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mercoledì, agosto 30, 2006

ATTACCHI DI PANICO CON EVITAMENTO FOBICO

sara N° di riferimento: 447887331 Età: 27 Sono una studentessa di 27 anni con una vita apparentemente tranquilla. mi manca un solo esame per laurearmi in lettere moderne, ho un rapporto sereno con i miei genitori ed una relazione felice con un mio coetaneo che dura da sette anni. nonostante questo da quattro anni,anche se in periodi alterni, combatto contro gli attacchi di panico. i sintomi bene o male, sono sempre gli stessi e cioè paura degli spazi chiusi, dellaf olla, tremore e senso di svenimento, tachicardia e, nei casi peggiori soffocamento. è come se avessi un bisogno costante di sentire l'aria sulla pelle, nelle narici e quando questo non avviene è panico. lo scorso anno hoi ntrapreso un percorso cognitivo comportamentale (la diagnosi fu attachi dipanico con evitamento fobico), ma basta che arrivi l'estate, e con lei ilcaldo, che tutti gli sforzi fatti vanificano. ho paura di stare sulla spiaggia,paura di svenire. amo la musica, ma mi terrorizzano i concerti... sento di essere completamente limitata e, quel che è peggio, è che limito anche coloro che mi sono accanto! ora ho ricominciato a prendere le xanax (0,50 al giorno),ma anche così non è che vada bene! non faccio le cose e, se costretta dallecircostanze, la paura della paura puntualmente mi fa stare male. mi guardo intorno e mi vedo così diversa dalle mie coetanee, così poco spontanea ed allafine, anche così poco felice! tra gli aforismi che lei utilizza nel suo sito c'è quello di yukteswar per cui bisognerebbe guardare in faccia la paura, ma in alcuni momenti è così devastante da rappresentare, forse, un'utopia... con la speranza che lei mi risponda, la saluto cordialmente.
Lei non ha precisato se con la terapia cognitivo-comportamentale ha avuto un miglioramento o meno. In ogni caso, anche al termine di questa terapia, lei deve far suoi gli esercizi cognitivo-comportamentali che ha appreso, tenendosi costantemente in "allenamento". Purtroppo la sua sintomatologia è abbastanza "resistente" ma non impossibile da combattere. Serve anche una forte volontà personale, al di là dei farmaci o di altre terapie. Per qaunto riguarda l'aforisma lo ripeta ogni giorno a sè stessa, in qualsiasi momento. Noi tendiamo a fare anche ciò che pensiamo. Lo faccia diventare la sua "fede". Saluti.

BALBUZIE "TARDIVA"

Roberta N° di riferimento: 936243547 Età: 34 Ho un bambino di 7 anni che da un periodo a questa parteha iniziato a manifestare episodi di balbuzie. Quando gli si fa notare la cosariesce, parlando più lentamente, ad evitare di balbettare. Puó essere sinonimo di balbuzie indotta da situazione emotiva di stress o devo iniziare apreoccuparmi e farlo visitare da uno specialista? Quello che mi preoccupa è cheinizia a balbettare anche in situazioni che ritengo non stressanti (ad esempioquando gioca con gli amichetti). Vorrei inoltre chiedere se facciamo bene a fargli notare la cosa cercando di indurlo a correggersi o se dovremmo invece lasciarlo tranquillo ed aspettare di vedere come il tutto si evolve?Ringrazio in anticipo per l'attenzione e porgo distinti saluti.
Sig.ra Roberta questa balbuzie "tardiva" può essere legata ad una situazione di stress o ad un particolare evento traumatico per il bambino. Con circospezione, cerchi d'indagare sulle possibili cause. Rifletta anche se l'acquisizione del linguaggio da parte di suo figlio, è stata regolare e normale nel passato. Attenda un pò, prima di consultare uno specialista: la balbuzie potrebbe anche avere una remissione spontanea. Nel frattempo non "corregga" l'eloquio di suo figlio. Cerchi solo di parlare più lentamente nei suoi confronti. Eviti anche suoi attegiamenti ansiosi che potrebbero essere colti da suo figlio ed involontariamente, rafforzzare, la balbuzie. Cordiali saluti. Dott. Rosalia Cipollina

