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venerdì, ottobre 29, 2010

CUCKOLD: CORNUTO VOLONTARIO

Gentile Dottore,

Sono una donna di 45 anni e il mio compagno è quello che si definisce un cuckold, ossia cornuto... cioè desidera e si eccita nel vedermi fare sesso con altri uomini, o immaginare che io seduca qualcuno o che qualche uomo ci provi con me...Io devo confessarLe che qualche volta ho acconsentito ai suoi giochi, ma sono molto confusa perchè mi sembra che questo non lo abbia soddisfatto e mi fa capire che desidera tantissimo che a breve io faccia sesso con un uomo. Ho letto molto sul cuckoldismo, ma quello che non riesco a condividere è come un uomo possa desiderare ossessivamente una cosa così e affermare di amare la propria compagna. Nel senso che mi è capitato di essere importunata da due uomini e quando glielo ho raccontato, invece di sentirsi offeso e arrabbiato come mi sentivo io, era eccitato al pensiero... E' brutto pensarlo, ma ho accanto un uomo che non mi fa sentire veramente Sua, protetta e sicura... E poi pensare che si ecciti solo così, senza un minimo di senso del "possesso" per il corpo e l'intimità della sua donna... Lo accetterei se fosse un gioco, un modo per trasgredire insieme, una cosa che può o non può accadere e non certo per la volontà di tradirlo o il desiderio di avere un altro uomo (da parte mia), e per l'ossessione di vedermi con altri uomini (da parte di lui).

Sono molto confusa, ci sono momenti in cui mi sembra di avere accanto un estraneo, e sono anche mortificata perchè capisco di non essere la donna che avrebbe desiderato. Magari all'inizio l'ho illuso per il mio essere trasgressiva, ma non ero innamorata..e forse pensavo lo stesso di lui...cioè che se si fosse innamorato di me non avrebbe più desiderato queste cose, ma mi avrebbe voluta solo per sè....

Ho paura che il nostro rapporto ne risenta, ho sempre il dubbio di non essere io a farlo eccitare, ma il pensiero di vedermi in altre situazioni...

Se mi può fare chiarezza....

Grazie

Distinti saluti

BUGIARDO CRONICO COMPULSIVO

salve dottore,

prima di scrivere questa mail ho girato e rigirato sul web e fra tutti i medici lei mi è sembrato di gran lunga il più competente in materia di psicologia.

Mi chiamo Sonia e sono una ragazza di appena venti anni, le scrivo perchè sono seriamente spaventata a morte da un problema che ho riscontrato in una persona a me veramente molto cara, non ho la benchè minima idea di come aiutarla, so solo che ora come ora posso farlo solamente io, non la posso abbandonare.

Ora le spiego tutto,si parla di una mia amica, ieri sera ha ammesso lei stessa di avere questa problematica quindi credo sia un buon segno, almeno questo, no? la mia amica si chiama Monica e fino a ieri sera io ero convinta che lei fosse stata malata di leucemia, che avessero tentato di stuprarla a tredici anni e tante altre cose di simile gravità ed enormità: ne sono stata convinta per mesi e mesi, ho pianto, ho cercato di esserci, di starle vicina, ho cercato anche di non farla sentire diversa , perchè era così che diceva di sentirsi, erano tutte quante bugie . La bugia leucemia è partita dal dicembre 2009, soltanto io ne ero a conoscenza, mi disse di aver fatto dei cicli di chemio, di aver conosciuto un medico da cui era andata piangendo che si era fatto carico di tutto essendo che sua madre non ne sapeva niente, infine intorno ad aprile/maggio mi aveva raccontato di essere stata operata, di aver fatto il trapianto di midollo (mi ero persino offerta di donarglielo io) e dopo avermi detto di aver fatto tutti gli esami di essere guarita. Mi chiedeva spesso di andare con lei quando "faceva le cure", molte volte non potevo, altre dicevo di si ma lei la rigirava in modo tale che non ci sono mai andata(mi faceva sentire enormemente in colpa per questo), non rispondeva al cellulare per ore quando diceva di farle, siamo anche andate insieme al mare e lei, che diceva di temere una ricaduta, continuava a dire che, forse, non era il caso per via dello iodio che accellera i processi cancerogeni. Io l'ho vista stare male, dottore, lei diceva di morire di dolore alla schiena, era pallida, aveva anche delle macchie in cui non c'erano capelli. Era tutta una bugia. idem l'altra, quella dello stupro che prima era tale, poi diventato tentato essendo che diceva di aver "rimosso" e ricordava man mano e poi ieri mi ha detto: "non so se è successo" seguito da "anto non sono mai stata malata e non mi sento in colpa, scusa". abbiamo litigato, tante, tante, volte perchè secondo lei non le stavo vicina abbastanza, perchè lei poteva morire, diceva sempre. Di menzogne ce ne sono tante altre, sicuramente, mi ha raccontato tante cose che molto probabilemente erano una bugia. Ieri sera mi ha detto: "te lo sto dicendo perchè io ho bisogno di aiuto", riconosce un problema, ma io cosa posso fare? ho cercato su internet, ho scoperto che esiste una sindrome di bugiardo cronico compulsivo che spinge a mentire senza una ragione ben precisa. Premetto di aver pensato fosse per attirare la mia attenzione perchè verte tutto su di me, sono cose che non sa nessun altro, io credevo per non farsi additare come malata. Credo che lei conosca perfettamente questa sindrome e possa darmi un suo onesto parere. Ho letto, sempre navigando, che una cosa da fare è arrabbiarsi quando si smaschera una menzogna, su questo punto io ho sbagliato essendo che ieri sera le ho detto che non mi importava delle buge che avesse detto, che volevo solo aiutarla, continuava a chiedermi se la odiassi o se fossi arrabbiata, continuavo a rispondere di no, che ero spaventata e preoccupata. credo di averle dato quello che voleva, la mia preoccupazione, quindi è stato un madornale errore.

