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martedì, marzo 31, 2009

ACROFOBIA E KENOFOBIA

Kalanit Età: 25 Soffro di Acrofobia e Kenofobia da sempre. Ricordo infatti che quando ero bambina, nn riuscivo a salire le scale di casa dei miei nonni perchè tra un gradino e l'altro c'era il vuoto. Dovevo andare su a carponi o accompagnata da qualcuno. Tutt'ora mi fanno paura le scale: in prossimità dei gradini riesco a fare solo pochi movimenti limitati e posso salire e scendere solo tenendomi al passamano. Se ci sono delle scale senza protezione, mi è capitato più di una volta di nn riuscire a salire nè a scendere. Così come se salgo su una scala per cambiare una lampadina: arrivatain cima nn riesco più a muovermi, tutto incomincia a girare e ho bisogno diaiuto anche per scendere. Il colpo di grazia di queste due patologie l'ho avuto nel 2006, quando alcuni amici mi hanno portato a fare delle escursioni sulle dolomiti. Giramenti di testa, mancaza di respiro, ansia, pianto irrazionale, fortissima attrazione verso lo strapiombo benchè, mi rendo conto, nn fosse così netto e il sentiero fosse abbastanza largo. Queste fortissime fobie per fortuna nn mi ostacolano nella vita quotidiana, ma anche in questi gg che ho deciso di imparare a sciare sto soffrendo moltissimo, ora per la seggiovia, ora per la pendenza della discesa e anzichè divertirmi provo una fortissima angoscia. Non ho nessun tipo di trauma alle spalle nè nella mia famiglia ci sono casi come il mio. Non c'è un modo per curarmi? Non ne posso più...io mi sforzo lo stesso di affrontare le occasioni della vita ma le vivo davvero male...vi prego se esiste una cura vorrei sapere nei minimi dettaglicosa posso fare e come. Grazie

SOCIALNETWORK E SUICIDIO

A Età: 45 Buongiorno chiedo una consulenza per questo problema.Tramite un socialnetwork mi è stata fatta una confidenza da parte di una persona che ho conosciuto (tra l'altro superficialmente) oltre vent'anni fa.Probabilmente mi ha scelto a caso in quanto ero collegato in quel momento. Mi ha confidato che ha intenzione di suicidarsi e si è dato anche un termine. Non so come comportarmi, ho mandato messaggi di conforto ma più di questo non mi sento di fare. Non sono psicologo, non conosco affatto questa persona e non saprei cosa fare. Ho consigliato di rivolgersi a persone più vicine e ad uno specialista. La persona in questione mi ha detto che lo ha confessato anche ad altre persone. Io sono in preda allo sconforto. Grazie per l'attenzione prestata.
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Ritengo che lei abbia fatto ciò che era nelle sue possibilità. Valuti anche la possibilità che la persona in oggetto voglia semplicemente attirare l'attenzione e non intenda attuare ciò che afferma. Saluti
Dott. Roberto Cavaliere

IL PADRE DEL MIO EX SI E' SUICIDATO

Chiara Età: 22 Gentile psicologo,le scrivo perchè avrei bisogno un consiglio su come comportarmi in una situazione molto difficile.Qualche giorno fa il padre del mio ex fidanzato si è suicidato,ovviamente nonso e non penso neanche si possa sapere la motivazione e la disperazione di untale gesto, si pensa però che siano motivi economici, investimenti sbagliatiper la sua azienda.Ora, io non so assolutamente come comportarmi, se sia giusto o meno mostraretutta la mia disponibilità e il mio affetto al mio ex fidanzato.C'è da dire che siamo stati insieme 3 anni quando eravamo molto piccoli, ioavevo 14 anni e lui 19 siamo stati insieme 3 anni e da allora ne sono passati 6in cui ci siamo visti rarissime volte.Ora lui ha 27 anni e io 22.Abbiamo avuto un rapporto morboso e direi poco salutare pieno di litigate escenate davanti a tutti per la sua gelosia.Quando ci siamo lasciati lui mi ha seguito e ha fatto parecchie scenate pertornare con me. L'amore forte e nello stesso tempo il rancore per il suo comportamento sonosempre convissuti dentro me, tanto che credo per questa esperienza non mi sonopiù lasciata andare ad un sentimento forte con nessun altra persona.Ora, dato tutto quello che è successo non so se è il caso o no di farmi sentirecon lui, anche solo con un messaggio per fargli capire che io ci sono, forse gli servirebbe almeno a cancellare dalla sua testa il fatto che io ce l'abbia ancora con lui, voglio dire di fronte a questo terribile fatto, tutto quellosuccesso in precedenza diventa solo stupidate da ragazzini innamorati. Non so, mi dica lei come comportarmi, oltretutto io sn in partenza per l'inghilterra per qualche mese quindi potrei cmq solo sentirlo.La ringrazio anticipatamente.
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Tutto quello che s'è stato fra lei ed il suo ragazzo non le deve impedire di dimostrargli la sua vicinanza in un momento come questo.
Saluti
Dott. Roberto Cavaliere