lunedì, agosto 21, 2006

SBROGLIARE LA MATASSA


missV N° di riferimento: 516073107 Età: 39 Non sento più nulla, nè a livello fisico nè mentale, nessun desiderio per il mio compagno o altra persona, mi viene l'ansia quando si avvicina, non vedo l'ora che finisca tutto, mi dà fastidio essere toccata, solo il pensarci mi irrita. Cosa mi sta succedendo? Non ero così! Sono 3 anni che non ho più il ciclo, sparito così di punto in bianco; ho avuto e ho
problemi personali; ho perso peso e sono rimasta così. Sono stata molto in
crisi con il mio compagno, abbiamo seguito una terapia di coppia che un pò ha
fatto, lui ha capito un pò di più, ma sono certa di avere troppe cose irrisolte
con lui e con me stessa. Perchè non riesco a passare oltre e ricominciare? Ho
iniziato anche a dormire male, mi ha accompagnato a lungo (ora ancora ma molto lieve) un mal di schiena fastidioso e un senso di ovattamento alle orecchie, sbalzi d'umore. Indagini mediche fatte e senza risultati utili, anche a
livello ginecologico. Fatico anche a spiegare quello che mi succede, ora, tanto
si sono incatenati e sovrapposti quelli che possono essere i motivi, le cause,
le conseguenze.......Chi mi può aiutare???? Grazie

Lei ha ragione: motivi, cause e conseguenze si sono incatenate e sovrapposte a vicenda. Và assolutamente sbrogliato il bandolo della matassa. Potrebbe essere presente una forte somatizzazione di un suo profondo malessere. Sarebbe utile un consulto psicologico o psichiatrico individuale, senza la partecipazione del suo compagno. Solo dopo un percorso individuale, deciderà se riprendere un percorso di coppia. Ma non indugi ulteriormente. Le sue resistenze in tal senso sono proprio sintomo di quanto profondo ed antico possa essere il malessere. Cordiali saluti.

TIMIDEZZA ED INTERNET

emanuele N° di riferimento: 76903065 Età: 16 Salve, sono un ragazzo come tanti altri, abitante di un piccolo borgo di campagna.
Fin da quando ero piccolo sono sempre stato un bambino timido, parlavo poco,
ero timoroso e in compenso non ho mai preteso dagli altri o sfruttato. Ho
sempre utilizzato tutte le mie possibilità per poter cercare di vivere
serenamente, in quel paradiso che è l'infanzia.
Crescendo la situazione sociale della mia famiglia è diventata un pò tesa, mio
padre lavora giorno e notte quasi e non parlo praticamente mai con lui e
diciamo che a parte tutto sento già questo vuoto dentro di me, che brucia e
molto. Mia mamma ha sempre pensato tutto per potermi spingere avanti, e aiutarmi se
necessario.
Le medie sono passate, due ragazzi mi minacciavano continuamente, ma alla fine
ho sempre ignorato tutto e ho tirato avanti credendo in un migliore futuro,
visto che in questa scuola eravamo pochi pochi (12 in classe, 120 tutto
l'istituto). Essendo di un piccolo paese arrivò la città per le mie superiori, la situazione
non migliorò perchè uno continuava a presurre la mia omosessualità e questa
cosa mi rendeva molto piccolo in confronto a tutti gli altri, che comunque sia
erano decisamente lontani da dove abitavo io e quindi mi era difficile avere un
rapporto di frequentazione fuori scuola.

Finita la prima ho conosciuto una ragazza più piccola di me, aveva 12 anni.
Mi ci sono innamorato di questa persona che perchè era l'unica che sapeva
ascoltarmi e che mi capiva, era un pò come me....non ci vedavamo molto, anzi,
quasi mai ma ci volevamo bene.
A gennaio di quest\'anno questa persona si è trasferita dalla campagna a 10 km
da casa mia in città, e da allora il rapporto con lei è morto perchè lei si
sente chiusa in un bicchiere di vetro e vuole avere amicizie e sentimenti solo
per le persone della sua zona. In questo modo l\'unica persona di cui mi
fidavo, di cui speravo qualcosa se n'è andata. E ora rimango, forse come prima, senza un amico, senza una persona con cui parlare, con cui uscire, con cui non sentirmi così piccolo. Ho quasi 17 anni e ho passato tutte le superiori in casa illudendomi che qualcosa potesse
cambiare, che qualcosa si accendesse nella mia vita, facendo qualche sforzo
sempre svanito per varie cause.

