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domenica, novembre 14, 2010

SOGNO SEMPRE I MIEI GENITORI E LA LORO CASA

alice  Età: 22
Salve, sono una ragazza di 22 anni e mi sono da poco (3 mesi) andata a vivere da sola perchè con i miei genitori era una vita insostenibile. Da anni tra me e mia madre c'era incomprensione e rabbia accumulata indescrivibile poiché quando ebbi 16 anni circa mi innamorai di un amico di famiglia, molto bravo quanto ricco e mia madre progettò praticamente (proprio come se fossimo nel medioevo) le nostre nozze non appena io avessi finito gli studi delle superiori.
Nel frattempo però ci allontanammo perchè lui decise cosi, decise che io dovevo vivere la mia giovinezza e se era vero amore ci saremmo riincontrati e sposati in futuro.
Io naturalmente la presi malissimo, e il mio amore per lui si trasformò quasi in odio e sopratutto trasmettendomi sfiducia nel genere maschile.
Dopo ben 4 anni riuscii a riinnamorarmi, incontrando per caso in una discoteca un ragazzo, il quale mi chiese di uscire e con cui mi trovai molto bene tantè che ci fidanzammo quasi subito.
Ora sono fidanzata con questo ragazzo (Gianluca) da 2 anni, e nonostante alti e bassi più che normali in coppia, stiamo bene ma i miei genitori, sopratuttto mia madre non lo accetta tantè che dopo mille litigi e sopratutto mille stress addossatomi da loro, due mesi fa ho deciso di andarmene via, sia chiaro non a convivere con lui, ma a vivere da sola.
Mia madre non lo accetta perchè Gianluca è divorziato con una figlia, e contemporaneamente perchè è tornato il famoso amico di famiglia di cui ero innamorata pazza da adolescente, e mi ha chiesto di tornare a frequentarci, peccato però che nel rivederlo non ho provato nulla se non amarezza per quanto mi aveva fatto star male da “piccola”.....
Ora sto creando il mio equilibrio in casa da sola, sia sul piano organizzativo di avere una casa sia sul piano economico date le mille spese che si devono affrontare.
Psicologicamente sto bene e mi sento finalmente in pace e tranquillità, in settimana mi vengono a trovare le amiche di sera, e nel fine settimana si stabilizza da me Gianluca.
Lui vorrebbe stare li sempre, andare quindi a convivere, ma per me è presto e penso che ora sia meglio che mi prendo il mio tempo, i miei spazi, un po' di tranquillità.....
Fin qui tutto bene, se non che tutte le notti sogno i miei genitori... sogno camera mia in cui ci è andato a dormire mio padre (cosa succede veramente nella realtà) sogno di vedere il mio armadio o il mio letto spostato e queste cose mi danno tremendamente fastidio nel sogno, quando invece nella realtà non mi interessano perchè ormai possono fare ciò ke vogliono del vecchio arredamento di camera o del salotto o altro..... inoltre stanotte ho sognato che ero in cucina ed aiutavo mio padre a cucinare (cosa mai succesa nella realtà) e mia madre era arrabbiata con me e mi guardava gelosamente come se io volessi portargli via mio padre....... cmq ogni notte li sogno, o solo mia madre o entrambi, e ogni notte sogno di tornare in casa dei miei genitori per andare a trovarli e mi arrabbio o cmq ci sto male nel vedere che hanno modificato esteticamente le cose, gli oggetti, in tutta casa.
Questo è successo veramente, nel senso che io vado veramente a trovarli una volta al mese circa, e hanno veramente modificato alcune cose in casa, sopratutto in camera mia dato che ci va a dormire mio padre ora, però a me non fa niente, cioè non me ne frega niente perchè non sono cose mie, non sono arredamenti miei perchè sono tutte cose loro, che hanno acquistato loro e che io ho solo usato per 22 anni. Mi dà fastidio se qualcuno sposta o cambia
qualcosa in casa mia dove abito ora, ma non non quello che fanno o non fanno i miei genitori in casa loro.... Il problema è che cosi facendo non dormo bene, anzi dormo proprio malissimo da quasi 2 settimane perchè li sogno ogni notte e non so più che fare per non sognarli più o almeno riuscire a dormire serenamente una notte, dato che io interiormente mi sento serena e tranquilla.

