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giovedì, aprile 23, 2009

COME POSSO LIBERARMI DALLA DIPENDENZA AFFETTIVA

Hybris Età: 31 Credo di vivere una dipendenza affettiva. Ho letto l'articolo del Dott. Cavaliere e mi ci ritrovo abbastanza. Penso di trovarmi ancora nella fase di innamoramento di una relazione nata un anno fa, per la quale ho posto fine a una convivenza con il "fidanzato storico". Sono consapevole del fatto che la mia relazione precedente fosse già terminata datempo e che l'ebbrezza dell'innamoramento per un'altra persona sia stato solo il mezzo per accorgermene e prenderne atto. Ma ora sto vivendo in modo troppo dipendente la nuova relazione. Questa nuova relazione ha riportato alla luce aspetti di me che avevo dimenticato da tempo e mi ha dato molto entusiasmo, molta leggerezza: mi ha fatto scrollare di dosso tanta rigidità. Al tempo stesso però vivo situazioni di grande frustrazione, senso di inadeguatezza.Sono entrata a far parte del mondo delle relazioni sociali del mio nuovo compagno; ho incontrato persone che mi piacciono molto e ho instaurato con i suoi "amici di una vita" una relazione a mia volta di amicizia che apprezzo e che mi arricchisce. Ma spesso ci sono situazioni in cui sento che mi si manca di rispetto e in cui la coppia viene meno: troppo frequentemente (almeno tutti i week end, trascorriamo molto del nostro tempo libero con questi amici) ci sono riferimenti, battute, si rivivono ricordi di relazioni trascorse con ex-fidanzate o flirt del mio compagno presenti nel gruppo. In queste situazioni provo forte imbarazzo e grande disappunto nel constatare che il mio compagno non varia il suo comportamento rispetto a quando io non facevo parte della sua vita e del gruppo: continua a rivestire il ruolo del peter pan, del ragazzo mai cresciuto che infrangeva cuori senza impegnarsi in relazioni serie. Percepisco da parte sua l'incapacità di disattendere le aspettative del gruppo rispetto a un ruolo che riveste da sempre e mi dà l'impressione che lui stesso non voglia rinunciarvi. Io reagisco senza prendere posizioni rigide mentre siamo con glialtri ma facendo intuire a lui il mio disagio e prendendo le distanze da lui.Quando siamo soli lui sostiene di non capire quali siano gli atteggiamenti chemi feriscono. Glieli ho spiegati in occasioni in cui erano plateali (almenosecondo i miei sistemi di riferimento e quelli delle mie amiche) ma che per lui non lo erano e nemmeno per le persone del gruppo coinvolte in atteggiamenti trail goliardico e il flirtante...Ogni volta lui dice di non capire, anche se inaltre occasioni e per questioni che riguardano la sua sfera emotiva ha datoprova di sottile sensibilità. Mi fa soffrire il fatto che lui non si preoccupidel mio benessere e che non abbia paura di perdermi con questi atteggiamenti.Nelle mie relazioni precedenti sono sempre stata con persone alle quali dimostravo di tenere molto ma dalle quali ricevevo una dimostrazione diaffetto, di stima, di consapevolezza di tenerci a me che mi facevano starebene. Mi sembra normale in una coppia! Insomma non voglio più trovarmi asoffrire, a non dormire la notte e a stare male quando non sono con lui solo perchè temo che possa tradirmi. Voglio riconquistare il piacere di godere delmio tempo e dei miei spazi quando sono sola, senza temere di essere tradita, dinon potermi fidare di lui, senza aspettarmi continue conferme che mi dicano cheanche quando lui non c'è, è con me e vuole essere con me.Voglio riprendermi me stessa e il piacere che ho sempre provato nel coltivare imiei interessi, i miei viaggi, le mie esperienze. Voglio smettere ditrascorrere il tempo con le mie amiche a parlare di lui! Come posso uscirne? Come posso liberarmi da questa dipendenza?
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Salve la invito a registrarsi al forum MALdAMORE http://www.maldamore.it/public/FORUM/ dove troverà sicuramente sostegno.
Saluti.
Dott. Roberto Cavaliere

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao,io vivo una situazione simile e ho deciso che forse alle volte è semplicemente meglio stare da soli. Sono sempre stata in coppia e prima ancora mi occupavo di familiari vari... e ora sono a un punto in cui vorrei stare con qualcuno o forse occuparmi di qualcuno perchè non so farne a meno, ma non sarebbe giusto per nessuno. Certe volte bisogna cercarsi un pò per ritrovarsi e acquisire quella sicurezza che cerchiamo negli altri ma che se non abbiamo noi di base non possiamo ritrovare. Modesto consiglio, più facile a dirsi che a farsi , te lo assicuro ,ma gettare tutto alle ortiche e ricominciare anche con un pò di bruciore e di prurito per me è meglio che fare finta di camminare fra i fiori e calpestarti da sola ... è più difficile ricostruire l' autostima perduta.