PARLATENE DELLA VOSTRA BULIMIA

mery Età: 24 Sono stata bulimica per 4 anni e per me e stato come seper quei 4 anni nn avessi avuto una vita,nn riuscivo nemmeno piu a lavorare,pensavo sempre al mio probema,e poi il cibo era diventato il miotormento e ci pensavo tt il giorno e lo sognavo anche la notte. E poi il vomitomi stava distrugendo vomitavo oltre 10 volte al giorno e la gola ormai era diventata di fuoco,e piu dimagrivo e piu mi vedevo grassa,ed ero intrattabile,poi con l aiuto di specialisti stavo cercando di uscirne anche seera la cosa piu difficile al mondo. Ma la cosa che mi a aiutato ad uscirne estata, quando ho saputo di aspettare mio figlio,ho pensato che se avessicontinuato avrei ucciso anche lui,anche se nn era facile ci sono riuscita,anchese con il cibo cmq nn e che o un ottimo rapporto perche o sempre paura diricaderci,ma poi inizio a pensare all inferno che o passato e mi do forza,soche per uscire da questa malattia e la cosa piu difficile che o dovutoaffrontare,ma so anche che chi come me l avuta e molto semplice ricaderci. Maquando ai una famiglia alle spalle che ti sostiene e ti capisce ti senti molto piu forte e inizi a crederci anche tu che lo puoi superare. Percio per chi ne soffre attualmente il mio consiglio e di parlarne ai genitori o a chi si a piu fiducia perche se gia lo dici anche ad una sola persona vuol dire che gia seiin fase di guarigione,perche in quel momento che ne parli gia stai chiedendo aiuto inconsciamente. A me e servito parlarne perche o capito che era un mostro che nn avrei mai potuto ucciere da sola.Percio parlatene nn nascondetevi perche questo e un mostro che piu seida sola e piu ti uccide giorno per giorno. MERY

BUGIARDO PATOLOGICO

Trilly Età: 35 Buongiorno, sono sposata da 7 anni, e ho 2 meravigliosibambini, ma mio marito è un bugiardo patologico, non posso credere a nulla di quello che mi dice, siano esse cose importanti o banalità prive di importanza, non riesco più a fidarmi di lui e questo ha messo in forte crisi il nostro matrimonio. Vorrei riuscire ad aiutarlo, ma non so proprio come, ho provato con la calma, a spiegargli che per me, e per i bambini, la sincerità è importante, ma nulla, ho provato ad arrabbiarmi e a minacciarlo di lasciarlo e neanche questo è servito.Vorrei provare a trovare uno specialista, ma penso che non ci andrebbe, magari raccontandomi che in realtà ci va.Come posso aiutarlo?Grazie
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Il comportamento di chi “subisce” un bugiardo psicologico prevede tre strategie in tre tempi diversi:
  • Non tollerare assolutamente le bugie, anzi bisogna smascherarle sistematicamente, affrontandone l'onere di farlo, senza nessuna indulgenza.
  • Chiedere al bugiardo patologico l'auto-riconoscimento del proprio stato patologico ed invitarlo a chiedere un aiuto esterno per combatterne cause e sintomatologia.
  • Nel caso che le prime due strategie non siano accettate, prendere in considerazione l'opportunità di “abbandonare” il bugiardo patologico. Spesso questa si rivela l'unica strategia efficace nei confronti di chi è affetto da Sindrome di Pinocchio. Infatti il bugiardo patologico non accetta di rimanere solo.

Dott. Roberto Cavaliere

giovedì, marzo 19, 2009

INTERVENTO TELEVISIVO SU RAIDUE

LUNEDI' 23 MARZO 2009 INTERVERRO' COME ESPERTO SUL TEMA DELLA GELOSIA NEL PROGRAMMA TELEVISIVO DI RAI DUE "L'ITALIA ALLO SPECCHIO" IN ONDA DALLE 14,40 ALLE 16,15.

martedì, marzo 17, 2009

DISTURBO PARANOIDE DI PERSONALITA'

