Pagine

lunedì, giugno 22, 2009

MIO FRATELLO E' MORTO IN UN INCIDENTE

Età: 33 Lo scorso marzo mentre avevo invitato tutta la mia famiglia a casa mia per una pizza, è arrivata la notizia che i carabinieri ci cercavano.
Mi sono sentita subito morire,ho avuto un attacco di panico senza sapere ancora nulla.
Mio fratello era morto per un incidente. A 17 anni anni dalla morte di mio padre per un brutto incidente ora quella di mio fratello proprio non mi ci voleva. Siamo una famiglia numerosa, ci stiamo aiutando l'un l'altro ma io penso di non farcela. Mi manca troppo. In + mi sono sentita abbandonata anche dal mio convivente che inizialmente mi era vicino e poi sentitosi messo da parte si è allontanato. Ho ripreso la mia vita lavorativa, dopo molti litigi anche quella affettiva ma mi sento così sola in certi momenti che vorrei troncare tutto. Il pensare che non rivedrò + mio fratello mi fa stare troppo male. Mi è rimasto il suo telefonino per sentire la sua voce che è registrata. E' un incuboForse dovrei farmi aiutare da qualcuno. Quando mi sforzo ed esco di casa, il vedere le altre persone in giro che sorridono mi fa stare male perchè penso che mio fratello non potrà +farlo........

MOLESTIE SESSUALI

innocente Età: 37 Conosco lo zio di mio marito da una decina di anni. non vive nella mia città ,ma per una serie di motivi ultimamente lo vediamo più spesso in occasione di pranzi e cene. all'inizio non capivo , ma dopo ho ricollegato.. che tutti i suoi atteggiamenti nei miei confronti non erano dovuti ad una eccessiva forma di "amore" ( tenermi le mani più a lungo, farmi complimenti sulla bellezza..). una sera è capitato che nel salutarci con i classici baci sulla guancia lui mi abbia baciato in bocca (nessuno ha visto però)! subito ho pensato che fosse "successo" uno sbaglio, può capitare massì...sennonchè mi ha pure toccato , sempre per sbaglio il seno.. questo toccare per sbaglio è successo ancora in un altra occasione e da li ho cominciato a provare fastidio verso questa persona. ovviamente ho cambiato il mio atteggiamento nei suoi confronti e comunque ho sempre cercato di comportarmi normalmente ma cercando di evitare ogni occasione di contatto fisico (prendendogli la mano destra mentre ci diamo il bacino dirito gli ho bloccato lo sfioramento del mio seno!) però..lui mi ha chiesto se ce l'avevo con lui una volta e ho fatto finta di cadere dalle nuvole o quasi! speravo che fosse finita , ma l'ultima volta a distanza di settimane , sottovoce mi dice che si vede che ce l'ho con lui e vuole sapere perchè, senza farsi notare da mio marito che era li vicino! io ho fatto finta di non sentire e con la scusa mi sono avvicinata a mio marito.....la cosa mi provoca ansia perchè mi sembra tutto così assurdo! all'inizio pensavo di avere frainteso di avere esagerato, ma poi ogni volta che ci vediamo succede sempre qualcosa che mi agita! a mio marito non ho detto nulla però comincia a vedere che c'è qualcosa che non va . ho paura che se gliene parlassi farei la figura della scema , ma non ce la faccio più a tenermi tutto dentro! cosa posso fare? aiuto! secondo lei sto esagerando?

