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lunedì, maggio 01, 2006

INDIPENDENZA

nuvola N° di riferimento: 878369950 Età: 31 Ho avuto una infanzia difficile,seconda di una famigliacon quattro figli di cui il primo spastico.L\'handicap di mio fratello ( cheadoro ) non sarebbe stato un problema se i miei non avessero fatto in modo dafarmi sentire sempre inadeguata alla situazione (quasi avessi copla di esserenata sana). Chiaramente mai con consapevolezza, ma incosciamente mi hannosempre trasmesso il loro vedermi \"diversa\" tanto che alla fine mi sento forsepiù \"diversa\" io in qsto mondo che non mio fratello.Diciamo pure concreti cheho sofferto di una terribile mancanza di affetto ( in caa mia i gesti digentilezza, dolcezza e roba varia sono da considerarsi per occasioni ultra chespeciali - ci adoriamo, ma nn ce lo diciamo mai) che mi porta oggi all\'età di31 anni suonati ad avere grosse difficoltà di relazione con le persone ingenerale. Ho imparato a vestire una maschera di donna forte e risoluta,indipendente e dinamica,(anche per sopravvivere alla bolgia del mondo di oggi)ma dentro l\'insicurezza e l\'inadeguatezza mi devasta. Lotto ogni giornocontro me stessa per emergere, per piacermi e piacere e il più delle voltefuori dalle mura di casa ci riesco fino a quando nn capita come in questoperiodo, che devo prendere una decisione, importante, che devo per forza dicose comunicare anche ai miei...allora davvero vado in panico, divento laragazzina paurosa che pur di non disobbedire ( e di non chiedere il permesso) èstata capace di rinunciare a tutte le feste con gli amici. Discuto ogni giornograzie al mio lavoro con persone di ogni ordine e grado ( anche deputati dellaRepubblica), ma non riesco ad affrontare mio padre e mia madre e qsto micondiziona terribilmente: non dormo la notte, mi prende la tachicardia, entroin ansia e rinuncerei volentieri alla mia scelta pur di non doverglielacomunicare. Dopo questa devastazione emotiva e diversi giorni di stress so checomunque gliene parlerò..non sia mai poi la mia scelta non risulerà esatta misentirò in colpa per chi sa quanto tempo per non averli ascoltati. Ma come siesce da un tunnel così senza fine? ho pensato di andare a vivere da sola...masarebbe solo un palliativo...la libertà la devo costruire dentro me, lo so, mac ome? Ho paura, questa è la verità e quindi non riuscirò mai a fare la cosa giusta (per chi poi?) e di conseguenza non riuscirò mai a prendere in mano labmia vita e a capire come voglio viverla veramente...adesso ho solo tante maschere.
Invece la scelta di andare a vivere da sola non sarebbe un palliativo, ma un passaggio indispensabile. Il problema è che come si riesce ad operare un distacco del genere se non si è capaci di dire neanche un nò ? Quì il discorso diventa più complesso, anche perchè a volte c'è codipendenza e rompere certe relazioni è arduo. Si proponga allora piccole "conquiste" quotidiane, le persegua con determinazione. Dopo aver consolidato una piccola conquista passi alla successiva e la persegua finchè non l'ha raggiunta. Un percorso è fatto di mille passi. Incominci a farne il primo. Indaghi anche quali sono le ragioni, al di là di quelle apparenti, che l'hanno tenuta in questa situazione. Cordiali saluti.

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