Lilith Età: 29 Vivo da 7 mesi una relazione con un uomo che mi sta letteralmente facendo impazzire. E' ossessionato dal mio passato, ha la pretesa di capire non solo gli avvenimenti ma anche le motivazioni profonde di alcune mie scelte di vita o cambiamenti anche risalenti alla mia adolescenza o ai miei 20 anni (ora ne ho29). Si è figurato la mia vita come sporca ed in merito alle persone che mi sono state vicine (pur non conoscendole) le reputa “feccia” della peggior specie.Compresi i miei genitori che non hanno fatto un buon lavoro e che secondo lui dovrebbero esser sciolti nell’acido. Ritiene che questa situazione lo stia dilaniando e che la colpa sia mia per avergli raccontato cose in maniera spiccia, dice di esser stato traumatizzato e non si fida di me, di chi io possa realmente essere pur riconoscendo (in alcuni sprazzi di lucidità) che questo è l'unico nostro problema perché io a sua detta sono perfetta. E’ proprio questo che lo terrorizza. Mi tartassa di domande via mail, via sms, a voce, per telefono, di notte. Non è mai soddisfatto delle risposte ed addossa colpe e frustrazioni su me.I l suo percorso di vita è stato caratterizzato da un rapporto profondamente conflittuale con la madre, una donna molto ansiosa e piena di paure che hasoffocato i figli per tenerli sotto la campana di vetro lontano dalle angheriedel mondo ed a cui egli attribuisce la colpa di averlo indotto a provarecostantemente senso di colpa nei confronti di tutto e di tutti. Lui dice di odiarla.E' molto rigido verso gli altri e dispensa giudizi pieni d'ira ritenendo chequasi tutto il mondo sia inferiore a lui e che, chi commette errori, dovrebbemorire.Non racconta nulla di se nemmeno a quelli che lui ritiene amici in quanto credeche siano inferiori e non sarebbero in grado di dispensare consigli a lui utilidi cui, tra l’altro, fa volentieri a meno.Sfoga il suo disagio mediante lo sport in cui è molto competitivo ma anchequella della forma fisica sta diventando un ossessione.Nel corso dei mesi la situazione è peggiorata, più risposte ho dato alle suedomande e più il suo malessere è cresciuto. A tratti dice di odiarmi.Ne sono profondamente innamorata ma mi sta trascinando nel baratro giustificando il mio malessere non come proveniente da lui ma come se la vita "mi avesse finalmente presentato il conto". A tratti è dolcissimo ma sempre più spesso distaccato e freddo per via diquanto sopra esposto.Ho provato più volte a farlo ragionare con lucidità ma ogni mio tentativo èvisto come un atteggiamento di attacco nei suoi confronti e mi descrive spesso“dura”, esagerata e menefreghista perché a sua detta non mi rendo conto che il dolore che lui prova e che non merita parte da me e da ciò che ho vissuto primadi trovare lui.Mi minaccia continuamente dicendomi che o trovo le risposte alle sue domandeoppure lo lasci.
Ho sentito parlare di "Disturbo Paranoide di personalità".
Potrebbe esser il suo caso? Cosa dovrei fare?Devo salvaguardare la mia salute e quella di mio figlio di due anni.Come devo comportarmi?E se lui non riconosce di avere un problema?Grazie per l'aiuto che potrete offrirmi.
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Purtroppo non posso farle una diagnosi sul suo compagno via email e senza il consenso di quest'ultimo. Sta a lei invitarlo, in maniera decisa, ad interrompere certi comportamenti nei suoi confronti e a nettere in discussione la relazione. Saluti
Dott. Roberto Cavaliere

LEGGERA DEPRESSIONE

ska Età: 17 Buonasera,mi chiamo sara e ho 17 anni. Credo di avere una "leggera depressione" (se così la si può definire). Sono molto interessata alla psicologia,mi piace cercare di analizzare le persone e spesso mi trovo ad analizzare me stessa,quindi capita che leggo libri su comportamenti e psicologia in generale. E in questi giorni mi sono resa conto che molte delle patologie della depressione sono le stesse che mostro io da forse un paio d'anni. Sarà sicuramente il solito fattore dell'età ma ciò non toglie il fatto che io stia male,che tenda ad isolarmi, sono taciturna, paranoica, negativa, malinconica, ho grandi sbalzi d'umore e capita di pensare a come sarebbe la mia morte.Leggendo sulla depressione mi riconosco in questi punti:
* umore depresso;
* perdita di piacere e di interesse per quasi tutte le attività;
* mancanza di energie, affaticamento, stanchezza;
* aumento o diminuzione significative dell'appetito e quindi del peso corporeo;
* disturbi del sonno (dorme di più o di meno o si sveglia spesso durante lanotte);
* rallentamento o agitazione;
* difficoltà a concentrarsi;
* sensazione di essere inutile, negativo o continuamente colpevole;
* pensieri di morte o di suicidio.
Non riesco a concentrarmi a scuola nè in nessun altro ambito,la notte mi agitoe da circa 2mesi ho incubi tutte le notti; ho attacchi di fame nervosa e mangio anche se mi sento piena; non ho voglia di uscire nè di fare alcuna attività; provo invidia verso la felicità delle mie amiche,mi sento stupida e illusa perciò mi rifugio in pensieri e fantasie. In questi giorni ho perennemente sonno non sopporto niente e nessuno e piango in continuazione. Non ne posso più sul serio ho bisogno d'aiuto ormai... e se ne parlo con i miei non mi capirebbero....ci avevo già provato!
Grazie in anticipo,cordiali saluti.