L'ADOLESCENZA E' BRUTTA PER TUTTI

Lala. Età: 15 Salve. Sono una ragazzina di 15 anni. Ho apperentemente una vita perfetta, con genitori non molto presenti ma che mi amano e fanno di tutto per rendermi felice. Mi piace studiare seppur detesti la scuola comeistituzione, per questo non ho nessun tipo di problemi scolastici a parte in alcune materie, ma non si tratta comunque di qualcosa di preoccupante. Ho amici, i quali fingono di volermi bene. Ho un ragazzo che finge di amarmi. Sono frustrata e senza voglia di vivere. Molti mi dicono che è una crisi adolescenziale e che alla mia età non si è in grado d'amare, ma vivo i miei sentimenti in modo totalmente diverso dai miei coetanei. Ero amica di una ragazza, vivevo in sua dipendenza, avrei dato la vita per lei. Ci siamo innamorate dello stesso ragazzo. Non ci siamo prese una cotta, ci siamo INNAMORATE, come fanno le persone adulte, non le ragazzine la cui infatuazione passa in circa due mesi. Pensavo che l'affetto che io nutrivo per lei fosse superiore a tutto, ed effettivamente lo era. Ho cercato di farli stare insieme per farla felice, e non le ho mai detto esplicitamente di provare determinati sentimenti per lui. Non so dire precisamente quando, ma un bel giorno i miei sentimenti sono diventati troppo palesi. Domande, liti, conseguenziale perdita di fiducia da parte degli amici ai quali non avevo detto nulla del mio amore per questo ragazzo. Il ragazzo in questione, forse rendendosi conto che la mia non era amicizia, ha deciso di stare con me. Sapevo, avevo la certezza che non mi amasse, era troppo immaturo per amare, ma non se ne rendeva conto nemmeno lui, essendo più sensibile e più propenso a dare importanza ai sentimenti,rispetto agli altri ragazzi. Ciò gli impediva di considerare come infatuazione quella che provava per me. Abbiamo deciso di stare insieme. La relazione era all'inizio perfetta. Avevo perso non solo la mia migliore amica, ma anche le altre amiche, arrabbiate e offese perchè tenute all'oscuro per un anno di tali sentimenti, per quanto palesi. Un giorno il mio ragazzo mi chiese di procurargli 150 euro. Per amore lavorai giorno e notte, e gli diedi quei soldi. Mi promise che me li avrebbe restituiti, ma non li rivolevo indietro: ciò mi avrebbe fatto sentire una sorta di banca, la quale effettua prestiti su prestiti giorno dopo giorno. La mia migliore amica diventò la migliore amica del mio ragazzo, decidendo, forse incosciamente o forse fin troppo consapevolmente, di farci lasciare, e di distruggere la mia vita sociale. Il rapporto con il mio ragazzo è diciamo rovinato. Di recente mi ha chiesto di nuovo di procurargli 75 euro, e di nuovo sto operando per accontentarlo. Lo amo, e lui dice che sono la cosa più importante per lui, ma giorno dopo giorno mi ritrovo a piangere, sempre più spesso e sempre più disperatamente, perchè mi accorgo che la mia amica, che pensavo non mi avrebbe mai tradito, sta operando per una sorta di distruzione di me, e ci sta, con mio grande dispiacere, riuscendo. Sono autolesionista nonostante odi esserlo. Non mangio moltononostante non abbia nessun disturbo alimentare [i miei genitori non meritano tale dispiacere e disonore: avere una figlia anoressica li distruggerebbe.], e ho una depressione non particolarmente grave ma per la quale dovrei prendere dei farmaci, che effettivamente non prendo per mancanza di volontà. Voglio morire semplicemente perchè non vedo motivo per vivere. A 15 anni il suicidio èun qualcosa che non dovrebbe sfiorarmi. Dovrei divertirmi, ridere con gli amici e passare di ragazzo in ragazzo riuscendo a non innamorarmi. Per favore, miconsigli un metodo per guarire, o in alternativa, un modo per morire senzadestare particolare clamore. Dare nell'occhio è l'ultimo dei miei desideri.Nonostante sia un'autolesionista, ho paura del suicidio che causa dolore fisico particolarmente forte. Quello dell'autolesionismo è un dolore limitato, sia in quanto intensità che in quanto durata. Prima o poi finisce. Desidero morire senza provare nulla. Senza pensare. Senza pentirmene durante l'atto. Non mi dica di aspettare, per favore. L'adolescenza è brutta per tutti, ma io non ce la faccio più ad aspettare. Grazie mille per l'attenzione e per l'eventuale aiuto che mi sarà fornito.Cordiali saluti.

