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domenica, ottobre 22, 2006

PROBABILE ABUSO

STELLA N° di riferimento: 174233913 Età: 27 HO UNA BAMBINA DI TRE ANNI CHE MI HA RIFERITO DI ESSERE STATA TOCCATA DALLO ZIO DEVO CREDERCI HO PENSARE CHE SIA SOLO UNA BUGIA MI SENTO TRISTE E CONFUSA.
E' necessario indagare attraversi disegni e giochi all'uopo predisposti. Cio lo può fare solo una psicologa esperta in questo campo. Queste sitauzioni richiedonon molta prudenza per non sbagliare in un senso o nell'altro. Nel frattempo con discrezionalità osservi se lo zio cerca occasioni per stare solo con la piccola. Dott.ssa Rosalia Cipollina.

MUTISMO SELLETTIVO

Dani N° di riferimento: 982040691 Età: 35 Ho un figlio di 5 anni con il mutismo selettivo. Siamo su una lista d'attesa per iniziare un trattamento presso il distretto sanitario della nostra provincia. Nel frattempo, insieme alla sua insegnante d'asilo, (che è molto interessata e motivata ad aiutare il nostro figlio al più presto), vorremmo sapere cosa possiamo fare, specialmente nell'ambito scolastico; se lei sa dell'esistenza di pubblicazioni anche a livello internazionale in lingua italiana che possono darci dei suggerimenti o degli aiuti, le saremmo grati.
Le invio quest'articolo http://www.mariodambrosio.it/pdf/ATT54.pdf che pur riguardando un trattamento in ambito psicoteraputico del mutismo selettivo, offre utili indicazioni da applicare anche in ambito scolastico e familiare. Cordiali saluti Dott.ssa Rosalia Cipollina

VAGARE

Flavio N° di riferimento: 988099361 Età: 22 Non ho mai concluso nulla nella mia vita. Studio all'università (lettere), ma non riesco a prenderla a fondo. Sono all'albore della carriera giornalistica, ma mi chiedo: "é giusto ciò che faccio?". Ho abbandonato una strada sicura nella ditta di famiglia per seguire questa strada, ma ora è ciò che voglio?Quando mi fermo a pensare a me stesso, cado in uno stato di tristezza assoluta. Ho lasciato una ragazza d'oro dopo tre anni e mezzo, si progettava già il futuro (bambini, casa insieme....) e l'ho abbandonata così, perchè mi sentivo oppresso, chiuso... Ho voglia di fuggire da tutto, abbandonare questa realtà, andarmene lontano, viaggiare e raccontare con degli scritti le mie esperienze. Sono stanco della mia vita attuale. Ho paura che sia tutto legato al mio essere "svogliato", ma è qualcosa di più credo, spero, ho voglia di vagare e raccontare tutto delle mie esperienze... Che casino....
Forse quello che vuole fare è appunto "vagare". Ciò la fà sentire in colpa e confuso perchè le convenzioni sociali e le persone che le stanno intorno le chiedono di progettare diversamente la sua vita. Ci conceda, a questo punto, un tempo per "vagare". Vedrà che poi ritornerà con le idee chiare sul suo futuro. Saluti

ANSIA SE VIAGGIO IN TRENO

EriKa N° di riferimento: 110474958 Età: 22 Salve, sono EriKa, ho 22 anni e abito in provincia diCremona. 2 anni fa mi sono iscirtta all'accademia di belle arti a brescia e da li è iniziata la mia vita da pendolare... il primo anno tutto è andato bene...anche se a volte la mattina mi svegliavo molto presto ed ero subito colpita a attacchi di vomito nervoso. L'inizio del secondo anno però è stato davvero insostenibile... non riuscivo a resistere più di mezz'ora su un treno...stavo bene solo se il treno andava nella direzione di casa...questo problema non mi succede invece quando vado a scuola in macchina...da qui ho dedotto che non è un problema legato alla scuola... ma è proprio legato al viaggio in treno. L'anno scorso ho lasciato l'accademia dopo due mesi ma quest'anno ho deciso di riprendere solo che mi si sta ripresentando lo stesso problema ma io non voglio mollare..però ho bisogno di un aiuto per capire quello che ho...Grazie 1000 per l'ascolto. EriKa
E' probabile che non le succeda in auto perchè l'auto le permette di ritornare quando vuole e se la guida lei, ne ha anche il controllo. Cose che non può fare col treno. In ogni caso sono presenti processi ansiosi e di separazionbe che debbono essere oggetti di una più attenta analisi. Saluti