ABBANDONATA DAL PADRE

sara Età: 18 L'anno scorso ho avuto un periodo orribile dopo la morte del mio unico nonno, dopo 3 mesi di anoressia in cui non riuscivo neppure più ad ingerire una caramella, sono guarita e mi sentivo davvero bene, con accanto un ragazzo che mi ama. quest anno invece mi sento vuota, orribile, stupida nonostante continuo a leggere e informarmi su tutto, antipatica, grassa anche se non voglio iniziare una dieta per paura di poter ritornare anoressica. in sintesi, vorrei morire, ma davvero, perchè nella mia vita non c'è niente di esatto.sono una delusione, un incidente di percorso della vita di due giovani. infatti sono nata fuori dal matrimonio, abbandonata dal padre, ma cresciuta da una madre premurosa.proprio per questo ho paura a fidarmi di chiunque, perchè nulla è più forte dell'amore paterno e se persino un padre mi ha abbandonata, perchè non dovrebbero farlo anche gli estranei? mi perdoni per lo sfogo. la ringrazio per la pazienza. sara

L'AMORE DI UNA SORELLA

anguy Età: 40 EGR. DOTT., HO UN FRATELLO DI 41 ANNI CHE SOFFRE DELFATTO CHE NON ABBIAMO MAI AVUTO UNA FAMIGLIA, IN QUANTO ABBIAMO PERSO LA MAMMA ALL\'ETA\' DI 5/6 ANNI EIL PAP\' A 28 ANNI. ORFANI INSOMMA. LUI NE HA SEMPREFATTO UN MOTIVO DI SFIGA X TUTTI GLI EVENTI DELLA SUA VITA.IO HO SOLO CERCATODI TIRARE AVANTI. IL FRATELLO NEL '96 VIENE LASCIATO DALLA FIDANZATA E NE FAUNA TRAGEDIA, OFFENDENDOLA E NON VALUTANDO MAI QUALI FOSSERO LE VERE MOTIVAZIONI. NELLO STESSO ANNO PURTROPPO MUORE D'INFARTO IL PAPA' E LUI GIA\'IN UN MOMENTO DIFFICILE CADE IN UNA BRUTTA DEPRESSIONE. ME NE ACCOLLO PERSONALMENTE CONTATTANDO UNO PSICHIATRA CHE DOPO TRE VISITE, IL FRATELLO SI RIFIUTA DI VEDERE ANCORA. GLI STO VICINO INVITANDOLO A VIVERE PER TRE GG. ALLA SETTIMANA A CASA MIA, COL MIO COMPAGNO, MA LA SITUAZIONE DIVENTA INSOPPORTABILE IN QUANTO LUI NON AIUTA IN NIENTE, VIENE SEMPRE SERVITO ED E\' LA VITTIMA SFIGATA. SFINITA E SVUOTATA DAL SUO COMPORTAMENTO EGOISTA E ANCHE ARROGANTE XCHE\' MI MALTRATTA VERBALMENTE, LO ALLONTANO. NEL FRATTEMPO SUL POSTO DILAVORO SI INNAMORA DI UNA RAGAZZA DI BEN 16 ANNI PIU' GIOVANE DI LUI. ANCHE LEI REDUCE DA UNA DELUSIONE D'AMORE. DOPO SOLO POCHI MESI FREQUENTA CASA DEI GENITORI DI LEI. DOPO POCHI MESI LEI RIMANE INCINTA. LUI FELICISSIMO, IO MENO XCHE\' INVECE DI PREOCCUPARSI DI COSTRUIRSI UNA FAMIGLIA LORO TRE, VIVONO SEMPRE COI GENITORI DI LEI ED OVVIAMENTE QUANDO NASCE IL FIGLIO, MIO FRATELLO LASCIA IL SUO ALLOGGIO X ANDARE A VIVERE CON LA FAMIGLIA DELLA GIOVANE RAGAZZA ED IL BIMBO. UNICA COSA SPLENDIDA DELLA SUA VITA, MA CHE SI E' RIVELATA NEI DUE ANNI A SEGUIRE UNA TRAGEDIA. IL RAPPORTO ALL'INTERNO DELLA CASA DEI GENITORI DI LEI DIVENTA INSOSTENIBILE, ADDIRITTURA LA RAGAZZA ED IL BIMBO DI MIO FRATELLO, TORNANO A VIVERE AL PIANO SUPERIORE CON LA FAMIGLIA D'ORIGINE DI LEI E MIO FRATELLO VIVE SOTTO IN UNA CAMERA DA SOLO. COME UN EBETE A PARERE MIO. LA SITUAZIONE DEGENERA E LUI TORNA A CERCARSI UN ALLOGGIO DA SOLO. PASSA IL MERC A CENA, IL SAB E LA DOM, A CASA LORO, PAGANDO TUTTA LA SPESA PER TUTTI PERCHE' MANGIA LI'.ASSURDO. LUI E' LEGATISSIMO AL BIMBO STUPENDO. HA REALIZZATO SOLO ADESSO CHE LEI A 24 ANNI NON VUOLE PIU' STARE CON LUI XCHE'\"VECCHIO\". LUI NE STA MORENDO XCHE\' E\' INNAMORATO DI LEI E PER L'ENNESIMA VOLTA HA DI NUOVO PERSO QUELL FAMIGLIA CHE HA SEMPRE DESIDERATO. MI CHIEDE AIUTO, MI MALTRATTA, BEVE SEMPREDI PIU\'. DIMAGRISCE. IL FATTO E' CHE APPARENTEMENTE SI CURA, MI DICE CHE SI FADUE VOLTE AL GG LA DOCCIA XHE\ ' NON SI PIACE. E' INVECE SEMPRE STATO UN BELRAGAZZO.MA NON HA MAI AVUTO CARATTERE, NON E\' MAI RIUSCIITO A SEGUIRE LE SUE PASSIONI CHE SONO MUSICA E TEATRO. E' UN SENSIBILE, UN SENTIMENTALE, CHE NON E' STATO APPREZZATO O FORSE NON HA SAPUTO FARSI AMARE. MI DICE CHE HA PAURA DIMORIRE DI NOTTE DA SOLO E MI DICE CHE HA UN FIGLIO NEL CUORE CHE NON PUO\'VIVERE. MI FA AMMATTIRE L'IDEA CHE GLI POSSA SUCCEDERE QUALCOSA DI BRUTTO E IO SONO SFINITA DA LUI.MA GLI VOGLIO BENE. PER FAVORE AIUTATEMI, DATEMI UN'INDICAZIONE. GRAZIE. ANGUY DA TORINO
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Lei ha messo al centro della sua vita, suo fratello, ma lei come persona, con i suoi desideri e bisogbi dov'è? Spesso, nel tentativo di salvare gli altri, non solo non li salviamo ma perdiamo anche noi stessi. Il modo migliore per aiutare suo fratello è ripartire da lei. Saluti
Dott. Roberto Cavaliere