EIACULAZIONE PRECOCE

Salve dottore,stavo facendo una ricerca su internet e ho trovato il suo sito.
Io sono una ragazza di 24 anni,e il mio compagno ne ha 35.La nostra attività sessuale è alquanto soddisfacente,ma pultroppo il più delle volte c'è un piccolo problema...lui non riesce a trattenere l'eiaculazione, nonostante i nostri movimenti sono lenti durante il rapporto,o molte volte evitiamo la posizione del missionario,ma sembra che ciò serva solo fino a un certo punto.
Su quel sito c'è anche scritto che più è lungo il periodo trascorso dall’ultima eiaculazione,più è veloce il tempo in cui si raggiunge l’orgasmo, ma il "problema" si presenta anche quando facciamo l'amore tutte le sere,o solo dopo aver dormito solo 5-6 ore e fatto l'amore
Io questo non lo ritengo un problema per me,perchè sono molto comprensiva nei suoi confronti, penso che magari è stressato dal lavoro,o da altre tipologie di problemi,però non so fino a che punto queste cose influiscono,perchè come le ripeto io sono soddisfatta della nostra intimità.
Noto comunque con dispiacere che quando ciò accade,lui ci resta male,e quasi deluso da sè stesso.
Per il momento considero il ricorrere a farmaci una soluzione abbastanza drastica,anche perchè non siamo over cinquantenni. Quindi le vorrei chiedere se c'è qualcosa che potremmo fare della serie "fai da te" o dobbiamo rivolgerci necessariamente a chi di competenza?
Le premetto anche che non prendiamo precauzioni,e quindi è esclusa l'idea di usare profilattici ritardanti o usarne addirittura due insieme,le i mi dirà che la cosa è rischiosa,ma io ho avito delle reazioni allergiche in passato.
Noi due non abbiamo tabù,pratichiamo anche sesso anale,e orale.
Io mi chiedo anche se il problema è proprio questo:FORSE SIAMO TALMENTE TROPPO INTIMI CHE NON C'è PIù QUEL DESIDERIO DI SCOPRIRE IL CORPO DEL PROPRIO PARTNER?
Stiamo insieme da 10 mesi,e mi sembra un pò impossibile che già ci siamo stancati...anzi ogni giorno,mi sono accorta che c'è sempre più desiderio...confido in una sua risposta molto celere,la ringrazio anticipatamente.
Distinti saluti
------------------------------------------------------
Salve, la problematica dell'eiaculazione precoce è complessa e richiede un analisi approfondita. La invito a afr effettuare al suo ragazzo il seguente test http://www.iltuopsicologo.it/test_sulla_eiaculazione_precoce.htm e valutare un consulto specialistico. Non sottovalutate il problema.
Saluti
Dott. Roberto Cavaliere

lunedì, giugno 15, 2009

SPERO CHE CHI MI HA FATTO DEL MALE LEGGA

antonella83 Età: 25 Tra qualche giorno compirò 26 anni e devo dire che ne sento sulle spalle almeno 80. Vivo da sola dopo che mio padre mi ha buttata fuori di casa solo per avergli impedito di picchiare per lennesima volta mia madre. Come sono riuscita ad andare avanti? la persona di cui sono innamorata mi sostiene in tutto e per tutto. Ho perso il lavoro e dopo suo consiglio abbiamo cercato di avviare un'attività commerciale ma ad oggi per i gravi problemi ecomici è rimasto bloccato. ma questo è solo il "contorno" mi sento estemamente sola. Non ho amici. ne vita sociale di alcun genere. Passo le mie giornate in casa elemosinando di stare con lui in quanto vive in un'altra città ed è separato in casa con 2 figli miei coetanei. Ho tentato iù volte di venirne fuori ma la solitudine, la depressione mi uccide. Penso notte e giorno di farla finita ed ho deciso di uccidermi appena realizzerò un sogno per l'unica persona che mi ama da sempre la mia sorellina di 18anni. Voleva andare a parigi ed il 9/6 si parte. Le regalo quest'ultimo sogno poi il 15 lo faccio.
Non so perchè sto qui a raccontarlo... forse ho la speranza che un gorno chi mi ha fatto del male si trovi a leggere... chissà? In ogni caso chiedo scusa pe il tempo che certamente vi farò perdere. Antonella