domenica, ottobre 15, 2006

ATTACCHI DI PANICO

Con tanti problemi più seri che ha certa gente, spero di non rubare una mano d'aiuto a chi ne ha di bisogno più di me... Ho 25 anni ed un carattere introverso.Nell'inverno scorso ho attraversato un brutto periodo, ma proprio quando tutto stava andando per il meglio, è arrivato un ATTACCO DI PANICO (la troppa serenità mi ha portato a credere di essere in punto di morte)... in estate ho avuto un piccolo problema di salute fisicamente, risoltosi in pochissimi giorni, ma da quel momento, è rimasta la PAURA.. Paura di stare da sola in un qualsiasi luogo, paura di andare da sola a fare la spesa, paura di andare in spiaggia con gli amici, paura che potesse arrivare la mia ora...un pò di sicurezza la trovavo solo quando ero vicina a mia madre (con la quale dall'infanzia all'adolescenza ho vissuto un rapporto di AMORE-ODIO). Per lavoro, da 6 anni, mi sono trasferita a 1600Km da casa, e questo stato d animo si è fatto ancora più presente da quando è morto un conoscente...Per caso mi sono imbattuta in questo sito e, leggendo la voce "attacco di panico", mi sono un pò risollevata, finalmente ho scoperto che il mio problema forse non è fisico. Quando ho questi momenti, si fanno più insistenti i ricordi negativi... Come potrei superare tutto ciò (ansia, paura...per niente) ? Quando ho questi particolari periodi, mi consiglia di prendere dei tranquillanti leggeri? Non ho trovato un forum , se c'è. Spero di non averle fatto delle domande frequenti e banali. Grazie per la cortesia
Non si preoccupi, domande sugli attacchi di panico sono sempre ben accette, perchè purtroppo è una delle patologie più diffuse. Circa l'uso dei tranquillanti ne deve parlare col suo medico di fiducia e seguire le sue indicazioni, cercando di non abusarne. Ma sopratutto deve cercare di capire le possibili cause dei suoi attacchi. Prendere un ansiolitico è un metodo rapido e sbrigativo per risolvere gli attacchi ma non ne cura le cause. Utile sarebbe oltre a consultare un terapeuta anche frequentare un gruppo d'auto-aiuto su tale patologia. Ce ne sono molti in quasi tutte le città. Legga anche le precedenti email su tale argomento. Cordiali saluti.

