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martedì, settembre 01, 2009

MI MANCA LA VERA ME' STESSA

martina Età: 18 Sono martina e tra poco ho 18 anni. sono una bella ragazza, abbastanza intelligente, ma con dei problemi che ora sono diventati delle zavorre. sono perfettamente cosciente che la maggior parte dei problemi che ho adesso non sono altro che frutto di una situazione di per sè banale, ma che mi ha toccato molto, così tanto da avermi impedito di vivere certe situazioni in maniera positiva. sono nata in un piccolo paesino nel nord italia da una famiglia di agricoltori, mio nonno paterno era un agricoltore, e ora mio padre lo è. mia madre provieneda una famiglia ricca, ed è irlandese. sono stata fortemente voluta dai mieigenitori, e ho un buonissimo rapporto con loro, anche se non è sempre stato così. mia madre mi ha raccontato che quando avevo un anno mi ha portato, su consiglio della mia pediatra, da una psicologa, perchè non avevo ancoracominciato a muovere i primi passi. in studio c'è andata con me e mio padre.mio padre diceva che era colpa di mia madre se io non camminavo, perchè secondo lui lei mi "soffocava", non mi lasciava "crescere", con tutte le sue premure. invece, dalle varie sedute è emerso che mia madre non c'entrava nulla, anzi, che il vero problema non era lei, ma mio padre. mio padre era (ed è ancora) molto stressato dal suo lavoro, in primis perchè gestisce un'azienda molto grande e poi perchè è in società con mio zio, un uomo che purtroppo non ha mai voluto crescere, scaricando tutte le responsabilità sugli altri. miop adre e mio zio litigano spesso perchè mio zio non collabora, se ne frega, econduce una vita fin troppo comoda. molto spesso li sento litigare, e mio padrequando rientra a casa (spesso molto tardi) è nervoso e arrabbiato, oltre chestressato. così era anche a quel tempo, e secondo la psicologa, mio padreinvolontariamente \"scaricava\" su di me le sue ansie, o forse io assorbivoinconsciamente la sua tensione. la dottoressa voleva continuare le sedute conmio padre, ma lui non ha voluto continuare, anche se io, nel frattempo, avevocominciato a camminare. crescendo sono diventata una bambina insicura e moltotimida, con un odio quasi viscerale nei confronti del cibo, che non toccavoquasi mai. gli alimenti che mi piacevano erano pochi, ma anche su quellitrovavo sempre qualcosa da ridire. all\'asilo ho passato bei momenti, e colcibo sembrava che andasse bene, anche se non mangiavo molto; alle elementariperò tutto è cambiato. secondo mio padre avevo dei forti complessid\'inferiorità perchè mi lasciavo prendere in giro dagli altri, che micriticavano perchè avevo una fattoria, perchè mi lasciavo \"mettere i piedi intesta\" dalla mia migliore amica e perchè mi sentivo sempre un gradino sottogli altri. per avere amici mi riducevo a fare da valvola di sfogo, molto spessorinunciando a farmi valere, anche quando venivo presa in giro. poi, per unanno, un ragazzino di tre anni più grande di me ha pensato bene diapprofittarsi della mia ingenuità, sbattendomi contro il muro e tentando dibaciarmi e toccarmi dappertutto. io mi divincolavo e gli tiravo calci, e venivoa casa disperata e impaurita. mia madre, stanca, prese il ragazzino e lo umiliònello scuolabus, dicendogli che se solo avesse cercato di farmi del maleun\'altra volta si sarebbe rivolta al preside. per un po\' ha smesso, ma poi haricominciato. nel frattempo era entrato a scuola mio fratello, di due anni piùgiovane di me, che a suon di pugni aveva saputo mettere al suo posto ilragazzino impertinente. ricordo che rimasi molto sconvolta da quellaesperienza, e per un po’ di tempo nutrii sentimenti di odio verso i maschi..litrovavo solo sporchi.alle medie passai periodi molto brutti. in seconda rischiai di essere bocciata(anche se studiare mi