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domenica, gennaio 23, 2011

ORRIDI SOGNI

purple Età: 20
Salve, mi rivolgo a lei in merito a uno strano sogno che sta diventando, purtroppo, ricorrente. Il primo lo feci circa un mese fa: era una specie di fine del mondo in cui uno strano virus faceva diventare le persone cannibali e aggressive. In questo riuscivo a scappare e nascondermi, però vedevo i miei amici diventare mostri, e alla fine venivo presa e mangiata.
Nel secondo che ho fatto invece, ed è stato stanotte, anche i miei genitori diventavano dei mostri e non riuscivo a scappare, anzi tentavano di far diventare così anche me, o mi avrebbero mangiato, e io non volevo...I sogn erano entrambi molto violenti, e avevo molta paura, solo l'ambientazione era diversa ma le sensazioni erano le stesse, compresa una sorta di nausea che ho avuto tutte e due le volte successive al risveglio, ripensando al sogno. Io sono una ragazza allegra, intelligente, simpatica, carina, certe volte anche troppo sincera...prima ero più depressa e più "affamata d'affetto" però dopo un anno che sono andata da uno psicologo ho capito che il mio problema era il mio rapporto con gli altri e mi sono data da fare per costruirne di veri, e in questi ultimi due anni ci sono davvero riuscita con delle splendide persone, mi sono aperta, sono davvero più me stessa e mi voglio bene così come sono. Con la mia famiglia non ho grandi attriti, i soliti che si possono avere a quest'età..un tempo li accusavo della loro anaffettività quando ero bambina, ma ho passato anche questo e il nostro rapporto è abbastanza buono. Non credo di avere grossi problemi di sorta, tento e riesco a fidarmi delle persone con cui mi sono aperta, tenendo a bada le paranoie, al momento non ho una relazione affettiva stabile con nessuno ragazzo ma va bene così, l'università va relativamente bene, non ho avuto traumi infantili particolarmente rilevanti, ho un ottimo rapporto con il cibo....e allora perchè faccio questi orridi sogni???
La prego mi dia una risposta. Grazie mille.
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Saluti

LA PORNODIPENDENZA MI DISTRUGGE COME L'EROINA O LA COCAINA

Egregio Dott. Cavaliere,

mi chiamo Rosario, ho 24 anni e da troppo tempo ormai guardo molto spesso video, film e altro materiale pornografico, più o meno da quando ho attivato la connessione ad Internet.

Ma vorrei descrivermi un po: come detto, ho 24 anni, studio Biologia presso l'Ateneo di Palermo, abito in un paesino di circa 6000 abitanti, in provincia di Palermo. Sono un ragazzo generoso, studioso, timido, fragile, sensibile, con poca fiducia in sè stesso e che la cerca nelle parole e negli apprezzamenti delle altre persone. Mi occupo di politica nel mio paesino e fino a qualche mese fa ero fidanzato da quasi 8 anni con una ragazza della quale sono ancora innamorato e credo che la mia pornodipendenza abbia molto contribuito a rovinare la mia relazione amorosa.

Come detto, ho cominciato a vedere materiale erotico e pornografico nell'adolescenza, un po per curiosità .

In realtà secondo me tutto comincia una sera, all'età di 12 anni, sul mio letto, quando per gioco cominciai a simulare un rapporto sessuale, cosa che non avevo mai fatto prima. Dopo un po di movimenti su e giùcon il mio pene sul materasso, sentii come un improvviso stimolo di minzione, ma ovviamente non era minzione bensìa mia prima eiaculazione. La vergogna, inizialmente, fu enorme e ovviamente non avevo il coraggio di dirlo a nessuno, ricordo che vissi quella situazione con notevole imbarazzo, perchè entivo che quell'pisodio era il primo vero segreto intimo che non avevo il coraggio di rivelare ad alcuno.