Almeno con lei mi sentivo ancora vivo ed ora alla fine di tutto non vedo più
quella speranza che forse mi mandava avanti.

Passo ormai tutte le sere di quest'estate e tutti i sabati d'inverno su
questo pc che è diventato il mio schiavo.. per me la vita è internet non le
persone, non i sentimenti, non le relazioni.
Che senso ha continuare così? continuo a pensare che non posso andare avanti
così!! vorrei che cambiassero le cose ma non cambiano!
chiedo a dio ogni giorno che mi dia la forza di attraversare la linea di questa
vita, in fin dei conti non ho fatto niente di male a questo mondo e non credo
di meritarmi tutto questo e se devo continuare così allora la troverò questa
maledetta forza di chiudere la mia vita.
In fin dei conti non chiedo altro che qualcosa di diverso, come fanno tutti e
come dovrebbe essere. Volevo avere due amici, ogni tanto uscire e rilassarmi con qualcuno e qualche altra volta qualcosa di diverso. Spero di non essere stato troppo lungo.. ho paura di andare da qualche psicologo, ma scrivere le cose è molto meglio che parlarne..Grazie della risposta

Internet è una facile risposta ai nostri problemi fino a diventare, in taluni casi, un vero e proprio “rifugio”. E’ cio che è successo nel tuo caso. Hai una timidezza di fondo che non t’aiuta. Superala usando internet in maniera diversa. Trasforma i contatti che hai, in qualche telefonata, se la contro parte accetta. Superato questo passo iniziale, trasforma la telefonata in un contatto “reale” quale un incontro o una passeggiata. Il tutto ti sarà più facile, perché internet avrà “filtrato” in qualche modo le amicizie. Chisà se non contribuirai a far uscire allo scoperto, qualche altro timido o “timida come te. Fammi sapere com’è andata. Non hai bisogno dello psicologo. Saluti.

DISACCORDO SULL'EDUCAZIONE

N° di riferimento: 915493654 Età: 36 Mio marito ed io litighiamo spesso perche io non sono d' accordo su come si comporta con nostro figlio di sei anni Si tratta di un bambino con un carattere un po’ difficile ma proporio x questo vorrei che lo trattasse con dolcezza ne abbiamo parlato tantissime volte ma non riesce a cambiare atteggiamento.

Spesso “proiettiamo” sui nostri figli, quella che è stata la nostra infanzia. E’ probabile che suo marito ripeta lo stesso copione educativo che ha subito. Inoltre lo scontro sull’educazione dei figli, a volte, maschera conflitti latenti della coppia. Rifletta e faccia riflettere suo marito su ciò, e, nell’interesse assoluto di suo figlio, pervenite ad un accordo che tenga conto delle visioni educative d’entrambi. Anche suo marito potrebbe avere, nella sua visione, delle fondate ragioni. Cordiali saluti. Dott.ssa Rosalia Cipollina.

E' COLPA DELLA MASTURBAZIONE ?

