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mercoledì, luglio 18, 2012

SINDROME DA ALIMENTAZIONE NOTTURNA ?

Ilaria Età: 19
Salve dottore, mi sono rivolta a lei perchè questo "disturbo" è ormai diventato cronico e non so davvero a chi rivolgermi in quanto ogni volta che cerco di parlarne con qualcuno mi viene detto che sono solo una golosa...invece non credo di esserlo affatto. Credo di avere la sindrome perchè passo la mia gioranata mangiando regolarmente e forse anche qualcosa in meno di quello che dovrei mangiare e la sera è d'abitudine anzi d'obbligo ormai mangiare qualcosa. Sono arrivata a livelli di follia quasi, le faccio un esempio...volevo fare una dieta semplice e che non mi toglieva grandi quantità di cibo, eppure la sera se non avevo qualunque cosa da mangiare in mano piangevo...Con sera intendo quell'arco di tempo in cui una persona sta già a stomaco pieno perchè è passata la cena, verso le 10 fino anche alle 2 o 3 di notte. Ho letto sul suo sito che di solito le persone colpite da questa sindrome si svegliano di notte cercando da mangiare ma a me credo che sia capitato di rado...e credo che se sia capitato sia stato per fame vera! Ho provato già a fare altro in quelle ore, ma niente. Non mi piace fumare ma avevo comunque provato ad usare la sigaretta elettronica che mi occupava attivamente quel tempo, ma non è andata come speravo anche se comunque mi ha riempito del tempo. Di solito a quell\'ora gioco alla play con il mio ragazzo o guardo la tv o esco con lui, ma comunque ci deve sempre essere qualcosa da mangiare. Non so davvero che fare! Spero in una sua risposta.



ps: Ho dimenticato di dirle che questa sindrome mi sta portando a ingrassare, di solito sono sempre pesata intorno ai 55 kg ma adesso mi trovo ad avere 62 kg addosso e inizio a vergognarmi di alcune parti del mio corpo. Vorrei precisare che non sono cresciuta in altezza o cose del genere, si vede che in alcune parti del mio corpo si è accumulato del grasso e non riesco oltretutto a mandarlo via perchè mangio in un orario sbagliato.

SONO PRIGIONIERO DEI MIEI PENSIERI

Roberto Età: 18
Salve e grazie per la possibilità conferitami tramite questo servizio. Mi chiamo Roberto e sono un ragazzo di appena 18 anni. Da diversi anni mi sento "prigioniero" dei miei pensieri, di vario genere, che spesso occupano gran parte della mia giornata. In poche parole penso troppo. Non credo sia un male o addirittura un problema, so solo che ho quasi il bisogno di pensare costantemente a qualcosa, immaginare situazioni, vagliare variabili al fine di ipotizzare un determinato raggiungimento, per lo più in chiave sociale. Cercherò di chiarire con un esempio: So che oggi avrò una discussione con amico (anche banale, o almeno per me), di conseguenza per ore immagino come tale discussione possa iniziare, svilupparsi e cosa potrei dire per "avere la meglio". Capisco che magari ciò può riguardare la norma, se non fosse per il fatto che succede praticamente sempre, ogni istante della giornata faccio pensieri di questa natura, anche quando vado a dormire. Facile immaginare come non dorma appunto per portare a termine tali "ipotesi". La cosa buffa sta nel fatto che so a priori che nel 95% dei casi, la discussione (o qualunque cosa pensi) immaginata non andrà in quel determinato modo "ipotizzato". Sono quindi a conoscenza dell'inutilità dei miei pensieri. Ciò mi porta anche a parlare da solo, quasi come se fosse uno sfogo, nonostante il fatto che comunque costantemente mi sfoghi realmente con miei conoscenti. Non ho problemi di natura sociale, ho un buon numero di amici e credo di non avere problemi neanche con l'altro sesso (eccezion fatta per il timore di cadere in situazioni di Ansia da prestazione (cosa capitatami a 14 anni)). In famiglia le cose non sono perfette, i miei sono divorziati e convivo con il compagno di mia madre verso il quale non scorre buon sangue, anche se ammetto che poco mi interessa. Certo, se mio padre vivesse con noi forse sarebbe meglio, ma comunque non ne faccio un dramma, mi sono abituato alla situazione e non credo sia la causa. Sin da ragazzino sono stato "vittima" di coetanei poco inclini ad accettarmi e propensi invece a rendermi la vita un inferno. Solo all'età di 15 anni ho capito che anche io ero "un pari". Ciò, forse, determinarono i miei timori a socializzare che mi hanno afflitto fino all'età di 16 anni, timori ovviati col passare del tempo e con le esperienze.
Questa mia ossessione al Pensare mi fa sentire diverso, come se fossi affetto da una qualche malattia. Anche perchè se ne provo a parlare con amici (sperando di ricevere risposte del tipo "Succede anche a me") capisco di essere un caso a parte. Dico caso "a parte" perchè comunque sono cosciente del fatto che sono ancora un adolescente, che c'è ancora molta confusione e che col tempo tale confusione svanirà, delineando quindi la personalità della Persona che sarò. Ragiono così da quando avevo 15 anni e il tempo non mi ha mai (per ora) smentito.
Una volta pensai di discuterne col mio medico. Ore prima della visita, immaginai di parlargli e provai ad ipotizzare le sue risposte. Questo per diverse ore, alla fine non gli dissi nulla in merito. Sarà che si tratti di "insicurezza", fatto sta che spesso senza che me ne accorga, mi ritrovo a Pensare, quasi come se fosse una dipendenza.
Chiedo venia per le numerose righe, ma credo che sia il minimo per dare almeno un'idea della mia situazione. Ringrazio per l'attenzione, cordiali saluti.

