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mercoledì, ottobre 22, 2008

DEPRESSIONE DOPO ABORTO

monica Età: 25 La mia vita insignificante è iniziata 4 anni fa quando ho fatto una interruzione volontaria di gravidanza affrontando questo e soprattutto il dopo completamente da sola. NN ne ho mai parlato con nessuno perchè me ne vergogno e soprattutto so quanto dolore provocherei ai miei genitori. Mi sono tenuta tutto dentro, pensando che anche stavolta sarei riuscita a superare tutto da sola. Ma così non è stato. é iniziato il periodo più brutto della mia vita:pianti ogni giorno, incubi, tanti pensierinegativi,un annientarmi giorno per giorno non riuscendo più a trovare la forza di reagire. Ho perso entusiasmo, gioia per la vita e anche per i miei studi universitari. nn sono più riuscita a dare esami perchè ho perso ogni forma di fiducia e di autostima. ero una studentessa modella, sempre con voti alti, dedita allo studio, a svolgere con grande responsabilità i miei doveri di figlia. ed ora sono infinitamente delusa di me stessa e nn immagino quella che darò ai miei genitori quando sapranno che in qst anni la mia carrierauniversitaria nn è andata avanti. Dopo 4anni solo ora avverto il bisogno di abbattere questa mia solitudine e poter parlare con qualcuno avendo però prima la certezza che le persone che mi vogliono bene continuino a farlo anche dopo avere saputo che in quetsi 4 anni nn ho fatto che recitare il ruolo della filia modello che ero in passato.Nn nascondo che in questo periodo ho pensato a come potessi togliermi la vita per poter porre finalmente fine a tutta questa sofferenza a tutto queato grigiore questo vuoto che mi impedisce di avere qualsiasi tipo di emozione anche solo piangere.a volte però tra queste follie suicide spunta una gran voglia di stare bene,di riprendere i miei studi realizzare il mio sogno di essere medico e e poter essere di nuovo fiera di me stessa per avercela fatta ancora una volta a fare di un dolore così grande la forza per andare avanti e poterguardare al futuro e ricominciare a sognare. poi ad un tratto ripiombo nell'angoscia nel pensare che nn sono in grado di farcela nel pensare che nella vita nn sono più in grado di fare niente nel pensare che nn ho niente che cn questo mio stato d'animo non ho fatto altro che rovinare oltre la mia vita anche la mia storia. ho un enorme senso di colpa nn solo nei confronti di me stessa ma anche e soprattutto nei confronti delle persone che amo perchè se posso sopportare la mia infelicità, nn possso sopportare quella delle persone che amo perkè nn hanno fatto nulla per meritarsi quetso. oggi credo che sia stat colpa mia nel non rendermi subito conto che quello che i stava succedendo era più grande di me e nn potevo farcela da sola ma avevo bisogno di aiuto.questi 4anni però nn posso più riaverli per cambiarne il decorso, posso solo prendere atto della mia sconfitta del mio fallimento e ripartire da quì per potermi dire finaòmente di avercela fatta a rialzarmi a ripartire a riprendere in mano la mia vita più forte di prima ad avere di nuovo degli obiettivi ad avre la forza di raggiungerli e diventare una persona più forte.vorrei tanto poter sorridere di nuovo ma nnso da che parte iniziare...La prego ,mi aiuti!
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Cara Monica,
la tristezza che descrivi, la sensazione di non poter più andare avanti, il timore di aver deluso tutte le persone più care e soprattutto, i pensieri di porre fine in modo violento a tutto questo fanno supporre che tu stia attraversando un momento di depressione.
Ritieni che l’inizio di questa tua sofferenza sia da attribuire all’interruzione di gravidanza, però poi non fai cenni ad un desiderio di maternità, questo mi fa supporre che il tuo dolore non derivi tanto dall’evento in sé, ma da ciò che una scelta di questo tipo rappresenta per te: il fallimento della figlia-perfetta.
Più volte parli del dolore che daresti ai tuoi cari e del tuo tentativo di ripararli da questo, al punto di “sacrificare” i tuoi veri sentimenti di questi ultimi anni (tristezza, dolore, paura) fingendo che le cose vadano comunque bene.
Mi domando: che cosa ti spaventa di più? Farli soffrire per un aborto, oppure per la perdita di quell’ideale di figlia che si erano creati?
Ma soprattutto: se lo sono davvero creato questo ideale, oppure é un ideale tuo, che rifletti su di loro? Raramente i genitori credono nella perfezione dei figli; anche se raccontano, parlando della prole, di gesta mirabolanti e di virtù monacali, spesso sono loro i primi a sapere che la realtà sta nel giusto mezzo.
Inoltre, se tu provassi a parlare loro (di quello che credi che potrebbero accogliere: se temi che l’aborto sia un argomento troppo forte potresti provare a confidarti sulle vicende scolastiche) potrebbe essere loro di aiuto a conoscerti meglio, non come la figlia perfetta a cui tu aneli (e in cui loro magari sperano), ma come la loro figlia reale, con la sua storia personale fatta di successi e di sconfitte. Io credo che tu abbia bisogno innanzitutto di cominciare ad accettare la tua “fallibilità”, la tua imperfezione, prima ancora di poterla “rivelare” agli altri.E’ un percorso che prima o poi dovrai fare, non si può rimanere su un piedistallo per una vita intera.
Dott.ssa Cristina Gugliermetti

3 commenti:

Anonimo ha detto...

''Ritieni che l’inizio di questa tua sofferenza sia da attribuire all’interruzione di gravidanza, però poi non fai cenni ad un desiderio di maternità, questo mi fa supporre che il tuo dolore non derivi tanto dall’evento in sé, ma da ciò che una scelta di questo tipo rappresenta per te: il fallimento della figlia-perfetta.''

Nono sono d'accordo con questa considerazione. Il dolore di un aborto è il fallimento più devastante che una persona può provare, al di là del desiderio di maternità.
Probabilemente chi scrive non conosce il tema.

Anonimo ha detto...

Non è possibile e nemmeno corretto generalizzare: non per tutti un aborto è il fallimento più devastante.
Solo quando questa scelta assume un significato (come ogni altra scelta), che è del tutto personale e come ho già sottolineato non generalizzabile, chi l'ha operata ne percepisce la sofferenza.
Vorrei metterla in guardia dall'attibuire ad altri quello che è il suo personalissimo significato che dà a questo dolore (da quanto mi pare di poter dedurre lo ha provato anche lei) Se davvero crede che ogni donna provi le stesse emozioni di fronte agli eventi di vita, priva l'umanità di quella varietà di colori e sfumature che la contraddistingue.
E'importante saper riconoscere l'individualità di ogni esperienza e di ogni storia di vita.

D.ssa C. Gugliermetti

Anonimo ha detto...

scusate abortire nn e descrivibile cn la parola fallimento...fallimento si puo dire x la scuola o il lavoro ma nn x togliere la vita al propio figlio sangue del suo sangue...io ne parlo xk l ho poassato io...e mi sento sl una merda x aver ucciso mio figlio ank se so k in quel momento e la scelta piu giusta x lui...xk avrebbe sofferto di piu rimanendo cn me k sn sl...snz avere un papa e snz avere la certezza di un futuro da darli..mdsp l aborto e la cs piu brutta k puo capitare a quls donna al mondo...e una sofferenza k nex capisce...ti senti morire