257949246 Età: 20 Salve,sono un ragazzo giovane che si sente disperato nello scrivere questa richiesta,ma vorrei avere dei pareri su come affrontaretale problema.La situazione familiare è abbastanza normale,come in tutte le famiglie in unbambino si cerca di impartire la buona educazione senza troppa severità,ma nonè lafamiglia da cui dipende il problema.Da ragazzino nell'età di 10 anni come molti ragazzi ho incominciato a scoprire la masturbazione che apportava a se stessi un'atto di piacere.Nel seguito nell'eseguire questa pratica avvertivo un senso di stanchezza che a lungo andare ha creato un vero problema.Eseguivo la masturbazione non nel modo in cui lo scoperta ma in un'altro modo quellodi cercare di smettere eseguendola cercando di convincere il mio cervello che avevo smesso in quanto reduce da questo senso di stanchezza pensavo chequesta pratica stava distruggendo il mio cervello.Questo ha generato un problema di depressione più grande di me,non riuscivo ad affrontare le attività in quanto deciso che se non avessi smesso non avrei potuto affrontare le attività come ero prima e che affrontandole con il problema non sarebbero state affrontate come prima. Questo processo si è svolto per due anni, ho ancora questa depressione che ha cambiato il suo modo di essere, non affronto la masturbazione cercando di smettere nel momento del piacere(quando la eseguivo se nel momento del piacere non stavo pensando a qualcosa che non eccitasse avrei dovuto riprendere la pratica pensi un pochino come mi ero ridotto, nei miei panni a credere che questa pratica facesse del male per smettere completamente eseguivo questa pratica in questo modo),come facevo prima,ora ho sempre quel punto fisso in mente che nonsto bene che la causa è stata la masturbazione con le vicende passate.Quando la eseguo normalmente non mi sento soddisfatto,ho il punto fisso che c'è qualcosa che non va.Non riesco a vivere normalmente,si è generata una sorta di dipendenza cui non riesco a venirne a capo.Lei mi potrebbe rispondere se crede che possa danneggiarla non la esegua,non mi sentirei realizzato. Possedevo una buona memoria,la capacità di memorizzare era abbastanzabuona,attualmente dimentico un ragionamento,poi ritorna ma non so da dove sia partito o almeno non ne ricordo la costruzione,sono molto confuso,e avvertoquesti disturbi di memoria,non so come guarire da questa depressione,spero chela mia richiesta venga accettata e che mi sia data qualche informazione su quali sono i passi da svolgere perchè non mi sento bene e non riesco a svolgere le attività come facevo una volta con grande memoria e lucidità, ora non riesco a stare bene, la mia attività è quella che dopo ricordare qualcosa ricostruire dadove è iniziato ? perchè mi è venuto in mente quel ricordo e cose del genere ilgiorno ?,alcune volte penso che con la crescita si sia eliminata una partedella memoria per arrivare a questo punto e anche nei momenti prima diaddormentarmi e lungo rimembrare cercando di ricordare come è iniziato un qualsiasi ricordo,mi sento stanco,incapace di risolvere il problema.Non riesco a ritrovare me stesso ad esempio prima nel trattare le cose applicavo quel senso di conservarle bene di essere un pochino fissato e di ricordare tutti gli avvenimenti che riguardavano quella determinata cosa pertenerla correttamente,ora mi lascio andare e anche con le cose non ho lo stesso rapporto di prima se non alcune volte.Se non stato chiaro,chiedo che mi venga chiesta una spiegazione della richiesta,spero di poter riuscire a spiegare meglio il problema.Attualmente non vivo bene,dalla mattina quando mi sveglio è in un continuo tormentarsi per ricordare quello che la mente ha pensato della sera precedente o dei giorni precedenti che hanno un collegamento con le cose che vengono pensate. Spero che mi venga dato un riscontro da una persona competente in questa materia,cercando di superare il problema attraverso alcuni passi per affrontare nel miglior modo il problema e che portino alla perfetta guarigione. la ringrazio. Cordiali saluti.
La masturbazione non c'entra assolutamente con la sintomatologia psico-fisica che avverte. Tutt'al più può procurare, se praticata spesso, stanchezza. E' probabile che, per diversi motivi, la sua pratica masturbatoria abbia assunto caratteristiche ossessive-compulsive, perdendo le sue motivazioni "originarie". A questo si aggiunge problematiche di origine cognitiva che possono avere diversa origine. E' necessario che, per meglio chiarire il tutto, effettui un consulto specialistico. Cordiali saluti.