DOC CON ANSIA

marco31 Età: 31
Salve, sono in cura omeopatica da diverso tempo ma i risultati non sono eccezionali, direi a corrente alternata, il mio problema consiste nella aver paura di farmi del male e di far del male alle persone e ai miei cari,paura dei coltelli, mi vengono in mente proprio della scene dell atto che dovrei fare, spesso quando guido mi viene il pensiero di investire le persone o di sterzare per fare un incidente frontale con l'auto che arriva dall altro verso, ovviamente tutti questi pensieri mi fanno stare male perchè intrusivi ed involontari. Aggiungo che vivo solo e lontano dalla mia famiglia per lavoro,a seguito di un periodo di forte stress è iniziato questo calvario. Spesso ho una pressione alle tempie, poca concentrazione, mi sento vuoto e senza futuro. Devo dire che non mi arrendo perchè ho voglia di ritornare come prima. Anche se con difficoltà, svolgo tutto quello che c è bisogno di fare nella vita, dal lavoro allo sport ecc...volevo un consiglio da lei, se è il caso di rivolgermi da uno psicologo, psichiatra ecc.e se il mio disturbo è il doc con ansia. grazie . saluti
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E' probabile che abbia un doc con ansia e le consiglio di rivolgersi ad uno specialista, psicologo e/o psichiatra che sia.
Saluti

IL MIO PROBLEMA E' MIO PADRE

Tea Età: 22
Salve,
Sono una studentessa universitaria, ho una vita tranquilla,una cerchia di amici ristretta ma eccezionale. Il mio problema è sempre stato il mio nucleo famigliare: mia madre è affetta da sindrome bipolare e se ne è andata di casa 7 anni fa, da allora non l'ho più vista, ma è stato un vero sollievo dato che finché viveva a casa ogni giorno i miei genitori si urlavano addosso, si umiliavano reciprocamente. E' stata dura fronteggiare la sua depressione, nonché la follia vera e propria, in quanto quando non era ricoverata non voleva assumere farmaci. Ho un fratello maggiore, il quale se ne è andato di casa quando ero bambina perché non reggeva la situazione, gli sono molto affezionata ma lui stesso è irrequieto e non è un punto di riferimento. Ho affrontato tutti i miei problemi razionalizzando e parlandone con i miei amici, di volta in volta, e penso davvero di essermela cavata bene.
Tutto questo era solo per inquadrare il problema attuale: mio padre.
E' malato di tumore, diagnosticatogli un mese prima che mia madre se ne andasse. Per il momento sta bene. Non siamo mai andati d'accordo, ma da quando mia madre se ne è andata e sono rimasta sola con lui tutta la sua rabbia si sfoga su di me.
Con la malattia è stato anche affetto da una lunga depressione ed è stato seguito per anni da una psicologa; sono andata a parlarle  per chiederle consiglio sul come relazionarmi con lui, e ciò che mi ha detto è stato che non pensava fosse così verbalmente violento e di lasciargli dire tutto ciò che vuole, in modo da farlo sfogare. Davvero di grande aiuto.
Ogni giorno torna a casa di pessimo umore, senza neanche il bisogno d'una ragione..non ci parliamo, se non per questioni finanziarie. Sparla di me con chiunque incontri (anche telefonicamente con il mio dentista che non ha mai visto), è vile perché in faccia mi dice ben di meno da quando sono capace di rispondergli prontamente (a 15 anni senza ragione apparente mi diceva che ero pazza come mia madre, di andarmene da lei..tanto per dare un'idea della mia serenità). Denigra tutto ciò che faccio, ma soprattutto ciò che sono. Quando anni fa gli ho chiesto apertamente cosa trovasse di positivo in me ci ha pensato per poi rispondere che faccio le mie cose senza il suo aiuto; mi ha sempre e solo vista come un'uscita economica, la burocrazia da sbrigare a casa. Sinceramente, io oramai lo disprezzo, non riesco più ad indulgere come ho fatto per anni, su richiesta dei parenti, "perché lui è malato". Nessuno eccetto la sua ex compagna sa come lui sia veramente, quale tortura psicologica significhi conviverci: è anche totalmente privo di logica, e non c'è modo d'argomentare alcunché. Mentre è adorabile in tutte le relazioni pubbliche, superficiali. E' ipocondriaco, verbalmente violento, egoista. Mia madre, la successiva compagna, quelli che erano suoi amici, si sono tutti allontanati da lui: ciò chiaramente non lo fa riflettere neppure un secondo. Io devo rimanere a casa ancora per un anno prima di spostarmi finalmente per ragioni di studio, non ho altri luoghi in cui andare. Ultimamente ho avuto le periodiche crisi di pianto improvvise,ansia ecc. (altre volte mi aveva causato attacchi di panico), mi sveglio e il mio primo pensiero è  che lo odio, lo disprezzo.
Non sembra nulla di che, ma l'abbandono di mia madre mi ha privata dell'unica persona che mi dimostrasse affetto in famiglia, e lui non solo non me ne ha mai dimostrato, ma ha sempre fatto di tutto per distruggermi. E odiandolo così tanto, con tanto rancore ed astio in me ho il terrore di finire con l'assomigliargli. Chiaramente passo a casa meno tempo possibile. Ciò che volevo chiedere era un consiglio sul come fare a convivere con questa situazione, come reprimere il mio astio, la depressione, come fare perché non mi ferisca.