Phil ha detto...

Buona sera, leggo con piacere o forse mi fa piacere non essere solo, capisco che in realtà siamo in molti a subire questo mal d'amore. Amore, un etimo, quasi sconosciuto, fintantochè, non ci si capita dentro. E' come un vortice, un mulinello, che ti risucchia, e nel quale è piacevole perdersi, soprattutto all'inizio, quando ancora non si sa, quando ancora si è in preda all'euforia, e si pensa di avere il mondo in mano. Non è sempre rose e fiori, infatti dipende dalla capacità di razionalizzare e interiorizzare ciò che ti sta succedendo. La mia storia comincia circa 5 anni fa, a quell'epoca avevo 44 anni, sposato, tutto filava liscio. Un giorno durante una dimostrazione tecnica, conosco una ragazza, che chiameremo Raffa, adesso 38enne. Anche lei sposata, ah, voglio precisare che nessuno dei due ha figli. Il vederla e innamorarmene subito è stato come si dice di solito in questi casi, un colpo di fulmine. Lei, dolcissima, uno sguardo magnetico, non bellissima, ma attraente, molto attraente. Non vi faccio la cronologia di tutto quello che è successo tra noi sennò farei meglio a scrivere un libro, vengo al dunque. Ci frequentiamo, ci telefoniamo, ci vediamo, ci amiamo, ed io, sono sempre più convinto che sia lei, la metà della mia mela, così le propongo più e più volte di lasciare il marito e partire con me per una nuova vita. Chiaramente lei si spaventa del mio atteggiamento, non mi crede, anzi mi crede pazzo, in effetti ero e sono pazzo d'amore, e per due anni rimane con me e il marito. Nel frattempo confessa al marito la nostra relazione e il marito, l'anno scorso dopo una serie di tira e molla, firma l'atto di separazione. Da quel momento, è cambiata, non sentendosi più legata e in obbligo verso niente e nessuno, ed avendo avuto una vita priva, o per lo meno con poche gratificazioni a livello emotivo/personale, vuole approfittare della situazione che si è venuta a creare e cercare di riempire con nuove esperienze, ciò che non ha avuto modo di fare in età adolescenziale, per chi non la conoscesse, cioè tutti, è dall'età di 16 anni che frequenta il suo primo e unico uomo, quello che poi circa 10 anni fa è diventato suo marito. A questo punto il castello fatato dove avevo riposto tutte le speranze per passare qualche giorno?mese?anno?vita? in più, è caduto, si è disintegrato, come fosse stato di sabbia. Adesso che sarebbe arrivato il momento di coronare tanta fatica, mi ha richiesto un pò di tempo da sola per pensare, per riflettere, per avere la giusta spinta per affrontare la nuova vita. Chiaramente si sta da cani in queste condizioni di stand-by, sei come il condannato a morte, sei nel braccio della morte, ma non sai quando verrà la tua ora, e chiaramente sto soffrendo le pene dell'inferno, tanto per usare un eufemismo, perchè credo che all'inferno non si soffra così. Sono un tipo razionale, ma in queste situazioni, non si ragiona più con la parte di cervello destinata all'ordine a tenere i piedi per terra, a fare di conto, due più due non fa più quattro, perchè la parte che adesso prevale in me è la parte emozionale, quella dedicata alla gestione appunto delle emozioni, la parte che non ti vuole far vedere la realtà delle cose. Ma cosa ci posso fare, lo so che mi sto annientando, lo so che se continuo in questo percorso rischio di farmi davvero molto male, ma è più forte di me, mi sento come un tossicomane, che ha bisogno della sua dose giornaliera di amore, ma non solo quello fisico, amore, l'appartenenza dell'uno sull'altro e viceversa, il contatto di due mondi che appena si toccano fanno scintille, il congiungimento di due anime, insomma non ho più avverbi per definirci, ma sono sicuro che chi sta leggendo capirà molto bene cosa intendo. Tutto questo per dire a chi è in una situazione paragonabile alla mia, tratto liberamente da un testo di un poeta del quale ho scordato il nome, ma non quello che ha detto, che è meglio aver amato e aver perso l'amore, piuttosto che non aver amato mai. Tanti auguri a me e a voi. Buona serata