lunedì, agosto 14, 2006

T E S T I M O N I A N Z A

Di seguito riporto una testimonianza relativa ad una profonda e dolorosa sofferenza. La situazione relativa alla testimonianza è quasi unica e non può essere oggetto di una consulenza online e nè posso entrare nel merito della stessa. La sua pubblicazione, autorizzata dal mittente della testimonianza stessa, serve affinchè, chiunque abbia vissuto una situazione simile e voglia dare utili indicazioni, possa farlo, in maniera del tutto anonima, alla voce commenti, alla fine del post. Dalla testimonianza è stato tolto ogni dato sensibile ai fini della privacy.
Qualsiasi persona sarebbe giunta alla mia decisione... chi prima, chi dopo...... CARO....... Tutto cominciò una mattina maledetta(intorno al .........2002); mi alzo come tutti i giorni per andare a lavoro con mio padre,sento una forte pressione alla nuca,e da li comincia l.inferno!!!!!!!!!! Vado a lavoro ugualmente,pensando che fosse un disturbo passeggero,capisco però ,che nel mio corpo stava succedendo qualcosa di strano!il dolore alla testa ,i disturbi visivi,la pressione alla nuca,erano dei disturbi molto insoliti,però decido di non dire niente a nessuno,pensando che tutto si risolvesse da solo!il mio istinto mi diceva che la cosa era grave,ma speravo di sbagliare. Aspetto di passare la notte,pensando che col riposo tutto tornasse a suo posto,ma la mattina successiva,scendo dal letto aprendo gli occhi mi rendevo conto che la situazione non era cambiata,anzi! I dolori alla testa erano più intensi e più strani!mi sentivo sempre più diverso mi cominciava a bruciare la colonna vertebrale,e la vista andava sempre più a peggiorare,da li capisco la gravità del problema, decido di dire tutto ai miei. Comincia la ricerca: andiamo dal nostro medico curante,mi dà dei farmaci e mi dice di stare tranquillo che tutto si risolveva .Passano i giorni tutto peggiora,comincio a sentire paura,(io non conoscevo la paura)attorno a me captavo una sottovalutazione del problema e la cosa mi rendeva sempre più nervoso, solo mia mamma era veramente allarmata,lei mi conosce bene, sa che io per lamentarmi devo avere qualcosa di significativo,perché non sono il tipo di persona che al primo dolorino comincia a fare i capricci,anzi! Analisi al sangue:tutto nella norma. RX cranio,TAC encefalo,RM encefalo,ecodoppler vasi sopraortici+transcranici ecc. ecc. ecc. tutto normale. Dopo svariati esami i dottori cominciano a guardarmi con un occhio diverso,mi chiedono se io nella vita ero un tipo nervoso,ed io pensavo:MA COSA CENTRA QUESTO !!!!!!!! Un giorno sento che qualcosa stava cambiando,i dolori si facevano sempre più forti arrivando al punto di farmi piangere come un bambino,i miei mi portano all.ospedale di corsa,mi ricoverano in medicina generale(reparto nettamente sbagliato)mi fanno dei semplici controlli e mi dicono che non ho niente,io stavo in agonia!!!non potevo parlare dal forte dolore!non riuscivo a stare all.impiedi; mi dimettono con una diagnosi banale:.CEFALEA.. Tutti i dottori mi dicevano:non hai niente!niente!lo vuoi capire!!!!ci stai facendo diventare pazzi! Era una violenza psicologica continua,mi sentivo solo,io contro tutti ,nessuno mi credeva!solo i miei erano con me. Pensando che il problema non derivasse da una patologia neurologica ,decidiamo di fare una visita oculistica specializzata,non fidandoci più dei medici italiani andiamo in una grossa e famosa clinica spagnola; niente!!!!!!!!gli occhi sono perfetti ,il problema non partiva da là. Ogni volta che un esame mi dava esito positivo, io mi sentivo sprofondare!ero entrato in un tunnel buio,freddo,e senza uscita...... Torniamo in Italia,la situazione si complica,mio padre cede,entra in una fortissima depressione,vede un figlio che prima si mangiava il mondo a morsi,pieno di vita,solare,sempre sorridente,mai depresso,attivo in tutto,e che non si abbatteva per nessun motivo ,ora in un letto che soffre minuto per minuto, attimo per attimo. Mi era rimasto solo l.aiuto di mia madre,sapevo che lei non avrebbe mai ceduto,lei è come me:una roccia! Cominciamo una serie di visite neurologiche, ma senza nessun risultato,mi davano sedativi, calmanti,ansiolitici,ma io non avevo bisogno di questo!io avevo dolori !non ci vedevo bene,mi bruciava la colonna vertebrale!cosa centravano tutti questi farmaci nel contesto!si ero nervoso ma erano i dolori che mi portavano il nervosismo, non viceversa!!!!!! E così dopo un paio di settimane oltre i dolori mi sentivo uno zombi e decido di buttare tutti quei farmaci che non mi aiutavano per niente, anzi. Dopo qualche settimana partiamo a MILANO in un istituto neurologico,io pensavo:questa forse è la volta buona! Entro dal dottore ,e mi richiede una RM nella colonna cervicale,chiediamo se potevo farla li ,ma mi dicono che dovevo aspettare qualche settimana,così torniamo a CATANIA,la faccio il giorno stesso:tutto normale!!!!!! Io sprofondavo sempre più giù,non trovavo una soluzione!ero disperato!