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domenica, ottobre 25, 2009

IL MIO PROBLEMA E' L'AUTOLESIONISMO

Età: 18 Salve... il mio problema è l'autolesionismo, da circa sei anni. Ho iniziato a farlo perchè volevo che qualcuno si accorgesse di me,ma così non è stato. Credevo che sarebbe stata questione di una volta, che chiunque avrebbe notato quei tagli e invece, per l'ennesima volta, mi sono sentita l'invisibile della situazione.
Magari le ferite non erano abbastanza evidenti, abbastanza profonde per essere viste dagli altri e così il giorno dopo l'ho rifatto, e anche il giorno successivo, e poi di nuovo, e di nuovo, e da allora non ho più smesso. Lame, coltelli, pezzi di vetro, chiodi,siringhe... e dopo sangue ovunque: sui vestiti, sulle lenzuola, sui mobili, sul pavimento. Facendomi male riuscivo finalmente a sentirmi bene. Adesso però sono stanca... stanca di essere considerata una pazza, di sentirmi un mostro, di sentirmi a disagio in mezzo agli altri. Ho provato a smettere, giuro; ma è diventato una droga. Quando mi taglio pensando che nessuno possa ferirmi più di quanto io già non faccia, mi sento quasi soddisfatta... Ma poi?! Perchè mi assale il vuoto?! Perchè?! Parlarne?! E con chi?! Credo sia troppo imbarazzante... cosa dovrei fare?! Per favore, aiuto.
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lupa Età: 22 Salve,ho scoperto da poco che questa mia abitudine ha unnome e che nn sono la sola a farlo.Il punto è che nn capisco perchè nn riesco a smettere, non ho avuto un'infanzia felicissima ma nonostante tutto ho molti amici,e nella mia famiglia seppur rispetto a quando ero piccola è molto migliorata la situazione.
Il rapporto con mia madre è relativo conto molto più su mio padre,che però non gode di un ottima saluta. Sono anche fidanzata felicemente,il punto è che nessuno lo sa,nessuno se n'è mai accorto...i miei pensano sia lo stress e io continuo a dirlo anche al mio ragazzo,ma ora che ho scoperto che è un vero e proprio disturbo voglio fare qualcosa prima che sia troppo tardi... Ne soffro da diversi anni con alti e bassi,su per giù da quando ho 14 anni. Cosa posso fare?non mi risponda di dirlo agli altri perchè già so che non lo farò purtroppo...Qualche consiglio su come poter fare anche da sola almeno per iniziare ...almeno per rendermi in prima persona conto,che in qualche modo soffro di un disturbo...Esiste un modo per iniziare a curarsi? Ma sopratutto perchè si fa?nn riesco a spiegarmelo...Vi prego di rispondermi...l'idea che sia una cosa che nn faccio solo io ha soltanto aumentato il mio stato di paura verso questa cosa...Aiutatemi..

DONNA CHE HA SUBITO VIOLENZA

Michela Età: 39 Anch'io, come tante, faccio parte di quella parte di donne che ha subito violenza.
La prima volta mi è successo all'età di 10 anni. Ero in casa di alcuni parenti e mia madre mi aveva lasciata in casa sola con i miei cugini e alcuni loro amici tutti maggiori di me di almeno 5/7 anni. Ho subito botte e maltrattamenti per settimane, cioè ogni volta che andavo là, perchè mia madre nel frattempo curava mia nonna ormai in fin di vita e venivo ricattata se solo osavo parlarne con qualcuno. Nonostante la paura di prendere altre botte, ho cercato di parlarne in famiglia, però non hanno mai voluto credermi, tutti sostenevano solo che io volessi attirare l'attenzione fingendo il tutto.Dopo quelle tremende avventure subite per due lunghi mesi e una volta alla settimana, ho avuto paura di uscire di casa, di conoscere le persone, soprattutto ragazzi. Avevo il terrore che ogni uomo per la strada fosse lì solo per abusare di me. Non uscivo, piangevo quasi tutte le notti e sempre insilenzio cercando di soffocare il dolore che avevo dentro.
Sono arrivata così ai miei 18 anni e, per caso, ho incontrato sulla mia strada un altro maledetto uomo che ha osato abusare di me e della mia fragilità. Era un conoscente che all'inizio si era dimostrato gentile e pieno di attenzioni,ma poi piano piano mi ha fatto un lavaggio del cervello tale da incutermi paura ed obbligandomi a fare tutto quello che voleva. Anche qui non sono mai stata creduta ed ho subito per un anno intero violenze su violenze. Dalle botte, ai ricatti e alle imposizioni sessuali.Tutto ciò mi ha rovinato psicologicamente e ancora oggi, nonostante siano passati 21 anni dall'accaduto, non riesco ad affrontare il sesso con normalità. Rivedo sempre le immagini del passato davanti agli occhi e spesso mi capita di percepire l'odore del suo corpo che mi invade e mi fa star male. Spesso ho crisi ricorrenti, incubi e attacchi di panico notturno che non fanno altro che aumentare l'ansia. Riuscirò mai a tornare normale ??? Io credo di no.
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Per superare un passato di violenze non serve solo la buona volontà ma un percorso terapeutico di elaborazione dei traumi subiti.
Saluti
Dott. Roberto Cavaliere