perdoni la caoticità di questa mail ma la lucidità di questa mattina non mi permette maggiore chiarezza.
cordiali saluti

EMETOFOBIA

Egregio Dottore,
le scrivo in merito ad un disturbo che da ormai 12 anni mi sta rovinando la vita e che non ho avuto forse la fortuna di risolvere con gli innumerevoli Psicologi,Psicoterapeuti,Psichiatri che ho consultato,di quelli che mi hanno visitata e di quelli che mi hanno tenuta in cura per anni e anni.
Mi chiamo Sara e ho 32 anni.
Soffro di Emetofobia (ndr paura di vomitare),quella cara fobia che fa sgranare gli occhi ai suoi colleghi perchè a detta loro totalmente sconosciuta...
Tramite siti vari ho conosciuto tantissimi ragazzi che come me soffrono di questa patologia,quindi non credo ancora di essere virata verso la pazzia,inventandomi e rovinandomi la vita per qualcosa di inesistente.
Svariate volte sono stata classificata anoressica,ma con la mia ignoranza in tal senso credo che sia stato per loro più facile asserire a questa diagnosi....forse più facile,forse più nota,forse sulla cresta dell'onda...
Ho perso le speranze di guarire,ma non perchè non ci sia da parte mia la volontà per farlo,o l'impegno necessario,ma solo perchè sul mio cammino ho sempre e solo trovato persone incompetenti,a mio avviso,nel settore.
Non mangio per paura di vomitare,non esco per paura di essere contagiata da qualche virus intestinale,non vivo ma bensi sopravvivo alla paura del vomito.
Vorrei chiederle aiuto...anzi glielo sto già chiedendo.
Non mi aspetto i miracoli,nè tantomeno credo che lei abbia la bachetta magica per farmi dimenticare la mia paura,ma ho la speranza che lei sappia... In attesa di un suo gentile riscontro,le porgo sin d'ora i miei più cordiali saluti,esponendole la possibilità di farmi seguire da lei.
Con stima.