USCIRE DA UNA DIPENDENZA AFFETTIVA

Flavia N° di riferimento: 975541155 Età: 36 Caro dottore,è da tanto che vi seguo. Non è la prima volta che Le scrivo, ma ci sono altri tasselli alla mia avventura che dopo tre mesi si sono aggiunti. Mi siete stati d'aiuto per capire che soffrivo di una dipendenza affettiva e che questa è un'ombra che offusca la mia anima, ma che per il futuro imparerò a leggere.Questa consapevolezza non mi fa paura, anzi mi rassicura perché mi consente di capire perché ho sbagliato. Le scrivo, tuttavia, per rendere una testimonianza. Per far conoscere fin dove può arrivare la miseria delle persone che instaurano le dipendenze affettive e come chi ha il ruolo della vittima possa finire con il rimanere schiacciato dagli eventi. Ma le scrivo anche per riconoscere che grazie ad un maggiore distacco si può provare a lasciare che le azioni degli altri non siano motivo di disperazione. La storia è lunga e non voglio indugiare. Ne riassumerò i tratti salienti. L'avevo già raccontata ma ora sono accadute nuovi eventi e conosco altri elementi, prima a me ignoti. Sono stata fidanzata con una persona per due anni. Si è trattata di una storia che è iniziata da subito con delle complicazioni. Lui è una persona che nella vita si è sempre fatto travolgere dagli eventi piuttosto che dominarli. Ha paura delle relazioni, ma si fidanza continuamente, non consente alle sue donne di avvicinarsi fino in fondo, e poi quando le perde si chiede se è un pazzo.Quando avrebbe potuto sposarsi si è spaventato e l'ha persa. Quando avrebbe potuto avere un figlio l'ha fatta abortire e poi ha proseguito il rapporto anche in virtù di quella che poi ha vissuto come una tragedia. Quando non voleva niente ha messo incinta una donna che lo ha incastrato per tutta la vita in quanto si è tenuta il bambino. Un bambino che lui non voleva e che in due anni non è mai riuscito ad amare, né in fondo ha mai provato ad avvicinarsi a lui seriamente.Come si capisce bene è il profilo di una persona, diciamo, complicata. Sono arrivata io. Proprio a ridosso della nascita del bambino. Lui peraltro si era rifiutato di assumere notizie sulle scelte della madre, sicché io non sapevo, e lui non ne era cosciente, che da lì a poco sarebbe diventato padre. Sono rimasta accanto a lui, pur facendomi molta paura la sua situazione psicologica. E sono stata la classica donna devota. Devota a lui in tutto, pur covando un malessere di fondo che non mi ha mai abbandonato. In breve, sono passati i mesi, talvolta, ci siamo anche allontanati. Lui succhiava da me tutto il mio amore. Mi manipolava, mi spingeva ad esprimermi al massimo, mi metteva alla prova perché in fondo voleva conferme. Perché pensa che in fondo nessuno può amare candidamente. Come ha riconosciuto lui stesso da recente, ha cercato sempre il mio limite. Voleva conferme sul fatto che io non fossi realmente la persona che aveva accanto, che fossi sporca e isterica come tutte le donne. Voleva la dimostrazione che prima o poi gli avrei fatto del male, lo avrei tradito, non tanto fisicamente, ma nel modo in cui ero e nei valori di onestà, dialogo, serenità e comprensione, in cui fermamente manifestavo di credere e per i quali spendo la mia vita con tutti. Ma questo limite non lo ha mai trovato. Al contempo, ha cominciato a distruggere il nostro rapporto. Non mi voleva, non mi amava e pur chiedendomi e manifestandomi una grande felicità per quello che giorno per giorno gli dimostravo, ringraziandomi per questo amore dolcissimo, facendomi sentire una persona unica, tramava alle mie spalle. Si è entusiasmato della "amica" con la quale aveva un rapporto morboso da ventanni. Lavoravano insieme, lui era il suo punto di riferimento, colmando i vuoti della sua vita, e lei aveva il ruolo che non potevano avere le sue fidanzate, tenute sempre ad una distanza di sicurezza. Ciascuno aveva l'arroganza di non sentire mai il vuoto sotto i piedi, quel vuoto che l'amore quando è vero spesso ti fa sentire.Sono stati insieme, dapprima in un periodo in cui noi eravamo lasciati e lei era sola: ma poi