Però ualche giorno dopo, ricominciai questo gioco, che, tutto sommato, mi dicevo, era piacevole e gratificante; quasi ogni sera per circa due settimane facevo questo gioco che, puntualmente, finiva con un'iaculazione imbrattando le mutandine per evitare di lasciare tracce. Dopo qualche tempo, però venni assalito da profondi sensi di colpa cosicchècercavo di fermare questi giochi, interrompendo il coito virtuale o proprio trattenendo i muscoli pubici per impedire l'iaculazione, ma i risultati erano ampiamente mediocri.

Successivamente, continuai a simulare questi rapporti sessuali, quasi sempre la notte, poco prima di addormentarmi, ma cominciavo a rendermi conto che non era più n gioco bensì una necessità, un rito di cui avevo bisogno altrimenti non riuscivo a prendere sonno. Ebbene - questo sempre a 12, 13 anni - per mantenere l'erezione e dare seguito a questi amplessi virtuali immaginavo di fare sesso con le mie compagne di scuola più carine o con donne famose, di toccarle i seni, i glutei, di baciarle finchè arrivava l'eiaculazione nelle mie mutande.

Io vivevo abbastanza male questa situazione, ma spesso capitava di parlare con i miei amici o compagni di sesso perchè forse a quell'età  la curiosità di sapere qualcosa di più sul sesso, e arrivavo alla conclusione, ogni volta che ero assalito dai sensi di colpa, che fosse comunque normale, che non stessi facendo nulla di male; però sovente si ripeteva questo circolo vizioso di colpa, rassegnazione ed accettazione. Poco dopo scoprii che durante la notte le tv locali pubblicizzavano i servizi erotici annessi ai numeri a pagamento 166 o 899 facendo vedere donne che si spogliavano, si toccavano, si eccitavano e facevano eccitare, così mi ritrovavo a masturbarmi guardando quelle immagini stando attento che nessuno, mio fratello o i miei genitori, mi scoprisse. Ovviamente quando arrivava il massimo piacere (mediamente dopo un’ora o due), spegnevo tutto e andavo a letto e a volte continuavo a letto con i miei rapporti sessuali virtuali fino a giungere ad un’ulteriore eiaculazione. Questo “rito notturno” a letto continuò all’incirca fino all’età di 15 anni, quando, finalmente mi decisi a non fare più questi “stupidi giochi da bambino” che mi facevano sentire sempre più in colpa, ma a questo punto cominciai ad “usare le mani” masturbandomi quando mi capitava, durante la giornata, sempre continuando a pensare di fare sesso con belle donne famose o con le belle compagne di liceo; la cosa strana è che, comunque, pur desiderando di avere una ragazza, non la volevo solo per fare sesso e quindi realizzare quei sogni erotici, perchè questo lo consideravo una cosa meschina, che non avrei mai fatto, ma la volevo per amarla e coccolarla. Mi dicevo che nel momento in cui avrei avuto una ragazza avrei smesso di masturbarmi o di simulare i rapporti sessuali a letto. Quindi continuavo a masturbarmi, a guardare nel weekend gli spettacolini promozionali delle tv locali e ad immaginare i rapporti sessuali durante la masturbazione. Ricordo che arrivavo persino a scrivermi delle liste di donne dello spettacolo e di ragazze reali (compagne di scuola, conoscenti, amiche, sconosciute) che avrei voluto portarmi a letto e che quei pensieri mi eccitavano: ma quando finalmente arrivavo al pieno godimento, il mio umore crollava e venivo travolto dal senso di colpa, di vergogna, di sfiducia. Nonostante questi continui sensi di colpa per i miei vizietti, a scuola andavo benissimo e non avevo alcun problema, anzi ero il più bravo della classe (tant'è vero che mi sono diplomato con 100/100 e menzione): cominciavo a rassegnarmi all’idea che forse non sarei mai guarito e cominciavo a capire che forse era una malattia quella che avevo. Finalmente a 16 anni e mezzo mi fidanzai con la ragazza di cui ho detto nell’introduzione, l’unica che abbia mai avuto, colei che mi ha fatto diventare uomo e che mi ha dato l'affetto che nessuno è riuscito a darmi in 24 anni di vita, colei di cui sono ancora perdutamente innamorato... non appena cominciai a conoscerla, come d'incanto smisi di masturbarmi e di pensare ad altre donne in termini di oggetto del desiderio, insomma stavo mantenendo la promessa che mi ero fatto, cioè di farla finita con questi giochi sporchi appena mi sarei fidanzato. E così fu in effetti, per un anno abbondante e forse anche di più... perché, pur non avendo rapporti sessuali, io e la mia ragazza simulavamo dei rapporti senza far venire a contatto i genitali. Ogni tanto, quando pensavo alla mia ragazza, capitava di masturbarmi e anche di simulare un rapporto sessuale a letto, ma questo lo vedevo come una cosa permessa perchè stavo comunque pensando a lei. Solo che non mi piaceva associare la mia ragazza con quei riti e un minimo di senso di colpa lo avvertivo anche in quelle occasioni.