UN INTERVENTO DI CHIRURGIA PLASTICA ANDATO MALE

lulù Età: 35
Avevo una vita perfetta un umo meraviglioso super benestante che mi ama alla follia a cui avrei potuto chiedere qualsiasi cosa un figlio stupendo un lavoro attivo e gratificante .Ma io desiderosa di migliorare me stessa pur essendo una bellissima donna di 35 anni mi sono sottoposta ad un trattamento per togliere un piccolo inestetismo ed ora mi ritrovo con un buco sotto l'occhio .la mia vita è cambiata io sono cambiata è da un mese che vivo questo drama sono in uno stato depressivo profondo ho provato a suicidarmi ma ogni volta penso a tutte le persone che mi amano ma io vorrei solo morire.....so che i mie problemi vi sembreranno banali ma ha me sembrano banali i vostri.



DEPRESSIONE IN SEGUITO A INTERVENTI CHIRURGICI

bimbomio Età: 47
ho contratto lo scorso anno la mononucleosi e successivamente due interventi ausl collo per due ghiandole ingrossate a causa della malattia e scambiate dai medici per ipotetici linfomi. scampato il pericolo a me è rimasta una profonda apatia la mancanza di voglia di far tutto è coem se vivessi solo perche devo vivere ma nn ho piu entusiasmo per nessuna cosa e non provo piu nulla per niente e nessuno. cosa posso fare. è urgente

giovedì, luglio 05, 2012

NON VOGLIO PIU' SPOSARMI O DOC DA RELAZIONE ?

