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mercoledì, maggio 31, 2006

CODIPENDENZA

massimo N° di riferimento: 27803602 Età: 36 Buona sera Dottore...Ho 36 anni ho avuto una storia d'amore con una ragazza di 28 anni con problemi bulimici anche se lei dice di non essere cosi..svuota il frigo ogni 4/5 giorni ma non vomita cosi' almeno mi dice, sono rimasto molto legato a lei nonostante e 4 mesi che ci siamo lasciati, dice che sono l'uomo della sua vita ,sono molto combattuto perche non riesco a capire se il mio e' amore, o ,alla fine una missione...non e' facile capire e accettare certe cose!!riesce ad essere la donna piu' dolce del mondo e nello stesso tempo la piu' ""cattiva"nel senso buono della parolaDa piccola e' stata anoressica con un padre che non ha fatto il padre tutt'altro (pero'lei l'adora)la trattava male la picchiava insomma un poco buono,sua madre succube della situazione ,lei da piccola si autopuniva a scuola perche'non gli chiedevano niente su come andassero i compiti ecc ecc...la mia domanda e'come posso affrontare la situazione ,non voglio che succeda niente di cui possa pentirmi, lei mi ADORA, E forse io non riesco a capire se il mio e' amore o compassione ...Ho paura,cerco di allontanarla piano piano, come per non fargli male,ma forse e'sbagliato?come faccio?non so capire se il mio e' amore,ma io sto bene sono felice con amici,famiglia ecc.Io ho una famiglia che mi adora ,lavoro in una banca anche se non e' proprio il massimo per me abituato a fare il rappresentante e poi l'ambiente e' bruttissimo...cmq tutto bene per quello che mi rigurda..Aspetto almeno un consiglio, e la ringrazio anticipatamente ,e complimenti peril suo sito.....Massimo
La sua potrebbe essere codipendenza. La invito a leggere l'articolo http://www.maldamore.it/codipendenza.htm. che le potrà essere utile. Cordiali saluti.

PORNODIPENDENZA ?

vanessa N° di riferimento: 883119114 Età: 26 Ho problemi sessuali con il mio ragazzo. lui (saltuariamente o meglio non so) guarda siti porno, li guarda al lavoro(spesso) in quanto a casa non ha internet. quando e' in ferie se puo' si noleggia film, a casa sua ha decine di giornali vecchi che ogni tanto si guarda. lui dice che non fa niente che possa influire sulla nostra vita sessuale e che li guarda per curiosita', perche gli piacciono e perche' sono un documentario da cui trarre spunto.il sesso tra noi e' presente ma per essere dei vent'enni lo definirei mediocre. capitano episodi per me frustranti come donna.."siamo sotto la doccia nudi e lui non ha alcuna reazione". non vivo bene, mi sento spesso umiliata e impaurita.
Lei nella sua email tende ad attribuire difficoltà nella relazione ad una probabile pornodipendenza del suo compagno. Potrebbe anche essere plausibile la sua ipotesi, ma lei, essendone coinvolta direttamente, è la persona meno indicata per aiutarlo. L'unica cosa che può fare è convincerlo di riflettere sulla sua pornodipendenza, ed eventualmente parlarne anche con lei se lui ritiene che sia anche un problema relazionale. La rimando anche a precedenti risposte sull'argomento. Cordiali saluti.
forse non posso aiutarlo direttamente..forse non e' pornodipendenza ma per me una persona che necessita di pornografia due o tre volte alla settimana o forse di piu' perde il vero gusto di fare l amore con una donna. l'istinto sessuale non e' piu' finalizzato alla partner.la cosa piu'brutta e' che aumentano le mie insicurezze anche se so di non essere io la causa. mi sento preferita ai film porno. un giorno mi ha detto "scusa amore ma stasera sono troppo stanco non sapevo cosa fare oggi e mi sono guardato film porno tutto il giorno". vivo nell'angoscia tutte le giornate in cui so che si e' tuffato sui suoi siti porno perche so che per me non c'e' piu spazio. anche quando facciamo l'amore penso che lo faccia non perche' sono io ma perche' si e' guardato qualcosa poco prima di vedermi. forse sbaglio io? lui dice che per un uomo e' la normalita'.
Lei non sbaglia. Ma la consapevolezza deve nascere dentro di lui. La nascita di questa consapevolezza potrebbe essere aiutata da un suo atteggiamento più fermo e deciso all'interno della relazione. Cordiali saluti.

TRADIMENTO

paola N° di riferimento: 617146920 Età: 50 Sono una casalinga mio marito è un medico a dicembre ho scoperto il tradimento che durava da quattro mesi e a detta di mio marito era un rapporto solo telefonico perche la persona coinvolta risiedeva in altra regione. Ero una di quelle persone orgogliosa del rapporto di coppia e pensava di essere immune dal trauma tradimento.inutile dire che ti crolla il mondo addosso.non mi fido piu di nessuno anche perchè mio marito non ha voluto rivelare il nome di questa persona e io ho il dubbio che possa essere una persona vicina a me.lui mi ha assicurato piu volte che tutto è finito nel momento in cui io ne sono venuta a conoscenza sono distrutta non riesco a guardare più mio marito in faccia cosa devo fare.
E' una decisione che spetta solo a lei. Le posso solo dire di non essere troppo severa con suo marito. Se fosse vero ciò che le ha raccontato suo marito, potrebbe essere stato solo un momento di "debolezza", che poteva capitare anche a lei. Un rapporto che dura da anni di solito a solide basi. Un piccolo terremoto può creare qualche crepa, riparabile, ma non lo farà crollare. Per maggiori approfondiementi la invito a leggere www.maldamore.it .Cordiali saluti.

venerdì, maggio 26, 2006

OBESITA'


