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sabato, ottobre 18, 2008

PAURA DELL'ASILO NIDO

Buongiorno, mi chiamo FABIO,
Abbiamo una bimba di 25 mesi. Entrambi i genitori lavorano percui la piccola va al nido dalle 7.30 alle 17.00. Di solito la accompagno e la vado a riprendere io che sono il papà. Premetto che non c'è mai andata molto volentieri, ma ultimamente son dovuto correre a riprenderla perché aveva cominciato a piangere e non riuscivano a consolarla in nessun modo. Da quel momento abbiamo notato un aumento generale della paura di qualsiasi cosa (rumori forti, altri bimbi che schiamazzano, persone diverse dal papà e la mamma) ed un forte attaccamento alla mamma. In passato, invece, capitava sovente che la piccola rifiutasse la mamma (quando non è al nido, è quasi sempre con me: io le faccio il bagnetto, la metto a nanna, etc) anche con atteggiamenti "violenti" (spinte, schiaffi) ai quali la mamma reagisce con frasi tipo "allora stai con il papà, la mamma va via!". Sebbene quando ci avviciniamo al vialetto di ingresso del nido, lei comincia a lamentarsi, abbiamo continuato a portarcela lasciandola solo la mattina. Il pomeriggio resta con me, che ho più facilità a star via dal lavoro. Al nido non sta volentieri con gli altri bimbi, ma solo con la maestra più anziana. Tuttavia non vedo miglioramenti. Ieri notte, dopo un'ennesima "lite" con la mamma per mettere il pigiama, si è svegliata più volte piangendo ed oggi non sono riuscito a lasciarla al nido per più di un'ora. La mamma crede che sia successo qualcosa al nido che l'abbia spaventata, io invece credo che la piccola senta il bisogno di stare di più con la mamma e forse la garanzia che la mamma non "vada via" e la lasci. Cosa possiamo fare?
Grazie, per l'attenzione che Vorrete rivolgerci,
Cordiali saluti,
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Salve Fabio, è probabile che dietro la sofferenza di sua figlia ci sia il timore dell'abbandono e della separazione dalla figura materna unitamente a qualche episodio che si è verificato nell'asilo nido. Quest'ultimo essere stato la miccia che ha fatto riaffiorare la paura della separazione. Servirebbe un colloquio più approfondito con le insegnanti. Cordiali saluti
Dott.ssa Rosalia Cipollina

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