Le cose precipitarono nel 2004 quando la mia famiglia fece il primo abbonamento ad Internet; così spinto dalla curiosità dei racconti dei miei compagni di scuola, cominciai a cercare i siti di materiale pornografico, ma la lentezza della connessione 56k mi portava a cercare in maniera ossessiva del materiale quando mi rendevo conto che non riuscivo a scaricare il video che volevo vedere: questa ricerca spasmodica dei video porno continua per un lungo periodo di tempo e per molte ore al giorno fino all'esplosione nelle mie mutande e all’implosione del mio umore; ma non riuscendo a vedere un video come si deve ogni giorno cercavo e ricercavo, finchè un giorno arriva la chiamata della Telecom che segnalava un consumo abnorme dell’utenza di casa: fu il campanello d’allarme che mi fece fermare in quanto i dialer che ogni volta installavo inconsapevolmente ci facevano spendere cifre elevatissime. Mi sentivo profondamente in colpa, non tanto per aver visto i video porno ma per aver fatto arrivare la bolletta del telefono a cifre elevatissime; decisi che era arrivato il momento di smettere di vedere quelle che cominciavo a definire porcate. E così fu per qualche mese, addirittura non mi connettevo più se non per necessità ; pian piano, però, mi ritornò il desiderio di vedere quei maledetti video e così ricominciai, con una frequenza di una volta a settimana, facendo attenzione a non farmi installare dialer e virus, per poche ore al giorno, mi dedicavo alla ricerca del piacere illusorio, pur avendo una ragazza che soddisfaceva i miei desideri, visto che avevamo anche cominciato ad avere rapporti sessuali. Quando le bollette, però, tornarono ad essere salate allora decisi che dovevo assolutamente smettere di vedere quei video perché stavano distruggendo me e la mia famiglia. Devo comunque sottolineare che questi video cercavo di vederli di nascosto e soprattutto quando ero solo a casa, anzi spesso con una scusa rimanevo a casa così potevo “gustarmi” da solo i video porno. E di nuovo per un po’ di tempo, adducendo come scusa le bollette e la lentezza della connessione, non volli più vedere i video porno, ma non volli neanche più masturbarmi o altro, anche se in realtà capitava qualche volta che mi lasciassi andare... non mi rendevo conto che così stavo meglio, che i rapporti sessuali con la mia ragazza erano fantastici, che la mia relazione con lei e con gli altri ne traevano giovamento: nonostante i miglioramenti continuavo a masturbarmi.