CARATTERISTICHE DEL PENSIERO OSSESSIVO COMPULSIVO

Di seguito elenco una serie di caratteristiche che contraddistingue il pensiero ossessivo nel doc da quello basato su un normale piano di realtà. Perché si possa parlare di pensiero ossessivo non è necessario che siano presenti tutti i punti elencati ma la maggior parte.

1)Il livello di ansia. Il livello di ansia che accompagna il pensiero ossessivo è decisamente maggiore rispetto a quello che accompagna altri pensieri, anche oggettivamente più importanti. Ad esempio il pensiero "potrei essere o diventare omosessuale " comporta un livello d’ansia insopportabile mentre il pensiero "potrei avere un tumore " comporta molto meno ansia, se non addirittura niente.

2)L'urgenza. Nel pensiero ossessivo si avverte l'urgenza di risolvere il dubbio, di avere una risposta certa e inconfutabile senza poter aspettare un solo minuto.

3)Il meccanismo. Le risposte ai propri dubbi non bastano mai, suscitando spesso ulteriori dubbi e ricercando, quindi ulteriori risposte. Dubbi e ricerca di risposte formano un circolo vizioso che non si ferma quasi mai.

4)Vergogna. Spesso ci si vergogna a raccontare le proprie paure agli altri nel timore che le troverebbero ridicole e prive di fondamento

5)Pensieri intrusivi. Pensieri intrusivi che s’impongono anche improvvisamente sono un chiaro segno di doc

6)Immagini intrusive. Anche immagini intrusive che s’impongono anche improvvisamente sono un chiaro segno di doc

7) Attenzione selettiva. Nel pensiero ossessivo la propria attenzione è attirata, principalmente, da tutto ciò che è attinente al pensiero ossessivo stesso. Ad esempio se è presente l’ossessione di essere omosessuale la propria attenzione sarà attirata da tutto ciò che ha attinenza con l’omosessualità.

8)Comparsa improvvisa. Fino al giorno prima del pensiero ossessivo adesso presente, lo stesso non procurava nessun ansia o disagio.

9)Il dubbio se sia doc. Se è presente il dubbio che sia doc allora è doc. Il doc può travestirsi da realtà ma la realtà non può travestirsi da doc. Conseguentemente se si ha il dubbio di essere omosessuali e si pensa che possa essere un doc, non si è omosessuali.

10)Uso di termini ricorrenti. La persona affetta da doc usa frasi e termini ricorrenti per descrivere i propri pensieri come: "Io sto ingannando me e gli altri “, "Non so, non sono sicuro, come faccio a saperlo, come faccio ad essere sicuro" ecc..

