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sabato, ottobre 18, 2008

INSONNIA REATTIVA

Roberto Età: 18 Salve Dottore, sono Roberto ho 18 anni e vorrei parlarle di un problema che si ripete ormai da circa 20 giorni. Infatti è proprio precedentemente a tal periodo che nasce la mia insonnia. Un mio amico mise in giro che una ragazza che gli avevo presentato non lo graziasse di tanta confidenza perchè io la spingevo verso di me e quindi lontano da lui. Tali confidenze espresse ad amici intimi erano completamente infondate, giacchè lei è la mia amante da mesi ed ogni rifiuto che lei dava a lui era legato oltre al disinteresse di lei verso di lui, ma anche dal rapporto sempre più solido che c'è tra me e lei. Tuttavia i miei amici cominciarono a guardarmi con un altro occhio, soprattutto quelli che conoscevo da poco. Presi il comportamento del mio amico (ormai ex) come un atto di pura malignità per non ammettere che una ragazza (già mia) voleva me e non lui (possessore di un idea molto alta di sè che si permise di esporre in chat con lei, con frasi del tipo "perchè forse è meglio lui di me?"), come se questa cosa lo segnasse nell'orgoglio. In una sera d'estate ne conseguì un'accesa discussione, lui mi si scaglia contro quasi a volermi strappare la maglietta. Da lì ne conseguono spintoni ma soprattutto insulti detti ad alta voce di fronte a tutto il gruppo, tutti però indirizzati alla mia persona. Come mi è solito, oltre ad evitare di mettersi le mani addosso, manifesto la mia superiorità sorridendo o magari rimanendo indifferente, senza rispondere alle offese. Cosa che non è sembrata funzionare di notte,prima di andare a dormire. Quando i pensieri prendono il largo si passa tutta la notte a pensare che forse quella sera avrei dovuto scompormi e dargli la lezione che si sarebbe meritato da tempo; forse anche la rabbia per non aver reagito con rabbia quella sera mi tiene sveglio e penso: a cosa fare, a come reagire con tutto il gruppo che non ha fatto niente per emarginare o far notare che fra amici di lunga data certe cose non devono succedere; capire anche solo se come mi sono comportato ha declinato la mia figura agli occhi degli amici. La mia forza che risiede nel mio orgoglio mi porterebbe anche ad evitarli per sempre, ma ogni sabato ci si rincontra e si ripassa del tempo...Confesso di essere un ragazzo al quanto brillante che non è capace di sorvolare su niente dotato di forte razionalità, e che forse il più delle volte provoca invidia. Amo l'ambiente della medicina e vorrei avere molta più serenità e riposo per cominciare a studiarla seriamente (tra l'altro sono le 3 di notte), sono certo che un professionista come lei mi possa aiutare a ritrovare il giusto equilibrio ed il giusto sonno. RingrazioAnticipatamente
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Caro Roberto,
capisco che in questo momento tu non riesca a riposare serenamente a causa di questa situazione tesa tra te e il tuo gruppo.
Tuttavia, ho anche un po’ l’impressione che questa situazione si inserisca in un momento più ampio di tensione (lo studio? non é chiaro) e che sia questo il motivo per cui non riesci a distogliere il pensiero da questi eventi durante la notte.
Cerco di spiegarmi meglio: tu dici che di notte continui a ripensare a ciò che é successo, arrabbiandoti con te stesso per non aver dato al tuo amico “la giusta lezione”.
Mi pare di capire quindi che la rimuginazione ti assale proprio quando la razionalità allenta un po’ la sua presa e le emozioni prendono il sopravvento.
E’ come se le energie che di giorno sono impegnate nel mantenere questo tuo modo di essere (citando dalla tua lettera) “sono dotato di forte razionalità, non sono capace di sorvolare su niente”, di notte cedessero e ti permettessero di provare emozioni.
E’ come se solo di notte potessi prenderti cura della rabbia, della tristezza (per la situazione che si é creata con gli amici), del senso di impotenza per non aver fatto niente.
Di giorno no. Di giorno c’é la razionalità. C’é il ragazzo “alquanto brillante che forse il più delle volte provoca invidia”.
Dalla tua lettera emerge che tu hai un’alta considerazione di te stesso, vorresti che anche gli altri l’avessero e quando ti viene negata ti arrabbi con loro e li allontani.
Fantasticando magari di “dargli la giusta lezione”.
Ma una lezione per fargli capire cosa? Che non deve interessarsi a una ragazza interessata a te e a cui sei interessato anche tu ? (ma lui lo sapeva della vostra relazione?) Oppure che non deve confidare a degli amici i suoi sospetti? O ancora, perché pretende di aver ragione in tutto questo? O forse perché non ti sta dando il rispetto e la stima che meriti?
Ci sono anche dei punti che non sono chiari, in cui tu non spieghi se i tuoi amici ( e soprattuto il tuo amico in particolare) erano al corrente della tua relazione con questa ragazza.
La vostra é una relazione clandestina? Se é una relazione clandestina, perché presentarla ai tuoi amici? Anzi..perché presentarla a quel tuo amico e lasciare che lui si interessasse a lei, senza avvertirlo che eri già interessato tu?
Vorrei provare a farti “sentire” come può suonare quello che hai raccontato, così da mostrarti un punto di vista alternativo (non quello giusto, intendiamoci) che potrebbe aiutarti a comprendere meglio il modo in cui ti sei posto (e forse in cui ti poni anche nelle realzioni???). Molto probabilmente leggendo le prossime righe proverai rabbia e la sensazione di non essere compreso: é proprio quello su cui vorrei che tu ti soffermassi.
Dunque.
Semplificando estremamente la tua lettera sembra che tu dica “siccome io sono superiore, (e non temo rivali) ti presento la ragazza con cui esco, ben sapendo che lei non si interesserà a te; ma non te lo dico, così tu ti illudi, ti arrabbi con me e io infine suscito la tua invidia. Dopo aver lasciato che si creasse questa situazione scomoda, invece di chiarire e scusarmi con chi ho messo in mezzo, mi arrabbio quando lui protesta per questa situazione. Per giunta, sentendomi nel giusto, mi arrabbio con me stesso per non avergli dato la giusta lezione.”
Chiedo scusa per aver semplificato così tanto, ma era necessario per focalizzare alcuni punti.
1. Il tuo amico si é interessato a una ragazza (legittimo).
2. Lei é la tua ragazza (legittimo)
3. Voi non lo dite (legittimo in alcuni casi, in questo caso, quando la situazione diventava critica era necessario dirlo)
4. Lui trae delle conclusioni sbagliate (legittimo)
5. Lui se ne lamenta con amici intimi (legittimo)