domenica, marzo 01, 2009

ATTACCHI DI PANICO E FOBIA DA OMOSESSUALITA'

cg90 Età: 18 Salve, sono un ragazzo di 18 anni appena che frequenta l'ultimo anno di liceo, sono simpatico, estroverso, sveglio e intelligente. Naturalmente non si può avere tutto dalla vita, e se ho queste doti postitive, ci sono degli aspetti della mia vita del tutto negativi, mi accingo quindi a riassumere brevemente la mia storia...:
ho avuto un infanzia alquanto traumatica, con una madre che non stava tanto bene, con profondi disturbi psicologici radicati da molto tempo e con un padre che cercava di mediare questi disturbi, anche se identificati come tali, insieme al quieto vivere... non ho mai avuto rapporti di nessun tipo con mia madre. .essa si configurava più che altro come la moglie di mio padre, figura quest'ultima che ho sempre stimato e cercato di imitare in tutto e per tutto... (ah, dimenticavo, sono anche entrambi molto protettivi, ipotizzo perchè sono figlio unico) passano gli anni e io sono un bambino fondamentalmente infelice e insoddisfatto, che presenta tuttavia come sintomi solo un eccessivo attacamento ai propri genitori quando sta lontano da loro (non tanto a scuola ma a casa di altre persone , parenti e non, specie di sera) e con qualche piccola paura dei luoghi chiusi e del buio...fino a quando, a 11-12 anni, poche settimane dopo la morte di un mio zio (non stretto) e pochi mesi dopo la nascita del mio primo fratello, inizio ad avere crisi di panico notturne, quando dovevo andare a dormire, abbandonandomi quindi ad una "semicoscienza"; crisi "sedate" col passare delle settimane, con comportamenti di tipo ossessivo-compulsivo...chiesi io stesso a mio padre, dopo un po' di tempo, di rivolgersi a qualcuno, perchè riconoscevo di non stare bene e volevo risolvere quei problemi. Ho cambiato 3 terapeuti, per problemi di tipo logistico, e ora sto al 5°anno di terapia con l'ultima dei 3 che ho contattato. Riconosco sensibili miglioramenti ed effetti benefici, nonostante talvolta vi siano state incomprensioni, tuttavia ho a volte delle ansie su di me e sul mondo che mi circonda che non riesco a capire se rientrino più nella psicologia o nella filosofia, se ,quindi, patologiche o filosofiche (avevoscritto, tipo per lapsus, fisiologiche :P )
Ritorniamo però all'argomento principale: 1 mese e mezzo fa, però, sono stato molto malato ( mononucleosi) il che mi ha portato ad un isolarmi un po' dal mondo e a rinunciare alla mia vita sociale, il che ha concentrato un po' di più la mia attenzione su me stesso, provocandomi, una sera, un attacco di panico simile a quelli di tanti anni fa (non ne avevo da 5 anni).4 settimane fa, fumando uno spinello mi sentii male (ne faccio un uso abbastanza sporadico) e mi tornarono alla mente, o più che altro al cuore, sensazioni negative che mi sembrava di aver già vissuto in passato, il che mi fece star male per una settimana, e superai la cosa fumando di nuovo uno spinello (venendo meno ai miei "ritmi" medi di uno ogni mese e mezzo)il che non mi provocò nessun effetto negativo, anzi! :P .
da una decina di giorni, però, sono ossessionato dalla paura, dal pensiero di essere omosessuale fino ad oggi, quando si è avuto, credo, l'apice diquesta fobia, e a tal proposito vi fornisco delle informazioni che possono essere inerenti (mi scuso per il disordine ma le scrivo come mi vengono)
- non ho mai avuto rapporti di tipo omosessuale
- ho avuto sempre relazioni eterosessuali di durata abbastanza breve, inquanto ho come paura di innamorarmi e di starci male dopo (cosa che mi ècapitata in passato)
- ho da 2 settimane una relazione con una ragazza
- ho una costituzione robusta, timbro di voce abbastanza basso, buonrapporto con il mio corpo (tranne qualche chilo in più) e con i mieigenitali
- a volte ho (e ho avuto) paura di avere il pene piccolo, cosa che,all'evidenza dei fatti, non è tale
