma cosa ne sanno loro...Cosa? So solo io quello che passo....Solo io...E adesso lei. Cosa devo fare?...Mi aiuti Lei...grazie dell'ascolto e dello sfogo.
Serena soffrirai sicuramente di bulimia, non penso di doppia personalità. E' abbastanza frequente alla tua età, nascondere il disagio interiore per essere accettata dagli altri, sopratutto dai coetanei. Ma almeno con una persona del tuo mondo esterno ti devi porre in richiesta d'aiuto. Considera questa richiesta di consulenza online un primo e piccolo passo che hai fatto in tal senso. Gli altri hanno bisogno della tua sensibilità. Ma se vuoi continuare a dargliela attingi a tua volta dalla sensibilità e dall'aiuto di qualcun'altro. Infine chi ti dice che la maschera che metti non sia quella nei confronti degli altri (forse è la tua vera natura) ma la maschera di sofferenza che indossi con tè stessa? Ciao e rimango a tua disposizione per ogni chiarimento.

HO PERSO UN AMICA

leoncina N° di riferimento: 168178335 Età: 20 Salve a tutti! Molte volte guardo il vostro sito per leggere i consigli che date, così ho pensato di provare a fare anch’io una richiesta. L’ambito è la sfera sentimentale, l’amicizia.Il problema di fondo è che non riconosco più la mia migliore amica, è diventata superficiale, egoista, egocentrica…tutto ciò da quando abbiamo cominciato l’università. Il nostro rapporto era basato sul sostegno reciproco, confidenze,stima, fiducia, allegria ma ora è come se lei vivesse nel suo mondo dove èimportante solo quello che può essere vantaggioso per lei. Perché fa così? Sifa sentire solo quando ha dei consigli da chiedermi sui suoi problemi e quando cerco di parlare di me e di quello che mi preoccupa, come si faceva un tempo,lei minimizza, taglia corto. Anche se mi dice che su di lei posso contare, apelle sento che non è più così perché si è staccata, non è più la stessa. Nonsento più quell’amicizia che c’era un tempo, la cosa mi fa incredibilmentesoffrire. A volte penso anche di staccarmi un po’ perché lei ha la certezzasempre che in qualsiasi caso, con qualsiasi suo comportamento, io ci sono e leiha cominciato ad approfittarne, non lo considera più come un segno di amicizia.E anche perché ne soffro di questo ma non riesco. E’ diventata anche “unabandierina” con i ragazzi, appena riceve una minima attenzione si esalta,“perde” la testa alla svelta prima per uno poi per un altro, a volte anchesoffrendone…cosa le sta succedendo? Non so come aiutarla e non voglio perderela sua amicizia, ma sento che sarà così. Sento tanta delusione quando, anche difronte ai miei problemi lei non si sforza nemmeno di consolarmi, sostenermicome succedeva… Ho pensato se la colpa è mia, se posso aver fatto qualcosa, maniente. Lei si è fatta altre amiche con cui mi sembra abbia un bel rapporto...può essere questo?non credo!perché dovrebbe allontanarmi se ha altre amiche?!Vi chiedo gentilmente un consiglio.Grazie.
Ti invio questo brano sull'Amicizia molto significativo di Gibran. Prova a leggerlo con la tua amica o a dedicarglielo, forse ti aiuterà a ritrovare l'amica che pensi di aver perduto.
"Sull'amicizia E un adolescente disse: Parlaci dell'Amicizia. E lui rispose dicendo: Il vostro amico è il vostro bisogno saziato. E' il campo che seminate con amore e mietete con riconoscenza. E' la vostra mensa e il vostro focolare. Poiché, affamati, vi rifugiate in lui e lo ricercate per la vostra pace.
Quando l'amico vi confida il suo pensiero, non negategli la vostra approvazione, né abbiate paura di contraddirlo. E quando tace, il vostro cuore non smetta di ascoltare il suo cuore: Nell'amicizia ogni pensiero, ogni desiderio, ogni attesa nasce in silenzio e viene condiviso con inesprimibile gioia. Quando vi separate dall'amico non rattristatevi: La sua assenza può chiarirvi ciò che in lui più amate, come allo scalatore la montagna è più chiara della pianura. E non vi sia nell'amicizia altro scopo che l'approfondimento dello spirito. Poiché l'amore che non cerca in tutti i modi lo schiudersi del proprio mistero non è amore, ma una rete lanciata in avanti e che afferra solo ciò che è vano.
E il meglio di voi sia per l'amico vostro. Se lui dovrà conoscere il riflusso della vostra marea, fate che ne conosca anche la piena. Quale amico è il vostro, per cercarlo nelle ore di morte? Cercatelo sempre nelle ore di vita. Poiché lui può colmare ogni vostro bisogno, ma non il vostro vuoto. E condividete i piaceri sorridendo nella dolcezza dell'amicizia. Poiché nella rugiada delle piccole cose il cuore ritrova il suo mattino e si ristora. "