lei lo ha lasciato in asso senza una parola rimettendosi con il suo fidanzato di dieci anni. Poi dopo circa sette mesi, non so se prima o dopo che lei si lasciasse nuovamente, hanno ricominciato a stare assieme, agendo non so per quanto tempo alle mie spalle. Mentiva e lo faceva in modo che ora mi appare spudorato, che mi fa paura perché perverso.Nel frattempo abbiamo vissuto il periodo più intenso e dolce della nostra storia, dove lui talvolta sembrava mi amasse. Durante il quale faceva progetti, sia pur timidamente e con una grande ritrosia. All'improvviso - un mese - ha cambiato atteggiamento e mi ha lasciata, dicendo che non mi amava, che era incapace di arrivare al fondo delle sue storie; che arriva sempre allo stesso punto e al momento della svolta distrugge tutto. Io ho sempre avvertito tutte le sue paure. Sono riuscita a leggere quell'inquietudine che annida nel suo cuore, vivendo un sentimento empatico che mi avvolgeva e mi riempiva della profonda conoscenza del suo animo. Ho sofferto ma speravo che avrebbe fatto un percorso quanto meno per capire meglio il suo animo. Esattemente come ho cercato di fare io. Bene, dopo soli tre mesi, lei è incinta, la notizia l'ho appresa da poco. Ed è chiaro che ciò è successo a ridosso dalla fine del mio rapporto. La cosa che mi ha fatto più male non è il tradimento, ma il fatto che mentre io lo difendevo agli occhi di un mondo che lo ha sempre criticato, dicendo che era una persona negativa, io lo ho sostenuto e gli ho dato un amore puro. Lui orami ha detto che invece non avrebbe dovuto ricominciare la storia con me dopo lei e che ha agito per sgretolare il nostro rapporto, volendo così vendicarsi delle donne.Ma non è finita. Ora ha paura di ciò che gli sta accadendo, del bambino, di questa donna che infondo non conosce come compagna, non sa quanto lo ama, e peraltro aveva una granfretta di avere un figlio (ha 40 anni). Ora dice che si rende conto che il mio era un amore sincero, crede in chi sono e pensa che una persona come me, capace di accogliere e sostenere, di andare al fondo delle cose e di volere andare oltre, non la potrà più avere, che mi ha voluto e ora che mi ha perso mi vorrà moltissimo.Ho mille pensieri e mille convinzioni. Ancora una volta penso a lui: la sua miseria mi fa una profonda pena. Non riesco ad odiarlo, ancora lo guardo con il cuore che si stringe. E' come se lo guardassi dall'alto e lui mi fa una tenera tristezza.Alla fine, sono distrutta perché il mio amore candido è stato oltraggiato nel peggiore dei modi. Sento, però, di stare bene. Mi sento forte; a pezzi maforte; perché ho forte dentro di me la consapevolezza che la mia fortuna è il mio essere una persona buona e capace d'amare. Mi sento forte perché adesso conosco anche quali erano i miei problemi. Vorrei che la vita mi desse un'altra chance, ma allo stesso tempo non mi spaventa stare da sola. Mi nutro del mio equilibrio e della ricerca di me. Non cercherò quello di cui ho bisogno negli altri. Non avverto il bisogno degli altri, ma - questo sì, lo devo ammettere - avverto la voglia di avere la possibilità di amare in modo ancora più maturo di quanto non abbia mai fatto. Chissà se alla fine la vita darà anche a me questa occasione. Certo, non nascondo che ho paura di ricadere nei miei errori, soprattutto perché mi sono sempre innamorata di persone che mentalmente erano stimolanti ma che psicologicamente si sono rivelate dopo un po' fragili. A volte dottor Cavaliere vorrei che qualcuno mi dicesse che lui sarà un infelice, vorrei che qualcuno mi dicesse che nella vita la cattiveria e la perversione si paga. Lei cosa pensa? Ciò non toglie che il dolore è la manifestazione più lampante di insensatezza!
Flavia la ringrazio per la significativa testimonianza. Lei ha iniziato un percorso di "guarigione" che è ancora lungo e doloroso ma se sarà determinata e tenace riuscirà. Ed il dolore che prova non è insensatezza ma lo consideri il più saggio dei consigliereri, l'unico che può dare la forza di compiere un percorso d'uscita dalla dipendenza affettiva. Cordiali saluti.

