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domenica, marzo 14, 2010

NON SO' PIU' CHE FARE

MELANIA Età: 20
Salve mi chiamo melania le ho già scritto una settimana fa però non ho trovato alcuna risposta,siccome ho veramente bisogno d'aiuto le scrivo di nuovo spiegandole nel dettaglio la situazione.Ho 19 anni,20 tra qualche mese.Sono nata ad r. ed ho sempre vissuto in un piccolo paesino di provincia fino all'estate 2007 in cui mi sono trasferita a m..
Il motivo per cui mi rivolgo a lei è perchè sto vivendo una situazione strana e
non riesco a venirne a capo anche perchè quando espongo il mio problema a
qualcuno tipo mia madre mi vengono addossate tutte le colpe senza risolvere
alcun problema anzi complico solo ulteriormente la situazione.
Prima di trasferirmi ero felice,conducevo una vita normale,nonostante i contrasti con mia madre.Lei deve sapere che mia madre non è mai stata molto
permissiva anzi molto invasiva direi,io in principio ero convinta che tenerla al corrente di tutto potesse in un certo senso tranquillizzarla e lasciarmi più libera,in realtà,non è andata proprio così.Sin da quando ero bambina mi ha privato di scegliere,in un certo senso di vivere ad esempio non potevo guardare la tv al pomeriggio perchè dovevo studare,non potevo uscire a giocare al parco con le mie cugine,non potevo parlare in dialetto...e l'elenco potrebbe continuare all'infinito.Crescendo però ho cercato di lottare per avere i miei spazi,anche se è stata dura.Pensi che ho lottato per la scelta della scuola superiore da frequentare,può sembrare buffo o incedibilmente ridicolo,ma mia madre nonostante i miei ottimi voti non voleva che frequentassi il liceo classico.Ottenuto ciò ho contiuato a chiedere e a cercare di ritagliarmi degli spazi.In parte ci sono riuscita,a 15 anni ho ottenuto il permesso di poter uscire la sera fino alle 10,30 per 2 volte al mese naturalmente,secondo la sua ottica,o solo il sabato o solo la domenica.Io nonostante tutto ho sempre accettato anche se le sue decisioni mi facevano male,visto che ero l'unica tra le mie amiche ad avere questo tipo di problema,cercavo di non darlo a vedere rispettando sempre mia madre,mettendomi nei suoi panni(quando potevo).Finalmente a 16 ho ottenuto un pò più di libertà,anche se è durata poco;infatti potevo uscire tutti i sabato e domenica ovviamente fino alle 10.30
senza però uscire dal piccolo paesino dove abitavo,senza andare in macchina con i miei amici,senza andare alle feste di compleanno,insomma potevo semplicemente uscire per fare un giro ed andare a mangiare una pizza.Io però,non mi sono mai ribellata e per fortuna nonostante tutto ciò ho sempre avuto tantissimi amici,già forse la mia unica ancora di salvezza.Quando abitavo li avevo una vita attiva,molto attiva:frequentavo il liceo classico,corsi di teatro,aiutavo le catechiste in parrocchia,insomma grazie al mio carattere ho sempre svolto molte attività e conosciuto tante persone.Proprio per il mio carattere ritenuto da tutti i miei amici:forte,sono sempre stata la consigliera di tutti,ed io mi riconoscevo così fino a poco tempo fa...ora non più.
Da quando ho saputo di dovermi trasferire per me tutto è cambiato,mia madre con cui nonostante tutto,le confidavo tutto si è trasformata da amica in nemica;prima di apprendere la notizia della mia partenza(ho saputo di dover partire un mese prima,tutto e tutti sapevano tranne che io) ignara di tutto vivevo la vita tipica di una ragazza di 16 anni,tra le varie cose che mi sono capitate c'è stata anche quella di innamorarmi,infatti intrapresi una relazione con un ragazzo del mio stesso paese più grande di me di un anno,tutto procedeva per il meglio e mia madre era a conoscenza di tutto.Quando mi dissero della partenza mi dissero anche di dover troncare la relazione,io accettai di partire per stare vicino a mio padre che lavora qui,però rifiutai di interrompere la relazione,così i miei cominciarono a seguirmi quando uscivo,fino al punto di inventarsi che il ragazzo avesse un'altra relazione.Io facevo finta di credere a tutto e continuai la relazione,ignara del fatto di essere spiata.Fu così che un giorno i miei mi costrinsero a telefonare con il vivavoce al ragazzo per dirgli di lasciarci.In realtà dopo molto tempo sono venuta a conoscenza del fatto che i miei gli hanno parlato dicendogli che se non mi avesse lasciato lo avrebbero denunciato poichè lui aveva 18 anni ed io
quasi 17.Fui costretta a telefonare poichè fui picchiata;inoltre da quel giorno
non mi fecero uscire più di casa,mi fu sequestrato il cellulare e mi accompagnavano loro a scuola ed assistevano per ore alle lezioni di teatro
affinchè non potessi rimaner sola.Rivolgendomi al mio parroco e ad un mio professore volevo denunciare l'accaduto,ma quando seppi che potesse andar di mezzo anche mio fratello più piccolo di me di 5 anni,decisi di non far nulla,poichè lui è fragile e molto legato a mia madre.Inoltre speravo che a 18
anni avessi potuto ottenere quella libertà tanto sperata e sognata,ma ciò non è stato.Passato un mese,segregata in casa,senza poter salutare i miei amici, mi trasferì in questa città.Magari città,abito in un piccolo paesino di montagna
dove per certi versi non fa caldo neanche in estate.Da quando sono qui ho perso tutte le libertà che avevo sudato.Sono quasi 3 anni che non esco nè al
pomeriggio,nè alla sera,nè in settimana,nè nei giorni festivi.All'inizio che arrivai qui uscivo con la figlia di un collega di mio padre,ma ho interrotto l'amicizia perchè mi ha offerto una canna,inutile dire che i miei nn mi hanno
mai creduta,ma ci sono abituata.Ora solo a volte ho il permesso di pranzare con una mia compagna di classe,ma naturalmente accade così raramente che non la considero neanche un'uscita.Passo notte e giorno a studiare e quando ho un pò di tempo libero o sono al pc,naturalmente controllata da mia madre,oppure ascolto la musica.Devo dire però che molto spesso parlo a telefono con i miei amici,dato il fatto che la mia camera è su in mansarda,però naturalmente sono costretta a mettere giù quando mia mamma sta per sale.Io non chiedo molto anzi credo che sia normale per una ragazza di quasi 20 anni uscire,avere un ragazzo,praticare un attività.A tutto ciò devo aggiungere il rapporto negativo che ho con questa città.Il primo anno che ho frequentto la scuola qui,è stato durissimo, "una lotta contro la sopravvivenza",io che ho sempre avuto tanti amici mi sono trovata da sola in un banco vicino alla cattedra ed il mio nome è diventato ''terrona'',così io che ho sempre avuto ottimi voti sono stata bocciata; è stato l\'anno più brutto della mia vita accusata di esser ladra,umiliata,presa in giro per l'accento partenopeo,la cosa che mi ha fatto più male è stato il fatto che mia madre fino al giorno in cui una mia prefessoressa glielo dicesse in faccia che il problema era la provenienza partenopea,lei non mi credeva e mi accusava di inventarmi tutto.Inutile nasconderle che solo a pensare qualche episodio,mi viene da piangere.
Questi problemi non li ho esposti mai così apertamente,ho sempre preferito tenermi tutto per me,avendo come unico sfogo il pianto,infatti tutte Le sere prima di andare a dormire con la bocca sul cuscino per evitare che qualcuno mi ascolti e mi dica che sono una bambina,piango fino a quando non mi addormento.Ormai sono quasi 3 anni che vivo così,il problema è che adesso non ne posso più,non mi basta piangere per un'ora la sera,adesso mi vengono crisi di pianto in ogni momento anche se sono in mezzo alla gente; a ciò si sono aggiunti anche dei disturbi fisici:ho sempre forti mal di testa che mi tormentano,ho avuto un calo della vista,perdo peso e capelli,inoltre sto accusando da qualche settimana forti dolori alla colite e ho il ciclo che va e viene continuamente,non so più che fare prima riuscivo a nascondere tutto adesso non più,per questo ho chiesto un suo parere,perchè ho bisogno di aiuto.NON SO PIù CHE FARE.INOLTRE DA QUALCHE MESE MI TORMENTA IL PENSIERO DI UN SUICIDIO E IN QUELLE POCHE VOLTE CHE SONO SOLA IN CASA SENTO IL FORTE DESIDERI DI FARLO MA NON HO ANCORA TROVATO IL CORAGGIO.L'UNICA COSA DI CUI SONO SICURA è CHE IL MONDO DELLA MIA ASSENZA NON PIANGEREBBE NEANCHE UN Pò....