chicca Età: 33
Gentile dottore
tra quattro mesi mi sposo, fino a 1 mese fa stavo bene, progettavo il matrimonio , ero contenta anche se avevo un pò paura dell'incontro dei consuoceri. ora invece sto malissimo: ho continui attacchi d'ansia e non ho appetito anzi mi viene da rigettare anche se poi sono falsi allarmi. motivo? non sono più convinta. Da una parte so di amare il mio ragazzo e che senza di lui sarei veramente triste, dall'altra non riesco a essere più me stessa perchè ho pensieri del tipo: tu non lo ami più ma sei costretta ad andare avanti perchè ormai manca poco ed è già tutto stabilito non puoi tirarti indietro adesso. questo mi fa tanto soffrire perchè so che non è vero ma ogni volta che tento di liberarmi arriva questa voce che mi dice che è finita e sto solo cercando di autoconvincermi del contrario. è una voce continua che ormai ho tutto il giorno, non mi fa lavorare con serenità, mangiare con serenità e fare le cose che facevo prima . sembra che sia scesa una barriera invisibile tra quello che sentivo prima e adesso. premetto che ho già sofferto di questa cosa durante la mia vita : nell'adolescenza pensavo di essere lesbo, poi sono passata alla paura di avere una malattia grave e contagiosa, poi prima di andare a convivere ho avuto una cosa simile a quella di adesso solo più leggera. mi faccio problemi sul mio ragazzo che prima non mi facevo. Passo da momenti in cui penso che sia tutto falso e mi sento addirittura tranquilla e ansiosa di sposarmi a momenti in cui penso di bloccare tutto è scappare. ho paura di perdere il controllo e di rovinare tutto. ne morirei perchè voglio riavere la mia vita prima di queste paure. lo abbiamo deciso insieme di sposarci ero tutta contenta!!! Le compulsioni tipo controllare il gas e tutte le altre cose prima di uscire di casa non erano niente rispetto a quello che sto passando in questi giorni. il fatto che non ho tiroide e prendo la terapia sostitutiva può contribuire a questa situazione visto che soffro di queste cose fin dalla prima media? altra domanda e se è doc da relazione o il fatto che non voglio accettare la realtà (dubito che non sia doc ma non sono esperta, mi baso sulle esperienze avute in passato) c\'è un modo di combatterlo senza terapista ma da sola?
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Ritengo che sia necessario che si rivolga ad un terapista per stabilire se è doc da relazione o non desidera più sposarsi. Saluti

TERAPIA PSICOLOGICA PER LA SCHIZOFRENIA

SIMONA Età: 33
Salve, ho deciso di chiedere un consulto per quanto riguarda un problema di schizofrenia di mia sorella.
Più o meno un anno fa lei ha cominciato a "sentire delle voci" nella sua testa. Dunque, è iniziata la terapia da un neurologo, poi abbandonato ed ora è in cura da uno psichiatra, che però non affronta con lei un percorso psicologico, prescrive solo delle cure, il colloquio dura circa 20 minuti a distanza di due mesi. L'unica cosa che secondo me deve fare però e' una terapia farmacologica accompagnata da un supporto psicologico, cosa che lei non ha voluto e non vuole fare, ora io so che deve convincersi lei di andare da uno psicologo e di mettersi in gioco, ma secondo me è l'unica cosa che potrebbe aiutarla veramente a risolvere le lacune e i "blocchi" che ha dentro di sè, anche perchè noto in lei confusione, depressione e in più è anche molto bugiarda. Chiedevo innanzitutto come poterle far cambiare idea???!!! Oppure cos'altro mi consiglia.
Grazie infinite.
Simona.

OSSESSIONE DI FERIRE LE PERSONE

anonimo Età: 26
Gentile Dottore,
Le scrivo perchè ho il dubbio di essere affetta da doc, ma forse mi sono solo lasciata influenzare leggendo forum online.
Da sempre (anche da bambina) ricorrono nella mia mente immagini violente e timore di ferire persone a me vicine.
Quando sono in compagnia di qualcuno che amo o che è significativo nell'ambito lavorativo è costante il pensiero di pugnalarlo, di accecarlo o di fargli in qualche modo del male. Mi guardo attorno e trovo oggetti che potrebbero essere la mia arma: coltelli, matite, oggetti contundenti o anche semplicemente le mie mani. Immagino di soffocare, di rompere l'osso del collo o di sbattere ripetutamente la testa contro al muro di queste persone a me vicine fino a causarne la morte. Ne sono terrorizzata, in quei momenti mi allontano da queste persone, vado in un'altra stanza o interrompo una conversazione. se devo maneggiare un coltello lo metto via etc. Con i bambini mi capita ancor di più. Non riesco a passare troppo tempo con un bambino per paura di fargli del male.
Inoltre ho anche ripetute immagini di tipo sessuale con queste stesse persone, e mi disgusto.
Ripenso spesso a eventi imbarazzanti della mia vita, episodi anche di quando ero bambina e quando succede mi accorgo di parlare ad alta voce. Spesso parlo sola o quando leggo cose in tv o per strada le dico ad alta voce senza volerlo e me ne vergogno. Penso anche ad alta voce senza volerlo e poi ho paura che qualcuno possa aver sentito e possa pensare che sono pazza.
Ho un'ossessione terribile nei confronti dell'ex del mio ragazzo anche se so perfettamente di non averne ragione. Ho una cartella di sue foto scaricate da Facebook che guardo spesso e ho creato un falso profilo facebook per poterla controllare.
Quando salgo le scale devo contare i gradini, conto le mattonelle e sulle strisce pedonali cerco di mettere i piedi o sul bianco o sul cemento. Se le mattonelle hanno colori alterni devo mettere i piedi su un solo colore o alternare sinistro e destro per ogni colore. Non credo di essere pazza, ma queste ossessioni mi rovinano il rapporto col mio ragazzo, sul quale ho continuamente dubbi per ogni minima sciocchezza. La notte piango pensando a cose terribili che potrebbero accadere e studio modi per suicidarmi...nel caso accadessero.
Tutto questo in linea generale...cosa ne pensa?
cordiali saluti