La situazione tornò a precipitare quando passai alla connessione ADSL e per lunghissimi 5 anni, grazie alla velocità della connessione potevo vedere tutti i video che desideravo, navigare in lungo e in largo per tutti i siti porno che volevo, masturbarmi per ore ed ore fino ad eiaculare; questo accadeva a fasi alterne, cioè c’erano periodi nei quali ogni giorno, per ore, rimanevo ore ed ore a vedere quei video e periodi nei quali erano occasionali le mie sedute pornografiche; sono stati 5 anni brutti, disastrosi per il mio umore, per la mia fede cattolica, per il mio rapporto con la mia ragazza, nello studio e nei rapporti interpersonali: notavo un aumento del nervosismo, delle distrazioni, faticavo e fatico a concentrarmi, la mia ragazza non riusciva più ad appagarmi pur sentendo da un lato il dovere di starle accanto e il sentimento di amore vero e forte per lei e dall’altro il bisogno di un affetto che solo lei sapeva darmi; di conseguenza i nostri rapporti sessuali cominciavano ad essere problematici, capitava frequentemente che non riuscissi a mantenere l’erezione, o che raggiungessi subito l’orgasmo e solo il riportare lo schema pornografico alla realtà riusciva a stimolarmi adeguatamente; solo che, preso dall’eccitazione di imitare l’attore porno e di trattare la mia ragazza come un’attrice porno, finivo per raggiungere subito l’orgasmo e non farlo raggiungere alla mia ragazza con conseguenti litigi, crisi di pianti sa parte mia, ma non osavo parlare dei miei vizi che non ho mai rivelato a nessuno ancora oggi. E in quei 5 anni è stato come fare una lotta tra il desiderio di vedere i film porno e il desiderio di avere rapporti sessuali belli ed appaganti con la mia ragazza, però lei era sempre al mio fianco, nonostante la vergogna che nella mia stanza, nel mio letto, nel mio isolamento provavo e le bugie che le dicevo riguardo la visione del porno; lei era sempre lì ad accettarmi anche se ero triste, pessimista, non avevo fiducia in me stesso, anche se la ingannavo dicendole che studiavo ed invece mi masturbavo guardando il porno. La situazione migliorò quando tra la fine del 2007 e la fine del 2008 si ruppe il computer e purtroppo (ma per fortuna se lo mettiamo in relazione al mio disturbo) i miei genitori non potevano provvedere a comprarne un altro, cosicché non potevo più guardare film porno e stavo molto meglio, la vita con la mia ragazza migliorava e davvero mi sentivo infinitamente innamorato di lei; solo che accadeva che ogni tanto, su un computer di riserva un video decidevo di vederlo, ma diciamo che lo consideravo come una piccola licenza, anche se alla fine mi sentivo come quando li vedevo ogni giorno. Finalmente (ma per me disgraziatamente) alla fine del 2008 riusciamo a comprare un nuovo computer e la prima cosa che mi viene in mente di fare non è mica testare il pc, ma andare a vedere i film porno nel mio computer e così riprecipito nel baratro: mi rendo conto che sto tornando a rovinare ciò che stavo migliorando, ma non riesco a venirne fuori. Non solo, ad inizio 2009 compro, grazie a mia nonna, il pc portatile: è il colpo di grazia. Nell’aprile 2009, dopo l’ennesimo esame universitario fallito per aver dedicato più tempo al porno anziché allo studio, avevo deciso che dovevo smetterla una volta e per tutte: avevo sentito parlare di pornodipendenza qualche tempo prima e capii che dovevo porvi rimedio con le mie forze, senza farlo sapere a nessuno perché la vergogna, l’imbarazzo e la frustrazione erano davvero a livelli elevatissimi. Cercai notizie su Internet, mi ritrovai in tutti i sintomi descritti in quei siti, mi iscrissi al gruppo di aiuto “noallapornodipendenza” e per due settimane riuscii a non vedere più alcun video porno ponendomi almeno come obiettivo quello di vedere porno una volta a settimana per un’ora al massimo; purtroppo la dipendenza è una brutta bestia e difficilmente ne puoi uscire da solo, così tornai a cadere nella visione del porno ben oltre la cadenza prestabilita e già allora pensai di rivolgermi ad uno psicologo. Fortunatamente, in quel periodo, avevo molti impegni che mi riuscivano a distogliere dalla visione del porno anche se a volte mi capitava di fissarmi nella mente l’immagine di una bella ragazza del mio paese, di immaginare di portarmela a letto e di masturbarmi pensando a lei; così dopo l’eiaculazione, mi sentivo come un maniaco che guardava passare le ragazze e ne esaminava seni, cosce, glutei, viso, corpo, per giudicare se era meritevole dei miei sogni erotici e mi dicevo che quella era l’ultima volta, che non dovevo farlo più. Va da sé che tutti questi pensieri mi procuravano un fortissimo senso di colpa e di imbarazzo soprattutto nei confronti della mia fidanzata. Tutto sommato, però, il non vedere il porno mi faceva bene nonostante utilizzassi altri metodi