VOGLIO ESSERE AL CENTRO

gioia N° di riferimento: 781216040 Età: 32 Se non sono sempre al centro dell'attenzione mi deprimo. Perche'sento il bisogno di essere amata ed ammirata da tutti ?
Perchè, probabilmente, è una persona insicura che trova il proprio valore solo se sono gli altri a confermarlo. Ciò potrebbe trarre origine da un copione familiare passato dove le persone per lei significative non le davano le gratificazioni che lei si sentiva di dover ricevere. Adesso lei "pretende", per riparare, inconsciamente, le antiche umiliazioni. Cordiali saluti.

ENTRAMBI NON RIUSCIAMO AD AVERE RAPPORTI

N° di riferimento: 953344019 Età: 20 Ciao a tutti! Avrei un consiglio un po’ delicato da chiedervi perchè non saprei con chi parlarne e mi turba molto. Spero nella vostra risposta. Da poco meno di un anno sto con una ragazza a cui voglio veramente un gran bene, la cosa è reciproca.Il problema è che oltre i momenti di intimità, non riusciamo ad avere un rapporto sessuale. Io non ne ho mai avuti e lei nemmeno. Inizialmente la cosa era nata come un problema mio, quando provavamo io mi bloccavo, tremavo,respiravo a fatica, non so se fossero attacchi di panico o cosa, non so definirli. Lei mi consolava, mi rassicurava dicendo che non era un problema,che mi avrebbe aspettato fino a quando me la sentivo, non dovevo preoccuparmi,lei capiva. Poi la situazione si è totalmente ribaltata, era lei ad avere il problema. Quando non capita a me capita a lei, e viceversa. Sempre così ad intermittenza da quasi un anno. Lei non me lo dice ma vedo che è dispiaciuta e in certo senso si sente in colpa. E’ pure capitato che due volte sia scoppiata a piangere, forse dalla tensione, non so. Mi sento in colpa io invece, credo che sia tutto nato dalle mie paure iniziali. E’ una cosa che comincia a pesarci, non tanto per il fatto di per sé ma perché non c’è modo per uscire da questo che sembra essere un circolo. Escludo consulenze al consultorio o cose simili, è una cosa che credo risolveremo ma abbiamo bisogno di un consiglio sucome..Grazie.
Non stia a chiedersi di chi è la colpa di tutto questo. E come chiedersi se è nato prima l'uovo o la gallina. Il problema sembrerebbe d'entrambi e non è facilmente risolvibile con una consulenza online. Un suggeriemento posso darglielo però. Cambiate il "copione" con cui ogni volta decidete di avere un rapporto sessuale. Fate in modo che l'approccio avvenga in modo inaspettato ed improvviso. Saltate i preliminari che potrebbero procurarvi ansia, senza comunque agire violenza. Fate in modo di "sorprendere" l'altro. Cercate un momento di relativa serenità per entrambi.Chi sà se non si sblocca il tutto. Se poi nonostante ciò la situazione dovesse perdurare un consulto è necessario. Cordiali saluti.