- ho buoni rapporti con individui maschi e femmine
- alle medie ero un po' bollato come gay non tanto per gli atteggiamenti mapiù per la grande sensibità e vulnerabilità, forse per l'invidia del mio profitto scolastico, e per la mia incapacità a giocare a calcio (anche se amo questo sport e nonstante ciò giocavo benissimo a basket, stando nellasquadra comunale)
- al liceo nessuno penserebbe mai che io possa essere gay, sono più chealtro visto come un pessimo imitatore di fonzie di happy days
- ho un'eccessiva cura del mio aspetto fisico (capelli), e anche se pensoche questo possa essere abbastanza effemminato, mi servo di questo aspettoper piacere alle ragazze
- sono vergine
- mi eccito normalmente quando sto con una ragazza e faccio petting (ho fatto cilecca un paio di volte, di cui una nell'ultima settimana)
- mi masturbo vedendo coppie eterosessuali e coppie lesbiche
- ho avuto a volte paura che capitasse l'occasione di fare sesso con una ragazza per una sorta di "ansia da prestazione"
- raramente faccio docce in ambienti comuni maschili (palestra o roba del genere) mi mette un po\' a disagio penso per una sorta di complesso d'inferiorità sopracitato (stabilisco quindi un confronto visivo con gli organi genitali altrui)
- non mi eccitano (almeno credo e spero, sennò non vi scrivevo) gli uomini
- mi eccitano le donne omosessuali
- ho da 2 anni un migliore amico, eterosessuale, che molte volte è l'unica persona in grado di comprendermi ( e i primi tempi facevo fantasieomosessuali, anche se non esplicitamente sessuali, forse perchè un amicocosì stretto non l'ho mai avuto e associavo l'idea a una sorta ditimore-fantasia che ciò dovesse comportare l'omosessualità)
- ho un brutto rapporto con mia madre e da piccolo non mi innamoravo di leima di sua sorella, anche se qualche volta, 3-4 anni fa, mi è capitato disognare di fare sesso con lei
- questa paura dell'omosessualità mi ha assalito una notte, mentre miaddormentavo (momento per me cruciale) in cui sentii una vocina che diceva "forse un po' frocio ci sono"
- mi assale ogni tanto
- ho paura che possa condizionare i rapporti con la mia attuale ragazza,tipo che non mi eccito più
- oggi si è avuto il climax quando su msn un ragazzo (che non ha atteggiamenti gay) mi ha contattato, volendomi chiedere tutt'altra cosa, e io ho fatto la fantasia che volesse chiedermi di uscire con lui
- quando penso a queste cose e faccio dei confronti maschio- donna e sentoqualcosa nei genitali...tuttavia non so da quale delle due cose si aprovocato
- non ne ho parlato con nessuno
Quello che vorrei sapere, quindi è se questa paura è un solito disturbo ossessivo che ora ha assunto il nome di "omosessualità" o se è un'omosessualità recondita che viene a galla.Ho molta paura che sia la seconda ipotesi, anche perchè vorrei ritornare alla mia condizione di 3 mesi fa, quando sembrava che le mie patologie fossero quasi risolte, che ero felice...quando gli omosessuali li sfottevo un po' per gli atteggiamenti ma mi battevo per farli rispettare a livello civile e politico e non li guardavo con timore...
vi ringrazio per la vostra attenzione e per lo straordinario e difficilissimo lavoro che fate
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Lei é in terapia da circa 5 anni, dice, per l’esordio degli attacchi di panico e l’apparizione di sintomi ossessivi.
Perché non ne parla con il/la suo/a terapeuta? Potrebbe essere un ulteriore sintomo che sta venendo a galla e dopo anni di lavoro credo che il suo terapeuta sia il primo a doversene occupare. Intendiamoci, non é che la voglia “scaricare” ma indubbiamente c’é una persona che la conosce molto meglio di quanto possa fare io in una consulenza online, quindi é giusto e sensato che si rivolga a lei.
Dott.ssa Cristina Gugliermetti