Quindi, non sarebbe stato più semplice chiarire tutto fin dal principio?
Anche se la relazione tra te e la tua ragazza fosse stata clandestina, avresti potuto comunque dire che eri interessato tu a lei e fare in modo che il tuo amico non se ne interessasse.
Invece si crea una situazione antipatica in cui ci sono incomprensioni, sospetti, invidia.
Però chiariamoci bene, le situazioni le creiamo noi, con i nostri gesti e le nostre parole.
Tutto questo si sarebbe potuto evitare, avendo accortezza, nelle nostre azioni, per i sentimenti degli altri.
Il pensiero che dovrebbe non farti dormire, non dovrebbe essere “perché non mi sono scomposto e non gli ho dato una lezione”, ma piuttosto “perché siamo arrivati a questo? perché due amici parlano due linguaggi diversi e non si capiscono?” e soprattutto “cosa posso fare per rimediare a questo strappo che si é creato?”.
A volte provare a vedere la situazione con gli occhi degli altri può aiutarci a esser loro più vicini e a comprendersi meglio.
In tutto questo non sto dando ragione né torto a nessuno. Anche il tuo amico avrebbe potuto domandarti cosa stava succedendo anziché lamentarsene con gli amici.
Come vedi, la ragione e il torto non stanno mai da un lato solo. Però possiamo cercare di arginare le incomprensioni parlando con l’altro e mettendosi in condizione di confrontarsi.
Se riuscirai a confrontarti col tuo amico, anziché affrontarlo come in una sfida, se farai il primo passo verso di lui, anche il gruppo se ne accorgerà e capirà che ci tieni davvero a loro, perché non butterai via tutto per orgoglio o per mostrarti superiore.
Ricorda che la vera forza non sta nell’avere sempre ragione, ma nell’ammettere di poter aver torto. O quanto meno, nel confrontarsi per capire cosa induce l’altro a crederci nel torto. Essere flessibile verso l’altro é ciò che ci rende forti.Ti faccio i miei migliori auguri affinchè questa situazione si risolva nel modo migliore e tu possa così recuperare serenità e di conseguenza sonno prezioso.
Dott.ssa Cristina Gugliermetti

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