martedì, luglio 18, 2006

FINE DI UN AMORE

Matteo N° di riferimento: 656387625 Età: 23 La mia ragazza sta per lasciarmi per la 3a volta nel girodi 3 anni e mezzo che stiamo insieme. Dice che mi ama da morire che sono lapersona più importante della sua vita ma non sa più se sta bene con me come prima o no. Non mi ha ancora lasciato ma mi sta evitanto il più delle volte ese ora le sto appiccicato si allontana e dice che le do noia o che sonoappiccicoso. Non vorrei suicidarmi perchè potrebbe tornare da me un giornofuturo (nel caso mi lasciasse), ma vorrei uccidermi perchè non ce la faccio piùa stare così male! Io voglio lei, voglio che lei sia nel mio futuro perchè èlei l\'unico motivo per cui vivo.Io la amo da impazzire e piango in continuazione in sua presenza (è un anno chestiamo convivendo in casa assieme). Come fa a non notare quanto soffro? Nessunomi può aiutare perchè dall\'esterno è facile dire cosa fare o non fare. Tremesi fa mi lasciò perchè non aiutavo nei lavori di casa. Io sono rimasto incasa con lei anche se non stavamo più insieme e anche se soffrivo come un caneperchè speravo in un suo ritorno. Dopo una settimana una sera l\'avevoaccompagnata a fare la spesa, ero appena arrivato a casa e un mio amico miaspettava davanti al portone per tirarmi un po su. Esco con questo mio amico,cerco di confidarmi a lui e sento il cellulare che squilla: era un messaggiodella mia ragazza con scritto \"TI AMO\". Mi chiama poco dopo e mi dice \"Dovesei?\" e le dico che stavo tornando verso casa.Salgo le scale e la trovo li in pianti e mi dice che vuole tornare insieme ame. Passano 3 mesi e succede questa ultima tragedia. Mi rimprovera (oltre alfatto che non sa se sta più bene con me come prima) che ultimamente l\'hotrascurata. che lei mi cercava ma a me non importava niente. Il fatto è che haragione ma ho passato due settimane terribili a lavoro, con un contrattoprecario e cose illegali che mi facevano impazzire (non sapevo se restare alavoro o licenziarmi). Ed è questo il motivo magari per cui io l\'hotrascurata. Arrivavo nervoso a casa la sera ma non ce l\'avevo con lei. Eadesso che lei mi ha detto come sta e che forse potrebbe anche lasciarmi io lesto appiccicato ogni attimo, piangendole addosso e riempendola di domande. Leinon mi sopporta per questo ma non so comportarmi in maniera passiva o facendofinta di nulla. Sto male, non mangio, non bevo, non riesco più a dormire.Poi, se le chiedo se mi ama mi dice \"da impazzire\" ma dice che l\'amore e lo star bene insieme è diverso. Parliamo di ferie e un attimo dopo se le chiedo perchè fa progetti con me se non sa come andranno le cose mi dice che le ferie anche da amici. Non la capisco. Non so che fare. Ma so che se lei mi lasciasse e se non tornasse con me mi toglierò la vita che è inutile senza di lei. Nessuno mi farà cambiare idea a riguardo. Vorrei solo trovare il grandecoraggio di uccidermi. E ultimamente questa prospettiva non mi spaventa più...
dove troverà sollievo e utili indicazioni per il momento che sta vivendo. Cordiali saluti.

martedì, luglio 11, 2006

DIPENDENZA DA GIOCO

Fabiana N° di riferimento: 921060389 Età: 20 Salve, le scrivo perchè avrei bisogno di un consiglio. Mia mamma, è una donna molta particolare che ha da sempre avuto una propensione particolare per i soldi.Provo a spiegarle meglio, lei da anni nella sua vita ha il vizio di chiedere soldi in prestito per pagare debiti che tempo fa faceva per reggere una vita al di sopra delle sue portate, e ultimamente invece per pagare debiti di gioco.Più volte si è trovata nei guai e le persone della nostra famiglia, tra cui mio padre sono dovuti intervenire. Ovviamente però ,la famiglia inizia ad essere stanca di queste cose e soprattutto mia mamma si rende conto di avere un problema; mi ha detto più volte che è più forte di lei, che non riesce a smettere. Dottore, sono sicura che il suo è un problema psicologico, qualcosa che si porta dietro dall'infanzia , da quando era giovane. Potrebbe condurre una vita stupenda, ha un lavoro di successo che lei ama....una famiglia che comunque le vuole bene, eppure non riesce a stare dietro da questi guai. Le chiedo di dirmi come posso aiutarla e da che tipo di specialista posso portarla. Aspetto una sua risposta. Cordiali saluti.