lunedì, ottobre 11, 2010

NON RIESCO A VINCERE I MIEI PROBLEMI

SolamenteIO Età: 30
Gent.mo Psicologo, per fortuna ho trovato un sito in cui una persona come me può trovare un minimo di aiuto.
Vengo subito al punto.
Sono un ragazzo di 30 anni e non riesco a vincere i miei problemi.
Della maggior parte di loro conosco sia gli effetti che le cause, ma non avendo in mano le soluzioni e in altri casi semplicemente la forza di metterle in pratica vivo dei giorni piatti, tutti uguali e senza la pace nel cuore.
Provo ad essere il più sintetico e chiaro possibile.
Vengo da una famiglia particolare, isolata dai parenti con un padre che si disinteressava a me (che poi ho scoperto causati da suoi traumi infantili) (il giorno della mia laurea mi ha addirittura chiesto in che mi laureavo di preciso... fate voi), una madre che avendo subito fin da piccola poche attenzioni ed affetto non è riuscita a non fare altrettanto con me, nel senso che sebbene mi volesse molto bene e si preoccupasse non aveva mai gesti d'affetto o complimenti da farmi.
A causa di ciò ho sviluppato una scarsa affettività e timore dei contatti fisici che ha sempre cozzato con una mia qualche forma di empatia che mi permetteva di capire cosa provavano gli altri ma solo ad un livello logico.
In pratica ho imparato fin dalle elementari ad allontanarmi dalle emozioni e i sentimenti.
Questo mi rendeva strano e quindi allontanato dagli "amici" fino all'età di 20-21 anni.
Fino a quest'età infatto ho passato anni da incubo, emarginato ed incapace di comprendere come cambiare la mia vita perchè non mi vedevo come gli altri, ma li sentivo distanti come visti da una finestra dove mi trovavo a studiare i loro compartamenti per imparare a farmi accettare invece che vivere spontaneamente ed accettare chi, a quel punti, si avvicinava spontaneamente a me.
In questo contesto ho perso occasioni di amicizie e amori enormi.
Finite le superiori decisi di andare all'università perchè la vedevo come un'occasione che mi avrebbe costretto a cambiare.
I primi anni ho cercato di usare una maschera che mi premettesse di amalgamarmi con gli altri (ora mi accorgo che probabilmente era trasparente e quindi inefficace), ma ho anche avuto fortuna incontrando degli amici stupendi che me l'anno fatta togliere poco alla volta e vedendo ciò che c'era sotto non mi hanno abbandonato, anzi...
Qualche anno fa però anno cominciato ad allontanarsi sia da me che tra loro: che una volta laureato tornava a casa, chi ha cominciato una vita diversa per via di nuovi amori, chi ci ha lasciati per sempre e così via.
Mi sto sforzando di fare da collante, ma vedo che non ci riesco.
Nel frattempo anch'io sono tornato a casa ritrovando lo stesso ambiente da cui ero fuggito.
Ora ho degli "amici", li scrivo tra virgolette perchè vedo una superficialità in loro che oramai dopo 5-6 anni mi nausea, ma continuo a tenerli stretti perchè in questo tempo non sono riuscito a farmene altri e loro hanno paura di perdermi perchè (per loro stessa ammissione più o meno velata) senza di me che propongo argomenti e faccio battute non riescono a divertirsi.
Tra l'altro con loro non mi sento libero di essere me stesso e continuo con le maschere.
Non riesco a trovare uno straccio di lavoro sebbene tutti gli studi dove mi propongo di fronte si congratulano con me per le mie capacità e dietro se ne
fregano perchè nonostante mille promesse non mi richiamano.
Ora veniamo al alto più penoso della storia: le donne.
Non ho mai avuto stima di me, vuoi per il mio passato di tonto del villaggio e vuoi per il fatto che non ricevo mai apprezzamenti per i miei sforzi.
Questo si traduce che sebbene molte persone (ebbene si, anche le ragazze) mi ritengano un bel ragazzo, quando mi è capitato (poche volte a dire il vero) che delle ragazze piuttosto carine mi facessero capire di essere interessate a me, avevo paura e facevo finta di non cogliere i loro messaggi fino a che non si stufavano. Analogo discorso accadeva con quelle ragazze che non mi piacevano. Se poi la mossa la dovevo fare io allora le situazioni diventavano le più assurde.
Premetto che non mi sono mai innamorato realmente, ma al limite ho avuto delle infatuazioni.
Insomma se cercavo di farmi avanti avevo quasi degli svenimenti, oltre alle altre cose che possono accadere ai più timidi, e prima di darmi una mossa facevo passare talmente tanto tempo che all fine adottavo la filosovia della volpe e l'uva e me ne disinnamoravo cercandone i difetti.
In parole povere a 30 anni non ho avuto mai una donna.
Che patetico!!!
So che dovrei ricorrere ad uno psicologo, e pure bravo che qui la cosa non è semplice, ma tra la paura di aprirmi di persona e le cose scioccanti che ho sentito su certi psicologi o psicoterapeuti della mia zona, ho paura di peggiorare la mia situazione che è già precaria di suo.
Dico che è precaria perchè perchè è dall'età di 12 anni che penso quasi quotidianamente al suicidio.
Forse dalla lettera non sembra perchè cerco di ostentare una certa sicurezza anche qui, ma in realtà di quello che si vede di me c'è ben poco che sia vero.
Sono arrivato a 30 anni grazie alla fede e alla speranza (anche perchè ho paura di finire all'inferno, il che vorrebbe dire soffrire per l'eternità il che, visto che già non sopporto i pochi anni infelici passati, non mi pare il caso), ma da un'annetto anche la fede mi sta abbandonando, e mi sento sempre più solo e fallito.
Non so che fare, o meglio non so farmi forza per affrontare i miei problemi.
Non so che aspettarmi, o probabilmente non mi aspetto niente, mi sfogo solamente mentre continuo a farmi sbattere dalla corrente degli eventi che non ho la forza di contrastare.
Scusatemi se depresso ancora di più qualcuno.