PROBLEMI IN FAMIGLIA

SARA Età: 17 Ho una famiglia all' apparenza felice ma è solo apparenza perchè da quasi 3 anni i miei genitori hanno dei problemi : mia madre pensa che mio padre l' abbia tradita mentre lui nega tutto ; e lui e la suafamiglia l'accusano di essere pazza;per questa situazione mia madre è caduta in depressione e sembra non uscirne nonostane l' aiuto di uno psicologo; e mia madre viene anche accusata di ogni problema che ci sono in casa. Io ho problemi con l' alimentazione per un periodo vomitavo tutto quello che mangiavo ed ho perso 17 chili in pochi mesi, da questo ne sono uscita riprendendo qualche chilo,ma con il mio apetto fisico non ho un buon rapporto perchè mi vedo grassa e ho paura di ricadere in quell'incubo ; di questo mio problema in famiglia non se ne sono al corrente.
Mia sorella ha trovato un ragazzo che la fà solo piangere e soffrire e lui non piace ne a me e ne ai miei genitori.Pochi giornifa mia sorella si è sottoposta ad un' intervento per abortire e questa è stata una scelta molto sofferta per lei visto che voleva tenere il bambino ma i miei genitori dall' inizio le hanno suggerito l' aborto come soluzione migliore,infatti 2 giorni prima che partiva lei e il fidanzato avevano cambiato idea decidendo di tenere il bambino, ma il giorno dopo lui si è tirato indietro negandogli l' appoggio morale di cui aveva bisogno; e lei per questo è partita con mio padre per l'estero, per fare l' intervento perchè in italia erano scaduti i 3 mesi di tempo; prima di fare l' intervento aveva cambiato idea mai farmaci avevano già fatto il loro effetto.Tornata ieri dall'estero non ha fatto altro che piangere e incolparsi di non aver protetto quel suo bambino.Questa sembra l' inizio di una depressione dal momento che mia sorella non ha amiche con cui poter sfogarsi e un un qualcosa che la distrai come un lavoro dal momento che il fidanzato non la fà lavorare per gelosia. Nessuno sa come poterla aiutare visto che per ora ha rifiutato anche l'aiuto di uno psicologo e temiamo che possa commettere gesti estremi.Io credo che compatirla e non farle capire la realtà sia sbagliato ,però i miei genitori pensano che il mio pensiero sia sbagliato e che non debba compatira ,ma prima che si sottoponesse a quell' intervento sapevamo tutti che sarebbero state queste le conseguenze.di tutti questi miei problemi non ne ho mai parlato con nessuno per paura di essere giudicata o di poter far pena e questo per me che sono molto orgogliosa e fiera sarebbe bruttissimo,infatti fingo che vada sempre tutto bene e copro tutto con la mia allegria e vitalità.Devo nascondere tutto dentro di me e non mostrare la mia fragilità ,perchè sono l' unica persona che ancora deve crollare all' interno della mia famiglia, e quindi non diventare un altro problema.
Questo è stato in anzitutto uno sfogo, ma mi farebbe piacere ricevere una risposta da un esperto!Grazie
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Ritengo che tu debba invece dare spazio al tuo disagio e malessere. Non farlo adesso significa creare le premesse per un malessere più devastantre nel futuro ed a quale punto dovrai necessariamente chiedere aiuto. Meglio farlo adesso allora.
Saluti
Dott. Roberto Cavaliere

DIPENDENZE RECIPROCHE

mamma34 Età: 50 Ho avuto davide dopo 15 anni di matrimonio. Ho abbandonatoil lavoro per crescere e vivermi mio figlio. Il nostro rapporto è stato intenso e pieno d'amore.La mia casa è stato sempre piena di amici di mio figlio e d'amore e dedizione. Due anni fa, tramite facebook,mio figlio conosce francesca e si innammorano.
Lei è di milano e lui di roma.Inizio così a fare la pendolare per la felicità di mio figlio. Il 7 agosto di quest'anno lui si trasferisce a milano ed anche in questa occasione lo aiuto a trovare casa etc etc. Frequenta l'università e vive la sua storia d'amore con intensità paranoica. Non riesce a staccarsi da lei tanto che, morto mio padre, viene al funerale ma scappa subito dopo. Mi tratta male,ha cambiato la sua identità,targa della macchina e ha reciso le radici. Non è più venuto a casa e mi ha gridato che non intende farlo neanche a Natale perchè non vuole lasciare neanche per un'ora francesca.Secondo me il suo amore è malato ed io non so piùcome comportarmi.Ovviamente io pago la sua vita a Milano. Aiutatemi a capire cosa fare.