Sono d'accordo con te che questa dipendenza di tua madre abbia origini profonde ed antiche. Se vuoi aiutarla, però, sarebbe già tanto che riuscissi a portarla, dopo averla convinta, presso un gruppo d'auto-aiuto per il gioco d'azzardo, che ormai sono presenti quasi in ogni città. Se lei fosse "resistente" a questa soluzione, potrebbe essere utile qualche consulenza preliminare presso uno psicologo. Ma sopratutto serve un atteggiamento fermo e determinato da parte tua e dei tuoi familiari nel convincere tua madre ad accettare un percorso terapeutico. Spesso, da parte di queste persone, al di là di ciò che affermano, risulta difficile proprio accettare di essere "curate", perchè la dipendenza è una parte di loro a cui non rinunciano facilmente. Saluti.

FORSE E' GELOSIA

R.M. N° di riferimento: 144504088 Età: 21 Buongiorno, sono un ragazzo di 21 anni. Inizio con il descrivere me stesso e la mia situazione come richiesto. Sono una persona che esterna poco le proprie emozioni e i propri sentimenti anche in relazione al fatto che molto spesso non ritengo i miei genitori adatti a capirmi e ho spesso discussioni con loro (pur non mettendo in dubbio che mi vogliano bene). Tengo molto alla mia correttezza nei confronti di altre persone e spesso quando mi rendo conto di esagerare con la stima che ho di me stesso mi fermo a pensare e considerare che potrei aver commesso un errore nell'aver abusato delle mie "capacità" nei miei rapporti con gli altri. Ultimamente per problemi con la mia società non pratico più sport (pallavolo) e ho deciso di prendermi una pausa perchè sentivo svalutato il mio profondo impegno (tempo e fisico) nel vedere ragazzi con i quali gioco attualmente che pur impegandosi meno e avendomeno capacità e risultati dei miei passavano in prima squadra mentre a me viene continuamente negato. L'aver perso la pallavolo però mi ha fatto perdere una via di sfogo delle mie rabbie e dei miei problemi e di ciò sono pienamente consapevole. Vengo però al dunque. Non ho mai "approfittato" dei sentimenti altrui e ho sempre pensato di impegnarmi con una ragazza solo seriamente (a differenza di altri miei coetanei, ma assolutamente non a causa di motivi religiosi ma per valori miei personali) e ciò è avvenuto alla fine dell'estate scorsa, mi ritengo fortunato di aver trovato una persona simile a lei alla mia prima esperienza e non credevo che il rapporto tra un uomo e una donna mi potesse dare tanto (sia ben chiaro che sto parlando a livello umano e non sto parlando di sesso e del alto fisico, del quale tra l'altro non siamo dei "fanatici") in quanto agli inizi del nostro rapporto avevo finalmente trovato un mio equilibrio a livello mentale e personale. Ultimamente però sono diventato un pò...non dico ossessionato, ma fortemente inpensierito dal pensarla uscire senza di me (non metto comunque minimamente in discussione i suoi sentimenti per me e la credo fedele più di altre ragazze per il momento),ho paura che cambi e diventi "frivola" come una sua amica a cui è legata e che non mi è per niente simpatica, il fatto che andrà in vacanza per una settimana con le amiche mi intristisce perchè io avrei pensato ad una vacanza solo in presenza sua (anche se i miei genitori non sono favorevoli per ovvie paure), ho paura che i nostri sentimenti finiscano e pensare ai momenti passati in cui ho sentito particolarmente i nostri sentimenti reciproci non si ripeteranno più con la stessa intensità del passato. Da qualche giorno mi sto chiedendo se non sia diventato geloso o in qualche modo se c'è qualcosa cheposso fare per uscire da quaesto stato. Attendendo una vostra risposta vi ringrazio cortesemente.
Si ritengo che sia diventato geloso. Solo che esendo una persona cin un alta stima di sè stessa le riesce difficile ammetterlo e nasconde la gelosia, incosapevolmente, dietro disquisizioni intellettuali. Deve solo semplicemente accettare di essere geloso, è un sentimento normale per chi ama, sopratutto se è la prima volta. L'essenziale è che la gelosia non assuma risvolti patologici e ne parli chiaramente e sinceramente con la sua ragazza. Quest'ultima capirà e troverete un accordo insieme. Saluti.