di auto-erotismo; purtroppo capitava qualche volte durante i rapporti sessuali con la mia fidanzata che non riuscissi a mantenere l’erezione e che raggiungessi immediatamente l’eiaculazione e non riuscissi a trattenermi in qualche modo per consentire una maggiore durata del rapporto sessuale: ne seguivano litigi, minacce di troncare la relazione perché per la mia (ex) fidanzata il sesso ha un’importanza basilare e secondo lei non avere rapporti sessuali appaganti e soddisfacenti è indice di un malessere nella coppia: adesso le dò ragione perché il malessere era dentro me, ma non potevo dirglielo perché le avevo giurato che non vedevo porno da quando diventai maggiorenne, come facevo a dirle: “Sai, sono un pornodipendente?”. Comunque, riuscii a trovare un equilibrio andando a rileggere qualcosa da quei siti di aiuto per i porno-dipendenti, così riuscii a regolare in qualche modo la visione del porno al computer, e seppure a fatica fui capace di trovare un equilibrio nei rapporti sessuali con la mia ragazza, stando attento ad evitare di riportare gli schemi del film porno nel rapporto con la mia ragazza e facendo di tutto per farle raggiungere l’orgasmo anche a costo di non raggiungerlo io: mi rendo conto solo adesso che non riuscivo a rilassarmi durante quei rapporti, perché avevo paura di fallire e di non soddisfare la mia donna, anche se mi piaceva fare l’amore con lei. Insomma, non ero soddisfatto al 100% perché non mi lasciavo andare del tutto, non mi rilassavo, però ritenevo di non riuscire a dare di più. Nel 2010 la situazione è andata più o meno come le ho descritto da quando ho capito di avere un problema anche se effettivamente non ho fatto nulla per risolverlo: qualche video, qualche sogno erotico; ma la situazione è diventata più frustrante, perché la mia ragazza intanto è partita per lavoro, quindi mi è venuto a mancare il mio grande sostegno affettivo, l’unica donna che mi capisce, dà forza e fiducia e sopperivo alla sua mancanza aumentando le ore di visione del porno ed aumentando le ore di sogni erotici e quindi della masturbazione. La frustrazione è aumentata perché vedo il porno quando mi sento arrabbiato, quando le cose non vanno come vorresti, la mia valvola di sfogo è il porno, ma alla fine mi sento peggio di come mi sentivo prima, perché alla rabbia si aggiunge la vergogna, il sentirsi un fallito, la rassegnazione per il fatto che questo problema non riuscirò mai a risolverlo. E questo senso di sfiducia, di incapacità , di fallimento, più volte avvertito nella mia vita, mi ha portato ad aumentare il nervosismo, a prendermela in un certo senso con la mia ragazza per avermi “abbandonato”, per non essere qui al mio fianco a farmi distogliere l’attenzione dal maledetto porno. E così è diminuita la comunicazione tra noi, la comprensione che già la lontananza contribuiscono a far diminuire, a causa del mio senso di rassegnazione, del mio pessimismo, che secondo me ha la sua origine nella pornodipendenza, e che ha fatto in modo che la nostra relazione finisse, ovviamente anche per altri motivi. Però una cosa che la mia ragazza mi ha rinfacciato dopo aver troncato la nostra relazione è la mancanza di rapporti sessuali sempre soddisfacenti e io so a cosa è dovuto tutto ciò; non mi sono capacitato per tutto ciò e così da quando lei mi ha lasciato sono nuovamente caduto nel tunnel del porno, anche se, in realtà , mi rifugio nel porno solo quando mi sento triste, deluso ed arrabbiato. Se le cose vanno bene non sento il bisogno di vedere porno. E così io e la mia ragazza abbiamo provato a ricominciare la nostra storia quando lei è tornata per le vacanze di Natale: anche lì il fatto che lei ci fosse mi distoglieva dal bisogno di vedere il porno e mi sentivo bene; anche se un giorno per gioco le dissi: perchè non ci guardiamo un video porno? Lei accettA, poco dopo provammo a fare l’amore ma il risultato è stato un assoluto disastro per colpa mia, come sempre. E quello fu l’episodio che fece riaffiorare nella mente della mia ragazza tutte le sensazioni negative riguardo la nostra relazione e che le fecero decidere di lasciarmi. Anche se nei giorni successivi siamo stati alla grande assieme e ovviamente io nutrivo la speranza di tornare insieme a lei, ecco che tornata nella città dove vive adesso, appena una settimana dopo il nostro tentativo di ricominciare e tutti i discorsi che sembravano tendere verso un nostro riavvicinamento, mi comunica che non c'è posto per me nella sua vita, che l'amore è un'altra cosa ecc. ecc., anche se ho motivi di pensare che non è così. Ma io ho chiesto il Suo aiuto, egregio Dottore, per la pornodipendenza: se Lei vorrà e potrà Le racconterà della mia storia d'amore che vorrei tanto ricominciare ponendo rimedio innanzi tutto ai miei problemi, primo fra tutti la pornodipendenza.

