butterfly Età: 65
Egr.Dott.a inizio marzo 2010 mia moglie quasi coetanea è finita.Da quel giorno io sto avendo delle reazioni molto irrazionali nei confronti della mia persona e nei confronti delle nostre due figlie ormai donne e con famiglia.
Vivo a circa 40minuti dalla città dove risiedono le mie figlie che nonostante abbiano la loro vita cercano di starmi vicino telefonandomi più volte al giorno e venendo quando possibile. Io solo oggi sto realizzando l'accaduto giro per casa sperando di trovare mia moglie, a volte mi trovo a parlare con lei...insomma non ho ancora accettato l'accaduto.Più tempo passa e più mi sento prostato, non ho voglia fare nulla, la mia capacità emozionale è ridotta a 0 e le lacrime sgorgano senza che io possa fare niente per trattenerle....E tutto, per la professione che svolge, lei più di me conosce le difficoltà che sto attraversando...c'è forse una via per affrontare con dignità qusti eventi?
Grazie scusandomi per la lunghezza della lettera
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Non esiste un modo dignitoso di vivere il dolore, si conceda di viverlo per il momento. La invito anche a leggere le riflessioni nella seguente pagina
http://www.maldamore.it/la_morte_di_una_persona_cara.htm
Saluti
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