FOBIA ?

Francesco N° di riferimento: 922509789 Età: 21 Credo di avere questa fobia da almeno 2 anni, penso sia iniziata quando un giorno mi sono fatto le mie feci addosso, perchè volevo liberarmi lo stomaco dall'aria. come posso fare per guarire? sono stufo di continuare a preoccuparmi e di controllare che non me la sia fatta addosso.può in qualche modo questa fobia essere legata anche allo stress dovuto all'università in cui riverso la maggior parte del mio tempo e al fatto che da un paio d'anni non riesco a trovarmi una ragazza.grazie per l'attenzione.
Qualsiasi fobia è anche legata ad un senso d'insicurezza. L'episodio scatenante potrebbe essere quello da lei descritto, che innescandosi su tratti ansiosi ed incisurezze del tipo di quelle da lei raccontate hanno "prodotto" la fobia. Per uscirne dovrebbe riacquistare fiducia in sè stesso rendendo meno ansiogeni lo stress universitario e la ricerca spasmodica di una compagna. Sopratutto in quest'ultimo caso più insegue la ricerca di una ragazza e più le sfuggirà, in una sorta di circolo vizioso. Stà a lei interrompere le sue fobie. Saluti

TIMIDEZZA INIZIALE

878570255 Età: 18 CAro dott, le scrivo perchè sono diventato vittima della timidezza!!!!Ora le spiego, purtroppo sono un ragazzo timido, ma lo sono solo con certep ersone... Pensi che ci sono persone che dicono: " che io so socializzare con tutti",ma in realtà non è così,o meglio quando conosco una persona la guardo bene in faccia se mi incude timore la lascio perdere....!!! L'altra sera andai in un locale con dei miei amici, questo locale era pieno di ragazzi, dovevo comprare una coca, e quando il barista mi disse: " prego", io gli non riusci a rispondere, e risposi quasi balbettando e diventai rosso..!!!Poi ancora, io ho troppo paura della gente, nel relazionarmi con gli altri come devo fare??posso continuare a vivere così?? mi dia lei un metodo un consiglio, per farvincere la timidezza che è in me, e sopratutto di farmi passare la paura che ho, verso questa società... ( paura che è soprattutto fisica, insomma temo sempre che mi picchino)...La ringrazio di cuore..
Da quello che mi racconti la tua è una "timidezza iniziale". Vale a dire che riesci a socializzare con tutti ma solo dopo che si è rotto il "ghiaccio" iniziale. Hai bisogno di conoscere l'altro e di capire che non hai nulla da temere per imparare a relazionare. E' un tratto del tuo carattere che non è detto che sia "patologico", anzi, paradossalmente può esserti utile nella vita. Ad ogni modo per superare questa tua timidezza iniziale ti invito a leggere uno dei tanti libri d'autoterapia sull'argomento. Essi partono dal pressupposto che và modificato lo stile cognitvo di pensare che il timido ha.