STO MALE IN SEGUITO AL SUICIDIO DI MIO FRATELLO

sobsob Età: 31
Salve, stò male e ho bisogno di aiuto, qualche mese fa ho perso mio fratello, si è suicidato, non riesco a darmi pace, mi sento in colpa per non essere riuscita a far nulla, non sono riuscita a capire quanto stava male e ora, non c'è più e non posso più fare nulla, non posso dirgli quanto gli voglio bene in più mi sento in dovere verso i miei genitori di tenerli su di morale, di aiutarli in ogni cosa di fare in modo che non sentono la sua mancanza, so che non è possibile soprattutto per mia madre, la perdita di un figlio è una cosa dilaniante per una madre ma io vorrei cercare in qualche modo di farla star meglio, ogni tanto la vedo con lo sguardo perso nell vuoto e non so cosa fare, la lascio stare o la interrompo dai suoi pensieri? Devo essere dura e cercare di farla parlare, fare in modo che si sfoghi o devo lasciar stare e aspettare che il tempo passi? Grazie

MI MASTURBO SU DONNE, TRANS E UOMINI

walter Età: 25
Vi chiedo un aiuto per comprendere una situazione della mia vita che non riesco a comprendere del tutto.
Quando andavo all'università,per 1 anno ho fatto pochissimi esami ed invece di studiare passavo ore davanti al p.c. a masturbarmi su donne,poi trans e infine qualche uomo.Ecco cercavo nel porno le risposte alle mie angosce.
Poichè mi sono sempre piaciute le donne ma non riuscivo a spogliarmi e fare sesso con loro.
Poi,un giorno mi feci coraggio e provai con una donna ma non ebbi erezione.
Da allora in poi catastrofe.Ho passato 1 anno in preda a d ansia e attacchi di panico.
Mi facevo pensieri del tipo:"sei impotente,sei gay,non riesci ad andare con le
donne ect..."
A ciò si accompagnava il fatto che l'università andava male e la mia vita era in declino.
Il fatto che in quei momenti di stress mi masturbavo su trans ed uomini,poichè non riuscivo a studiare,e non so perchè perdevo cosi le mie giornate mi procurò ossessioni inutili su uomini in generale.
Poi con pazienza il tutto si attenuò,incontrai la mia attuale donna,con cui non solo feci la mia vera prima volta,ma tante migliaia ancora(tutte bellissime e
appaganti).
La mia domanda è:Perchè allora ora che ho trovato una stabilità affettiva/emotiva/sessuale in periodi di stress mi tornano alla manete quei pensieri?forse perchè non riesco a perdonarmi quelle cose?Ho sempre puntato alla perfezione nella vita,è questo il guaio?Grazie per la risposta

HO TENTATO IL SUICIDIO MENTRE MIO PADRE STAVA MORENDO

Giada Età: 29
Salve a tutti ..mi kiamo Giada ho 29 anni e voglio parlare di questo dolore ke mi mi stringe la gola e nn mi fà quasi respirare...mio padre e morto il 20/04/2009 con una morte bruttissima,e iniziato con un ictus e x miracolo si e salvato poi un tumore alla viscica ,e gli e l'hanno tolto ,poi un tumore alla tiroide e nn si poteva togliere xkè era ammalato di ictus ,questo tumore gli e diventato più grande di una palla da tennis...e alla fine e scoppiato e tutti i giorni andava in emoraggia .Si vedeva la carne all'interno la pelle ke gli pendeva dal collo e tutto quel sangue,nn riusciva a mangiare a bere .il dottore lo kiamavamo e scappava inorridito x l'impressione,io e mia sorella aiutavamo l'infermiere x la medicazione ,il tumore si era diffuso in tutti gli organi,io ad un certo punto ho tentato il suicidio e sn stata ricoverata x 10 giorni imbottita di pillole mi sn persa gli ultimi giorni cn mio padre e nn me lo potrò perdonare mai!!!!!!!!!!!ora nn mi resta ke piangere ed avere questo rimorso x tutta la
vita .volevo sfogarmi cn voi