NON SOLO PAURA DEI BUS

Nanà Età: 31 Salve, le scrivo in quanto credo di essere arrivata ad un punto in cui da sola non riesco più a gestire alcuni "paletti" che ormai governano la mia vita contro la mia volontà.
Sono diplomata con il massimo dei voti, laureata con lode, ho conseguito un master, sono dottore di ricerca e lavoro in università. Sono soddisfatta sicuramente del mio percorso, ma non riesco più a godere il frutto delle mieattività, che siano lavorative, di diletto o in amicizia, senza un motivo,almeno apparentemente.La manifestazione reale del mio problema è abbastanza complessa ed è cambiatanel corso degli anni. Elencherò le problematiche dalle più recenti alle menorecenti:
1. non riesco più a stare in luoghi chiusi e affollati quali autobus pubblici,discoteche troppo frequentate in cui è impossibile camminare e muoversivelocemente, concerti da prato; la situazione peggiora se sono in compagnia, inquanto, ad esempio, nel caso volessi scendere da un autobus perchè troppo "costretta" non saprei come giustificarlo all'amico o alla persona presente.Prendo però tranquillamente treni e aerei. Riguardo agli autobus, cerco dimuovermi in orari fuori dalle punte di traffico in modo che ciascuna fermatapossa essere raggiunta in tempi brevi. Per questo odio i semafori che duranotroppo e che ormai ho ben individuato nel percorso che mi porta al lavoro.Spesso, in caso di traffico eccessivo o di autobus troppo congestionati, opercorro tratti a piedi che mi consentono di superare il punto critico oattendo autobus semivuoti.
2. non riesco più a stare in luoghi aperti e troppo affollati che non conosco ein cui non so orientarmi, soprattutto se in compagnia per i motivi di cuisopra.
3. mi crea ormai anche ansia il pensiero di viaggiare in taxi. Lo prendo per lunghi spostamenti generalmente e l'ansia è legata al fatto che, nel caso volessi scendere per trovare "aria", non saprei che giustificazione fornire.
4. prediligo certe persone nelle uscite, tutte care ovviamente e non di comodo,in quanto mi trasmettono "maggiore sicurezza". Una delle mie migliori amichetento di vederla il meno possibile in quanto frequentatrice di luoghi a "rischio potenziale". L'ultima volta siamo andate a vedere un concerto e mi ha quasi costretta a rimanere nel bel mezzo della folla, fino a che non ho dovuto dirle che la cosa mi creava disagio e lei, con fare in realtà abbastanza arcigno, mi ha consigliato subito di "andare a risolvere i miei problemi".
5. Non guido la macchina ormai da anni. L'ultima volta è capitato mesi fa perbrevi tragitti e mai da sola. Ho guidato senza problemi, almeno in città, dai18 ai 22 anni. Dopo quel momento, a seguito di una sorta di attacco di ansia suuna strada ad alto scorrimento, non sono stata più in grado di mettermi alvolante. La guida su autostrade e simili invece è sempre stata in qualche modofastidiosa.
6. Ho guidato il motorino dai 14 ai 22 anni. Dopo un episodio di ansiamanifestatosi un giorno, al rientro a casa, dopo essere stata controvoglia inuniversità (iniziava il secondo anno) per controllare l'orario delle lezioni. Passiamo a definire meglio i tempi. In tarda adolescenza ho avuto qualchestrano piccolo segnale di fastidio quando mi trovavo ad attendere lametropolitana per andare a trovare delle amiche. Il primo episodio significativo l’ho avuto in gita scolastica a Praga di fine febbraio. Lì ècominciato tutto, ero in quarto superiore, ero rappresentante di istitutoquell’anno. Dopo giorni di bagordi da gita da scuola superiore, una mattina nonmi sento bene. Il malessere prosegue, fino a quando non ho una prima crisi di“depersonalizzazione” in casa. Mi reco, anche con mia madre, dal medico difamiglia, che mi prescrive pillole per le vertigini e mi manda da unotorinolaringoiatra. Cercai di spiegare al medico di famiglia la mia sintomatologia (non potevo sapere di cosa si trattasse) con la locuzione “migira la testa, ma in modo strano”. L’otorino poi mi riempie di antistaminici.Nessuno in altre parole si era accorto di nulla, di quale fosse la radice delmio male, nonostante i miei tentativi d spiegazione. Segue un periodo diestrema stanchezza. Vado in erboristeria, mi vendono gocce di melissa e mirassicurano. Nel frattempo non ho problemi con la guida, né del motorino, nédella macchina. Parto per l’Inghilterra, tutto procede bene; torno e resto unmese e mezzo in montagna. Il quinto anno della scuola superiore procede bene,senza particolari fastidi. Mi diplomo, vinco una borsa di studio per un corsoin una università del nord, dove trascorro dieci giorni ai quali lego ancoraoggi un certo senso di angoscia. Inizia l’università. Lo studio richiesto èmaggiore, si fa più fatica a studiare perché la quantità è doppia, tripla,quadrupla. Il primo esonero va discretamente, il secondo in modo orribile,troppa matematica. Da lì la situazione comincia a peggiorare. Fino ad arrivarea luglio dell’anno successivo, dopo i primi due esami dai quali ho un 27 e un28, l’altro non si passa. Ad agosto il crollo. Mi reco prima in montagna diecigiorni a riposare poi si va in vacanza con amici. Prima della partenza per ilmare, ho un nuovo episodio di “depersonalizzazione”. Parto quindi stremata. Inquesto luogo, conosciamo una sera dei ragazzi. Ho un approccio con uno diquesti, ma dopo un lungo rapporto sessuale, cominciano a formicolare in