NON RIESCO AD AVERE AMICI

Luca N° di riferimento: 106529200 Età: 19 D'accordo, sono un quasi ventenne gay depresso cronico. Cercando fra i possibili motivi ho ipotizzato una stravagante assenza di amici,mentre vedo tutti gli altri attorno a me andare in vacanza, magari in viaggioper la maturità, ognuno con il suo piccolo gruppo ed io che rimango in mezzo a guardare. Per carità, ho tentato di passare all'azione ogni tanto, ma senza risultati, perchè alla fine, anche uscendo insieme, non posso fare a meno di sentirmi fuori da un gruppo che infatti non è e non potrà mai essere il mio,perchè lo vedo troppo di rado, perchè ormai le sue radici sono consolidate nel tempo. In questo periodo svolgo un'attività di volontariato in un campo solare, e tento di socializzare con i miei colleghi, ma non riesco a far evolvere la cosa anche a livello, come dire, oltre-lavorativo. Sono sicuro che finito questo periodo di attività, tutti quanti se ne torneranno da dov'erano venuti, e si dimenticheranno di me... Che debba vincere le mie paure di espormi agli altri? Ma come potrei fare?Un mio caro amico mi ha consigliato di scriverLe perchè ha trovato insolito il mio stato per la mia età, pertanto, mi affido al suo parere... Grazie per l'attenzione.
Spesso si tende ad attribuire la mancanza d'amici ad una mancata disponibilità degli altri nei propri confronti. Anche nei gruppi più uniti e consolidati c'è sempre spazio per l'"entrata" di un estraneo. Sta a noi desiderarlo e perseverare per riuscirci. Senza nulla togliere ai suoi sforzi per riuscire ad avere degli amici, ho l'impressione che lei si nasconda dietro la sua "diversità" per evitare di fare qualche tentativo più profondo e determinato. Provi ad avvicinare gli altri uno alla volta, e a instaurare un dialogo più profondo. Vedrà che qualche risultato lo otterrà. Saluti

mercoledì, luglio 05, 2006

BULLISMO DI GRUPPO

2327075 Età: 18 Caro dott, ho un serio problema che mi sta facendo cadere in depressione...Siamo in estate e come tutti vorrei un pò di divertimento è un pò di riposo, bhe dopo la scuola speravo che questo arrivasse, invece no... Sto male..Ore le spiego...Ho una mia cugina, che purtroppo è affetta da sindrome di dawn, ma è molto autosufficiente ecc... Ecco da un periodo succede che alcuni ragazzi della mia città la prendono ingiro, la deridono e lei istigata da ciò si mette " a perdere tempo assieme a loro", cioè risponde agli insulti ecc, noi della famiglia gli abbiamo spiegato che non deve risponderli ma niente da fare... La sera scorsa sono dovuto andare a recuperarla mentre appunto litigava verbalmene con questa gente..La cosa grave è che io mi sento impotente davanti a questo, poichè sono un timido ed non so relazionarmi ne parlare con queste persone..( che sono veri delinquenti), ho provato a parlare con mia zia cioè chi la tiene in cura, e lei mi ha risposto: " che devo accompagnarla fino a casa", ecco la cosa più preoccupante è che qualora io dovessi accompagnarla a casa temo che nonostante ciò, questo, possa ripetersi ( io non mi so difendere), questa vicenda inizia a riguardare anche il campo sentimentale, cioè tra questi ragazzi a volte c'è la persona che io amo, e mi vergogno da morire quando questa persona è anche essa protagonista..!!! Spero che abbia capito, sto veramente in crsi, ma perchè non riesco a relazionarmi con gli altri?? Ogni volta che non ho problemi faccio di tutto per crearmeli, e quindi sto sempre triste!!! Mi aiuti dott!!!
Non è facile affrontare un BRANCO. Un possibile strategia è affrontarli singolarmente e cercare d'instaurare un dialogo con qualcuno di loro. Potrebbe iniziare proprio dalla persona che lei ama. Cerchi di dialogarci, senza attaccare e in maniera esaustiva e convincente, in qualche occasione che siete soli. Vedrà che anche nel peggiore degli uomini c'è una vena d'umanità, che viene fuori se stimolata. Sara propria questa persona che poi si farà portavoce nei confronti del branco, perchè cessi la "persecuzione" nei confronti di sua sorella.