Marisol N° di riferimento: 952800544 Età: 27 Salve, sono una ragazza di 27 anni e da quando avevo 7 o 8 anni soffro di una forma di obesità che tento di curare da sempre senza risultato. Negli ultimi mesi soffro di insonnia e se riesco a dormire riposo molto male.Pertanto sono sempre molto stanca ed a lavoro faccio molta fatica. Soffro sin dall'infanzia di cefalea e di una lieve forma di carenza immunitaria. Lotto in una famiglia divisa fra un padre assente e spesso violento ed una madre che adoro e che non vorrei mai lasciare ed un fratello a cui voglio molto bene e che fin da piccolo è stato come un padre. E lotto fra l'apparenza di un focolare domestico normale e la vera natura fragile di esso, con litigi interni spesso vergognosi. Ho pensato al suicidio molte volte, soprattutto nelle ultime 2 settimane ma non ho mai avuto il coraggio, per non deludere mia madre e mio fratello e soprattutto per non abbandonarli. Per riuscire a colmare il vuoto che sento mi sono sempre rifugiata nel cibo ma mi sono resa conto che questo mio comportamento non era una semplice negligenza di bambina. Con il passare degli anni ho scoperto che mangiare mi aiutava nei momenti difficili, che leniva il mio desiderio di autostima. Poichè mangiare, oggi,che sono una donna, non mi basta più e mi ha portato ad odiare me stessa ed il mio aspetto fisico, ho cercato un modo diverso di trovare un poco di quiete. Da qualche mese mi provoco dei tagli sulle braccia e sulle gambe. Così facendo sento nei momenti di estrema agitazione e tensione il cuore rallentare e riesco a tornare un poco lucida. Ad essere sincera vorrei parlare con mia madre di questo problema ma ho molta vergogna, quando sto per farlo ho solo voglia di piangere e penso al dolore che causerebbe a lei che mi vuole bene e che tradirei ed abbandonerei, sola in una brutta situazione. Non ho un ragazzo e la mia vita sociale è divenuta pressochè nulla, stare in mezzo alla gente mi crea spesso disagio, solo quando sono con una persona che conosco riesco a resistere qualche ora. Questo è ciò che sento ma poichè sono molto brava a non far notare all'esterno quello che provo, da sempre sono vista come una persona dal carattere forte e solare, soprattutto dai miei familiari. In realtà quello che ho creato è una maschera e questa grande solitudine che adesso provo sta sfociando in comportamenti al limite della normalità. In passato ho cercato di ribellarmi a questo stato e grazie all'aiuto di mia madre, sul piano del cibo,riuscivo a controllarmi. Adesso che sono autonoma, anche dal punto di vista economico, mi sembra di avere la senzazione che l'autocontrollo mi scivoli via dalle mani. Da sola non riesco a continuare in modo normale e temo che rivolgermi ad una persona competente possa scatenare e una tempesta all'interno della mia famiglia, che ormai ha come collante una debole apparenza di normalità. Che cosa mi consiglia di fare?Attendo fiduciosa una sua consulenza. Mari79
salve marisol, la sua è una situazione familiare "standard" nei casi di obesità, nel senso che spesso si riscontra in tali famiglie una situazione caratterizzata da un padre assente e una relazione con la madre molto forte, quasi simbiotica.Ma a quanto leggo il suo disagio non riguarda solo il suo rapporto con il cibo,o con il corpo, ma anche il rapporto con suo padre, lei è diventata una speciedi crocerossina della casa, che si sforza di tenere tutti uniti e addirittura non rivela il problema a sua madre per paura di farla soffrire troppo...Le consiglierei di riflettere su questo: è possibile che sua madre possa soffrire di più nel momento in cui viene a sapere che il suo disagio esiste già da un pò di tempo e non gliel'ha detto e soprattutto non ha fatto niente per stare meglio????Le consiglio di gettare la maschera, di pensare a se stessa e di intraprendereun percorso terapeutico che possa aiutarla a risolvere i suoi antichi problemi.In bocca al lupo. Dott.ssa Roberta Santoro

giovedì, maggio 25, 2006

ANSIA A VITA ?

anonima N° di riferimento: 544702486 Età: 28 Buonasera dott.re volevo chiederle se è possibile uscire dal circolo vizioso che si crea quando uno soffre d'ansia, ho sentito pareri diversi di conoscenti non medici, che dicono di no. Quando uno ne soffre per la prima volte poi se lo porta dietro per sempre, vorrei gentilmente avere un suo parere magari prorpio sul mio caso.Io sono 7 anni che soffro di attacchi dipanico, da quando una mattina mentre ero al lavoro ho cominciato a sentire un dolore allo stomaco poi tacchicardi e tutti i sintomi degli attacchi.All'inizio ho chiamato mia madre e lei mi ha detto che probabilmente non avevo digerito la colazione, ma non era così, mi sentivo come non mi era mai capitato in vita mia, come se stessi per morire.Nel pomeriggio stavo talmente male che ho chiesto di portarmi al pronto soccorso, li mi hanno visitato constatando che soffrivo di gastrite e colite.Quindi sembrava tutto risolto ed invece da quel giorno ho iniziato a soffrire d'ansia. Parlandone con mia madre che ne soffre molto anche lei, siamo arrivate a capire che è stata una reazione ad un periododi altissimo stress(la morte di mia nonna alla quale ero molto attaccata, mio padre in ospedale nello stesso momento,preoccupazione per mia madre,sono figlia unica, problemi al lavoro, e una persona al mio fianco non in grado d'aiutarmi).Ora dopo 6anni ne soffro ancora tanto, per superarli mi aiuto con "i fiori di bach".La ringrazio per avermi ascoltato.Saluti
Quando arriva per la prima volta un attacco di panico, nella nostra vita è come se si creasse un prima ed un dopo. E ci chiediamo se la nostra vita potrà ritornare ad essere come prima. La risposta è affermativa. Il dubbio riguarda i tempi e che cosa intendiamo per "guarigione". La guarigione può essere rappresentata anche dall'imparare a convivere con la sintomatologia ansiosa e ad accettarla come parte di noi stessi. Facile a dirsi, difficile a farsi, mi risponderà. Ma non impossibile le dico, e spesso la sofferenza è anche una grande occasione di crescita. Vada incontro alla sua ansia, non cerchi di sfuggirla, è l'unico modo per combatterla, e forse un giorno non averla più. Purtroppo la limitatezza di una consulenza online m'impedisce di esserle maggiormente d'aiuto

ETERO O OMO

Andre N° di riferimento: 984338424 Età: 20 Salve, ho vent'anni,una famiglia normale e frequento l'università con dei dubbi sulla scelta ma sono sempre stato un dubbioso quindi non ci ripenso.Piuttosto sono ansioso e molto chiuso in me stesso,probabilmente soffro di una lieve ansia sociale,frequento poco gli amici,faccio fatica a conoscere nuove persone.Fino a qualche mese fa vivevo un pò sulle nuvole,adesso mi è tutto più chiaro, mi sembra di aver perso il treno.Tempo fa è capitato qualche volta di piangere senza motivo,anche dopo una giornata bellissima,di un pianto difficile, adesso non succede più neanche se ci provo per sfogarmi ma sento quasi continuamente come un nodo alla gola e una tensione fastidiosissima intorno agli occhi che a volte mi si velano.Quando sto con i miei amici è peggio perchè devo fingere di stare bene,sennò che dovrei dire?Poi spesso di giorno quando sono solo che compio azioni ripetitive mi viene da ridere senza motivo. Parallelamente a questa situazione che è piuttosto recente, ci sta un vuoto affettivo e un incertezza sessuale: dicono che sono un bel ragazzo ma nonostante questo non ho mai avuto alcuna esperienza in campo amoroso e sessuale. Ho avuto alcune occasioni ma le ho sempre rifiutate per la troppa ansia che mi mettevano; ci sono state ragazze che mi piacevano ma non ho mai osato dichiararmi.Il fatto è che sono anni che non provo un'attrazione fisica,un'emozione, per qualcuna,ma solo al massimo profonde simpatie.Mi capita in effetti di sentirmi sessualmente attratto verso alcuni maschi, ma in modo tanto leggero che non riesco a capire se sono omosessuale o meno. Di fatto io non provo alcun desiderio sessuale.Se vado indietro con i ricordi mi sembra che tutto questo lato,quello istintivo, non sia mai cresciuto: ho vissuto,forse per paura di soffrire,ma anche perchè più ansioso della media, quasi solo di scuola e libri per tanti anni. Adesso provo a guardarmi in giro ma è inutile, non sono capace di eccitarmi se non tramite fantasie sessuali che hanno un che di masochistico e omosessuale, e il cui oggetto è anche una delle mie fobie.Non è strano? Cosadovrei fare per capire chi sono?Non so se devo considerarmi un eterosessuale fallito o un omosessuale nascosto.Grazie per l'attenzione.
Ne l'uno e ne l'altro. Probabilmente la sua fobia sociale le ha impedito di relazionarsi con l'altro sesso, e può aver comportato un attrazione verso lo stesso sesso, con cui è più facile relazionarsi. Per cui non si chieda, in questo momento, qual'è la sua scelta sessuale, ma cerchi, assolutamente, di relazionarsi, in maniera più spontanea possibile con entrambi i sessi. Solo così capirà che cosa desidera veramente. E per il momento non dia troppo importanza a fantasie e fobie, hanno un importanza relativa. Saluti