ROVISTO NEI CASSETTI DELLA SPAZZATURA

luc Età: 62
Ho pensato che è molto meglio morire prima di essere costretto di rovistare nei cassonetti della spazzatura.Ho 62 anni e percepisco una pensione di 600 euro mensili, mia moglie non ha reddito, è stata licenziata due anni fa. Abbiamo i soldi per un pasto al giorno, e dobbiamo pagare le bollette. Sono un instabile psichico,e non riesco da un anno a chiudere occhio per la paura del domani, ma che vita è questa?

DOLORI ALLA SCHIENA COME SINTOMO ANSIOSO

lally Età: 31
Salve Dottore,le scrivo perche' ho grosso un problema da 6 mesi,e' inziato tutto con un forte mal di schiena dorsale e fatica a respirare quindi sono andata dal medico di famiglia e mi ha mandato da un fisiatra.Il fisiatra mi ha diagnosticato contratture muscolare zona dorsale,quindi mi ha consigliato massaggi decontratturanti e attivita' fisica(palestra,nuoto).

Fatto tutto questo,ho ancora dolori alla schiena con difficolta' a respirare e poi mi agito e'mi batte forte il cuore con sensazione di svenimento,stancezza alle spalle,dolori intercostali.Cosa puo essere?Ansia o attachi di panico? Come posso risolvere questo problema? La ringrazio in anticipo per la vostra risposta.

M VIENE IN MENTE L'IDEA DEL SUICIDIO

Età: 18
Sono una ragazza di 18 anni ed è da quando ne ho 15 che ogni tanto mi viene in mente l'idea di suicidio. é come se il mondo intorno a me non mi ascoltasse ed ogni volta che voglio far parte anche io di questa terra nessuno mi ascolta. Non so con chi parlare per paura che qualcuno mi giudichi, non riesco a trovare qualcosa che mi faccia felice e non riesco a capire neanche perchè io sia così. Forse sono sbagliata e certe volte il suicidio mi sembra la decisione migliore per non essere più un peso alla gente intorno a me. Non so che fare mi sento senza voce e vorrei urlare che ci sono anche io ma se nessuno mi sente che senso ha vivere?

OSSESSIONE DI ESSERE GAY

Matteo Età: 24
Salve dottore, mi chiamo matteo e ho 24 anni.

le scrivo perchè da un paio di mesi circa vivo con la continua e costante ossessione di essere gay. premetto che fino a ora non avevo mai avuto alcun dubbio sul mio orientamento sessuale, ne' mai ho avuto motivo di dubitarne. poi due mesi fà, cercavo un video porno per autoerotismo (non ho un rapporto stabile con una donna da un anno circa, dopo tre anni molto intensi di fidanzamento)e per errore sono entrato in un filmato omo. ho visto giusto 10 20 secondi di questo filmato, poi resomi conto dell'errore ho chiuso. il giorno dopo ripensando alla cosa, mi è venuto il dubbio che mi fosse piaciuto e dà lì in poi è stato una costante paura di essere diventato omossessuale (non che ci sia qualcosa di sbagliato nell'esserlo per carità, ma chiaramente non è la vita che sento mia!), sento costantemente una vocina nella mia testa che mi dice "sei gay sei gay cosa stai facendo lascia perdere le ragazze tanto sei gay" (ho molto schematizzato chiaramente), ogni cosa che io affronti il pensiero devia immediatamente sull'ambito gay pure se non c'entra nulla, quando esco per strada mi viene una forte ansia nell\'incrociare altri uomini perchè io ho sempre l\'abitudine di guardarmi in giro, sono la tipica persona che quando guida guarda la gente alle fermate, ma ora mi viene il dubbio che guardo gli uomini in virtù di questa mia situazione. preso dalla disperazione ho provato a vedere se guardando un video gay mi piacesse ma dopo due secondi mi saliva il vomito (letteralmente) e dopo due volte ho lasciato perdere. inoltre io ho sempre fatto fantasie erotiche su ragazze di mia cnoscenza che da sempre sono miei desideri sessuali, ma ora quando mi vengono in mente queste fantasie ho dei flash di robe omo che mi fanno venire solo i brividi ma mi smontano completamente la fantasia (per fortuna ora succede molto meno). la sera è il momento peggiore, un paio di notti ho avuto quasi la sensazione di esserlo davvero gay (e non perchè provassi attrazione per un uomo, ma cosi!) e per la disperazione mi sono preso a schiaffi. la cosa più brutta e che ho anche paura che questa cosa mi stia limitando fortemente nelle mie relazioni con le ragazze, mi sento svuotato dentro di ogni libido a volte nei loro confronti. in tutto questo sono sicuro che gli uomini non mi piacciono, e infatti non riesco a capire da dove cavolo salta fuori tutta sta cosa. ora devo dire che durante il giorno va un pochino meglio, ho ripreso a interagire con le persone e tutto..non lo so cosa mi succede, come è possibile che fino a due mesi fa ero tranquillissimo sulla mia sessualità e ora vivo cosi?? devo aggiungere che non è la prima fobia in questo senso che mi viene, una volta ebbi la paura di non amare più la mia allora ragazza (che amavo da impazzire) e passai tutto un pomeriggio nell\'ansia più nera salvo poi passare tutto quando la vidi. poi un paio di volte ho avuto la fobia di avere messo incinta una rahazza con cui avevo solo una storia di sesso, ma anche lì la controprova arrivò subito perchè le arrivarono puntualmente le mestruazioni. non lo so davvero cosa mi succeda ora, forse non avendo rapporti con ragazze al momento mi manca la controprova come in questi casi..grazi per la risposta dottore (sia chiaro non cerco formule magiche, ma un consiglio sulla mia situazione)