modofortissimo mani, braccia e gambe. Mi sento male, davanti a lui e ai suoi amiciche corrono poi in soccorso. Dopo di che torno in città. E lì inizia la caduta libera. Cerco di prendere sempre meno il motorino e comincio a non voler piùguidare. Mi fidanzo con un ragazzo bravo, ma sicuramente difficile in terminicaratteriali. Rimango con lui per quasi 4 anni. Nel frattempo inizio alavorare, ma non mi piaceva quanto facevo. Lì la più grande frustrazione che sicomincia a manifestare anche con l’ansia di prendere autobus affollati. Decidoallora (presi sul serio una decisione così radicale???) di cambiare rotta,faccio l’esame di ammissione ad un dottorato di ricerca, ci riesco, entro inuniversità con borsa di studio. Ci spediscono poi fuori Italia per un anno peraffinare le conoscenze e specializzarci. Prima di partire, tradisco il mio exfidanzato con un ragazzo, rozzo e poco istruito, non della mia città. È amorefolle per lui, mai provato prima in vita, che mi fa perdere completamente latesta. Lui ha paura di me e del fatto che di lì a poco sarei andata viaall’estero, per un annetto. Si ritrae, sparisce per un paio di mesi. Rimango ancora con il mio ex fidanzato, ma parto subito dopo l’estate, lo lascio al miorientro a Natale. Lì, lontana da tutto c’è la rinascita. Mi libero da tutto ciòche mi fa stare male (ma poi quale è questo tutto che mi faceva stare cosìmale?), sono un’altra persona, senza paure, senza fobie. Negli intervalli incui tornavo a casa in Italia (per 4 o 5 giorni), ho ripreso a guidare (semprecon un certo timore, ma guidavo perbacco!), ad andare in giro, ad avere vogliadi vivere. Mio padre mentre ero via ha un attacco di cuore che si risolve grazie a Dio bene. Torno dopo un anno in Italia. Ho energia da vendere, guido auto, motorino, vado in università in motorino, inizialmente senza problemi.Mano a mano che i mesi passavano però, che le responsabilità del lavoro ultracompetitivo che avevo scelto crescevano, l’entusiasmo si andava spegnendo.La positività è durata un anno. Poi ho ricominciato ad abbandonare la guida eil motorino. In procinto di scrittura e di quasi discussione della tesi didottorato ricomincia il periodo buio, di nuovo timore dei bus e via dicendo. Prendo il titolo di dottore di ricerca, giorni di terrore quelli prima delladiscussione, tensione e mal di testa lancinanti derivanti da serramento dellemandibole.Arriva l’estate e le cose sono pesanti. Parto ad agosto senza viaggi extra se non la montagna. Riprendo contatti con il solito ragazzo che nel frattempo ho rivisto e si è rifatto spesso vivo. Mi riposo. A settembre inizio l’avventuradell’insegnamento universitario, ho due corsi, uno durante il primo semestre,uno durante il secondo, entrambi lontani dalla città. Viaggio praticamentetutte le settimana tra il nord e il centro e questo fino a maggio. Arrivo a fine maggio stanca morta, ma piena di vita per l’esperienza di quei mesi.Durante le lezioni capitava avessi necessità di lasciare la porta aperta o comunque di avere possibilità di alzarmi dalla cattedra e camminare, per evitare i due minuti di tensione e di soffocamento che caratterizzano l’inizio delle lezioni (che hanno comunque avuto un successo non indifferente tra i ragazzi e i signori miei alunni). Nel frattempo, oltre a portare avanti la relazione con il solito ragazzo, ho delle avances da un bellissimo uomo con compagna e figlia. Diventa una dipendenza che mi fa rendere tutto più lieve. Ci sentiamo tutti i giorni anche più volte, una media di messaggi pari a 15 algiorno circa, questo fino a metà aprile, quando un cliente del negozio della compagna riferisce di avermi visto con lui. Premetto che non c’è stato un tradimento carnale, è stato un tradimento di emozioni, di sogni scambiati, una dipendenza reciproca che non ha trovato conclusione fisica non so bene perquale motivo, dipesa non so se più dalla mia o dalla sua paura. Arriva fine giugno, la scomparsa di nonna, il lavoro che avanzava, il caldo soffocante, le forze a zero, il mio rientro definitivo in città. La situazionesi fa sempre più grave. Comincio a percorrere pezzi a piedi per evitare i bus. Parto comunque per la montagna e una settimana all’estero, bene ma sempre molto stanca. Con l’arrivo di settembre c’è il crollo definitivo. Non riesco a stare sicura neanche nel bus che non mi aveva dato problemi, quello che passa vicino casa, arrivo ogni mattina in università stravolta o dall’aver camminato velocemente o dalla scossa di adrenalina. La sera per rientrare stessi problemi, adesso guardo anche al tipo di autobus e alle sue fermate strategiche in modo da trovare quello che più di frequente apre le porte. Non esco praticamente quasi più il fine settimana, in primis per il carico di lavoro, ma anche perché non mi va di espormi a stress da uscita “seria” come la discoteca,al massimo cena, pub o cinema. Eccomi qui, disperata, senza forza, scoraggiata. La domanda successiva riguarderà la famiglia purtroppo. Molto brevemente mio padre è stato con me unpadre-padrone fino a quando più o meno non ho terminato l’università. Padre poco istruito, sposato molto presto con mia madre, molto autonomo e libero nelle sue scelte. Mamma invece succube inerme della situazione. Ho anche una sorella, sempre laureata sebbene in altro ambito, molto indipendente anche lei.Mi dia un suggerimento, non so più cosa

