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mercoledì, febbraio 22, 2017

NON SO COME AIUTARE MIO FRATELLO ALCOLISTA

Nico Età: 56

Sono il fratello di un uomo di 48 anni, single per decisione della sua ex, che non va più a lavorare, che beve nelle ore di buio e di giorno dorme, ripetendo incessantemente a me e mia sorella, unici familiari viventi, che potrebbero sostenerlo, che siamo dei miserabili responsabili dei suoi fallimenti e soprattutto dell\'ultimo suo insuccesso sentimentale. Egli fondamentalmente depresso, anedonico, privo d\'interessi, molto egoista e compulsivo, diciamo che esterna atteggiamenti adolescenziali finalizzati a richiamare l\'attenzione di quante più persone possibili, utizzando anche il web,sulla sua contingente situazione psichica, fisica, ma soprattutto affettiva. Identifica me e mia sorella, lei 55enne single, io coniugato senza prole, come suoi genitori, un ruolo da noi rigettato senza ripensamenti alcuni e che egli non accetta ed anzi è alla base delle sue esternazioni telefoniche ripetitive ed improduttive per se e per la comunicazionevtra di noi. Mio fratello proviene da esperienze di tossicodipendenza lunghe ed importanti, da cui venne fuori anche per la presenza fattiva di nostra madre, con cui era convivente, ma che, da quando è defunta 7 anni fà, lo ha costretto ad una vita solitaria mai pienamente accettata. Ora ripete che vuole farla finita con la vita, i nostri tentativi diretti e tramite figure mediche e non specializzate nel trattamento di simili questioni non hanno avuto sufficienti risultati e siamo disperati, perché individuiamo anche noi la possibilità di suo suicidio. Avevo pensato ad un ricovero in un centro per il recupero degli abusatori di alcool, ma lui non vuole saperne. Vorrebbe che io faccia ritornare con sé la sua ex, che però, vista anche la sua provenienza da una famiglia con alcolisti, dice di non ritenerlo possibile in nessun modo. Per effetto di ciò, mi colpevolizza, perché ritiene, mio fratello, che io possa convincerla, ma, avendo io capito che il rifiuto è verso la persona comevtale e non perché non sobria, mi rifiuto di parlarle, anche perché lei non vuole essere disturbata. Cosa devo fare?
La ringrazio infinitamente della sua cortese attenzione al mio problema e mi scuso per l\'incapacità di sintesi.

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