mercoledì, luglio 04, 2012

I LUTTI PER LA PERDITA DEI GENITORI SONO LE MEDAGLIE DELLA VITA

rassegnata Età: 71
anch'io ho perso tutti e due i genitori. ho settantanni ,e qualcuno potrebbe dire che e' naturale ,ala mia eta'. eppure vi posso assicurare che queste ferite purtroppo, anche se si rimarginano con il tempo, sono li' sempre pronte a riaffiorare,quando meno te lo aspetti. nei momenti lieti ,e quelli tristi. qualcuno ha detto che i lutti per la perdita dei genitori ,sono le medaglie della vita,ed e' vero pero' non si dimentica mai. io, dopo 5 anni ,dalla perdita di mio padre ,sono finita in analisi, e po dopo molti anni ho subito quella di mia madre . tutti e due se ne sono andati a causa di un tumore , ed e' difficile sentirsi impotenti di fronte alle persone a cui devi la vita, e che hanno fatto di tutto per renderti quella che sei oggi. io ho un figlio,pero' non so' quanto mi , e ci rimpiangera' ,perche' credo che non tutti proviamo lo stesso dolore, e abbiamo la stessa sensibilita' di fronte alle avversita',e ai lutti.dobbiamo farci forza ,e andare avanti , perche' e' nell'ordine naturale delle cose perdere i genitori, e perche' non riuscendo a superare ,facciamo del male a noi stessi. e questo se crediamo in dio ,non e' giusto, perche' i ns cari non sarebbero felici ,per la ns disperazione.ci sarebbero da dire molte altre cose ancora, ma spero questa mia breve testimonianza possa aiutare chi non riesce a trovare la forza in se stesso. ricordate che senza dubbio, e personalmente per fatti accaduti ne ho la certezza,dal luogo in cui si trovano , la loro forza e il loro amore ci seguiranno per sempre.

MI SENTO INCAPACE DI VIVERE

julia Età: 34
Sono una donna infelicemente sposata con un uomo aggressivo verbalmente e non solo, ho due figli piccoli ed è per questo che resisto.. non ho lavoro, ma soprattutto non ho una famiglia alle spalle su cui contare, senza considerare gli amici. Sono tremendamente sola e sto constatando che questo mondo a queste condizioni, non è per me. Se potessi donerei la mia vita a chi vorrebbe vivere e non può. L'unico motivo per cui tengo duro sono i figli, ma sento che sto cedendo, mi sento scivolare in un vortice...agli altri maschero perchè so con certezza che la gente non ha voglia di ascoltare i problemi altrui, se non a pagamento. Ed io, giorno dopo giorno, pianto dopo pianto, ho cominciato a scavare dopo aver toccato il fondo. Mi sento una perdente, non vedo altre vie d'uscita a questo mondo fatto di odio, cattiveria, egoismo, ipocrisia e indifferenza. Non mi va più di soffrire di piangere. Ho capito che la vita è tutta una presa in giro e se vuoi stare al gioco devi adeguarti, ma se non ne sei capace vai fuori. L'amore, l'affetto sono illusioni di durata limitata. Mi sento incapace di vivere.

