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mercoledì, luglio 18, 2012

IL MIO PROBLEMA E' MIO PADRE

Tea Età: 22
Salve,
Sono una studentessa universitaria, ho una vita tranquilla,una cerchia di amici ristretta ma eccezionale. Il mio problema è sempre stato il mio nucleo famigliare: mia madre è affetta da sindrome bipolare e se ne è andata di casa 7 anni fa, da allora non l'ho più vista, ma è stato un vero sollievo dato che finché viveva a casa ogni giorno i miei genitori si urlavano addosso, si umiliavano reciprocamente. E' stata dura fronteggiare la sua depressione, nonché la follia vera e propria, in quanto quando non era ricoverata non voleva assumere farmaci. Ho un fratello maggiore, il quale se ne è andato di casa quando ero bambina perché non reggeva la situazione, gli sono molto affezionata ma lui stesso è irrequieto e non è un punto di riferimento. Ho affrontato tutti i miei problemi razionalizzando e parlandone con i miei amici, di volta in volta, e penso davvero di essermela cavata bene.
Tutto questo era solo per inquadrare il problema attuale: mio padre.
E' malato di tumore, diagnosticatogli un mese prima che mia madre se ne andasse. Per il momento sta bene. Non siamo mai andati d'accordo, ma da quando mia madre se ne è andata e sono rimasta sola con lui tutta la sua rabbia si sfoga su di me.
Con la malattia è stato anche affetto da una lunga depressione ed è stato seguito per anni da una psicologa; sono andata a parlarle  per chiederle consiglio sul come relazionarmi con lui, e ciò che mi ha detto è stato che non pensava fosse così verbalmente violento e di lasciargli dire tutto ciò che vuole, in modo da farlo sfogare. Davvero di grande aiuto.
Ogni giorno torna a casa di pessimo umore, senza neanche il bisogno d'una ragione..non ci parliamo, se non per questioni finanziarie. Sparla di me con chiunque incontri (anche telefonicamente con il mio dentista che non ha mai visto), è vile perché in faccia mi dice ben di meno da quando sono capace di rispondergli prontamente (a 15 anni senza ragione apparente mi diceva che ero pazza come mia madre, di andarmene da lei..tanto per dare un'idea della mia serenità). Denigra tutto ciò che faccio, ma soprattutto ciò che sono. Quando anni fa gli ho chiesto apertamente cosa trovasse di positivo in me ci ha pensato per poi rispondere che faccio le mie cose senza il suo aiuto; mi ha sempre e solo vista come un'uscita economica, la burocrazia da sbrigare a casa. Sinceramente, io oramai lo disprezzo, non riesco più ad indulgere come ho fatto per anni, su richiesta dei parenti, "perché lui è malato". Nessuno eccetto la sua ex compagna sa come lui sia veramente, quale tortura psicologica significhi conviverci: è anche totalmente privo di logica, e non c'è modo d'argomentare alcunché. Mentre è adorabile in tutte le relazioni pubbliche, superficiali. E' ipocondriaco, verbalmente violento, egoista. Mia madre, la successiva compagna, quelli che erano suoi amici, si sono tutti allontanati da lui: ciò chiaramente non lo fa riflettere neppure un secondo. Io devo rimanere a casa ancora per un anno prima di spostarmi finalmente per ragioni di studio, non ho altri luoghi in cui andare. Ultimamente ho avuto le periodiche crisi di pianto improvvise,ansia ecc. (altre volte mi aveva causato attacchi di panico), mi sveglio e il mio primo pensiero è  che lo odio, lo disprezzo.
Non sembra nulla di che, ma l'abbandono di mia madre mi ha privata dell'unica persona che mi dimostrasse affetto in famiglia, e lui non solo non me ne ha mai dimostrato, ma ha sempre fatto di tutto per distruggermi. E odiandolo così tanto, con tanto rancore ed astio in me ho il terrore di finire con l'assomigliargli. Chiaramente passo a casa meno tempo possibile. Ciò che volevo chiedere era un consiglio sul come fare a convivere con questa situazione, come reprimere il mio astio, la depressione, come fare perché non mi ferisca.

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