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venerdì, agosto 23, 2013

MI COLPEVOLIZZO PER UN FALLIMENTO SENTIMENTALE


Giorgia  Salve, sono una giovane donna (34 anni), lavoro in uno studio di commercialisti, e sono single. E' oramai da molto tempo, quasi 3 anni, che ho finito una relazione lunga con la persona con la quale avrei dovuto sposarmi. Da allora sono assolutamente disinteressata a fare nuove conoscenze, il lavoro inizia ad annoiarmi, e non ho più alcun piacere nell\'uscire con gli amici, andare al cinema, ecc...Nonostante io abbia molti amici, tanti di questi hanno già bambini, o sono comunque sposati o in coppia, per cui provo a volte anche un certo disagio nel trascorrere il tempo con loro, dal momento che io invece sono sola. Inoltre sono spesso triste perche continuo a colpevolizzarmi per il fallimento sentimentale, finito per incomprensioni stupide e motivi futili. Ho molta paura di rimanere una donna sola, magari in carriera ma sola; per me la cosa veramente importante era quella di creare una famiglia, e il io sogno, mi sembra oramai svanito, con la fine della relazione . Vorrei sentire un parere dello psicologo sul mio disagio
grazie 

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mia cara, sono un uomo di 43 anni che vive un situazione molto simile alla tua, anche se da un tempo più breve, il fallimento DELLA STORIA importante, quella in cui finalmente credi è devastante, ti comprendo perchè lo vivo sulla mia pelle. A differenza tua io ho già un figlio nato dal mio matrimonio precedente, fallito come le storie che ho avuto dopo, sempre per la mia voglia "libertinaggio" e che quindi avevo volontariamente chiuso, ma sempre con onestà, senza scaricare sulle malcapitate la responsabilità della fine, assumendomene sempre le colpe dicendo a chiare lettere che volevo altri stili di vita. Dopo di che, saltando di letto in letto, ho incontrato una donna che è riuscita a "tenermi" testa e con la quale man mano ho creduto di poter andare avanti e di poter finalmente mettere un punto fermo alla mia vita. Non mi dilungo nello spiegare i perchè della fine che comunque io non avrei, questa volta, voluto e per scongiurare la quale ho fatto sempre di tutto anche sbagliando modi, tempi ed atteggiamenti. Il punto al quale voglio farti arrivare è che, nonostante tutto il mio impegno a guardarmi dentro e cercare di correggere le cose che in me non avevano funzionato, mi sono ritrovato davanti ad un muro, ma l'aggravante è che questa persona, dopo aver fatto in maniera tale da "riattrarmi" nel colloquio e dopo aver mostrato leggerissimi segni di cedimento, non ha fatto altro che scaricare addosso a me tutte le responsabilità dei problemi durante la relazione e della successiva impossibilità a riprenderla per poi, dopo essersi ripulita la coscienza, non esitare ad assumere gli stessi identici comportamenti che aveva condannato in me, benchè, i miei, li abbia solo presunti ma mai verificati. L'errore è "nostro" ossia l'errore sta nel fatto che abbiamo lasciato che gli altri si ergessero a giudici del nostro comportamento, scaricando addosso a noi tutte le colpe per uscirne poi sereni, loro, con la coscienza pulita (credono) liberi di ricominciare la loro vita, scarichi di ogni colpa, avendo lasciato il fardello all'altro/a senza considerare minimamente che, quando una relazione non funziona e si interrompe, le responsabilità sono sempre da condividere.

Spero che le poche parole che ho scritto, ti possano essere di aiuto come magari, il semplice gesto di averle scritte, spero possa essere di aiuto per me.
Ciao ed in bocca al lupo