3 commenti:

Cris ha detto...

Non è vero Melania che al mondo a nessuno si accorgerebbe della tua mancanza, importa a me, anche se non ti conosco e non so null'altro di te.
Non pensare al suicidio, pensa che esista ancora un futuro per cui valga ancora la pena di lottare, un futuro per cui valga sempre la pena di lavorare, di studiare, dove possa ancora valere la pena di vivere; la colpa della tua vita anormale non è tua, solo dei tuoi genitori, non potevi farci niente se te li sei ritrovati dalla nascita... sforzati di pensarci, c'è ancora una soluzione, ci deve essere, fosse anche quella di scappare di casa, meglio viva tra tante difficoltà che in un cimitero! Credimi!!!

Anonimo ha detto...

cris vorrei avere un briciolo delle tue speranze....ma la risposta del Dott. Roberto Cavaliere dov'è?? (melania)

Anonimo ha detto...

Melania, mi dispiace per quello che stai provando, il mio consiglio è di ribellarti, di affermarti di cercare in tutti i modi quello che pensi con sincerità e con il cuore in mano.
Quello che stai vivendo si sta riflettendo anche sul tuo corpo e non è una cosa da poco.
Continua a lottare, cercati un lavoro e affittati una stanza dove vuoi tu.
Magari visto che hai tanti amici nella tua città di nascita, ti potresti far ospitare per il primo periodo e poi una volta che hai trovato un lavoro ti affitti una stanza.
E non permettere che ti mettano le mani addosso.
E' molto bello che pensi a tuo fratello, ti fa onore... ma quello che stanno facendo a te, potrebbero (non c'è certezza perche non li conosco) farlo anche a tuo fratello.
Fatti aiutare da una persona fidata.E sopprattutto reagisci, continua a lottare.

Spero ti possa aiutare tutto cio'