ASTENIA

Lucia N° di riferimento: 83389934 Età: 20 Buon giorno, ho un’opinione da chiedere. Ultimamente sono sempre stanca, stressata, nervosa e non riesco a capire il motivo. Sento che non dipende dal fisico ma c’è qualcosa di psicologico ma non riesco a capire cosa. Fatico a dormire, mi sveglio molto durante la notte e al mattino mi sveglio che sono più stanca della sera. Premetto che il lavoro che faccio non mi soddisfa per nulla ma non ho la forza di cercare di cambiare, ma altri problemi che mi turbano non mi pare ce ne siano. Quando sento il mio fidanzato la conversazione finisce sempre per irritare entrambi, non capiamo cosa non va, forse sempre per il mio stato d’animo. Non voglio che si rovini il rapporto per questo.Non so che fare..potete aiutarmi? Grazie.
Innanziutto è il casi che fai qualche accertamento diagnostico per questa tua "astenia". Solo dopo che si può escludere una causa fisica è il caso di pensare ad una causa psicologica. In quest'ulitmo caso potrebbe essere sia un malessere transitorio che nascondere un disagio più profondo. Saluti

venerdì, ottobre 13, 2006

BISOGNO DI TAGLIARSI

Joe N° di riferimento: 161779731 Età: 14 Vorrei sapere perchè mi taglio, io non capisco ne sento il bisogno se non lo faccio di notte sogno di farlo ci penso continuamente lo voglio, amo vedere il sangue, non sento dolo amo sentirmi viva, io amo i tagli, ma perchè?
Il tuo bisogno di tagliarti può rappresentare una forma di autolesionismo (vedi http://www.iltuopsicologo.it/autolesionismo.asp) E' necessario, anche se non vuoi, che ne parli con i tuoi genitori. E' difficile che riesci a superare il tutto da sola, sopratutto alla tua età. Saluti

CENTRI PER IL MUTISMO SELETTIVO

dibodi N° di riferimento: 495240910 Età: 42 Mia figlia Clara, di tredici anni, è affetta da tempo da mutismo selettivo e, nonostante sia stata seguita fin dall'inizio da personale qualificato, a tutt'oggi non ha risolto il suo problema. Vorrei sapere se esistono centri o professionisti specializzati nella cura di tale disturbo.Grazie.
Non mi risultano in Italia centri o prodessionisti specializzati per il mutismo selettivo. Sicuramente sono presenti all'estero e li può trovare al seguente indirizzo: http://www.selectivemutism.org/. Cordiali saluti. Dott.ssa Rosalia Cipollina

SBALZI D'UMORE

malia N° di riferimento: 834398876 Età: 28 Penso di soffrire di ciclotimica. Ho continui sbalzi dumore passo dalla felicità assurda alla tristezza quasi apatica. Sono triste il più delle volte mi alzo e vado a lavorare nn mi va di uscire a volte ho anche paura e poi piango per ogni cosa ma sopratutto quando si parla d amore o sentimenti. Comunque sto malissimo
Lei non mi fornisce molti elementi per poterle dare una risposta. Comunque ritengo utile che abbia un cosnulto specialistico. Cordiali saluti.