FETICISMO

ikaros Età: 46 Salve. Ho 46 anni e per circa 7, da quando ne avevo 37, ho seguito un percorso di psicoterapia con diversi terapeuti e accompagnato da varie attività esperienziali. La molla che inizialmente mi ha spinto ad avviarmi su questo cammino è stata una depressione reattiva da separazione coniugale. La crisi si era verificata, anche, per gli effetti nefasti della mia parafilia feticistica che nelle mie precedenti relazioni era rimasta piuttosto defilata, più che altro per mia timidezza nel manifestarla. Invece in quei 12 anni di relazione avevo assillato la mia ex partner, sommergendola di stivali, procurati e proposti a raffica, con cui volevo si calzasse permanentemente sia nella vita quotidiana, sia nei nostri rapporti sessuali. Per quanto riguarda la mia sessualità, specifico che la presenza del mio "feticcio" non è mai stata indispensabile né all'erezione, né all'orgasmo. La mia vita sessuale, quindi ha un ampio margine di autonomia dalla presenza del feticcio che risulta compulsiva per la sua cronicizzazione, ma non in quanto indispensabile e vincolante. Con le partner successive ho riproposto questa mia predilezione, ovviamente con una consapevolezza ed una capacità di gestione della stessa affinate dalla psicoterapia in corso. In un caso ho trovato compiacenza pressoché totale, che però risultava anche della dipendenza che questa donna aveva nei miei riguardi. Con la partner successiva la condivisione e la disponibilità ad assecondarmi è stata più limitata, anche perché lei aveva sue
predilezioni e fantasie personali che finivano per prevalere sulle mie, ribaltando i rapporti di dipendenza che esistevano con chi l'aveva preceduta.
Dalla donna con cui ho convissuto negli ultimi quattro anni e da cui adesso mi sto separando, la mia parafilia è stata inizialmente accettata come forma di gioco da condividere con complicità, per poi essere gradualmente rifiutata fino ad essere uno dei motivi della crisi che ci ha condotto alla separazione. Lei afferma che la sua sessualità, a sua detta "sana" e animale (che la porta ad aborrire, tra l'altro, la penetrazione anale che io invece integro tranquillamente tra le modalità di coito gradevoli ed ammissibili, e per questo sono stato da lei tacciato di avere una pulsione distruttiva e umiliante verso il genere femminile), mal si adatta a quella mia con le sue "mentalizzazioni" e complessità "estetiche". In tutto ciò torno a specificare che la presenza di stivali sulla scena dell'amplesso, o addosso alla partner, continua a non costituire la mia unica ed esclusiva modalità di eccitazione sessuale, convivendo con una normale attenzione e reattività a parti del corpo femminili, effusioni e situazioni ortodossamente erogene. Nel mio percorso terapeutico, durante il quale sono emersi aspetti e ramificazioni psichiche da sindrome di abbandono e dipendenza affettiva, che costituiscono alcuni dei nuclei del mio complesso psichico, sono transitato da un iniziale rifiuto della mia parafilia, che la psicoterapia doveva aiutarmi a debellare definitivamente, ad una sua graduale accettazione nel tentativo di individuare un modus vivendi, o meglio cum-vivendi, passando attraverso una presa di coscienza e una capacità di gestione che mi permettessero di "agire" consapevolmente la mia peculiarità, in modo da non renderla insostenibile a chi amavo, come accadeva quando ne ero completamente "agito". Insomma, godermela piacevolmente senza trasformare la vita altrui, e di conseguenza anche la mia, in un inferno.
L'ultimo terapeuta a cui mi sono rivolto, mi chiese, nell'ottica di un rapporto non conflittuale con me stesso e rispettoso di tutta la mia personalità, perché non cercavo le mie partner tra donne che condividessero la mia stessa passione. Ho rifiutato quest'ipotesi - tra l'altro del tutto fuori luogo in quella fase, visto l'amore, l'attaccamento e la seduzione che provavo per la mia partner di quell'epoca - sia perché mi è sembrata limitante delle mie scelte sentimentali, oltre che artificiosa (francamente, trovo un po' ridicoli e patetici i vari ghetti virtuali o reali in cui, tra internet e club esclusivi, si rinchiudono certi cultori di emozioni particolari), sia perché la mia aspirazione, dopo l'iniziale ripulsa, sarebbe quella di "normalizzare" la mia predilezione integrandola in una sessualità non predeterminata e iperconnotata e vivendola in una dimensione di compartecipazione giocosa con chi condivide con me i piaceri del sesso. Insomma vivere la mia attrazione per rapporti sessuali con donne che indossano stivali come un aspetto ed una possibilità tra le tante, come d'altronde nella mia psico-fisiologia sessuale avviene. Aggiungo che a tutto ciò si accompagnano pratiche da feticismo di travestimento che in periodi di solitudine o di relazioni insoddisfacenti mi vedono a masturbarmi calzato, questa volta io stesso, delle fatidiche calzature. Superata la fase in cui questa abitudine mi ha creato qualche
perplessità di tipo identitario, adesso conosco benissimo l'effetto ansiolitico e compensativo psico-ormonale di questa pratica, che tra l'altro ha fatto, non deliberatamente ma con effetto catalizzatore, da sfondo alla mia prima eiaculazione quando avevo 11 anni, e che non ha nulla a che vedere con il travestitismo o la transessualità. Credo quindi che sia strettamente legata a periodi di stress da relazione in crisi o da assenza di relazione, con valore transizionale. Ma per tutto il resto, cosa fare? L'idea di riprendere un trattamento psicoterapeutico cognitivo-comportamentale o di qualunque tipo mi uggia (in linea con la componente ego-sintonica del mio "vizietto").
D'altronde sono stanco della compulsività e dei condizionamenti che, malgrado i miei tentativi di sana gestione, continuano a verificarsi nella mia vita sentimentale e di relazione, con le crisi che ne conseguono. Provo una certa invidia per chi può affermare di essere libero da particolari fantasie o preferenze impersonali, che non siano quindi strettamente individuate nella persona del partner sessuale, anche se siffatte affermazioni mi lasciano alquanto perplesso sapendo, tra l'altro, che il principale organo sessuale (e sessuogeno) dell'essere umano è .... il cervello, con tutte le sue creazioni.
Grazie per l'attenzione.