Mi scusi per la lunghezza della lettera. Le chiedo di aiutarmi per favore. Voglio smettere di guardare il porno, so di essere malato di una malattia subdola, che si insinua come una cosa piacevole ed invece poco a poco ti distrugge, un po' come una droga, come la cocaina o l'eroina.

La prego di volermi aiutare: io vorrei cominciare una nuova vita, vorrei riprendere in mano la mia vita, riconquistare la mia donna, avere fiducia in me stesso e realizzare i miei desideri. Credo di aver bisogno di una psicoterapia, ma non ho il coraggio di dirlo ai miei anche perchè le condizioni economiche della mia famiglia non ce lo permetterebbero e non saprei a chi rivolgermi onestamente qui a Palermo. E per questo sento ancor prima di ricevere una risposta, il bisogno di ringraziarLa per il servizio che rende a noi poveri disgraziati che magari abbiamo tutto dalla vita e lo distruggiamo andando dietro ad un piacere illusorio, effimero, finto, siliconato.

Grazie ancora,

mercoledì, gennaio 12, 2011

FORTE E TIMIDA ALLO STESSO TEMPO

Iridescent Età: 18
Salve, sono una ragazza di 18 anni. Il mio problema più grande è... me stessa. Sono continuamente soffocata da paure che sono creazione della mia mente: ne sono consapevole ma non riesco a sbloccarmi. Sono invasa da una paura che mi blocca, mi freno da sola.
Premetto che sono una ragazza molto, molto timida: ho difficoltà a rapportarmi con persone nuove, mi sento sempre giudicata e sbagliata, non all' altezza, inadeguata. Però se supero la timidezza riesco a mostrarmi per come sono.
Spesso mi è capitato che persone mi dicessero "la prima volta che ti ho vista, mi stavi antipatica, sembravi una snob. Poi ti ho conosciuta e in realtà sei tutto il contrario". Una di queste persone è diventata la mia migliore amica, una persona assolutamente fondamentale nella mia vita, oggi. E' come se nel rapportarmi alle persone nuove (il primo approccio, la prima impressione) io attraverso il mio comportamento, inconsapevolmente, mostrassi il peggio di me.
Mi auto-pongo dei limiti. Questo della timidezza è un problema che sto imparando piano piano a superare (da circa 7 mesi), lottando contro di me e convincendomi che non c'è nulla di cui aver paura. Cerco di recitare, e di non far capire la mia insicurezza (succede che mi venga il batticuore anche quando sono in fila per prendere il pane, e sta per arrivare il mio turno, per esempio). Talvolta quando mi trovo in una situazione con gente nuova, non faccio il primo passo e perciò passo per l' antipatica di turno, ma il motivo per cui non lo faccio è che non penso che qualcuno sia interessato a conoscermi o a parlare con me, mi sento come trasparente. Ciò ha portato ad un altro problema, che è quello che mi pesa di più e non riesco a superare, per quanto lotti: ho 18 anni non ho mai avuto un ragazzo, non ho