sabato, ottobre 07, 2006

INSICUREZZE ED INDECISIONI


Rita N° di riferimento: 573297117 Età: 28 Gentile Dottore, approfitto di questo mio momento di decisione per scriverLe ringraziandoLa in anticipo per la risposta e i consigli che spero mi possa dare. Il mio problema credo sia una grande insicurezza che mi accompagna da una vita e che io chiamerei anche indecisione (non so esattamente se psicologicamente parlando le due cose possano considerarsi sinonime).. per questo motivo scrivevo inizialmente che approfitto del momento di “decisione”, perché sono mesi che penso e ripenso se scrivere o meno sul suo sito, che scrivo e riscrivo la mia lettera e poi la lascio archiviata senza inviargliela. Come questo avviene per una lettera si ripete da anni nella mia vita anche per ogni altra cosa o quasi, dalla più banale e semplice alla più importante. Così sono indecisa sul colore della maglietta da comprare (e magari una volta definito il colore sono indecisa se comprarla o meno!), se uscire a cena con gli amici o stare a casa,se vedere un film o un altro, se fare o meno un acquisto importante…e poi sulle decisioni più serie come quelle relative alle mie relazioni sentimentali ho varie difficoltà come quella di definire se ad esempio un ragazzo possa piacermi o meno e così ecco che la mia insicurezza/indecisione fa danni anche in questo campi meno banali. Sono capace di perdere giorni e giorni alla ricerca del mio parere (sono anche una persona estremamente razionale e forse troppo pensante) e spesso senza esito..la cosa più brutta infatti è che in tutto questo sembra che io non abbia praticamente le idee chiare mai, a volte mi chiedo cosa mi piaccia veramente e non riesco a darmi una risposta precisa.(A parte dei punti fondamentali della mia vita quali le mie credenze e i miei principi).Per tornare all’esempio più banale molto spesso di una maglietta non so dire esattamente se mi piaccia o no. E poi mi capita su alcune cose di essere influenzabile, sembra sempre che abbia bisogno del parere delle persone che stimo e di cui mi fido e che poi mi convinca solo con le loro parole e le loro opinioni. Preciso che non voglio ne ho bisogno di piacere agli altri ma non so davvero a volte cosa pensare e ho bisogno di un supporto, di una guida. Perché tutto ciò? Nell’analizzarmi, una cosa che credo di sapere con certezza (qualche certezza ce l’ho!) è che questo non è dovuto a traumi o problemi particolari del passato semplicemente perché sono consapevolissima di non averne avuti. Sono cresciuta bene in una buona famiglia che oltre a dei sani principi ha saputo darmi il giusto affetto. Inoltre sono stimata dagli amici e sono sempre stata abbastanza corteggiata dai ragazzi. Eppure forse il problema potrebbe venire da mio padre perché in questo mio carattere vedo proprio lui con le mie stesse caratteristiche, lui che a monte però ha avuto quel trauma che probabilmente le ha procurato questa insicurezza e che forse l’ha trasferita a me semplicemente per via genetica. Vedo lui e vedo anche suo padre e mi ci rispecchio precisamente. Le stesse problematiche. Ora quindi il punto non è voler capire le cause di tutto ciò ma come potrei venirne fuori in modo pratico. Ho fatto tanti tentativi ma con pochi e piccoli progressi. Sembra forse una cosa da niente ma così invece non si vive affatto bene. Intanto passano gli anni e magari le decisioni più importanti (come quella di avere qualcuno accanto) non ho saputo ancora prenderle. La ringrazio ancora e porgo i miei saluti.
Innanzitutto mi scuso per il ritardo con cui le rispondo. Spero che ciò non abbia aumentato le sue insicurezze, visto che finalmente si era decisa a scrivermi. Ironia a perte (che è terpautica, impari ad usarla) vediamo di fornirle delle indicazioni. Insicurezza ed indecisione sono i due lati della stessa medaglia. Non è possibile intervenire sull'uno se non s'interviene sull'altro. Và cercata d'attenuare l'insicurezza di base che rende indecisi. Ma è un processo molto lungo e doloroso, che và fatto necessariamente. Nel frattempo "decida" comunque iniziando dalle cose più banali, come la scelta di un maglione. Scelga sulla base della prima "decisione" che le viene di prendere, senza considerare le successive. Anche se "sbaglia" o se ne "pente" si saranno poche conseguenze "negative". Anzi scoprirà di sbagliare meno di quello che pensa. Man mano che riuscirà a decidere su cose banali passerà a "scelte" un pò meno banali. Per le scelte "affettive", invece, dovrà necessariamente fare chiarezza dentro di sè e sul suo passato. Cordiali saluti.
Gentile dott. Cavaliere, volevo semplicemente ringraziarLa per l'attenzione che mi ha dato rispondendo alla mia lettera. Non è necessario che lei pubblichi questa mia risposta perchè come Le ripeto è un modo per ringraziarLa...in realtà è vero come Lei stesso scrive che non aver ricevuto risposta a breve aveva alimentato un pochino questa antipatica insicurezza! Volevo anche dirLe che per carattere sono ironica come mi suggeriva ma forse è anche vero che per quanto riguarda questo aspetto a lungo andare l'ironia è sfumata lasciando posto al malcontento generato dal non riuscire a cambiare. Se decidesse di pubblicare comunque anche questo mio commento alla Sua risposta sarei grata di capire meglio se sia possibile (come supponevo nella mia prima lettera) aver semplicemente "ereditato" questo difetto caratteriale. Da parte mia proverò a prendere le decisioni più semplici sulla base del primo pensiero che avrò in mente anche se quello che mi spaventa come Le dicevo è a volte l'incapacità di definire esattamente se una cosa mi piaccia o meno! Spero di migliorare! Grazie ancora. Cordiali saluti,Rita.
Il bambino è il padre dell'uomo. Tendiamo più che ad ereditare a replicare certi copioni familiari. E' probabile che sua madre o suo padre le abbiano "trasmesso" certi aspetti del suo carattere. Saluti.