lunedì, maggio 22, 2006

DSITURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO

giovanni N° di riferimento: 579181347 Età: 42 Buongiorno , mi chiamo Alberto e sono di Pisa, con questa email intendo porLe naturalmente un quesito e la risposta che ne deriverà per me è molto importante. Le espongo subito il problema: mia suocera che ha più di 65 anni ,che vive con il marito più ansiano e chiaramente succube di lei, ha riempito casa di sacchetti di rifiuti ( sia suoi che di altri lasciati vicino ai cassonetti ).Queste manifestazioni , a testimonianza di mia moglie , si sono presentate anche quando sua madre era più giovane e purtroppo ora è arrivata a questo punto che non è più tollerabile. Sia per problemi igienici che di salute è indispensabile affrontare il problema. In questi giorni ho cercato di capire sequesto disturbo aveva una classificazione in medicina , ed ho capito che viene chiamato "disturbo ossessivo compulsivo e nella fattispecie quello di "accaparramente/accumulo di cose". Mia moglie vorrebbe affrontarlo direttamente entrando nella casa e inziare a svuotarla di tutto quel che trova di "inutile" ma non sa come potrebbe reagire sua madre. Io invece vorrei perlomeno parlare prima con uno psicologo o psichiatra per sapere da che parte iniziare ad affrontare questo problema.Voglio precisare che mia suocera non presenta assolutamente altri disturbi e "sembra" una persona normalissima e autonoma. In conclusione Le chiedo quale sia la strategia giusta e se ci sono possibilità reali che si possa guarire o controllare questo disturbo.La ringrazio in anticipo per la Sua riposta e Le porgo distinti saluti.
La sua ipotesi diagnostica potrebbe essere esatta. Ma è necessario che la diagnostichi un psicologo o psichiatra, che deciderà anche sulla terapia più adatta. Qualsiasi tentativo di risolvere la sintomatologia, che vuol porre in essere sua moglie, rischia di rivelarsi fallimentare. Tenga conto anche dell'età di sua suocera, 65 anni, che la rende più "resistente" a cambiamenti "volontari" del comportamento perchè più radicati. Cordiali saluti.

PORNODIPENDENZA

guapaloca N° di riferimento: 8524525 Età: 28 Sono una ragazza di 28 anni,fidanzata da 3 anni, non sono una ragazza bellissima, ma per il fatto di essere straniera, di aver un bel fisico, tanti ragazzi mi vengono dietro. Allora voi mi direte, qual\'e\' il tuo problema? il mio problema e\' che il mio ragazzo non prova desiderio sessuale verso di me. in quasi tre anni che stiamo insieme saranno poche le volte che siamo riuscite ad avere rapporti, ci sono delle volte che lui non si eccitta nemmeno.All'inizio diceva che era per colpa mia, perche' io ancora ero amica del mio ex, e lui non poteva avere un relazione stabile con me, dopo quando ho dovuto lasciar perdere l'amicizia con il mio ex, mi ha confessato che aveva unproblema di adizione al cibersexo, cioe' a me non mi toccava ma tutte le sere faceva sesso via internet con altre donne, mi ha chiesto di aiutarlo a superare questo e sono stata sempre al suo fianco. Le cose cmq non miglioravano, e mi ha dato la scusa che come non avevamo intimita' il nostro rapporto era troppo difficile, e mi aveva convinta a che quando all'inizio di quest'anno andavamo a vivere insieme tutto sarebbe cambiato, ma come avrete gi'a immaginato non 'e cambiato niente, e quando le chiedo come mai, mi dice che 'e tutto colpa mia, perche' parlo troppo dei miei amici maschi..., io invece le chiedo se continua a fare cibersexo e lui mi pergiura di no, anche gli chiedo di andare da un dottore e mi dice che devo solo aver pazienza, e io purtroppo ho avuta troppa pazienza oramai sono tre anni che sto con questo ragazzo, e devo ancora aspettare 3 o 4 mesi a che mi tocchi, e solo e esclusivamente perche\ le rompo le palle. Ahhh, mi dimenticavo lui mi dice che mi ama follemente,e e' impossibile che ci sta con unaltra. ho bisogno di un consiglio per favore, perche' sto troppo male, mi sento uno schifo.
Non metto in dubbio che lui la ami. Ma la sua pornodipendenza interferisce con la vostra vita relazionale sessuale. Lei deve convincerlo a chiedere aiuto ad uno specialista od a uno dei tenti gruppi di auto-aiuto che ci sono per questo tipo di dipendenze, anche su internet. Continuare ad "elemosinare" attenzioni sessuali non serve a niente, se non ad cuire ancora di più il disagio d'entrambi. La invito a leggere l'articolo sulla pornodipendenza ( http://www.iltuopsicologo.it/pornodipendenza.asp. Saluti