mercoledì, ottobre 07, 2009

CODIPENDENZA

victoria Età: 50 Una vita non facile la mia la mia, seconda di tre femmine ho sempre avuto, a torto, la sensazione di non essere amata abbastanza dai miei genitori.
Ricordo che facevo di tutto per attirare l'attenzione di mio padre,fino ad arrivare ad essere quasi il maschio che non aveva avuto, per essere diversa
Fin da piccola essera la mezzana,come dicevano loro,per mesi gnificava la medriocrità. A scuola ero sempre in competizione con me stessa,ma anche se avevo gli stessi voti della sorella grande,era lei che era portata ad esempio,mai io. Da adolescente rimasi incinta,(anche qui per attirare l'attenzione dei miei) mi sposai lasciando la scuola al terzo anno con una media altissima; amavo,almeno come si può amare a quell’età,il mio giovane marito Poco più che ventenne il secondo figlio e dopo tre mesi,improvvisamente,per un infarto mio marito morì.Tornai a casa dei miei Dopo un periodo di shock mi rimboccai le maniche,ritornai a studiare,mi diplomai etrovai un lavoro. Avevo 25 e nessuna esperienza di vita. In ufficio conobbi un collega,separato, fu facile per lui circuirmi,dopo due mesi venne a vivere dame, nella casa acquistata con mio marito e che intanto era stata costruita. Era alcolizzato e dopo cinque mesi passati a cercare di guarirlo,riuscii a mandarlo via. Mi vergognavo della mia scelta,i miei,cattolici praticanti vivevano malela situazione. Io mi sentivo una reietta. C\'era un altro collega che mi facevala corte, ignorante, ma non importava. Lo sposai soprattutto per riabilitarmiagli occhi dei miei. Con lui ho vissuto lunghi anni da incubo, cominciò a berepoco dopo, e la mia vita divenne un calvario, violente, litigi,torture mentalierano la quotidianeità. Ero la sua schiava, e anche la sua puttana. Ho passatoanni cercando di tenere fuori i miei figli da tutto questo. Ma poi è diventatoviolento anche nei rapporti intimi, fino ad arrivare alla violenza sessuale.Otto anni fa. Da quel momento ho trovato la forza di uscirne, e anche se hovissuto momenti tragici con persecuzioni,aggressioni verbali e fisiche,minacce di morte, (per cui è stato anche condannato)oggi sono una donna libera.Qualche anno fa ho incontrato una persona meravigliosa che mi ha aiutato intutti i sensi ad uscire dal quel tunnel di disperazione. Stiamo ancora insiemema lui per problemi di lavoro vive lontano,non conviviamo, e ci vediamo ognidue tre settimane settimana .La mia vita era diventata tranquilla, avevo laserenità che per anni avevo agognato, stavo bene con lui, davvero anche se ilsesso era quasi inesistente mi andava bene dopo le torture subite da miomarito, fino a gennaio scorso,Quando ho cominciato, per curiosità dopo un suoapproccio simpatico, a scambiare delle mail con un mio capo. Di 40 anni. Miincuriosiva conoscerlo, lui con una fama di cattivo, di spietato, si rivelavadolce, mi scriveva poesie, aveva mille attenzioni per me. Io che con le miebarriere, dopo la perdita del mio primo marito, ero stata ben attenta a noninnamorarmi mai perdutamente, con lui ho rotto gli argini e ci sono cascatacome una quindicenne. Non ho avuto il coraggio di lasciare l\'altro, che dalontano non si è mai accorto di niente. Non mi sentivo immorale, ero felice,vivevamo d\'amore. Mille mail, mille sms al giorno, mi chiamava spessissimo,voleva sapere tutto di me, anche cosa mangiavo. Una simbiosi. Diceva che senzame non respirava,che quando i figli sarebbero cresciuti voleva vivere con me. Ame questo non importava, non ci ho mai pensato seriamente,ma lui ci credeva.Sono sicura che fosse sincero,faceva salti mortali per vedermi anche solo unattimo. Veniva da un paese a 30 km per passare con la moto un attimo sotto ilmio balcone. Un amore così non credevo nemmeno potesse esistere.Un idillioperfetto. Forse troppo Fine giugno si sono sentite delle voci in giro su di noie lui mi ha scritto che aveva paura di perdere il mio amore. A me sembravaimpossibile,ero sicura di me. E invece ha cominciato ad allontanarsi lui. Haattribuito la cosa a problemi pressanti di lavoro, c\'era il rischio che lolicenziassero,ma poco a poco si è allontanato. Meno sms, meno chiamate, menomail. meno rapporti. C\'è stato anche un periodo di