NON SONO ASCOLTATA

Stefania N° di riferimento: 979234594 Età: 20 Buon giorno, scrivo per un consiglio su una questione familiare, sono fiduciosa, so che mi risponderete! Vivo con una sorella più molto più grande di me, genitori e nonni, in più ho altre due sorelle che non vivono con me perché già sposate. Non so da dove deriva il mio malessere ma mi sento oppressa a vivere a casa mia. Ho rinunciato ad andare all’università proprio per “non dipendere” ancora dalla mia famiglia e per risparmiare per andare via al più presto da casa col mio fidanzato. Lui sa di questa mia situazione, mi sta vicino ma non sa cosa fare per aiutarmi. Non mi manca nulla, non mi è mai mancato nulla, (a livellodi comodità) di questo non mi lamento e non mi sono mai lamentata, ma loro mi”rinfacciano” sempre questo fatto come se io fossi la privilegiata e non sapessi apprezzarlo. Sento che mi ritengono egoista e viziata ma se mi conoscessero davvero capirebbero che non sono così, se parlassero di me col mio fidanzato, con le mie amiche, capirebbero che l’idea che hanno di me è sbagliata. Non mi sembra capiscano la mia stanchezza magari lavorativa perché mi sento dire che loro lavorano di più, la mia stanchezza fisica (ho avuto seri problemi di salute ultimamente che durano da 6 mesi) perché loro sono più stanchi, magari le piccole delusioni che magari si possono ricevere dalle persone perché o è colpa mia o la vita è così e bisogna lasciar perdere. Ho rinunciato a parlare perché girano sempre la frittata su di loro, prendono i miei racconti o sfoghi come lamentele sempre…perché non capiscono che ho solo bisogno di ascolto, affetto, di una pacca sulla spalla e di una parola di conforto o incoraggiamento? Perché? Più volte ho detto che le cose materiali mi interessano poco, non è questo di cui ho bisogno, che non mi è mancato mai nulla, che apprezzo tutto quello che mi hanno dato… Devo sempre capire che gli altri possono avere i loro problemi, la loro giornata storta, le loro delusioni perciò devo sopportare e passarci sopra ma loro non mi sembra facciano lo stesso con me. Molte volte in questo ultimo periodo ci sono litigi dovuti anche dalla mia stanchezza fisica, a ogni piccola cosa non perdono occasione a farmi sentire uno schifo. Gliel’ho fatto presente ma non serve a nulla. La cosa che più mi fa star male sono le parole di “rabbia e disprezzo” (sono parole grosse ma non so come descriverle) di mio papà, lo stimo e lo ammiro tanto, in qualche occasione gliel’ho pure detto e cercato di farglielo capire ma non c’è stato nessun risultato. Poi con mia sorella c’è un assoluto rapporto conflittuale e sembra che lei faccia di tutto per mettermi contro mio papà, per essere la migliore ai suoi occhi, ma quando lui non c’è non perde occasione per criticarlo. Con mia mamma non c’è per niente un bel rapporto, lei ha perso la sua mamma giovane perciò “non è che sappia molto fare la mamma” ma non le faccio una colpa,assolutamente, è una persona fredda, ma non cattiva, basta saper prenderla dal verso giusto.Non so cosa fare per migliorare questa situazione o come prenderla per vivere almeno serenamente. Spero di essere stata esauriente nel descrivere la situazione un po’ complicata da far capire a una persona esterna, per ricevere una risposta che possa in qualche modo aiutarmi. Grazie infinite, confido veramente in una risposta.
Stefania, provi ad attuare un capovolgimento di fronte. Invece di ostinarsi a farsi ascoltare da loro, provi lei ad ascoltarli. Anche se le costa sacrificio, provi a chiedere loro come si sentono, quali sono i loro problemi, le loro sofferenze. Questo "capovolgimento relazionale" sorprenderà i suoi familiari, abituati a sentirla lamentarsi e non a lamentarsi loro con lei. Vedrà che, successivamente, incominceranno ad ascoltarla e le dedicheranno l'attenzione che lei merita.A volte "entrare" nel punto di vista dell'altro, è la migliore delle comunicazioni. Cordiali saluti.

BAMBINA DEPRESSA?