venerdì, maggio 19, 2006

SUPERARE UN LUTTO


phunkz N° di riferimento: 602933359 Età: 29 Buonasera Dott. Cavaliere, Ho 29 anni e oggi dopo 18 anni di anestesia emotiva sento la necessità di riconciliarmi con il mondo e di recuperare la gioia di vivere che ho abbandonato dalla morte di mia madre.Era ammalata di cancro al polmone ma non lo sapevo e ricordo che una mattina,vedendola insolitamente stanca e priva di vitalità, mi sono avvicinato dicendole che se al ritorno da scuola non l'avessi trovata con il sorriso non l'avrei più salutata? Così è stato e la notte stessa mi sono svegliato alle 2:00 di notte e ho visto mia madre in procinto di morte di fronte alla disperazione e all'impotenza di mio padre. Alle 2:07 se n'era andata, avevo 11 anni.Da quel giorno non l'ho più vista, mio padre ha portato me e mia sorella(6anni allora) dagli zii e non ha ritenuto opportuno che noi partecipassimo al funerale, non si è più parlato di lei, mai più, e quel silenzio non mi ha permesso di elaborare quella sofferenza.Questo lutto invece di unirci ci ha diviso, ognuno di noi ha provato a sopravvivere come poteva e quel dolore, troppo forte per essere ascoltato, ha lasciato spazio alla paura, alla rabbia, al sequestro delle emozioni.Crescendo ho cercato di sostituire gli affetti familiari con le amicizie e la mia adolescenza è trascorsa nelle strade di un quartiere alla periferia diRoma. A casa sentivo di non esistere per mio padre e cercavo di attirare le sue attenzioni distruggendo porte e quadri come per dire esisto, anche io sto male: niente da fare, mai uno schiaffo, mai un abbraccio mai un pianto liberatorio insieme.Il lavoro e la maggiore indipendenza economica mi hanno portato ad avere meno bisogno di lui, la mia rabbia incontrollabile nei suoi confronti è cessata ma la comunicazione e il rapporto tra noi non è migliorato anzi. Alcuni mesi fa grazie a Dio il mio corpo ha richiamato l'attenzione su me stesso facendomi venire gli attacchi di panico e così ho deciso di intraprendere una psicoterapia. Cerco di ricontattare il dolore che non ho mai vissuto ma mi trovo di fronte a numerose difficoltà che troppo spesso penso di non poter superare.In casa cerco di recuperare il rapporto con mia sorella, faccio lo stesso con mio padre ma le barriere che abbiamo costruito sembrano insormontabili, tra noi regna l'indifferenza, siamo intrappolati in questa casa intrisa di dolore,stanchi e infelici ma nel contempo incapaci di separarci.In tutti questi anni non ho quasi mai pianto, non sono mai andato al cimitero a trovare mia madre e la visione di una sua foto quasi non mi tocca.. mi sento un mostro.Ricerco in tutte le relazioni con l'altro sesso l'affetto di mia madre,instaurando rapporti di dipendenza che quando si consumano mi distruggono l'anima facendomi vivere di nuovo quel lutto: mi sento solo, abbandonato, incapace di farcela con le mie forze e con una rabbia nei loro confronti che difficilmente controllo.Non ho una gran gioia di vivere, ogni minima decisione è per me un problema insormontabile, mi piango addosso, mi sento in credito con la vita ed è come se io aspettassi ancora l'amore e gli stimoli che mi dava mia madre. L'atteggiamento negativo in cui mi trovo chiude la porta a nuove amicizie, agli interessi e alle opportunità della vita procurandomi un grande isolamento e una sofferenza dalla quale non riesco ad uscire. Mi pongo con il mondo come se fossi l'unico a stare male, rendo la mia vicenda speciale e insuperabile per non andare avanti, sto male e vorrei un cambiamento ma è come se una parte di me non volesse crescere, troppo affezionata a questo dolore e a questo meccanismo. Le ho descritto quella che è la mia situazione generale perchè da 7 mesi ho rotto con la mia ex con cui convivevo da 5 anni.Mi sono reso conto che ciò che mi lega a lei non è l'amore inteso come stima,complicità,sessualità bensì un bisogno che colma le mie problematiche e che mi permette di non fare i conti con le mie problematiche, di non occuparmi della mia vita come se fosse ancora mamma a doversi occupare di me. Ho avuto la forza lasciandola di regalarci il nostro primo vero gesto di amore in quanto il nostro rapporto si basava su una codipendenza. Io l'ho sempre rifiutata e tenuta a me con egoismo e con gelosie ossessive, plasmandola a mio piacimento e lei restava con me perchè forse si riteneva responsabile della mia infelicità e pensava in cuor suo "prima o poi cambierà".Il problema Dottore è che oggi oltre a tutto ciò che sopra le ho descritto, mi sento morire senza lei che ormai è lontana e che è riuscita a lasciarsi alle spalle la nostra storia.Io sono ancora allo stesso punto, sono passati sette mesi ma mi sembra ieri, il tempo sembra non scorrere per me. Ho sempre meno fiducia di potercela fare e anche il supporto della psicoterapeuta non mi basta..ho spesso pensieri suicidi e ciò mi spaventa molto.Spero tanto che la vita ci regali un'altra opportunità da persone più sane e io sto qui aspettando quel momento. Non so come uscirne , le chiedo aiuto. Grazie dell'attenzione.
Lei dimostra, nella sua significativa email, capacità di profonda analisi interiore, tipiche di chi ha sofferto molto. Questa sua capacità dovrebbe anche renderla consapevole che "18 anni d'anestesia emotiva" non possono essere superati con qualche mese di psicoterapia o con la semplice consapevolezza delle proprie criticità. Sopratutto se all'origine di tutto c'è un lutto non superato per la morte della propria madre. Come uscirne? Con forte determinazione e volontà, col tempo e colla psicoterapia. Sopratutto nella fase iniziale di quest'ultima, il rievocare ricordi e dolori passati, può comportare un acutizzarsi del dolore, un nuovo "sprofondare". Ma è un passaggio importante per uscire definitivamente dal tunnel. Paradossalmente, anche gli attacchi di panico, possono rappresentare un momento importante per una "rinascita". Forse senza di essi non avrebbe mai tentato una strada d'uscita dal suo grande dolore interiore. E superare l'antica e dolorosa perdita di sua madre, e indispensabile anche per costruire future relazioni significative. C'è la farà, perchè ha il seme della guarigione in sè. Lo dimostra questa email. La saluto con un'aforisma che spero le sarà utile.
"Abbiamo bisogno in ogni momento di una certa quantità di dolore o di privazione come una nave ha bisogno della zavorra per mantenere la stabilità. "(Schopenauer)

ODIO TUTTO E TUTTI

PICI N° di riferimento: 959393223 Età: 31 Premetto che sono in gravidanza alla 17° settimana.Da due anni sono arrabbiata con il mondo. Non sò perchè. Mi sembra che glialtri abbiamo sempre una vita migliore della mia e questo mi porta a odiare le persone che sono più felici di me. Il brutto è che non lo tengo per me ma lo faccio vedere e mi arrabbio con tutte le persone che mi circondano. Soprattutto al lavoro con le colleghe, una in particolare...la odio dal profondo...tutto di lei mi dà fastidio.... il fatto che a ottobre si sposa...il fatto che scrive sempre email alle sue amiche... il fatto che è sempre felice...non ci parliamo più...eppure lavoriamo una di fronte all'altra...Eppure dovrei essere felice: ho un marito che mi vuole bene e sto aspettando un altro grande amore.Premetto che in passato ho avuto problemi in famiglia....i miei genitori non si sono mai voluti bene...non si parlano più da anni e...il mio incubo rimangono le loro litigate che tante volte finivano "alle mani"...Sono gìa in cura da uno psicologo....ma avrei piacere di sentire altri pareri..Grazie
Deontologicamente non posso intervenire in problematiche che sono oggetto di cura da parte di altri terapeuti. A maggior ragione all'interno di una consulenza online. Ma comunque le invio una breve storia che spero le possa essere utile per riflettere. Saluti
"IL NEMICOTi sei svegliato prima dell'alba, ma il tuo nemico non l'hai trovato. Quando il sole era basso hai attraversato tutta la pianura, ma il tuo nemico non l'hai trovato. Mentre il sole era alto nel cielo hai cercato tra le piante di tutta la foresta, ma il tuo nemico non l'hai trovato. Il sole era rosso nel cielo mentre tu cercavi sulla cima di tutte le colline, ma il tuo nemico non l'hai trovato. Ora sei stanco e ti riposi sulla riva di un ruscello, guardi nell'acqua ed ecco il tuo nemico: l'hai trovato. "