silenzio totale, poi mi hadetto che la moglie aveva trovato il cellulare che usava con me,quindi nientepiù chiamate nè sms. E’ stata una mazzata tremenda per me, non riuscivo più amangiare,non dormivo più. Un vero incubo. Poi a fine luglio prima di partireper le ferie,per raggiungere il mio compagno,mi ha cercata. Abbiamo fatto l'amore e per la prima volta ha voluto lasciarmi dei segni,mi ha fatto dei lividi sul seno.Durante le vacanze mi faceva uno squillo e dovevo chiamarlo io di tanto in tanto, poi ha cominciato a scrivermi mail appassionate dicendo che senza me non poteva vivere, che l'aveva capito ormai, che mi avrebbe amatasempre e per sempre, addirittura mi ha contattata su facebook con un utente sconosciuto, per farmi parlare, ma io ho capito che era lui, anche se non havoluto ammetterlo. Sembrava quello di prima, la persona di cui mi eroinnamorata. Avevo paura a crederci e gliel'ho scritto più di una volta che ladiffidenza si era infiltrata nel mio sentimento per lui ma mi rassicurava. Poisono tornata a casa, una settimana prima di lui, ma avremmo comunque ripresoentrambi il lavoro lunedì 24 agosto. Mi ha chiesto delle foto, era folle,sembrava avesse il testosterone a mille, diceva che ero sua, solo sua, michiedeva continuamente di confermarglielo. Mi chiedeva ogni istante se loamavo, voleva sapere cosa pensavo,cosa facevo. Diceva che quando ci saremmovisti voleva fare l’amore in tutti i modi possibile,anche se non l’avevo maifatto. Mi chiedeva mille mail al giorno. Siamo stati ore e ore, fino a notte alpc. Aveva fatto il programma per questa settimana,l\'amore a pranzo e a cenaogni giorno. Continuava a dirmi che voleva lasciarmi dei segni, perché dovevoessere solo sua. Poi domenica sera mi ha chiesto di vederci di mattina presto,prima dell'ufficio, gli ho detto la verità, che non potevo perchè avevo unatelefonata con il mio compagno. Non so se è stato questo, ma lunedì mattina già c'era un cambiamento di programma, non stava bene per un' otite e ci siamovisti solo all'ora di pranzo, per 15 minuti. Sembrava comunque affettuoso,erofelice di averlo ritrovato. Martedì dovevamo uscire insieme dall'ufficio, per andare in hotel, lui ancora non stava bene, mi ha scritto la mattina in tonoaffettuoso ma poi niente, sono andata via scrivendogli un pò alterata che se mivoleva sapeva dove trovarmi, ho provato a chiamarlo non ha risposto. Niente,era irraggiungibile. A casa gli ho scritto che ero arrabbiata davvero, che miaveva mancato di rispetto non avvisandomi neanche che sarebbe saltato l'appuntamento. Forse sono stata troppo impulsiva, troppo dura,ma c\'ero rimasta male, gli ho rimandato tutte le mail dove diceva che mi amavatantissimo, che dovevo crederci,che non mi avrebbe fatta più soffrire. Ilgiorno dopo, mercoledì si è scusato, ma è diventato di nuovo freddo, non harisposto al telefono. Poi l\'ho incrociato per strada nel pomeriggio eieri,sempre via mail, ha voluto sapere come mai ero in quel posto. Gli horisposto e poi gli ho anche chiesto di cancellare le mie mail con le foto,perchè avevo sentito alla radio che è pericoloso lasciarle sui server di posta.Oggi mi ha scritto solo due parole, che ha cancellato le mie foto dalle mail edalla penna usb. Basta, Voleva dirmi probabilmente che mi ha cancellata dallasua vita . Gli ho risposto che non volevo questo, ma che se è un addio io nongli correrò dietro. Che lo amerò sempre ma non mi farò umiliare. Ora però non so che fare, non riesco a pensare alla mia vita senza lui, è stato troppo bello e intenso quello che abbiamo vissuto insieme. Non poteva fingere. Sarebbe stato un attore da oscar. Ma come è possibile che sei giorni fa era folle d'amore e adesso già si sia tirato di nuovo indietro? Che gli è successo? E’ stata colpa mia, l’ho irritato scrivendogli quelle cose,o per via del mio compagno? Luil ’ha sempre saputo, del resto io non gli ho mai chiesto di lasciare la moglie ei figli, e quando diceva che ero la persona più importante della sua vita, gli dicevo che i bimbi vengono prima di tutto. Come mi devo comportare adesso?
Ho paura di ricadere nel vortice della disperazione, in quei giorni sono stata malissimo, mi sembrava di rivivere il periodo della morte di mio marito.