MAL D'AMORE

sognatrice disincantata Età: 33
Ho 30 anni e non sono in grado di prendere decisioni
Orfana di padre dall'età di 8 anni ho avuto un lutto in età adulta
Ho creduto di amare una donna all'età di 17 anni ed ho avuto una relazione per 5 anni con un uomo lasciato un anno fa perchè non ero felice da tempo anche se on riesco a non pensare a lui o ad immaginare la mia vita senza lui, ho onosciuto un altro uomo che inizialmente mi ha aiutata e resa felice ed ora
cerco di avere "entrambi"...sotto ogni punto di vista il primo rappresenta la icurezza e l'intesa fisica il secondo la gioia e la spensieratezza. Non iesco a rinunciarvi ho paura di sbagliare e di restare sola, ho paura di aver bagliato tutto nella vita e purtroppo sento di avere un valore solo se ualcuno mi ama e mi chiama anche se nel resto degli ambiti sono una donna utonoma la cosa strana e che non mi sento in colpa di vivere questa doppia ita sò che è sbagliata non la condivido credo che ne verrò punita ma non iesco a fare a meno di nessuno dei due
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flavia età: 33
sono sposata da 8 anni (+ di 3 di fidanzamento). amo mio marito e i nostri figli, ma nonostante questo da 6 anni ho una storia a intermittenza con un ragazzo che mi fa provare emozioni fortissime e con cui ho un'attrazione inspiegabile...lui mi cerca di rado, dato che sono impegnata e lui vorrebbe crearsi una famiglia...ma poi non resiste e ogni volta mi cerca e io cedo sempre. usciamo x uno o due mesi e poi scompare xchè dice che lo assillo...in effetti io lo cerco tanto xchè sento che non si lascia andare anche se vorrebbe...+ volte mi ha detto che anche x lui il nostro legame è speciale e che con nessuna ha mai provato ciò che prova x me...io "sento" che è vero e non lo dice solo x stare con me...anche xchè non ce ne sarebbe bisogno...
ora mi ha appena "lasciata" x l'ennesima volta e non so come fare x levarmelo dalla testa. anche xchè lo voglio ancora, anche se i sensi di colpa e
le sofferenze sono enormi...continuerò così in eterno? aiutatemi...
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morena81 Età: 29
la mia richiesta, e per la persona che ancora amo e che sono stata per circa 5a anni de convivencia e quasi matrimonio, lasciat dallniente solo che in lui si era qualcosa rotto.il mio ex fidanzato di 28anni soffre di questo disturbo,( love addicion). io vorrei sapere se questo problema si puo risolver a trovare un punto d'accordo per portare avanti una relazione, a grandi rasgi mi ha spiegato qualle sono le concequensie, su questo fatto vorrei essere spiegata per bene in cosa consiste...lui mi a lasciata per la su ex fidanzata che lascio 4 anni fa un mese 1 del matrimonio, dicendomi che non l'aveva dimenticata,questo fatto avuto inizio all fine de luglio, con questa ex a durato un mese alla fine agosto lei li ha detto ke non lo voleva più e tornato da me salturaiamente, perche sendo chiara e atratto sessualmente di me, mi ha chiesta splicitamente di vederci solo per questo quando me ne andrò via di casa e questo en un altro fatto io comvivo con lui ancora spero per poco perchè questa situazione e pesante per mè sono stata la sua amante per tutto questo periodo.adesso sarà dalla 15 de settembre ne ha trovato un altra ragazza per la qualle passa ore al telefono come un raggazzino e anche qui dichiara di amarla corre con le parole, la chiama vita mia e altre che adesso non sto a dirle, io nnon loso come una persona puo cambiare facilmente i semtimenti ho va alla ricerca de nuove emozioni, e forse per il disturbo a dire di lui e si,non so se soffre pemso di si per tutto quell poco che mi ha fatto vedere,è che lui e molto bugiardo le bugie sono al ordine del giorno,veramente dottore li chiedo la sua risposta per che io sto male sto cadendo in un depressione brutta e tutto per amore io non loso... la ringrazio e spero la sua risposta saluti.
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kikka Età: 25
Il mio lui mi ha chiesto che al momento vuole stare da solo..al massimo mi consente di sentirlo via sms ma,solo messaggi ''lievi''.
Tutto questo perché,a senso suo,negli ultimi tempi mi sono fatta sentire poco e che,appena lui me l'ha fatto notare,sono ritornata come prima.Ma non é vero!Io sono sempre la stessa!
Stò male a non vederlo..mi ha concesso forse di vederlo ma solo per parlare.Stò male a non sentire i suoi messaggi.Piango spesso!
Penso che,forse,lui me lo vuole fare capire indirettamente che non vuole stare più con me.
MI SENTO VUOTA!!!
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Invito tutti coloro che pongono come richiesta di consulenza online una problematica affettiva o relazionale a porre quest'ultime all'interno del forum del sito www.maldamore.it ( http://www.maldamore.it/public/FORUM/ ) dove si troverà ascolto e sostegno da parte degli altri utenti