BAMBINA DEPRESSA? N° di riferimento: 107289398 Età: 7 Ho una bambina di 7 anni che presenta disturbi vari che potrebbero rientrare nella "depressione bipolare infantile" (depressione-ansia) che mi rendono impossibile attuare un'educazione adeguata.
SITUAZIONE FAMILIARE: a circa 3 anni la bambina ha iniziato a non sopportare alcuni indumenti con crisi di pianto, insofferenza. Durante i 3 anni di scuola materna, manifestava un aperto rifiuto delle regole (dal non voler indossare il grembiulino al non completare i lavori assegnati, data la sua iperattività nel gioco e in ciò che rientrava nei suoi interessi come lo stabilire facilmente relazioni socievoli e solari con tutti). Dopo la separazione, avvenuta quando la bambina aveva 6 anni, contemporaneamente alla morte della nonna materna, con la quale si trovava spesso e in buon rapporto, gli umori sopracitati si sono aggravati ulteriormente, notati soprattutto con il sopraggiungere delle responsabilità scolastiche. Si arrabbia quando deve eseguire i compiti scolastici a casa e si "gingilla" in classe mostrando assenza d'interesse alle spiegazioni. L'esito scolastico attuale (II elementare) è stato appena sufficiente, specie in matematica, nonostante la bambina sia ritenuta capace di apprendere. Nei riguardi dei genitori ha un atteggiamento di "odio-amore": l'odio si manifesta in scatti improvvisi e non controllabili di crisi di pianto accompagnati da oggetti buttati in terra e da atteggiamenti lesionisti verso se stessa con parole di tipo "io mi ammazzo" ripetute più volte e con espressioni manifestate all'amica di tipo "tu non puoi capirmi perchè i tuoi genitori non sono separati"!. Che devo fare, a chi devo rivolgermi per superare questa preoccupante situazione, dopo il fallimento di tutti i miei tentativi educativi e dopo anche l'aiuto di una esperta in psicologia infantile e di una maestra che l'ha aiutata sporadicamente nell'eseguire i compiti? Grazie
Fare "autodiagnosi" di fronte a disturbi psicologici in età evolutiva può essere fuorviante e pericoloso. Infatti potrebbe far nascere "la profezia che s'autoavvera" con tutte le conseguenze del caso. Le consiglio, se i sintomi che la bambina presenta sono quelli da lei descritti e gl'interventi di sostegno non hanno prodotti gli effetti desiderati, una consulenza in neuropsichiatria infantile che renderà l'eventale quadro psicopatologico più chiaro. Cordiali saluti. Dott.ssa Rosalia Cipollina

SBALZI D'UMORE

max N° di riferimento: 557447026 Età: 36 Buona sera Dottore..e' la seconda volta che mi rivolgo a Lei, sono stato fidanzato con una ragazza per diversi anni 4 x esattezza,il mio problema e' che la mia ex mi chiama piangendo e supplicando di ritornare con lei io le voglio molto bene e sarei tentato di ritornare insieme, ma il problema e'che non sono convinto perche' lei soffrendo di bulimia nervosa ha degli sbalzi d'umore che con il mio carattere proprio non lega ma e'dolcissima e innamorata persa di me, tanto da non farmi capire quanto possa essere vero il suo amore o voglia di essere amata per malattia , sto impazzendo perche' non vorrei sbagliare e'una ragazza che vale la pena e' bella dolce e ha un sacco di attenzioni anche troppe per me...anche se adesso sembra voglia mollare la presa che si arrenda insomma, ma non vorrei pentirmi rifiutandola sempre!! vorrei tanto un suo aiuto e la ringrazio da adesso.
Una relazione non si può basare solo su un generico sentimento d'amore, senza essere accompagnato da comportamenti che lo sorreggano. Non le dico di lasciarla, ma la convinca a farsi aiutare da un terapeuta per i suoi sbalzi d'umore e la sua bulimia. E' l'unico modo per poi condividere una progettualità futura di coppia, altrimenti non c'è amore che tenga di fronte ai continui contrasti. Cordiali saluti.