DIPENDENZA DA GIOCO E DEBITI

gb Età: 31 Salve,ho un amico che gioca sia "alle macchinette" dei bar sia a carte (a soldi).
Per quattro volte mi ha chiesto un prestito per sanare dei debiti dovuti algioco: tutte le volte credendo di aiutarlo gli ho concesso il prestito raccomandandomi il più possibile che smettesse.. ora con in corso l'ultimo debito ancora da sanare quasi interamente è venuto fuori che ha un altro debito di dieci volte tanto quello che mi deve con una società di credito. Fino ad oggi non mi aveva detto nulla di altre perdite ed ho paura che mi nasconda anche altro.La cosa da cui è ossessionato è che i genitori vengano a sapere tutta la storia ed anche per questo, immedesimandomi in lui l'ho aiutato.Ora mi chiedo se sia il caso di avvertirli, magari a sua insaputa, visto che è stato tutto inutile quello che ho fatto in precedenza. Soprattutto ho paura della responsabilità che mi è venuta addosso nel caso che combinasse qualcosa di peggio.grazie in anticipo

PROBLEMATICHE AFFETTIVE

LILIANA Età: 33 E' da quattro anni che conosco il mio compagno dal quale ho avuto una bellissima bambina, ma la nostra relazione non va e non è mai andata.
Non viviamo più insieme perchè lui non accetta la mia famiglia e comunque penso non accetti tutto quello che mi circonda, anche le mie amicizie. Mi denigra in ogni modo,mi umilia con le parole, mi minaccia perchè dice che non lo metto al primo posto nella mia vita, ma non posso neppure dimenticare di far parte di un nucleo familiare al quale sono comunque legatissima. Eppure nonostante le nostre incomprensioni e i nostri litigi mi sento sempre legata a lui e lo amo, almeno credo sia amore. Non capisco il motivo per il quale io debba scegliere tra lui e la mia famiglia, non si possono avere le due cose insieme? Lui è affetto da epilessia e la mia domanda fondamentale è: c'è un legame tra la malattia e il suo carattere così aggressivo e violento, tra la malattia e la sua incapacità di distogliere l'attenzione da sè stesso e cercare di capire anche le ragioni altrui, di provare affetto e compassione per gli altri? Premetto che non ha buoni rapporti con nessuno, o per meglio dire ha rapporti solo con le persone che non si intromettono nella sua vita, che non giudicano del suo operato e che fanno ciò che vuole lui. Non appena entra in scontro con qualcuno lo taccia di essere un cretino. Posso aiutarlo in qualche modo? esiste un modo per aiutarlo e aiutare le persone che gli vivono attorno?
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nemi Età: 22 Gentile Psicologo,le scrivo perchè sento di aver bisogno di aiuto..voglio essere aiutata perchè così non riesco a vivere.Ho 22 anni sono una studentessa univeritaria e vivo a casa dei miei genitori.Sono fidanzata da quasi 2 anni,ma questo mio problema l'ho avuto anche nelle mie storie precedenti; sono gelosa di tutto.
La mia è una ossessione, mi da fastidio se il mio ragazzo parla con un'altra ragazza, mi da fastidio se la bacia sulla guancia per salutarla, mi da fastidio se mangia dal piatto di un'altra, mi da fastidio se ride con un'altra, mi da fastidio se esce da solo ( senza di me), mi da fastidio se mi parla di un'altra, mi da fastidio se fa qualcosa con un'altra...insomma non so se ho dato l'idea...ma mi da fastidio assolutamente tutto.So che questo mio comportamento è sbagliato, ma quando succedono ad esempio le cose che sopra ho elencato, non riesco a "tenermi", è come se ci fosse qualcosa "da dentro" che esplode e devo assolutamente tirarla fuori.Per quanto io cerco di impegnarmi, nel momento del fatto, reagisco sempre nello stesso modo.Nonostante le rassicurazioni del mio ragazzo, che dice di amare solo me, che non ha trovato mai nessuna ragazza come me, che prima di me non aveva mai amato e che lui vuole e desidera me...io non riesco a comportarmi diversamente.Come posso, se non risolvere, almeno cercare di attenuare queste mie terribili reazioni? E perchè reagisco così, anche se so che è sbagliato? Spero che lei possa darmi qualche valido consiglio.La ringrazio anticipatamente.
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eli Età: 54 Sono una persona dolce e sensibile, ma anche molto forte perchè ho resistito alle prove difficili che la vita mi ha fatto incontrare.
Una che mi ha creato tantissimi problemi è stato di innamorarmi di una persona che si drogava. Volendo salvarla mi sono immolata sopportando ogni genere di angherie mettendo in secondo piano anche i figli avuti, lasciando che mi insultasse di fronte a loro, persino qualche violenza fisica, piatti gettati a terra, urla quotidiane, minacce di lasciarci soli e senza un soldo.Ce l'ho fatta a farlo smettere di drogarsi e adesso è uno stimato professionista di cui nessuno sospetterebbe mai i precedenti.Ma io non so più chi sono, perchè ho permesso a lui di impedirmi di vivere come volevo.Adesso non dipende più dalle droghe, ma ha avuto un'amante per anni, dice lui che è un amore solo platonico fatto solo di strette di mano e di vicinanza fisica, lavora con lui. Ho dovuto sopportare che se la vedesse ogni giorno che facesse tardi in ufficio con quella. Non ha voluto saperne di cambiare lavoro come gli avevo chiesto per perdonarlo. Diceva che è difficile trovare un'altra attività Dice che devo essere più elastica in fondo non c'è niente di male ad essere gentile con le colleghe. Per evitare di discutere non dico niente, ma sto molto male sapendo come si diverte. A casa fa sempre il finto stanco e preoccupato del lavoro.
Ha anche grossi problemi sessuali, forse solo con me. Cerco di vendicarmi trovandomi spazi personali e facendo qualcosa che mi piace o spendendo a sua insaputa. Volevo chiedere se veramente sbaglio a non essere moderna come sono le coppie oggigiorno e più elastica mentalmente come lui vorrebbe. Dovrei trovarmi anch'io un altro? Forse dovevo farlo quando ero più giovane Devo dire che l'ho sempre amato tantissimo ed è stato l'uomo della mia vita,non posso fare a meno di lui anche se mi da pochissimo, perchè è un grande egoista.
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nanny1777 Età: 32 Da più di un mese frequento un ragazzo più grande di me di 2 anni,metalmente c è una grande intesa a volte ci troviamo a pensare le stesse cose, anke sessualmente è tutto fantastico anche se all'inizio lui nn aveva proprio la voglia di eiaculare ma poi parlandone gli ho fatto capire che quando arrivava era una soddisfazione sia per lui anche per me...ora da un mese a questa parte dopo aver condiviso 10 giorni di vacanze meravigliose sta facendo una sorta di tira e molla va e viene e io sto sempre qui ad aspettarlo,gli ho anche detto che sono stufa di questa situazione e l'ho allontanato piu di una volta ma poi quando ritorna non so dirgli di no ma tutto questo a me fa stare molto ma molto male,l'ultima volta che sono uscita con lui sono ritornata a casa malissimo una sorta di mal d'animo che nn mi permetteva di mangiare perchè mi sentivo male: nauseata,poi talmente stanca che fare due passi per me era quasi impossibile,so che è una perona molto negativa per me ma non riesco astargli lontana mi accompagna tutto il giorno è il mio pensiero fisso...anche se sto cosi male quando lo vedo ho voglia di vederlo....
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moon89 Età: 20 Salve, sono una ragazza di 20 anni. sono sempre stata un po' cicciottella con una ventina di chiletti in più.. mi sono decisa a mettermi a dieta, anche perchè sono fidanzata con un ragazzo stupendo da 4anni, e vorrei essere ancora più bella per lui, anche se mi dice sempre che per lui sono la più bella del mondo.sembrerebbe tutto ok, però ora ho paura che una volta persi tutti i chili, io possa montarmi la testa (vedendomi magari più bella) e che questa cosa influenzi il mio rapporto con il mio fidanzato! sono molto preoccupata perchè io voglio rimanere semplice e sincera come sono sempre stata, e soprattutto non voglio rischiare di perdere la persona più importante della mia vita per delle stupidaggini! vi prego datemi un parere..
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Per tutte le problematiche affettive invito a visitare il sito http://www.maldamore.it/index.htm ed a porre i quesiti all'interno del forum http://www.maldamore.it/public/FORUM/
Saluti
Dott. Roberto Cavaliere

