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lunedì, ottobre 11, 2010

NON RIESCO A VINCERE I MIEI PROBLEMI

SolamenteIO Età: 30
Gent.mo Psicologo, per fortuna ho trovato un sito in cui una persona come me può trovare un minimo di aiuto.
Vengo subito al punto.
Sono un ragazzo di 30 anni e non riesco a vincere i miei problemi.
Della maggior parte di loro conosco sia gli effetti che le cause, ma non avendo in mano le soluzioni e in altri casi semplicemente la forza di metterle in pratica vivo dei giorni piatti, tutti uguali e senza la pace nel cuore.
Provo ad essere il più sintetico e chiaro possibile.
Vengo da una famiglia particolare, isolata dai parenti con un padre che si disinteressava a me (che poi ho scoperto causati da suoi traumi infantili) (il giorno della mia laurea mi ha addirittura chiesto in che mi laureavo di preciso... fate voi), una madre che avendo subito fin da piccola poche attenzioni ed affetto non è riuscita a non fare altrettanto con me, nel senso che sebbene mi volesse molto bene e si preoccupasse non aveva mai gesti d'affetto o complimenti da farmi.
A causa di ciò ho sviluppato una scarsa affettività e timore dei contatti fisici che ha sempre cozzato con una mia qualche forma di empatia che mi permetteva di capire cosa provavano gli altri ma solo ad un livello logico.
In pratica ho imparato fin dalle elementari ad allontanarmi dalle emozioni e i sentimenti.
Questo mi rendeva strano e quindi allontanato dagli "amici" fino all'età di 20-21 anni.
Fino a quest'età infatto ho passato anni da incubo, emarginato ed incapace di comprendere come cambiare la mia vita perchè non mi vedevo come gli altri, ma li sentivo distanti come visti da una finestra dove mi trovavo a studiare i loro compartamenti per imparare a farmi accettare invece che vivere spontaneamente ed accettare chi, a quel punti, si avvicinava spontaneamente a me.
In questo contesto ho perso occasioni di amicizie e amori enormi.
Finite le superiori decisi di andare all'università perchè la vedevo come un'occasione che mi avrebbe costretto a cambiare.
I primi anni ho cercato di usare una maschera che mi premettesse di amalgamarmi con gli altri (ora mi accorgo che probabilmente era trasparente e quindi inefficace), ma ho anche avuto fortuna incontrando degli amici stupendi che me l'anno fatta togliere poco alla volta e vedendo ciò che c'era sotto non mi hanno abbandonato, anzi...
Qualche anno fa però anno cominciato ad allontanarsi sia da me che tra loro: che una volta laureato tornava a casa, chi ha cominciato una vita diversa per via di nuovi amori, chi ci ha lasciati per sempre e così via.
Mi sto sforzando di fare da collante, ma vedo che non ci riesco.
Nel frattempo anch'io sono tornato a casa ritrovando lo stesso ambiente da cui ero fuggito.
Ora ho degli "amici", li scrivo tra virgolette perchè vedo una superficialità in loro che oramai dopo 5-6 anni mi nausea, ma continuo a tenerli stretti perchè in questo tempo non sono riuscito a farmene altri e loro hanno paura di perdermi perchè (per loro stessa ammissione più o meno velata) senza di me che propongo argomenti e faccio battute non riescono a divertirsi.
Tra l'altro con loro non mi sento libero di essere me stesso e continuo con le maschere.
Non riesco a trovare uno straccio di lavoro sebbene tutti gli studi dove mi propongo di fronte si congratulano con me per le mie capacità e dietro se ne
fregano perchè nonostante mille promesse non mi richiamano.
Ora veniamo al alto più penoso della storia: le donne.
Non ho mai avuto stima di me, vuoi per il mio passato di tonto del villaggio e vuoi per il fatto che non ricevo mai apprezzamenti per i miei sforzi.
Questo si traduce che sebbene molte persone (ebbene si, anche le ragazze) mi ritengano un bel ragazzo, quando mi è capitato (poche volte a dire il vero) che delle ragazze piuttosto carine mi facessero capire di essere interessate a me, avevo paura e facevo finta di non cogliere i loro messaggi fino a che non si stufavano. Analogo discorso accadeva con quelle ragazze che non mi piacevano. Se poi la mossa la dovevo fare io allora le situazioni diventavano le più assurde.
Premetto che non mi sono mai innamorato realmente, ma al limite ho avuto delle infatuazioni.
Insomma se cercavo di farmi avanti avevo quasi degli svenimenti, oltre alle altre cose che possono accadere ai più timidi, e prima di darmi una mossa facevo passare talmente tanto tempo che all fine adottavo la filosovia della volpe e l'uva e me ne disinnamoravo cercandone i difetti.
In parole povere a 30 anni non ho avuto mai una donna.
Che patetico!!!
So che dovrei ricorrere ad uno psicologo, e pure bravo che qui la cosa non è semplice, ma tra la paura di aprirmi di persona e le cose scioccanti che ho sentito su certi psicologi o psicoterapeuti della mia zona, ho paura di peggiorare la mia situazione che è già precaria di suo.
Dico che è precaria perchè perchè è dall'età di 12 anni che penso quasi quotidianamente al suicidio.
Forse dalla lettera non sembra perchè cerco di ostentare una certa sicurezza anche qui, ma in realtà di quello che si vede di me c'è ben poco che sia vero.
Sono arrivato a 30 anni grazie alla fede e alla speranza (anche perchè ho paura di finire all'inferno, il che vorrebbe dire soffrire per l'eternità il che, visto che già non sopporto i pochi anni infelici passati, non mi pare il caso), ma da un'annetto anche la fede mi sta abbandonando, e mi sento sempre più solo e fallito.
Non so che fare, o meglio non so farmi forza per affrontare i miei problemi.
Non so che aspettarmi, o probabilmente non mi aspetto niente, mi sfogo solamente mentre continuo a farmi sbattere dalla corrente degli eventi che non ho la forza di contrastare.
Scusatemi se depresso ancora di più qualcuno.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ciao io sono una ragazza di 19 anni...e stò facendo la tua stessa cosa...cioè stò lasciando il mio paese per andare all'università(ho un rapporto pessimo con mia madre)...però nel corso dei miei anni ho capito che ci si deve prendere un pò in giro...cioè si deve essere autoironici...è un percorso difficile ma si può raggiungere giorno per giorno.il punto da cui iniziare è sicuramente lasciarsi alle spalle la famiglia ed i suoi errori,quindi prendere coscienza di essere una persona che svolge delle azioni a cui corrispondono delle reazioni...calati nel mondo e prendi dalle persone ciò che ti piace ma soprattutto guarda le persone come agiscono,prendi spunto...poi fai le tue prove...io sono una ragazza molto timida ed il mio primo ragazzo(unico per ora) se non faceva il primo passo per ora ancora ero sigle e forse non avrei mai trovato un ragazzo...alla fine questo ragazzo mi ha solo chiesto di uscire ed io ho accettato...tutto qua...poi 2 chiacchiere generiche...qualche battuta stupida(non proccuparti,proprio perchè sono stupide attraggono)...e poi è nata un'infatuazione...cioè fai delle prove nella tua vita...se vedi una ragazza in una pizzeria e ti piace chiedi alla cassiera se la conosce...cioè creati tu un mondo fantastico...anche se fai delle figuracce che ti frega...meglio di stare soli...e poi quando noi tradiamo noi stessi è una libidine...la sensazione che si prova è fantastica...ma fantastica a tal punto che all'inizio non la sai controllare...tutto qua...spero che leggerai il commento e che mi risponderai...ciaoooooo