mai baciato, nonostante io venga reputata una bella ragazza. E' un fardello che mi pesa più che altro perché tutti quelli che mi circondano hanno avuto le loro esperienze, e il fatto che io non le abbia avute mi porta a pensare me stessa come 'inferiore': "non posso fare questo, parlare con quell' altro, se non ho mai avuto una storia". Lo so che è una stupidaggine, ma è ciò che il mio cervello è portato a pensare, una chiusura mentale. Forse è perché ho avuto un infanzia splendida, dove non mi è mai mancato niente, ho una madre che mi ama infinitamente e il fatto di fare questo passo rappresenta il distacco da quella fase della mia vita, che ho paura di lasciare. Ma ora la cosa che voglio di più è stare con il ragazzo che amo, da 3 anni. Siamo amici (il nostro rapporto è sempre stato ambiguo fin da quando ci siamo conosciuti:è successo perché lui mi aveva notata e aveva cominciato a scrivermi. Poi siamo diventati amici e da anni c'è questo rapporto strano tra noi, in bilico tra amicizia, affetto, rispetto reciproco, stima e attrazione fisica)andiamo d' accordo e stiamo benissimo insieme, ma questo mio auto bloccarmi mi impedisce di raggiungere ciò che voglio. Abbiamo anche vissuto assieme per 4 giorni, abbiamo fatto una viaggio in Inghilterra per vedere un concerto di musica rock (del nostro gruppo
preferito), un' esperienza fantastica, ma nonostante tutto tra noi non è successo niente. Ora non ci vediamo da 2 mesi perché abitiamo lontano. Io alzo un muro con i ragazzi. Mi sono sentita dire " io ci avrei provato volentieri con te, ma c' era qualcosa in te che, non so, mi respingeva". Per esempio ieri sera ad una festa tre ci hanno provato, e in particolar modo uno: ho rifiutato senza nemmeno pensarci. Perché? Avrei potuto divertirmi un po', ma il fatto di sprecare il primo bacio con una persona che nemmeno conoscevo mi dava fastidio. Il problema è che ho un carattere in fondo forte e coerente, e se voglio una cosa non vado e me la prendo, ma aspetto con infinita pazienza che accada, non scendendo a compromessi. Però è difficile essere così, perché da un lato conseguo il mio obiettivo, ovvero il ragazzo che amo, dall' altro ho perso l' ennesima occasione, ho continuato a tenere il freno, continuerò a pensare "hai 18 anni e non hai ancora baciato nessuno, non puoi permetterti di fare determinate cose".
Io sono forte ma sono umana. Ogni tanto delle piccole cose,delle mancanze, mi distruggono. Ci sto dannatamente male.
Sempre questo ragazzo della festa, con cui ho parlato e fatto conoscenza, mi ha detto "certo che sei complicata, ragazza!" "ma sei seria!". Si sono seria e complicata non riesco a nasconderlo e vorrei non essere così dato che ho 18 anni e vorrei anche SBAGLIARE, ogni tanto. Ma non me lo permetto. Forse il mio problema è questo, prendo tutto troppo sul serio.