HO VOGLIA DI MORIRE

gilda Età: 28 Sono una ragazza di 28 anni. episodi che piu hanno segnato la mia vita:ho vissuto i primi anni di vita coi nonni e la madre perchè nata fuori dal matrimonio e mio padre aveva già due figli cn prima moglie. dagli 8 ci trasferiamo a casa di mio padre e comincio a conoscerlo. lo temo.mio padre era diventato mio nonnno. mio nonno muore. il fratellastro piu gfrande di me mi prende di mira e abusa sessualmente di me dai 9 anni ai 12. mia mamma lo sa,non dice e non fa nulla. mio padre comicia a bere serioamente. amanti,botte a tutti regolarmente, sperpero di denaro,violenze sicologiche. siamo sul lastrico e non capiamo perchè.passano gli anni. adolescente scappo di casa due o tre volte. incontro le droghe. a 20 me ne vado via di casa.a 24 torno. mio padre muore. i rapporti in famiglia non sono buoni.Qualunque lavoro io inizi, lo lascio a metà.qualunque amicizia io inizi,la lascio a metà. qualunque realzione amorosa la lascio a metà. sono sola.non voglio nessuno attorno. e se anche volessi, non sarei in grado di mantenere in vita nulla.a 28 anni sono niente.dormo più che posso per dimenticarmi di esistere. ho voglia di morire. sono stanca. non ho soldi per psicologi.