Dott. Roberto Cavaliere

SONO CONFUSO SULLE MIE PREFERENZE SESSUALI

just Età: 21
Salve sono un ragazzi prossimo ai 22 anni.
la mia situazione è la seguente, e direi piuttosto piena di sfaccettature e di sfumature che mi impediscono di fare un quadro completo della situazione,per
poi agire di conseguenza.
ho avuto varie storie con ragazze,di cui l'ultima è molto seria,e va avanti da circa 5 anni. mi sento incredibilmente e fisicamente attratto dalle donne,ovvero seppur fidanzato,provo piacere e compiacenza nel notare belle ragazze per strada,insomma,ho il classico comportamento da uomo etero medio che commenta le ragazze con i propri amici,ecc,ec
adoro le forme femminili e non potrei mai farne a meno. fin qui niente di strano.
Nella misura in cui comunque ho rapporti sessuali con la mia ragazza non spessissimo,causa problemi di case libere,presenze di genitori  incombenti,assenza di macchina station wagon con sedili ribaltabili(e cmq tra noi 2 il sesso va a gonfie vele),non disdegno di tanto in tanto di soddisfarmi autonomamente,anche con l'ausilio,haimè del web.
nell'ultimo anno e mezzo circa,visto il rencente incremento di materiale su tale fronte,(miriade di siti che offrono diversi tipi di materiale,catalogato e classificato,subito usufruibili e gratuitamente)ho avuto modo per mia sfortuna di incappare in video che nella mia adolescenza mi erano ignoti,ovvero video con trans e video gay.
con mia grande sopresa mi sono trovato compiaciuto nel guardare video in cui trans sono attivi nei confronti degli uomini,e da qui in particolare è scaturita la mia voglia di provare questo tipo di esperienza,sopratutto per quanto riguarderebbe un coinvolgimento da parte mia con un atto orale attivo.
Solo che il fatto peculiare è che tale voglia sussiste solo quando sono eccitato,perchè una volta placato il desiderio,subentra disgusto per tale fantasia(tralasciando il fatto che cmq si tratterebbe di pagare una persona per compiere/ricevere un atto sessuale,cosa che trovo depravante,anche da eccitato,nei confronti del sesso femminile)
ma il fatto è che non mi è mai capitato di provare attrazione fisica per un maschio,mai,neanche per un millesimo di secondo. diciamo che l'attrazione si restringe solamente al membro maschile(preciso....da eccitato),come pure da eccitato mi disgusta totalmente l'idea di dare un bacio ad un uomo,ancora di più se penso a persone che conosco!
ma non riesco a capacitarmi di come mi possa fare così schifo l'idea di baciare un uomo(cosa cmq abbastanza superficiale), eppure provare desiderio di fare sesso orale con un pene,però su un corpo da donna.
quindi inanzitutto vorrei sapere cosa ne pensa lei di questo mia propensione sessuale,e se mi farebbe bene mettere in pratica queste mie fantasie che ho ultimamente e che mi martellano in testa sempre più spesso(putroppo sul versante trans)
e se ciò è da implicare ad una omosessualità latente che non voglio ammettere,seppur in questo caso a me sembra piuttosto di essere  prevalentemente etero,con lievi tendenze omossessuali,come diceva il buon kinsey!
fatto interessante è che però ho sempre pensato che essere omosessuali fosse un fatto svilente la natura di essere uomo,ovvero in particolare mi ha sempre provocato,diciamo così, irritazione vedere uomini con atteggiamenti e movenze femminili, e infatti se penso di offendere un ragazzo,non riesco a trovare aggettivo più declassificante e offensivo se non la parola "frocio-finocchio".
non riesco a capacitarmi di queste incoerenze che si propongono nel mio pensare agli omosessuali e queste mie propensioni chiaramente omosessuali,seppur su un corpo apparentemennte di donna!(anche se cmq ritengo che possano esistere omosessuali virili e maschili chiaro) sono piuttosto confuso,se mi può aiutare a fare un pò di chiarezza le sarei estremamente grato.

HO PAURA DI FALLIRE

chica Età: 20
Salve sono una ragazza di 20 anni e da un pò di tempo sento che sta maturando una mancanza di autostima. Specifico che non riguarda il mio aspetto estetico, ma la mia persona. Sono nei primi mesi di università, quindi in generale un pò di spaesamento, confusione, ma riscontro proprio una non fiducia nelle mie capacità. Non sono mai stata una ragazza estremamente sicura di me stessa, ma direi nella normalità, infatti ho sempre vissuto bene e
tranquillamente, ora invece vedo che queste convinzioni nei miei confronti mi condizionano vari aspetti della vita. Piango spesso, mi bastano dei momenti che mi facciano scattare determinati pensieri e mi butto giù sfogandomi nel pianto.
Non capisco da cosa possa venir fuori. Credo che tutto sia partito piano piano da quando ho deciso di mollare lo sport che praticavo, proprio perchè non ero sicura delle mie capacità in quell'ambito, situazione alimentata dalle persone che mi circondavano in campo le quali mi davano l'impressione di non credere in me stessa e ho lasciato poichè non volevo reggere più quella situazione. In realtà non credo di non avere potenzialità, ma ciò mi ha impedito di applicarmi. Ma ci deve essere alal base qualcosa di ben più profondo; non saprei. Ad ogni modo la cosa si è allargata alla vita in generale; ho paura di fallire nella mia vita. Ciò mi mette paura, mi rende debole, incapace spesso di affrontare delle situazioni. Spero in qualche modo possa darmi dei consigli. Grazie.