IL SUICIDIO NON E' UNA SOLUZIONE

Chiara Età: 24
Salve,
mi chiamo Chiara, ho 24 anni. E' strano, per me, chiedere un consiglio a qualcuno specialmente quando non lo conosco minimamente. Ma non so più come fare.
Ho bisogno di trovare un modo per sbloccarmi. E spero di aver trovato il luogo giusto.
Non chiedo mai aiuto e per me, questo, è molto difficile. Sono cresciuta in una famiglia unita ma non sono mai stata incoraggiata. Da quando io mi possa ricordare i miei genitori non mi hanno mai reputata capace di nulla. Nemmeno da bambina e, se, tentavano di aiutarmi lo facevano nel modo più sbagliato dando per scontato che sapessi far tutto a primo colpo. I miei genitori mi sono accanto ma questo loro difetto, credo, mi abbia cancellato la voglia di portare avanti le mie decisioni. Ho un fratello più piccolo che a differenza mia non ha mai ricevuto un "no". Non ho mai chiesto e non chiedo tutt'ora nulla mentre lui è abituato a chiedere tutto ciò che vuole. I miei genitori prima gli dicono di no e poi lo accontentano. Io e mio fratello ci vogliamo bene ma queste differenze mi sono sempre pesate.
Ho amici che considero come fratelli e non ho problemi a relazionarmi con gli altri. Amo la psicologia e avrei voluto studiare all'università ma non mi sento all'altezza. Mi immedesimo sempre nei problemi degli altri e ogni volta che hanno bisogno io ci sono. Non dico mai cosa devono fare, ma cerco di aiutarli a trovare il coraggio e di portare avanti ciò che sono. Ma con me stessa non ci riesco. Ho una amica di 30 anni con la sclerosi multipla. Le sto accanto, la faccio ridere e le do coraggio ad affrontare tutto ciò che deve fare. Quando sono con lei mi do della stupida perchè i miei problemi in confronto al suo stato non sono niente, ma soffro anche per lei.
A 15 anni conobbi un ragazzo e a 17 anni ci fidanzammo. sono 8 anni che siamo insieme ma per me non è mai stato semplice. La sua famiglia non è mai stata unita e ultimamente si è distrutta. Sua madre ha sempre ottenuto con l'inganno della depressione tutto ciò che voleva arrivando ad essere cattiva e violenta. False denunce di violenza a carico di suo figlio quando non otteneva qualcosa come tagliare l'erba del giardino chiamando la questura e denunciandolo di violenza. Ma in questura la conoscevano bene e sapevano chi in realtà fosse la vittima. Ma da quando iniziai la nostra storia mi sentivo di proteggerlo e così ho sorbito tutta quella ostilità facendo da cuscino tra lei e il mio ragazzo. Lui chiama mamma e papà i miei genitori perchè è stata la prima vera famiglia che lo ha accolto come un figlio. Ora lui si è trasferito di fianco a casa mia ma ora che i problemi della sua vita si sono appianati mi sono resa conto che ho perso le tappe fondamentali della mia vita. A causa di queste forti pressioni psicologiche causate da questa donna ho rovinato la mia salute. Ho saltato il primo anno di università per questo e non sono più riuscita ad andare più avanti. I miei genitori mi hanno sempre detto che in casa non ci sono soldi e io non voglio chiedere di essere mantenuta all'università. Ho cercato lavoro ma quello che ho trovato è stato poco e l'ultima esperienza lavorativa è finita male per me. La mia datrice era crudele e offensiva. Me ne sono andata con educazione ma a malincuore per il posto che stavo lasciando. mi sentivo realizzata a livello personale per il rapporto che avevo con le persone e per quello che stavo imparando ma ero sottopagata e gli orari erano pesanti oltre al suo carattere. Ora mi ritrovo a guardare i miei coetanei affrontare il loro futuro. io mi sento vuota e sola nonostante sia circondata da persone che so che mi vogliono bene e che vorrebbero vedermi per primi realizzata. Ma ho paura a fare un passo avanti.
Ho un sogno... diventare madre... ma non so se potrò portarlo alla luce. Non so se potrò avere figli. e questo mi ha cancellato tutto dentro. voglio reagire.. ma ho bisogno di capire come e una volta tanto ho bisogno io di aiuto. Ammetto di aver pensato al suicidio. Ma so benissimo che non è mai una soluzione...non è degno di essere chiamato "soluzione". sto scrivendo un libro.. ci sto riuscendo perchè nessuno sa questo..ma se dovesse saperlo qualcuno so già che mi bloccherò..si nuovo.
mi aiuti a capire.
grazie infinite per la disponibilità.
Chiara

