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martedì, dicembre 26, 2006

PANICO E....


Ho trovato interessante il suo sito,anche per le belle immagini. Ebbene, sono un pò sconfortata perchè da anni convivo con ansia e attacchi di panico, tenendo però la situazione sotto controllo: farmaci, psicoterapia a mediazione corporea, molta riflessone e preghiera, arte 8dipingo porcelana e icone) danza, massaggi ecc. Solo chela vita è veramente, oggettivamente stressante, la mia come quella di altri. nel mio caso anni ed anni ad accudire genitori malati con limitati mezzi economici e quindi poche possibilità di avere aiuti, genitori con malattie neurologiche progressive che forse mi hanno trasmesso geneticamente un sistema nervoso più fragile. un lavoro, l'insegnamento, che detesto ogni giorno di più e che risucchia le mie energie e da cui non posso prescindere perchè rappresenta la mia sussitenza, una età, 46 anni, in cui si fanno bilanci ed iniziano le turbative ormonali della menopausa...tutto fa. per fortuna la vita affettiva e di relazione va bene ma... mi sento murata viva in una vita che non è certo quella che vorrei e che cerco di arricchire con hobby, interessi, cose positive, che contrastino il resto. Tant'è mi sento imprigionata, come un albero che non riesce a fiorire, che non ha terreno favorevole.C'è da meravigliarsi se soffro di claustrofobia? Veramente sono nata con la claustrofobia e la nictofobia perchè già da lattante non sopportavo il buio, dormivo di giorno e vigilavo di notte a quanto dicono i genitori, sono n ata ansiosa e paurosa, in una famiglia funestata da malattie e disgrazie, con un forte senso di insicurezza e una fede cattolica calvinista, dove si pensava che siamo nati solo per soffrire. un pessimismo di fondo, tipico di certo mondo contadino, che ho assorbito con il latte materno. Eppure io sono socievole di carattere, amo gli altri, mi adatto facilmente, mi piace stare in gruppo, sono abbastanza assertiva e piena di interessi. La claustrofobia mi ha dato poco fastidio fino ad alcuni anni fa perchè vivo in campagna e quindi non ho ascensori da prendere e dispongo di ampi spazi e la folla non mi dà troppo fastidio. dal 1987 non ho èpiù preso ascensori, così, da un giorno all'altro... ma ripeto, non è stato un grosso problema. Gli attacchi di panico peggiori che ho avuto comunque all'aperto, risalgono al 2002, dopo un'estate tremenda ed insonne per il peggioramento di mio padre, parkinsoniano. il primo è stato terribile, pensavo che sarei morta lì sul balcone di casa mia, tra i gerani e le peonie, mentre finivo di diopingere l'icona di
Silvana la ringrazio per la significativa testimonianza che pubblicherò nel blog nei prossimi giorni. Circa la sua ansia, per la durata e l'intensità con cui si manifesta, deve conviverci e cercare un equilibrio con essa. Quello che le è successo in treno è solo un "pretesto" che ha trovato il suo "panico" per uscire fuori. Esso arriva quando uno meno l'aspetta e nelle occasioni più insolite. L'unica soluzione in questi casi, per quanto dura sia, è lasciarlo manifestarsi perchè comunque và via. Le auguro un buon Natale ed un anno nuovo con meno panico (anche se mi auguro per lei il miracolo che il panico scompaia del tutto.) Saluti.