piaceva) perchè ero stanca di tutto e di tutti,continuavo a litigare con la solita migliore amica che continuava a farmidispetti, ce l’avevo col mondo ostile che mi circondava. ma poi, grazie ad unaprofessoressa, che mi fece capire tante cose, cominciai a riflettere..e inun’estate analizzai i miei errori, le mie debolezze, il mio passato. e capiiche ero una persona che aveva il diritto di essere rispettata, di avere delleamiche sincere e una buona media scolastica. e allora diventai quella chevolevo essere: estroversa, simpatica, fiduciosa, grintosa.. misi in chiaro lecose con la mia migliore amica, che non mi trattò più male, e cambiai versoalla mia vita. passai anni meravigliosi.. ma non sempre tutto è positivo..sono sempre stata un po’ più matura delle miecoetanee, eppure non sono mai riuscita ad avere un ragazzo..ed è questo il veroproblema. la mia eccessiva “grinta” impauriva i ragazzi, che mi vedevano piùcome un’amica o presunta tale, che come fidanzatina..oppure ero talmentesfacciata che li facevo scappare come agnellini impauriti. ho provato molte volte a modificare il mio carattere, ma in un modo onell’altro la vera me stessa veniva fuori.. i pretendenti non mi mancavano, maa me non piacevano.. e quelli che mi piacevano mi snobbavano. è sempre statocosì fino a qualche anno fa… quando però, incontrato finalmente il tipo chericambiava i miei sentimenti, non successe che un’amica, invidiosa, corazzassel’intera “squadra” dei suoi amici per farmi mollare la presa. venni insultatapesantemente per una semplice amicizia, e per un bel po’ di tempo, quandoscendevo dalla corriera, venivo chiamata con urla e ghigni “puttana”. fuicostretta a cambiare bus, e per un anno vissi col terrore di essere derisa.. fudavvero brutto. l’unica che mi stava vicino era mia madre, che per poco nonstava per denunciare i bulletti.. avevo paura di tutto, perchè le aggressioniverbali, la vergogna, mi facevano sentire una nullità completa. mi sentivocolpevole per una cosa che non avevo fatto, per un peccato che non avevocommesso. mi tenni distante dai maschi per ancora un bel po’, ferita e delusa.nel frattempo ebbi delle incomprensioni con delle amiche, che purtroppo mifecero passare un altro brutto periodo, da cui non riesco ad uscirne. con lorosi è risolta, perchè abbiamo scoperto che tutto era partito da una ragazza chevoleva mettere zizzania nel gruppo, ma nonostante gli sforzi da parte di tutte,le cose non sono tornate come prima. abbiamo preso delle strade diverse, e,nonostante non sia stato facile accettarlo, abbiamo molto poco da spartire.così ho raccolto il coraggio e sono uscita dal gruppo, supportata da tra uniciamici sinceri.. per staccare la spina sono stata per un po’ in Irlanda, col progetto leonardo, per un mese. è stato difficile, eppure è stata l’esperienza più bella della mia vita..ho conosciuto persone fantastiche e provato esperienze uniche, tanto da soffrire, al ritorno. eppure, nonostante quello,qui a casa non esco più, ho il timore di non incontrare più amici veri. quando vengo invitata mi salgono insicurezze che non facevano più parte di me, misento inadeguata e così rifiuto..cosa mi prende? sembra che i fantasmi del passato si siano impadroniti di nuovo di me.. e coi ragazzi va malissimo. ho tanta voglia di innamorarmi ma non ce la faccio…è una cosa che mi fa paura ecredo che i ragazzi lo capiscano..e mi stanno lontani per questo..sono davveroconfusa, non so che fare, e la situazione mi fa star male. io ho davvero vogliadi ricominciare tutto, ma non so cosa fare..la confusione mi sembra uno spessostrato di nebbia..e io sono stanca di stare sempre a disagio. io non sonoquesta persona.. mi manca la vera me stessa, non so dove l’ho persa.. grazie di tutto. mi scuso per la lunghezza….Martina

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