QUESITI "AFFETTIVI"

Mario N° di riferimento: 677909594 Età: 27 Buongiorno sono ragazzo di 27 e vorrei chiedere gentilmente il parere dell' esperto riguardo ad una problematica direi a carattere sociale inerente l'amore. Sono single ed ho avuto poche storie d'amore, ma molto intense. Sono un tipo molto sentimentale ma mi sto accorgendo come stia cambiando il modo di pensare delle ragazze. E' molto più facile trovare una ragazza per una serata che per una storia seria. Anzi per assurdo se conosci una ragazza e provi ad essere un pochino piùprofondo rischi di stancarla e di annoiarla……….E poi quanti tradimenti, quanti intrecci e tresche amorose si nascondono dietro ogni persona anche quella più riservata e moralmente più rigorosa. In realtà mi sono trovato in situazioni in cui le emozioni prendono il sopravvento sovrastano la ragione e danno spazio a quelloche poi chiamiamo tradimento.Ma Professore le chiedo, perchè non si può mai stare tranquilli con unaragazza? Perché corrono dietro alle passioni e non sanno resistere alletentazioni? Perché sono così vulnerabili? Non capisco!!!!!!! Se in un rapporto sei troppo apprensivo rischi di cadere nella monotonia, se dai troppa sicurezza alla amata, lei rende scontato il fatto che tu ci sarai sempre e comunque…..seti mostri duro e deciso rischi che corrano dietro ad un tenero amante…..ma allora come ci dobbiamo comportare per vivereuna storia d’amore senza paura del futuro? Cosa ha reso le ragazze cosìfragili?Grazie ancora Professore per il tempo prezioso che mi sta dedicando.
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mic N° di riferimento: 787535601 Età: 22 Ho deciso di chiedervi aiuto perché da un po' di tempo sento di star male. Sto insieme ad un ragazzo da più di 6 anni e con lui ho un rapporto bellissimo. Purtroppo però anche nella nostra storia ci sono dei problemi, causati da un'altra persona: sua madre. Infatti i suoi genitori si sono separati quando lui aveva 7 anni e da allora vive solo con la madre. Ma a mio avviso questo loro rapporto è un po' troppo morboso. Siccome lei soffre di ansia, vuole che tutto quello che le gira intorno venga fatto secondo i suoi criteri. Questo significa che cerca in tutti i modi di controllare la vita del figlio perché un minimo imprevisto la fa agitare. Lui sta sempre con ilcellulare in mano perché se per caso non risponde succede un finimondo. Una volta ha avuto anche il coraggio di metterlo vicino al letto mentre facevamo l'amore, perché se squillava poi non lo sentiva!! All'inizio pensavo che questi problemi fossero dovuti al fatto che eravamo dei ragazzini, ma adesso abbiamo più di 22 anni e la situazione peggiora di giorno in giorno. Se usciamola sera, lei lo chiama almeno una volta per chiedergli dove sta,e se facciamopiù tardi di mezzanotte diventa una belva, perché lei il giorno dopo deveandare al lavoro e non può aspettare in piedi fino a tardi. Io non so cosafare. Non abbiamo più amici per uscire il sabato sera perché (giustamente)tutti si ritirano più tardi di noi e siamo costretti da qualche anno ad usciresempre da soli. Sembriamo una coppia di pensionati. Io sto molto male e non riesco neanche più a studiare, perchè ho sempre la mente piena di pensieri. Seprovo a parlare con lui, sembra di parlare ad un extraterrestre perché è comese facessi delle pretese assurde, quando invece gli sto chiedendo solo un po dinormalità, di essere come tutti i ragazzi della nostra età. Chiedo troppo?Forse sono io il problema? Scusate il mio sfogo, ma non ce la faccio più.Vi prego, aiutatemi! Sono veramente disperata e non so con chi altro parlarne.