PAURA DEL BINOCOLO E/O CANNOCCHIALE

Serena Età: 20
Salve!
le scrivo perchè ho bisogno di parlarle di una mia grandissima fobia (una delle tantissime che ho) che non riesco a spiegarmi e vorrei capire se ci può essere un significato, da cosa sia dovuta, e perchè ce l'ho, visto che è una cosa che pare assurda anche a me, che la vivo personalmente, e che oltretutto non ho mai trovato scritto da nessuna parte.
ho una paura assurda di guardare dal cannocchiale/binocolo in qualsiasi circostanza, ma sopratutto se punto con il cannocchiale verso un pezzo di cielo
completamente limpido senza nuvole e senza nessun'altro oggetto, quindi solamente cielo, mi prende un angoscia terribile e devo subito smettere di guardare!
sa spiegarmi qualcosa?vorrei capire.
grazie

CICATRICI PSICOLOGICHE E SUICIDIO

Michele Età: 32
Sono Michele, ho 32 anni, libero professionista, dovrei essere felice invece la mia vita sentimentale è un disastro, non sessualmente , il sesso per me è stato sempre molto importante e non mi è mancato, quello che non ho mai avuto è una ragazza che mi stia vicino. Le delusioni d'amore sono state diverse, ma nemmeno questo ad un certo punto della mia vita è stato un problema, l'amore passa e si continua. Tutto é iniziato 4 anni fa quando distante da casa conobbi una ragazza di cui mi innamorai, questa ragazza aveva bisogno di qualcuno che l'aiutasse ma io per ovvi motivi e anche perché lei con maturità non l'ha accettato non l'ho aiutata.
L'amore se ne va ma il senso di colpa che si porta dentro è un peso innimaginabile specialmente se ti senti davvero responsabile in prima persona.
Anche questa è diventata una cicatrice, come la scomparsa del mio amico Massimo in un incidente...
Una cicatrice che peró ti porti dentro.
Sostanzialmente io mi sento molto solo anche se non lo sono, probabilmente perché mi manca la persona che cerco. E allora inizio a pensare, il desiderio di non sofrire più c'è, il desiderio di togliermi questo peso, ma poi il lavoro, la consapevolezza della sofferenza che farei provare a chi mi vuol bene, lo shock e l'incomprensione di chi trova il mio corpo... Ho desistito, sono riuscito a non far pesare il mio dolore, a mascherarlo ostentando una falsa felicità, falsa e ostentata davvero, questo è l'unico segnale un qualcosa di impercettibile dagli altri, ma pesante ed evidente per Me.
Due anni fa conosco un ragazzo un mio omonimo, Michele , benestante, ma aveva qualcosa in cui mi riconoscevo dal rapporto con le ragazze a quello con gli altri, era la tristezza che mascherava come me, i suoi occhi. Diventiamo amici, poi quest'anno non l'ho visto per qualche mese, mi è stato detto viveva un periodo di crisi, poi una telefonata un amico mi dice: è successa una brutta cosa a Michele, io capisco subito, non so perché ma lo capisco, capisco che
l'hanno trovato i genitori impiccato nel giardino.
Un altra cicatrice per me, ed il rimorso, io lo sapevo, era come me, solo che lui c'è riuscito prima, ma io potevo dirgli cose che gli altri non hanno potuto io provavo quello che provava lui forse potevo aiutarlo, forse lui invece ora sta meglio di me.
La mia vita continua, esco con amici e ragazze, lavoro, vado a pesca, il 22 luglio mi innamoro, niente di che penso, ed in effetti sono innamorato, inizio peró a frequentare questa ragazza in modo diverso, perché è diversa lei,è quella che cerco, ha dei difetti che accetto volentieri perché posso, ha dei pregi che non ho trovato prima. Ci sto bene ma qualcosa in lei non va, ci vorrebbe un altra mail per spiegare il perché, lei addirittura non si fida di me, mi dice che è meglio non vederci più. In trentadue anni ho trovato solo lei, se fossi stato un ragazzo senza esperienze ok, ma ho vissuto e ho trovato solo Elena. Non sofro per amore, quello in qualche mese è un ricordo, già in venti giorni sto meglio, devo lavorare, io peró ho perso di più di un amore.
Non riesco a vivere pensando di portarmi sulle spalle questo peso per sempre, come devo fare per Massimo Alexandra e Michele, questo addirittura è più importante è la mia vita .
Ora il senso di vuoto è tornato, è peggio di prima, e mi sono convinto di ciò che faró del cosa e del come del dove (per non essere trovato dai miei cari), in effetti non so perché scrivo, ho pensato anche il quando, il posto, sono 15 giorni che addirittura mi punto la pistola alla tempia e tiro il grilletto....
Per abituarmi... All'inizio avevo paura ora mi sento pronto, oggi dopo tanto sono addirittura sereno. Ma i miei soffriranno... Non so....
Grazie