SONO BULIMICA DA PIU' DI DIECI ANNI

Libellula

Età: 32
Ho sempre convissuto con questo disagio fingendo che non fosse poi cosi' grave..anche se ogni volta e' ancora doloroso. Sono bulimica da piu' di 10 anni e non so perche'.Non comprendo le ragioni di questa mio irrazionale bisogno di ingurgitare quantita' impensabili di cose che altrimenti non oserei mangiare salvo poi potermi "perdonare" con quella pratica tanto fastidiosa quanto indispensabile.. il conato indotto.
Sono schiava di questo rito violento e crudele che mi infliggo ogni volta che mi sento smarrita. Mi sembra di vedere una bambina da consolare con cose che possono piacerle ma che poi, riconoscendo che e' una donna e che non e' giusto sfigurare il suo fisico piacevole, va indotta a correre in bagno per rimediare al pasticcio!
Non ho la forza necessaria per sottrarmi a questo strazio, che tengo nascosto a tutti perche' mi umilierebbe ammetterlo.
Ho paura di affrontare la questione con chi di competenza perche\' dovrei riconoscere che non sono capace di aiutarmi e mi sembrerebbe di deludere chi mi sta intorno.
A volte mi sembra di riconoscere una bimba costretta a diventare grande in fretta.
Sono molto stanca..

IL MIO COMPAGNO SI E' SUICIDATO

francesca Età: 62
non disperata mi sento vecchia inutile ho fallito come madre e come compagna nessuno mi vuole la paura di morire mi terrorizza sono sola anche il mio compagno se ne andato si è suicidato impiccandosi il 5 giugno 2012 mi sento colpevole della sua morte ora non ho più nessuno la mia vita è stata un inferno fin da piccola non ho mai avuto una famiglia mai una carezza un abbraccio sentirmi amata ho buttato via la mia vita ho voglia di vivere ma non ho la forza di superare queste paure i rimorsi sono dentro di me io ho portato il mio compagno a questo gesto terribile non mi sono accorta di come stava soffrendo non gli sono stata abbastanza vicina non gli ho mai detto che lo amavo e adesso non c\'è più non dormo non mangio ho paura di tutto non mi lavo non mi curo vivo tutto il giorno in un letto ho bisogno di aiuto grzie per ascoltarmi francesca

NON HO NESSUNO CON CUI PARLARE

prexiosa Età: 36
Sto vivendo lo stesso dramma, sono sola perchè non ho nessuno con cui parlare. Con mio padre non c'è dialogo e mia madre non ha mai tempo per me, anche se fin da piccola sono stata portata da psicologi vari per dei problemi legati a quell'età. Adesso che arrivo tra un mese a compiere 37 anni vorrei non arrivarci e farla finita, una voce dentro di me continua però a dirmi di reagire al contrario della mia voglia di suicidarmi. Ci sono momenti in cui mi dico che mollare è da vigliacchi, e giorno dopo giorno vado avanti così senza mai sapere fino a quanto posso resistere, ma che sto resistendo e lottando.

HO PAURA. NON CAPISCO PIU' NULLA DELLA MIA VITA

Sole Età: 17
Ho paura. Non capisco più nulla della mia vita. Il mio appetito è aumentato, ho continue crisi di ansia e attacchi di panico. Voglio uccidermi e sono stanca. Non ho problemi nè con la famiglia nè con amici nè con il mio fidanzato. Ho invece problemi a scuola, dovuti però a questa mia recente situazione che è costante da più di due mesi. Ho perso la concentrazione e gli interessi. Cerco il riparo nelle attività: devo sempre avere qualche impegno per distrarmi da questo malessere. Non mi ricordo quando tutto ciò è iniziato e non riesco a risalire alla fonte del problema. Cosa mi sta succedendo? Cosa posso fare?

NON MI ECCITO CON MIA MOGLIE

jorge Età: 38
Ciao dottor, io sono molto preocupato perche sono sposato e non mi eccito con mia moglie, ho bisogno sempre di masturbarmi, vedere film porno e pensare alle fantasie sessuali per riuscire a una ereccione, non sono capace di essitarme guardando solo mia moglie, no so cosa fare, lei pensa che forse io non la voglio ma io la amo solo che non so perche ho sempre queste cose nella testa, aiutame come posso fare.
in attesa della sua risposta,
cordiali saluti..