giovedì, maggio 18, 2006

RITUALE

Piero N° di riferimento: 786686038 Età: 18 Salve dott, le scrivo per esporgli il mio problema, che più di un problema è una curiosità, Non so perchè tutte le volte che mi subbisco, una strillata, un offesa, uno schiaffo, un emozione forte di paura odi gioia, o solo al fatto che mi possa succedere qualcosa di negativo, mi sento come un nodo in gola che sono costretto ad ingoiare, perchè mi far stare meglio, Per esempio: Una volta dovetti subire una strillata da una persona più grande di me, e mi venne appunto il medesimo sintomo ( il nodo in gola),io nonvolevo ingoiare, ma lo feci e dopo aver ingoiato mi sono sentito meglio, o forse risollevato, ecco io vorrei sapere come posso affrontare questo "Disagio", spero di esseremi spiegato bene, aspetto la sua risp e nel frattempo le porgo i miei più cordiali saluti!!!!!!!!!
Spesso di fronte ad eventi molto ansiogeni tendiamo a mettere in atto dei rituali stereotipati che hanno lo scopo di attenuare l'ansia che proviamo. Di solito il "rituale" ha una sua origine ed un significato ben preciso che può essere oggetto di un analisi più approfondita. Se questo rituale l'aiuta a superare il momento e non le procura altro tipo di disagio, che ben venga e può continuare ad attuarlo. Cordiali saluti.

FOBIA SOCIALE ?

riccardo N° di riferimento: 90462271 Età: 25 Buon giorno mi chiamo riccardo ed ho un problema cioe quando perlo con altre persone che non conosco o ho appena conosciuto inizio a diventare rosso e sudare. che devo fare?grazie ciao
I sintomi che manifesta possono essere quelli presenti nella fobia sociale o più semplicemente nella timidezza. La caratteristica principale di questo disturbo è la paura di trovarsi in situazioni sociali o di essere osservati mentre si sta facendo qualcosa, come ad esempio parlare in pubblico o, più semplicemente, parlare con una persona.Nelle situazioni sociali temute, gli individui con fobia sociale sono preoccupati di rimanere o apparire imbarazzati, e soprattutto sono timorosi che gli altri li giudichino ansiosi, deboli, "folli", o stupidi. Ovviamente queste persone cercano in tutti i modi evitare tali situazioni o, se vi sono costrette, sopportano tali situazioni con un carico di disagio molto elevato. I sintomi ansiosi maggiormente percepiti sono: palpitazioni , tremori sudori tensione muscolare , secchezza delle fauci, vampate di calore, arrossamenti, mal di testa. La necessità d'intervenire o meno sui sintomi che lei manifesta dipende da quanto lei "soffra" o provi disagio per essi. Può anche semplicemente accettarli come aspetti della sua personalità. Cordiali saluti.

MANCATA INTESA SESSUALE

Peste N° di riferimento: 213439382 Età: 32 Caro Dottore, da un anno sto con un ragazzo di 37 anni,tutto va bene dal punto di vista caratteriale c' è molta sintonia tra noi, e ci sono anche progetti sul futuro, l' unica cosa su cui sono dubbiosa sono i nostri rapporti sessuali, già dopo 3 mesi iniziavano a diradare, ed ora la media è di una volta al mese per il fatto che io lo faccio notare, dice di amarmi, che è stressato per il lavoro, ma anche quelle poche volte che lo facciamo non lo sento partecipe e a volte non raggiunge nemmeno l orgasmo. Al momento sono certa che non mi tradisce e nemmeno io lo faccio, però nell'intesa sessuale in una coppia ci credo molto. Ho provato ad essere più erotica, più disinibita, ma niente..addirittura mi ha detto che gli da fastidio se parlo..Cosa mi consiglia? Grazie della risposta.
Spesso gli uomini presentano un calo del desiderio, di cui neanche loro riescono a dare una spiegazione. Il comportamento del partner che cerca di capire, che cerca di prendere l'iniziativa, spesso sortisce l'effetto opposto di "inibire" ancora di più. Lei non può fare niente di più, anche perchè è parte in causa. E' difficile che posssiate risolvere la cosa all'interno della coppia, forse si rende necessario l'intervento di un terapeuta. Ma anche questo intervento deve essere concordato fra voi due ed accettato da parte d'entrambi. Nel frattempo non lo forzi in campo sessuale. Cordiali saluti.

domenica, maggio 14, 2006

NON MANGIA!!!!


malu N° di riferimento: 272299211 Età: 42 Ho una figlia di quasi 13 anni, che da qualche tempospesso rifiuta di mangiare; si giustifica dicendo che non ha fame e che se hadeciso di non mangiare, non mangerà. So che anche alle feste o quando va fuoricon delle amiche non mangia. Non digiuna, però a volte salta il pasto oppurevuole solo un piatto mentre fino a poco tempo fa mangiava parecchio o meglio inmodo adeguato alla sua età e fase di crescita. Preciso che non è per nientegrassa. E\' un periodo molto difficile, spesso litighamo e, in un suo tema, hascritto che si sente sola, anche se ha delle amiche che le vogliono molto bene.Non so come comportarmi, se insisto per mangiare è peggio e così faccio fintadi niente e cerco di farla parlare d\'altro e di distrarla, in modo che mangiqualcosa. Ultimamente cerco di ascoltarla di più (ho anche una figlia piùpiccola che a volte mi porta via parecchio tempo)e di parlare con lei di tantecose e capisco che a lei fa piacere. Spesso però ha reazioni strane, siarrabbia per un nonnulla e non accetta nessun tipo di consiglio e così finisceche si litiga e mi dice delle cose veramente orribili. Ormai ci ho fattol\'abitudine, so che questo è un momento critico della sua crescita, ma vorreiun consiglio spassionato su come comportarmi rispetto a questo suo rapporto conil cibo, che sta diventando un problema vero.Grazie
salve malu,ho piacere che una madre sia così attenta nei confronti della figlia,principalmente durante questa età che, come ben saprà è molto difficile econtrassegnata da vari cambiamenti: a livello mentale questo comporta degli scontri generazionali che si traducono con degli attacchi ai genitori peraffermare la loro indipendenza, i cambiamenti che riscontra a livello fisico possono, invece portarla ad abitudini alimentari scorrette.E' importante che lei sia attenta ai comportamenti di sua figlia e che controlli da lontano, stando attenta a evitare che vi fissiate entrambe su un solo argomento: il cibo.Fa quindi bene ad essere presente (non onnipresente) e a parlare di altre"cose". A questa età una condotta alimentare scorretta non è ancora una patologia, ma èsottesa ad altri aspetti psicologici, quali una bassa autostima o un estremo perfezionismo o connotazioni di impulsività, ecc.; lavori su questo: infondi in lei fiducia e stima e non pretenda troppo da sua figlia in tutti i suoi compiti quotidiani. Cordiali saluti. Dott.ssa Roberta Santoro

venerdì, maggio 12, 2006

DISTURBO POST-TRAUMATICO DA STRESS

Giovanna N° di riferimento: 214323686 Età: 32 Buongiorno, vado subito al sodo: circa un mese fa ho avuto un incidente stradale brutto nella dinamica ma da cui ne sono uscita del tutto illesa. Dopo circa 20gg dall\'accaduto sono stata assalita da ansia e paure di tutto: di malattie, di incidenti spaventosi, di eventi tragici. Faccio fatica ad addormentarmi, ho crisi di pianto e tremori.
Tutti mi dicono che è causa dello shock, io però vivo male, non riesco più a ragionare a lungo termine come se la mia vita dovesse finire da un momento all\'altro. Cosa posso fare? Ho preso appuntamento da uno psicologo per discuterne, vorreiriuscire a tornare serena e non immaginarmi eventi orribili ad ogni mio movimento. E' come se non riuscissi a vivere...sono ferma....
Lei, in seguito al grave incidente, potrebbe aver sviluppato un disturbo post-traumatico da stress, abbastanza ricorrenti in questi casi. Ha fatto bene a rivolgersi ad uno psicologo sia perchè non sempre è possibile una risoluzione spontanea ed individuale della sintomatologia ed evitare quindi una cronicizzazione dei sintomi. Cordiali saluti. Dott. Roberto Cavaliere