TIMIDEZZA CON LE RAGAZZE

bob Età: 19
Salve dott. Cavaliere, vorrei illustrarle il mio problema, mi chiamo Alex, e sono un giovane ragazzo di 19 anni, pultroppo, sono terribilmente timido con le ragazze, e questa cosa mi stà facendo letteralmente uscire di testa...
di fatto, sono un bel ragazzo, però ogni volta che conosco, o vorrei conoscere una ragazza, mi blocco, letteralmente. la cosa strana, e che mi comporto così solo esclusivamente con le ragazze, al contrario con con i ragazzi non ho alcun problema, tutte le volte che vado in giro mi metto a parlare e discutere con chiunque, anche con persone mai viste prima, quando di fronte a me ho un uomo, sono molto sciolto e socievole, a volte sono anche un pò troppo impulsivo, rido, parlo, scherzo e discuto con chiunque senza alcun problema, ma non riesco a fare assolutamente la stessa cosa con una ragazza, spesso le evito per timidezza, e se ne incontro una che mi piace, mi invento scuse tipo "tanto non sono alla sua altezza..." o anche se mi decido ad andare, poi mi blocco ugualmente e lascio perdere, perché non ho la minima idea di come attaccare discorso o di cosa parlare... e anche se mi rendo conto che é la ragazza che ci stà provando con me, fuggo, un pò perché non saprei che dirle, un pò per l'imbarazzo di doverci provare avanti ad amici o altra gente.... io sono veramente disperato, e non ne posso veramente più, questa sorta di "blocco" con le ragazze mi stà rovinando la vita... non riesco ad ottenere ciò che voglio, mi demoralizza e mi deprime... non ne posso più..... questa timidezza mi a portato ad avere 19 anni e non aver dato ancora il primo bacio.... la prego, mi dia qualche utile consiglio, gle ne sarei immensamente grato...
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Per uscire dalla sua timidezza le consiglio un percorso cognitivo-comportamentale. Utile si rivela mettere in ordine di "gravità" le situazioni che sono più difficili per la proprio timidezza. Si partirà dalle meno "gravi" fino alle più "gravi". Poi si inizieranno ad affrontarle nello stesso ordine. Man mano che si sarà superata una si passerà alla successiva. Occorrerà pazienza, impegno e determinazione. Gli insuccessi all'inizio saranno probabili, ma non debbono essere di scoraggiamento, ma di stimolo ad aumentare pazienza, impegno e determinazione.
Saluti
Dott. Roberto Cavaliere