L'IDEA DEL SUICIDIO

sembravero Età: 38
Buonasera, stavo curiosando su internet, dato che negli ultimi 6 mesi ho seriamente considerato l'idea del suicidio. Dalla sua descrizione posso far rientrare la mia giustificazione al suicidio come appunto "esistenziale"...tutto combacia, vorrei solo essere lasciata in pace, sono stanca stanca e stanca. Insofferente e non voglio avere a che fare con niente e nessuno, non ci riesco, non riesco a parlarne con nessuno. Invento bugie su bugie e trovo degli obbiettivi che mi portano a posticipare questo mio piccolo traguardo. Sinceramente mi sento serena, penso di aver già fatto tutto quello che avrei voluto, non devo niente a nessuno e soprattutto sono libera di potermi suicidare senza rovinare nessuna famiglia. Non riesco più ad amare, in primis probabilmente me stessa, lo so bene. Ma non mi interessa, per quale scopo dovrei farlo, sono STANCA e non mi va più di sbattermi. Avevo un buon lavoro, stavo per conto mio, a cosa serve tutto questo benessere se non si è felici. Io ho amato una sola volta circa 15 anni fa, una storia che è durata 6 anni e poi tutto è finito perchè in quel momento non avevamo altra scelta. Ancora oggi ci proclamiamo eterno amore e sappiamo di aver continuato a fare le nostre vite ma sappiamo bene che saremo sempre infelici, eppure continuiamo a non fare niente. Tornando a me, non sono più stata capace di amare, non in quel modo, non con quel legame. Solo relazioni a distanza con persone lontane e che mi lasciassero libera, senza occupare troppo i miei spazi. Tutte storie finite nel giro di 8 mesi o giù di lì, quando ti rendi subito conto che una persona non fa per te, meglio chiuderla senza tante tragedie!! arriviamo al nocciolo della questione quando 3 anni fa ho conosciuto l'uomo capace di farmi amare ancora. Farmi amare alla maniera di Tolstoj, un amore che non provavo da molto molto tempo, mi sono innamorata di un uomo che sa provare dei sentimenti e della passione in ogni cosa che fa. Forse anche io sono così, ormai le persone non sono più in grado di avere delle passioni. Da quando ho conosciuto lui, gli uomini (beh anche prima in verità) mi disgustano. Li trovo sempre più insignificanti e privi di sostanza, bravi solo a volersi fare una s......a di una sera (io sono una bella donna )a bere e fumare..per non dire peggio. Le ho detto quello che provo, la storia sarebbe troppo lunga, sappia che ho dovuto rinunciare a questa persona per motivi familiari gravi di salute di mia madre. Non credo di potermene fare una ragione, ho salvato mia madre e adesso sono io a pagarne le conseguenze. Anzi lo voglio io dato che tutto è finito dopo tre anni di sacrifici....la ringrazio della sua pazienza e comprensione.

martedì, gennaio 11, 2011

AUTOLESIONISMO PER UN RIFIUTO

Sarah Età: 20
Io e L. frequentavamo la stessa spiaggia.
Io sapevo tutto di lui. Lo guardavo, lo ammiravo. Mi piaceva davvero.
Domandai ad un amico comune di presentarci.
Lui rifiutò
Non voleva nemmeno sapere come mi chiamassi.
Non mi voleva, ma certo, ero grassa. Ero una stupida ragazzina grassa. Chi vorrebbe mai conoscere una ragazzina in costume grassa.
Tornai a casa e mi buttai sul letto a piangere.
Ero stata umiliata. Davanti a tutti. Ad amici. Ai genitori.
E il motivo era così evidente. Il mio corpo mi allontanava da tutti.
Così presi le pinzette per le sopracciglia e inizia a rigarmi il braccio. Non erano tagli. Erano più che altro ferite.
Non sapevo cosa stessi facendo. Ma farlo mi faceva stare meglio.
Sono passati quasi 5 anni da quell'estate. Adesso quelle ferite sono diventate tagli. Tagli profondi. E quei tagli ogni volta diventano cicatrici. Il sangue è la mia unica soluzione per riuscire a calmarmi, per smettere di piangere, per
soffocare quelle crisi.
E' autolesionismo? Non lo so. Perchè è questa la soluzione dei miei problemi?
Non lo so.
Sono in questo vortice e non posso uscire.
L'unica cosa certa è che per calmare le mie crisi devo prendere quella lametta, incidere la mia pelle e vedere il sangue sgorgare lungo il mio braccio.

TESTIMONIANZA DAL VIVO SULL'AUTOLESIONISMO

Primaria rivista nazionale mi ha contattato per richiedere una testimonianza sull'autolesionismo.
Chiunque fosse interessato a fornire tale testimonianza può scrivermi a cavaliere@iltuopsicologo.it
La testimonianza verrà pubblicata nel più assoluto anonimato.