MI TREMA TUTTO IL CORPO

stella82 Età: 27 Salve il mio problema,non lo so neanche io qual'e',e'un problema che ho avuto sin da piccola,da piccola mi sentivo sempre dei nodi alla gola e non riuscivo mai a respirare sentivo di soffocare,andavo in ospedale,mi mettevano delle gocce sotto la lingua e tutto passava.
adesso mi prende con il cuore che batte all'impazzata cosi' di punto in bianco,e dopo mi trema tutto il corpo,specialmente mani, gambe e bocca,non riesco piu'a parlare bene non riesco piu' a camminare,non lo so' questo mi succede.e'vero anche che ultimamente sono successe tante cose,l'anno scorso ho perso due bambini,uno a 6 mesi e uno a tre,poi mia madre e' stata operata a un tumore al colon e uno al seno quest'anno nell'arco di 4 mesi.ho notato che mi si accentua quando ci sono dei problemi.prendo lo xanax al bisogno,ma come faccio ad affrontare tutte le mie paure se cosi' le vogliamo chiamare.all'idea che l'anno prossimo vorrei riprovare ad avere un bambino mi alletta non vedo l'ora ma ho paura che possa succedere di nuovo,poi mi sento cattiva con tutti,rispondo male a tutti,odio il mondo intero.quando parlo con qualcuno ho l'impressione di non essere all'altezza di non riuscire a seguire il filo di un discorso,ho paura di non saper parlare con gli altri,devo prendere la patente non lo faccio perche' ho paura di sbagliare tutto,di non essere capace.scusi dello sfogo la ringrazio ugualmente.

MASTURBAZIONE COMPULSIVA

Trainer Età: 27 In Primis vorrei subito ringraziare questo sito,in quanto mi dà la possibilità di manifestare finalmente ciò che credo di portarmi dentro da sempre. Premetto che solo da poco, attraverso un'accurata ricerca su internt,posso dare un nome alla patologia da cui sono affetto "Masturbazione Compulsiva".
Scrivo soprattutto perchè mi sono rincuorato, leggendo le testimonianze di chi soffre come me di questo problema,che ci sono degli aspetti che ci accomunano,e quindi non sono un "Mostro",come fin'ora pensavo.
Ho 27 anni,ho scoperto la masturbazione a circa 12,ed a causa del mio sovrappeso che mi ha accompagnato fino all'età di 16 anni,ho praticato questa forma di autoerotismo come unica strada per ottenere una sensazione di appagamento sessuale.
In conseguenza al miglioramento dell'aspetto fisico ottenuto grazie a grandi sacrifici alimentari,e la pratica dei più disparati sport agonistici,il mio contatto col mondo femminile è di gran lunga migliorato, approcciando alla mia prima volta all'età di 17 anni.(Data che ho fissato nella mia mente come il giorno in cui sono "DAVVERO" nato).Da quel momento per me riuscire nel sesso è stata un'ambizione piuttosto che un piacere. Ho fatto ancora più sacrifici per modellare il mio corpo al meglio,in modo da avere più occasioni di rapporti sessuali.
Pratico il sesso da dieci anni ormai,ho avuto 84 rapporti,ed il fatto che lo sappia di preciso mi vergogna e mi rattrista, perchè lo appunto in una sorta di diario.Nonostante l'elevata frequenza,non riesco a fare a meno della pratica della masturbazione,che nel suo concetto stesso di astrazione,mi spinge a ricercare persone che possano eseguire performance sempre "diverse",e quando questo non mi soddisfa più, cambio partner,senza grandi difficoltà,in quanto a causa di questo mio problema, il coinvolgimento sentimentale è sempre molto limitato,o spesso inesistente.
Ho grandi difficoltà ad inserirmi nel sociale,perchè vengo visto come una persona cinica e superficiale,non mi apro con nessuno del mio problema perchè ho paura di non essere capito, o peggio, etichettato per quello che assolutamente non sento di essere.Ma la cosa che mi distrugge più di tutte, è che questa forma di deviazione mi porta lontano dal concetto di Amore, di cui ogni essere ha assolutamente bisogno, per dire a se stesso di aver vissuto.
Infinite grazie per l'attenzione.

VIOLENZE E SESSUALITA'

roxana Età: 23 Sono una ragazza di 23 anni, vittima di violenza sessuale quando ne avevo 12... Il mio è un grade dolore che difficilmente riesco a condividere... Adesso sto felicemente da un anno e mezzo con un ragazzo molto innamorato di me...è un rapporto speciale...pensiamo al matrimonio...Siamo in sintonia su tutto, l'unica cosa che mi turba è il non riuscire a far l'amore con lui, o meglio il non riuscire a lasciarmi andare...
quello che mi succede spesso è concentrarmi talmente tanto sulla persona che mi sta tenendo e accarezzando (per non farmi prendere dai ricordi) e non riuscire a godermi pienamente le sensazioni che le ragazze provano normalmente...il mio ragazzo soffre molto ed io qualche volta ho anche finto ai suoi occhi perchè non sopporto la paura che lui mi veda così poco normale...come posso uscire da questo problema?