PAURE INFANTILI

cristina475 N° di riferimento: 759319771 Età: 31 Buongiorno e grazie per l\'opportunità di una consulenzaon line.Sono sposata da 10 anni ed ho una bimba M. di 4 anni e mezzo.Lavoriamo entrambi 8 ore e quando arriviamo a casa cerchiamo di dedicarle +tempo possibile. E\' da qualche mese che abbiamo notato che M. manifesta uncambiamento molto forte nel carattere. E\' sempre stata una bimba \"senzafreni\", stava con tutti, affrontava tutte le situazioni senza timori, giocavacon tantissimi bimbi e non è mai stata possessiva nelle sue cose.Da qualche mese a questa parte invece non vuole affrontare + nulla,dall\'andare all\'asilo al giocare ai parchetti con i suoi amichetti di sempre.Comprendo che a questo punto dell\'anno scolastico sia stanca, ma lei miinventa scuse \"assurde\" pur di evitare qualsiasi situazione. Esempio: si èinventata che non voleva andare sui gonfiabili perchè suo papà la notte russavae lei non ha dormito ! (suo padre non russa e posso assicurare che lei dormesenza problemi!).Si fa venire tutti i mali del mondo piuttosto che andare aqualche festa di compleanno dei suoi compagni d\'asilo, non di estranei! Gliesempi sarebbero tanti, lei ora vuole solo stare in casa con me!Io non so se sbaglio ma insisto nel portarla ovunque anche perchè credo che poici rimanga male pensando al mancato divertimento! E' figlia unica, io vorre itanto darle un fratellino sorellina ma suo padre non ci "sente"!Non so come comportarmi xchè capisco che ha voglia di stare con me ma d\'altraparte voglio che frequenti i bambini come ha sempre fatto e non gli adulti !Spero di poter ricevere un vs consiglio o comunque qualche indicazione di lettura o sito da cui trarre qualche indicazione.
Innanzitutto sarebbe utile parlare con le insegnanti della scuola d'infanzia che la bambina frequenta. Loro le potranno dire se hanno riscontrato cambiamenti in classe e nella relazione e se, eventualmente, le cause del disagio potrebbero essere nate in quel contesto. Molto probabilmente, la bambina ha forse percepito un cambiamento nelle relazioni familiari che ha rielaborato in maniera molto personale e fantasiosa, arrivando a sviluppare qualche fobia. Importante è non trasmetterle ansie che possono contribuire a rafforzare le sue paure. Un libro utile è "Il bambino nascosto" di Alba Marcoli - Oscar Mondadori. Cordiali saluti.

BALBUZIE A 3 ANNI

max N° di riferimento: 893323649 Età: 31 Mia figlia di 3 anni ha iniziato da qualche mese abalbettare. Leggendo l\'articolo della dott. Rosalia Cipollina penso di aver classificato la forma come tonica a cui potrebbe aggiungersene un\'altra,emulativa, dovuta a noi genitori che, anche se in modo blando, siamo entrambibalbuzienti. Vorremmo aiutarla senza commettere errori.
In questi casi consiglio una visita foniatrica, attraverso la quale lo specialista deciderà per l'eventuale trattamento logopedico. Nel frattempo, nei limiti del possibile, evitate di essere ansiosi per questo problema, perchè, senza volerlo, trasmettete quest'ansia alla bambina. L'ansia contribuisce alla balbuzie. Cordiali saluti. Dott.ssa Rosalia Cipollina.

giovedì, maggio 11, 2006

CADUTE

ofelia N° di riferimento: 724102209 Età: 31 Caro dottore, da circa un mese ho perso il lavoro, e non mi è stato rinnovato il contratto.da allora, anche a seguito di una rottura con un uomo, sono caduta in depressione. Per un mese nn riuscivo nemmeno ad alzarmi dal letto, ed eraf requnte in me il pensiero del suicidio. Poi mi sono un po risollevata, ho iniziato a portare domande di lavoro, e segnarmi in centro per l'impiego,ma ancora niente. Il fatto è che ho poca stima di me stessa, e non mi sento mai all'altezza, pur riconoscendomi delle buone doti, e massima serietà. Non riesco a capire il mio ruolo, il alvoro vhe voglio, e più che altro cosa voglio dalla mia vita. Ho 31 anni, ed ho paura di non trovare uno spazio in questa società, e di essere una delusione per la mia famiglia. Come posso fare?
"Non è forte colui che non cade mai, ma colui che cadendo ha la forza di rialzarsi" recitava Napoleone. La perdita del lavoro e la fine di un amore, sono due eventi che metterebbero al "tappeto" chiunque, ma lei ha dimostrato di sapersi rialzare. "Barcolla" ancora ma è normale. Come è normale di fronte ad eventi del genere provare poca autostima, e non sapere più quello che si vuole. Ma passerà, ed uscirà più forte di prima. Si cresce solo nella sofferenza. La saluto inviandovi un'aforisma di Schopenauer:
"Abbiamo bisogno in ogni momento di una certa quantità di dolore o di privazione come una nave ha bisogno della zavorra per mantenere la stabilità."

domenica, maggio 07, 2006

prosieguo di DIRLO O... NON DIRLO


Speranza N° di riferimento: 650746751 Età 27 Eccomi qua, ho preso la decisione di esser forte, di esserlo per mio figlio, mancano pochi giorni al parto indietro non possotornare e ogni giorno che passa il mio piccolo scalcia e si dimena e io nonposso far altro che amarlo con tutta l\'anima.....se accadrà il peggio....seall ospedale dovesse venir fuori una scomoda verita....e nessuno piu vorrastarmi attorno.....avrò sempre con me la persona piu importante della miavita....potranno togliermi tutto ma nessuno potra mai portarmi via miofiglio.....e cercherò aiuto.....se poi almeno mio marito nel caso il nostrocucciolo non fosse suo....mi perdonasse allora si che potrei dire di nondesiderare altro dalla vita .....e mi sentirei capita anche nel mio piu grandesbaglio...Grazie psico....se vorrai ti farò sapere(sempre che abbia la possibilita diessere in questa casa) quando il mio cucciolo nascerà.
Le faccio i più sinceri auguri per la prossima nascità. Vedrà anche che le cose andranno meglio di quanto lei immagini. D'altronde colgo anche lei più ottimista rispetto alle precedenti email:http://lopsicologo.blogspot.com/2006/04/dirlo-onon-dirlo.html
Di nuovo auguri