DIPENDENZA DA GIOCO

testolina Età: 41 Il mio convivente all'inizio della ns relazione mi aveva confessato di aver avuto un periodo in cui continuava a giocare buttando via i soldi (totocalcio,scommesse,lotto,superenalotto...) Diceva però di aver superato tutto.Circa un anno fa ho scoperto che nn è così,continua a giocare di nascosto cifre considerevoli pur senza arrivare a metterci in difficoltà. Io tengo controllato asiduamente il suo portafoglio e faccio finta di niente,anche xchè quando cerco di affrontare l'argomento in modo indiretto riesce sempre a mantenere un atteggiamento distaccato. Anzi,critica fortemente chi gioca. Cosa faccio? continuo così o affronto l'argomento? Il mio timore è che lui ponga fine alla ns relazione. Vorrei pensare ad un figlio ma temo che questo possa accentuare il suo bisogno di giocare. Nn capisco xkè lo faccia, fra noi nn ci sono problemi e il lavoro va bene. In passato aveva iniziato a giocare dopo la fine del suo matrimonio. Grazie x il consiglio ke mi darete.
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La dipendenza dal gioco può definirsi tale quando il giocatore non si rende conto di essere dipendente da quell’attività e/o quanto quell’attività invalidi la sua vita regolare e le sue finanze. Cara signora, il problema é che suo marito non riconosce (o non vuole che lei riconosca) il suo problema con il gioco, quindi, le suggerisco di parlargliene apertamente, consigliando in contemporanea, l’avvio di una terapia di coppia (non solo per lui, perché si potrebbe sentire accusato maggiormente) e manifestandogli il suo timore che questa realtà possa cambiare la vostra relazione.
Dott.ssa Cristina Gugliermetti

PENSIERI OSSESSIVI E DEPRESSIVI

tulipano Età: 21 Buongiorno, Le scrivo per un'amica che ha 21 anni come me. Circa tre anni fa è rimasta incinta. Ne ha parlato subito con i genitori e con il fidanzato, con il quale sta ancora insieme, ed ha deciso di abortire. La scelta è stata presa non senza pianti e disperazione. Io le dicevo che era normale stare male, dato che lei è una persona molto fragile e soprattutto di grande sensibilità, ma che col tempo la cosa sarebbe passata. Ebbene,ora dopo 3 anni lei non ha ancora superato quello che le è successo. Le è rimasto un blocco psicologico oltre che sessuale. Pensa continuamente all'aborto, piange, si sente priva di interessi. E'molto introversa e di queste sue crisi non ne ha mai parlato con nessuno, nè il fidanzato, nè i genitori...solo con me ieri sera, e per questo sento ancor di più la responsabilità di aiutarla. Ho paura che possa cadere in depressione...non sta chiusa in casa, la sera esce e si diverte,l'università va avanti ma continua a cadere in malinconia per questa cosa. Con il fidanzato le cose in questo periodo non vanno per il meglio ma lei non sa se il problema è lei e le sue crisi o le cose andrebbero male comunque anche senza quello che è successo e coinvolto entrambi 3 anniprima. Mi ha detto di avere VOGLIA di superare la cosa, non vuole restarecosì per sempre. Io ho cercato di farle capire che questa guerra non puòfarla da sola ma deve chiedere aiuto. Ho pensato che se lei non lo fa,allora parlerò io con i genitori.Ma non so se è una buona idea.Quello che Le chiedo è come possiamo noi aiutarla? Io, i genitori, il fidanzato? Deve rivolgrsi ad uno psicologo o può vincere anche da sola (e con il ns aiuto) questa guerra? Grazie!
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C'è da domandarsi il motivo per cui dopo questi anni la sua amica ripensi ossessivamente all'aborto, che per quanto evento potenzialmente traumatico e importante, era stato deciso , a quanto mi pare di capire con una certa consapevolezza.
Le sconsiglio di parlarne con genitori e fidanzato, se avesse voluto lo avrebbe fatto da sé, tuttavia, le domanderei in modo franco su come pensa di superare questa crisi. L’eventualità di un consulto psicologico potrebbe proporgliela come soluzione da trovare insieme, così forse la sua amica vedrà in lei un sostegno non giudicante ma propositivo.
Dott.ssa Cristina Gugliermetti

SUICIDIO DI UN AMICO

Marta Età: 37 Gent.ma Dottoressa, ho perso da una settimana una persona cara che ha deciso di togliersi la vita. E' stato per me un dolore fortissimo perchè sapevo che stava vivendo brutti momenti e mi ero avvicinata a lei con molto tatto e discrezione aiutandola nei problemi che lei mi esponeva... sembrava pian piano prendere fiducia e qualche volta sorrideva...poi all'improvviso quell'atroce notizia. Proprio quel giorno non l'avevo chiamata...non avrei mai immaginato...oggi mi chiedo mille perchè ma soprattutto mi chiedo se avrei dovuto fare di più...mi tortura il suo silenzio....nè un biglietto, nè un saluto...forse sono entrata nella sua vita troppo tardi.Grazie
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Purtroppo la nostra presenza (e intendo anche quella degli operatori) non sempre é sufficiente a “salvare” qualcuno. Talvolta dobbiamo rassegnarci all’evidenza che nonostante tutti i nostri sforzi, le persone prendono la strada che ritengono giusta o quantomeno inevitabile.
Non rimpianga di essere entrata nella sua vita troppo tardi, ma pensi a quanto nei momenti della sua presenza la sua cara persona si sia sentita sollevata e curata.
Dott.ssa Cristina Gugliermetti

