amy Età: 27 Buongiorno, Dottore. Le scrivo in una situazion che non saprei neanch' io spiegare. un passato, direi, che forse si vede nei film e una forza che mi si è rivoltata contro. problemi alimentari (anoressia passata a bulimia) dai quali ho creduto di uscirne grazie all'amore del mio fidanzato. problemi che si sono ripresentati quando è deceduto. un primo tentativo di suicidio, che ora come ora direi, non ho portato a termine, per paura , forse del dolore stesso. una seconda relazione, basata sulla violenza e forse in quel momento ho cominciato a concepire l'idea di me, come immondizia. premetto che i problemi alimentari sono cominciati a 14 anni, scoprendo di "essere stata" una gemella. adesso ho una relazione stabile, ma ho tentato il suicidio nuovamente nel mese di aprile, salvata, di nuovo, ma stavolta non dal mio timore, ma dal mio ragazzo. sto conseguendo una seconda laurea e via via, mi chiedo perchè lo sto facendo, comunque non serve, ormai al mondo d 'oggi. spesso non riesco a portare a termine le cose. passo dall'ostinazione assoluta al diniego delle cose. sento che tutto il male, la morte, la violenza,la rabbia, ormai vivono dentro di me a tal punto che non riesco a prendere le cose, anche le più sciocche come tali. sono stata seguita dal punto di vista psicologico, ma ormai, ho abbandonato l'iter, perchè io stessa per alcuni versi, credo che prima o poi riuscirò a quietare questo rifiuto che ho dentro. non ho una specifica domanda, se non, perchè alcune persone sono cosi sensibili da essere quasi schiacciate dalla vita e dalle persone e questo sistema permette che persino cercare un lavoro o essere donna o avere una particolare età, permetta che ogni singolo istante diventi terribile? dovrei vedere nel mio ragazzo adesso, una speranza affinchè la mia vita non sia più velata di un'ombra di morte o di silenzio? perchè, ormai sono 10 anni che non esiste una notte o la mattina, in cui smetta di piangere per la solitudine. grazie.
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