INSICUREZZA E GELOSIA

Stefano N° di riferimento: 545657775 Età: 27 Salve,Contesto: Vivo in famiglia, da sempre la mia famiglia mi capisce mi aiuta ma d'altra parte sono iperprtettivi e io ho bisogno di più spazio. Il lavoro vabene ho una posizione di responsabilità in una azienda medio-piccola. Lasituazione affettiva mi crea e mi ha creato in passato notevoli problemi. Sonotroppo geloso e me ne rendo conto, penso che questo derivi dalla mia insicurezza e dalla scarsa autostima. Ho paura che qualsiasi persona cheincontri la mia fidanzata sia migliore di me e che se ne innamori. Non sono un brutto ragazzo ma vedo negli altri qualcosa che in me non c'è forse appunto la sicurezza. Pensi che vado in discoteca e non ballo perchè mi vergogno... vorrei sapere come posso fare a superare questi problemi certo sempre se si possono superare...
"Gelosia, infinita incertezza di sé." Rossanda, Rossana
Come l'aforisma citato ha lei ben colto le cause della sua gelosia. Ne può uscire ed al riguardo la rimando all'apposita sezione del sito www.maldamore.it :http://www.maldamore.it/Gelosia.htm

CENTRO PER IL GIOCO D'AZZARDO

giuseppe N° di riferimento: 270595433 Età: 26 Un mio amico soffre da dipendenza da gioco... Le sarei molto grato se potesse indicarmi qualche centro che si occupa della lotta a questo tipo di dipendenza in provincia di Napoli.Grazie di cuore.
Per motivi deontologici non posso e non voglio consigliare "centri" o "colleghi". In ogni caso, non mi risultano centri in provinca di Napoli (fra l'altro ci abito in questa provincia). Sò dell'esistenza di centri a Napoli e Salerno. Cordiali saluti.

mercoledì, maggio 03, 2006

ATTACCHI DI PANICO

Principessa N° di riferimento: 367298583 Età: 20 Sono una ragazza di 20 che ama la vita e tutto ciò che ad essa è connesso..peccato che da un pò di tempo la mia vita sembra essere alle dipendenze di una forza che si scatena in me tutte le volte che sono da sola fuori dalla mia casa ed è diventato il mio primo pensiero alla mattina.Le sensazioni che provo sono tachicardia, sudorazione fredda alle mani leggero tremore e stordimento.Io lo definisco attacco di panico che mi limita in buonaparte delle cose che faccio perchè penso: " e se mi capita mentre sono allavoro, in chiesa, al supermercato,con gli amici....che faccio???"... e se cerco di non pensarci esso si ripresenta sempre più di prima.Quando non c'è mi sento libera ma è talmente diventato parte di me che se non c'è sono quasi io ad andarlo a cercare perchè è talmente diventato la mia quotidianità che mi sembra strano non provarlo.Sto cercando in tutti i modi di togliere dalla miavita questo turbine di emozioni, anche perchè ho tanti sogni ed aspirazioni acui non voglio rinunciare.Non voglio assolutamente ricorrere a farmaci perchè in me c'è la forza e la voglia per potermene liberare senza ricorrere ai medicinali. Vorrei se possibile avere un consiglio pratico su come posso uscire da questo tunnel di cui vedo l'uscita ma purtoppo resta per ora ancora lontana. grazie
La sua determinazione e volontà nell'uscirne è gia una premessa fondamentale e necessaria per uscire da tale situazione. Anche accettare e convivere al momento con ciò è un utile indicazione che sento di darle. Comunque sarebbe utile rivolgersi anche da un psicologo o terapeuta, che le possano dare utili indicazioni tarate sulla sua situazione. Enorme è la bibliografia sull'argomento, su cui per motivi deontologici non posso dare indicazioni. . Le indico anche un sito di un'associazione www.lidap.it dove potrà trovare ulteriori utili indicazioni. La saluto con un'aforisma da "ricordare" da parte sua ogni giorno:
"Guarda la paura in faccia e questa cesserà di turbarti". (Sri Yukteswar)

PERCHE' MI HA TRATTATO COSI'?

picriz N° di riferimento: 148984753 Età: 29 Non credo si tratti della fine di un amore o forse nonsono ancora così lucida da rendermene conto. E\' stato inaspettato...la mia storia non è stata semplice fin dall\'inizio ma ho investito tutta mestessa..non per rifacciare ma perchè i fatti parlano, infatti non ho nessun rimpianto o rimorso e rifarei tutto nello stesso identico modo.Io ho 29 anni,lui 36, siamo stati insieme (mi fa senso solo scrivere al passato) per 2 anni emezzo, superato momenti difficili e vari ostacoli. Lui arriva da 2 esperienze difficili (matrimonio con figlio e convivenza con figlio), per cui alle spallenon aveva delle situazioni semplici. All\'inizio della storia mi sono fattamille domande...cosa potevo costruire con lui...ma poi frequentando questa persona mi sono scoperta completamente innamorata; ogni momento passato con lui era una pausa dal mondo, i problemi sparivano, è come se tutte le volteprendevo una pausa dal mondo...i bambini mi adoravano,ero loro complice..unacompagna di giochi, mai pensato di sostituirmi alle mamme. Insomma mi sonoriscoperta con il cuore colmo d\'amore..non potevo desiserare di più. Certo nonera tutto rosa e fiori...perchè i problemi c\'erano...soprattutto perchè luiera ferito dalle esperienze passate e schiacciato dai sensi di colpa neiconfronti dei figli, costretti a subire una realtà non facile.Sinceramente per me non è mai stato un problema, perchè mi vedevo proiettata inun futuro con lui, ci credevo, del resto le famiglie allargate non sono più unfatto insolito. Da lui è arrivata per più di una volta una proposta diconvivenza... si diceva innamorato, geloso, e che ero DAVVERO diversa \"dallealtre\", che ero unica...Poi dopo un aperitivo, sono salita sulla sua macchina, convinta di andare acena:\" ti devo parlare, ho pensato tanto e mi fa male ma ti devo lasciare, ionon posso darti nulla, tu meriti un uomo con cui costruire la tua famiglia,avere dei figli, io non posso...\" non ho avuto modo di dire niente, mentrediceva qs parole, credevo di sognare, ha iniziato a urlare, mi diceva di nontoccarlo,lui sembrava impazzito,mi ha costretto a scendere dalla macchina.Tutto è successo in dieci minuti massimo, non mi ha dato modo nètempo direagire, parlare...è scappato via piangendo e io sono rimasta sul ciglio dellastrada in preda alla disperazione e allo shock...senza capire. Poi ha chiamato1 amico ..forse mi ha vista paralizzatadal dolore. Si è accertato che mi stessevicino e in mezz\'ora lo ha chiamato 5/6 volte per accertarsi del mio stato.Non mi capacito dall\'accaduto ma soprattutto del modo...è come secomportandosi così si volesse convincere da solo di quello che diceva, unacattiveria del tutto gratuita e fuori luogo, io non lo riconoscevo... ora mi chiedo se è possibile che una persona possa arrivare davvero ad una decisionecosì perchè convinto che stando con lui io mi rovini la vita e mi precludaaltre cose..ma questo non dovrei essere io a deciderlo?La sensazione è stata quella di una persona che scappava perche nemmeno lei sicura di quello che stava facendo, ma che l'ha fatto a detta degli amici solo per il mio bene. Io credo solo che è da stupidi rinunciare alla persona che ami...mi dispiace ma non riesco a vederlo come un atto d'amore nei miei confronti anche perchè ADESSO LA MIA VITA E\' ROVINATA!!!Ho bisogno di una risposta...
Sono d'accordo sul fatto che è difficile considerarlo un'atto d'amore, ma può essere considerato un atto di stima ed affetto. L'altro probabilmente era sincero con sè stesso quando le manifestava certi sentimenti, poi successivamente saranno subentrati in lui dei dubbi sulla relazione, che non ha avuto il coraggio di esternarle se non in maniera violenta. Dubbi che però, forse, covavano da parecchio. Se vuole delle risposte dovrebbe chiedergliele, ma queste non cambierebbero la fine della relazione. Cordiali saluti.