CONSULENZE NON PERTINENTI

apesky Età: 38 Vorrei avere delle informazioni su come muovermi legalmente e non su cio che raccontero: In una giornata normale di lavoro mia moglie viene picchiata al lavoro da uno dei soci (sua sorella minore) della societa(in ambito familiare) di cui fa parte, io la scorto al pronto soccorso e poi la porto ai carabinieri per sporgere denuncia, ma a mia sorpesa lei non vuole perche ha paura di ritorsioni al lavoro. Subito le spiego davanti al posto dei carabinieri che non e la prima volta che lo fa, ma lei niente non vuole denunciare sua sorella. Questo e successo un mese fa, un mese di inferno anche perche i genitori le stanno facendo un pressing pscologico non indifferente, per lasciar perdere, anche se in passato e successo piu volte venisse picchiata per futili motivi, il problema che io e mia moglie abbiamo avuto la gioa di avere due angeli che ogni giorno ci portano una gioa infinita, e non trovo giusto che mia moglie debba subire ancora angheria da parte dei suoifamiliari.Cosa posso fare? vi ringrazio per la vostra rispota.saluti
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Sig. Apesky, lei mi domanda una consulenza su come muoversi legalmente, ma questo é un sito rivolto a consulenze psicologiche. Mi dispiace ma non posso aiutarla.
Dott.ssa Cristina Gugliermetti
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Mauro.S. Età: 50 Quando vado in bici dopo 30 km circa mi vengono nausee e vomiti,da premettere che soffro di un forte dolore alla nuca, non so se puo essere correlato. divesre visite e risonanze magnetiche ecodopler, visite otorino non hanno riscontrato malattie particolari non so se rinunciare allo sport in bici, ocosa fare per approffondire. cosa consiglia.
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Di continuare le sue indagini presso un buon medico, qui noi rivolgiamo consulenze psicologiche, non medico, né neurologiche
Dott.ssa Cristina Gugliermetti

VOMITO BULIMICO

Babe Età: 17 Ho sofferto di bulimia nervosa per 7 mesi.. credevo di essere guarita da 4 mesi a questa parte, compresi i miei genitori e i miei dottori..e invece una settimana fa ho avuto una ricaduta vomitando tutto il pranzo e il disturbo è continuato ma non con una frequenza fissa.. perchè la bulimia nervosa è tornata da me!?..premetto una cosa..i dottori l hanno chiamata bulimia nervosa ma nn è mai stata davvero così..non mi sono maiprovocata io stessa il vomito, è stato sempre spontaneo indotto da stati d animo e "famigliari" e all inizio accadeva raramente.. dopo 3 mesi il mio corpo automaticamente rifiutava ogni alimento da me ingerito come se fosse diventata un abitudine che io non volevo..mi abbuffavo e vomitavo.. continuamente.. allora ho confessato ai miei genitori il tutto egrazie a delle visite assidue da dei dottori e a delle cure di antidepressivi e integratori alimentari sono riuscita a superare tutto!!! ma perchè ora devo rivivere l inferno che ho passato? NON VOGLIO! ma a quanto sembra è il mio corpo a farla da padrone.. comanda lui.. io non voglio riniziare con le cure, non voglio far preoccupare di nuovo i miei genitori che a causa del mio malessere sono stati davvero male,voglio vivermi in serenità i miei 17 anni..non mi è mai importato del peso anzi io AMO mangiare..è normale questa ricaduta?cosa devo fare? non so piu dove sbatterela testa..ne sono davvero stufa..ti prego aiutami!
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Probabilmente non c’é solamente un disturbo di bulimia nervosa, come tempo fa avevano diagnosticato i tuoi medici, ma anche un disturbo da somatizzazione, cioè, esprimi a livello somatico (vomitando, espellendo) ciò che non ti va proprio giù (leggi tra le righe). Forse sarebbe il caso di indagare cos’é che proprio non va giù e che continui a “buttare fuori”.
Dott.ssa Cristina Gugliermetti

GELOSIA IRREFRENABILE

Roberta Età: 23 Gentile Dottoressa, sono una ragazza di 23 anni, serena e appagata. Ho una storia praticamente perfetta, un ragazzo meraviglioso, una storia senza problemi, ma ... nella mia testa non è tutto così perfetto, vivo dei periodi di gelosia totalmente irrazionali, io sono cosciente di esagerare, ma ho paura, sono terrorizzata, se lui mi dice di una ragazza che è bella, mi sento male, ci penso per ore aquella frase e mi fa male, penso che se lui avesse conosciuto prima "quella" non avrebbe scelto me....insomma è evidente che ho un problema di fiducia, di autostima, forse, il fatto di aver avuto un padre assente certo non mi ha aiutato. Voglio migliorare, voglio cambiare, anche perchè arrivo ad odiare le mie amiche se lui le giudica belle, è terribile, non mipiaccio. Mi aiuta?
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Può darsi che la sua insicurezza derivi da lontanto, ma si presenta adesso e adesso va affrontata. Quando le capitano queste “crisi” pensi a tutti i buoni motivi che il suo ragazzo ha per stare con lei e non con “quella”. Se volesse ulteriori informazioni la rimando al sito (http://www.maldamore.it/public/FORUM/) che tratta di specifici problemi della coppia.
Dott.ssa Cristina Gugliermetti