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Diego N° di riferimento: 317285447 Età: 23 Caro Psicologo,mi chiamo Diego, ho 23 anni, sono un ragazzo apparentemente senza problemi, sono abbastanza attraente, laureato, ottime condizioni economiche, molti amici. Tuttavia la mia vita è profondamente infelice. Ho un padre piuttosto anziano che mi vuole molto bene, ma scontroso e duro, che fatica a trasmettere i suoi sentimenti, cerca infatti di accontentarmi tramite il denaro. Mia madre mi vuole molto bene anche lei ma ho un rapporto conflittuale con lei, non provo amore nei suoi confronti, anzi a volte la disprezzo. Non è sempre stato così,quando ero più piccolo le volevo molto bene. Lei è stata sempre molto oprressiva e protettiva nei miei confronti, anche essendo figlio unico. Forsele può essere utile sapere che quando avevo 7-9 anni lei soffriva di attacchi di panico.Ora arriviamo a me: nel settembre 2003 ho conosciuto una ragazza in università,si chiama Federica, ci siamo messi insieme e io me ne sono perdutamente innamorato, anceh lei si è innamorata di me e abbiamo cominciato una magnifica storia, davvero intensissima; infatti abbiamo vissuto praticamente insieme sinoa giugno 2004, quando ci siamo lasciati. Ci amavamo moltissimo, un\'amore puroe profondo che mi ha portato alla rovina...infatti ci siamo lasciatiapparentemente in modo inspiegabile, lei un giorno si è alzata dicendomi chenon mi amava più ed è finita. Io però ammetto di essere stato possessivo versola fine del rapporto, ero morbosamente infastidito dal fatto che lei avesseavuto rapporti cona ltri prima di me. Voglio sottolineare che mi ritengo unapersona molto profonda, che amplifica le sensazioni e i sentimenti, a volte esagerando. In realtà la storia non finisce qua perchè, in un modo o nell\'altro abbiamocontinuato a vederci, tra odio e amore (più da parte mie) per molto tempo, iosono stato con altre ragazza e lei con altrei ma alla fine ci siamo sempre\"ritrovati\"(anche con vari rapporti sessuali). Io ho sofferto moltissimo,credevo di essere depresso fino a quando ho avuto (marzo 2005-settembre2005) unrapporto con un altra ragazza a cui ero discretamente legato, dopo sono statoun po\' meglio, tanto che io e Federica abbiamo avuto un rapporto di\"amicizia\" abbastanza tranquillo, con alcuni tentativi di riprovare a stareinsieme.Ora, dopo aver passato un\'ennesimo weekend (1-2-3 Settembre insieme in cuic\'era tensione che si è risolta con una forte discussione, lei mi ha detto cheio probabilmente ho un problema e nopn riesco ad ammettere di essere ancorainnamorato di lei, o perlomeno di avere un\'ossessione nei suoi confronti e divolerla in qualche modo solo per me, anceh accontentandomi di pochi momentipassati insieme.Io credo che abbia pienamente ragione.In questi due anni e mezzo tra mille peripezie ho sempre in fondo desideratoquesta ragazza, non so se quando la consideravo un\'amica, seppur speciale, inrealtà volessi davvero la sua amicizia. Personalmente la ritengo senza alcundubbio la persona più improtante della mia vita, il fatto di stare lontano dalei mi addolora, mi sento triset pur sapendo che nella mia vita lei ci saràsempre perchè siamo immensamente importanti uno nei confronti dell'altra.Troppi aspetti della mia vita sono legati a lei, certe cose le faccio solo perpoterla fare felice e rimpiango sempre il passato dicendo "non ci sarà nessuno come lei". un ultimo aspetto: ho notato che quando sto male in qualche modo mi piace stare in quella condizione, che vorrei finisse il dolore ma in realtà non faccio niente per eliminarlo.Ora io so di avere un problema, forse un'ossessione che all'inizio era una nevrosi, ma non so cosa fare. Vorrei andare in analisi ma non so se davvero posso trovare una via d'uscita o solo un paliativo.Spero che queste poche parole servano a lei per darmi almeno un consiglio. La ringrazio anticipatamente per la risposta.Saluti
Mi scuso con chi mi ha inviato le suddette richieste di consulenze se ho "unito" quest'ultime in un solo post. Purtroppo per ragioni di tempo non mi è possibile fare altrimenti. Le suddette richieste riguardano problematiche sentimentali, relazionale e di coppia che sono trattate nel sito www.maldamore.it . Inoltre nel suddetto sito è presente anche un forum (http://www.maldamore.it/public/forum/) dove si puiò richiedere indicazione e sostegno per le tematiche suesposte. Rimando, anche se me ne dispiace, a porre gli stessi quesiti nel sito e forum suindicati. Cordiali saluti.