lunedì, maggio 01, 2006

INDIPENDENZA

nuvola N° di riferimento: 878369950 Età: 31 Ho avuto una infanzia difficile,seconda di una famigliacon quattro figli di cui il primo spastico.L\'handicap di mio fratello ( cheadoro ) non sarebbe stato un problema se i miei non avessero fatto in modo dafarmi sentire sempre inadeguata alla situazione (quasi avessi copla di esserenata sana). Chiaramente mai con consapevolezza, ma incosciamente mi hannosempre trasmesso il loro vedermi \"diversa\" tanto che alla fine mi sento forsepiù \"diversa\" io in qsto mondo che non mio fratello.Diciamo pure concreti cheho sofferto di una terribile mancanza di affetto ( in caa mia i gesti digentilezza, dolcezza e roba varia sono da considerarsi per occasioni ultra chespeciali - ci adoriamo, ma nn ce lo diciamo mai) che mi porta oggi all\'età di31 anni suonati ad avere grosse difficoltà di relazione con le persone ingenerale. Ho imparato a vestire una maschera di donna forte e risoluta,indipendente e dinamica,(anche per sopravvivere alla bolgia del mondo di oggi)ma dentro l\'insicurezza e l\'inadeguatezza mi devasta. Lotto ogni giornocontro me stessa per emergere, per piacermi e piacere e il più delle voltefuori dalle mura di casa ci riesco fino a quando nn capita come in questoperiodo, che devo prendere una decisione, importante, che devo per forza dicose comunicare anche ai miei...allora davvero vado in panico, divento laragazzina paurosa che pur di non disobbedire ( e di non chiedere il permesso) èstata capace di rinunciare a tutte le feste con gli amici. Discuto ogni giornograzie al mio lavoro con persone di ogni ordine e grado ( anche deputati dellaRepubblica), ma non riesco ad affrontare mio padre e mia madre e qsto micondiziona terribilmente: non dormo la notte, mi prende la tachicardia, entroin ansia e rinuncerei volentieri alla mia scelta pur di non doverglielacomunicare. Dopo questa devastazione emotiva e diversi giorni di stress so checomunque gliene parlerò..non sia mai poi la mia scelta non risulerà esatta misentirò in colpa per chi sa quanto tempo per non averli ascoltati. Ma come siesce da un tunnel così senza fine? ho pensato di andare a vivere da sola...masarebbe solo un palliativo...la libertà la devo costruire dentro me, lo so, mac ome? Ho paura, questa è la verità e quindi non riuscirò mai a fare la cosa giusta (per chi poi?) e di conseguenza non riuscirò mai a prendere in mano labmia vita e a capire come voglio viverla veramente...adesso ho solo tante maschere.
Invece la scelta di andare a vivere da sola non sarebbe un palliativo, ma un passaggio indispensabile. Il problema è che come si riesce ad operare un distacco del genere se non si è capaci di dire neanche un nò ? Quì il discorso diventa più complesso, anche perchè a volte c'è codipendenza e rompere certe relazioni è arduo. Si proponga allora piccole "conquiste" quotidiane, le persegua con determinazione. Dopo aver consolidato una piccola conquista passi alla successiva e la persegua finchè non l'ha raggiunta. Un percorso è fatto di mille passi. Incominci a farne il primo. Indaghi anche quali sono le ragioni, al di là di quelle apparenti, che l'hanno tenuta in questa situazione. Cordiali saluti.

NON SO' REAGIRE FISICAMENTE

Paolo N° di riferimento: 467506288 Età: 18 Salve, dott, le scrivo perchè ieri ho avuto la conferma del mio disagio!!!ho 17 anni e come tutti gli altri ragazzi faccio una vita normale,il problema è che ho troppo paura della violenza fisica!!!!cioè io amo mettermi in discussione ma verbalmente, ma se dovessi fare un affronto fisico con qualcuno tremo dalla paura.Ora le spiego:ieri sera stavo con i miei amici a scherzare ecc, ad un certo punto i miei amici cominciarono ad insultare un ragazzo non per bene, quest'ultimo all'insulto reagi negativamente, e corse dietro ad i miei amici per "menarli", gli altri miei amci corsero subito per fermarlo e per evitare la rissa, ma io non ci riusci, anzi mi nascosi addirittura!!!! Sono un vigliacco e cotardo lo so,e ne ho la conferma in in altre situazione, quando faccio qualcosa che non va mi nascondo sempre e non affronto mai le cose, insomma non ho le palle che un uomo dovrebbe avere!!! La stessa cosa avviene anche con certi dei miei amici, infatti nelle discussioni cerco di dargli sempre ragione proprio perchè temo che si arrivi alle mani!!!! Non so perchè ho paura di ciò, forse perchè il mio fisico è abbastanza Minuto,o forse ho uno blocco psicologico.!!!Anche in Amore, io non ho il coraggio di dire alla persona che amo di Amarla!!!Sembro un Marziano!!!! voglio essere un ragazzo comegli altri che non teme niente e che non si nasconde, insomma voglio avere le palle sotto, e non farmela sotto!!!! Grazie mille!!!!!
Avere le "palle sotto" non significa saper reagire fisicamente. Anzi chi le "ha veramente" riesce a far ascoltare le sue ragioni solo con argomentazioni verbali. Ciò indipendetemente dall'ambiente sociale in cui si vive. Per cui non rincorrere "modelli comportamentali" che non sono tuoi. Diverso è se sei anche timido. In questo caso ti rimando all'articolo sull'assertività:http://www.iltuopsicologo.it/Assertivit%E0.asp
Cordiali saluti.

BAGLIORI NOTTURNI

N° di riferimento: 696194229 Età: 37 Salve, navigando in rete ho colto l'occasione di esporre un fatto strano che mi è accaduto nelle scorse notti. A qualche passo dal mio letto ho visto un bagliore a strisce , come se fosse un fulmine o meglio come l'elettricità che si vede passare da cavi... Premetto che soffro di pauremetafisiche che di solito ho sotto controllo (paura del demonio e degli spiriti nonche di contatti notturni..) grazie.
Avere la sensazione di Percepire bagliori di notte, è un fenomeno abbastanza frequente, indipendentemente dal fatto se si è affetti da fobie o meno. Stia tranquillo e non attribuisca a queste sensazioni significati che non hanno. Cordiali saluti.