(la parola più comune) Partiamo nuovamente a MILANO,portiamo le lastre,entriamo dal dottore e mi dice la solita frase:lei non ha niente!io in quei momenti avrei voluto passargli il mio male , per fargli capire cosa stavo provando, ma purtroppo non era possibile!ritorniamo a CATANIA ,io sempre più convinto di essere in una strada senza sbocco!nella mia testa rimbombava sempre una frase:.CHE COSA HO?,DIO AIUTAMI TU.!. Mi convincono ad andare a FIRENZE da un noto professore che mi diagnostica nuovamente .cefalea con aura permanente.,io sapevo perfettamente che non avevo questa patologia,perché la cefalea non porta bruciori alla colonna vertebrale,ma per fare contenti i miei accetto di seguire la terapia. Niente, tutti quei farmaci non avevano dato nessun beneficio! Nel frattempo i mesi passano; mi ricoverano in un altro ospedale,dove mi fanno la puntura lombare,e ripetono alcuni esami;mi dimettono con diagnosi:DISTURBI SOMATOFORMI. A quel punto,mi rendevo conto che gli esami da fare erano ormai terminati,e che non avevo più nessun.altra possibilità.Il mio carattere così forte era stato vinto dalla pressione psicologica a qui ero sottoposto,e crollo sempre di più! L.unica persona che mi dava ancora speranza,era mia madre,lei mi giurava che non si sarebbe fermata mai !!questo mi teneva un po. più su! Ma non poteva certo togliermi da quell.agonia che vivevo giorno per giorno! Erano passati circa sette mesi già da quella mattina maledetta!!!!!! Dopo sette giorni di continui dolori lancinanti,decido di suicidarmi,scrivo qualche riga per salutare i miei ed esco da casa, mi dirigo verso il porto di CATANIA e lancio la macchina a forte velocità verso la fine del pontile ,ma negli ultimi e decisivi metri qualcosa in me scatta, freno ,la macchina si ferma in tempo,ripeto la prova tante volte ma non riesco a concludere poi comincio a piangere e a grido a DIO :.perché a me! cosa ho fatto per meritarmi tutto questo! se proprio devi ,portami con tè,fammi morire ,ma non lasciarmi così,la morte non mi fa paura ,la sofferenza a questi livelli si!. Chiamo ad un amico,che viene tempestivamente da me cerca di calmarmi ,ma i dolori non cessavano,mi rendevano una massa di nervi,ero in profonda agonia!Passati quei giorni infernali i dolori si erano leggermente attenuati così decidiamo di rivolgerci ad una struttura straniera ,mi ricovero in una clinica SVIZZERA,(in quella struttura non avendo assicurazione che pagasse tutto vollero un bonifico di .50,000 e me ne restituirono solo 20)ma non capiscono il mio problema neanche li,mi danno massicce dosi di amitriptilina,un farmaco usato per la cura della cefalea,ma non mi dà nessun risultato! Torniamo in ITALIA e andiamo da un noto professore catanese che si occupava di medicina interna,gli racconto in breve la mia lunga storia e mi richiede una serie di esami al sangue,una scintigrafia cerebrale ed una RM a tutto il midollo spinale. Gli esami al sangue non documentavano patologie;per effettuare la .SPECT.cerebrale dovetti partire a ROMA,in un centro di medicina nucleare:l.esame risulta alterato!!!! In me si risveglia la carica,la speranza,insomma vedo qualche spiraglio!!!!nessuno più mi poteva dire :.lei non ha niente. . Faccio la RM al midollo e risultano delle piccole erniettea livello dorsale ma che non spiegavano per niente quel bruciore così intenso,e quei disturbi alla testa e alla vista! Ritorno a CATANIA da quel professore che mi aveva richiesto quegli esami;mi suggerisce di andare nuovamente a ROMA ,da un noto neurologo. Arrivato a ROMA mi compare un altro disturbo comincio ad avere una diplopia(visione doppia dei contorni degli oggetti)che non scompare mai! Il professore mi consiglia di ricoverarmi in una clinica privata, dove lui si appoggiava.(cosi. poteva fottermi piu soldi in meno tempo..) La mattina seguente mi ricovero e vengo sottoposto a svariati esami e terapie. Mi fanno una RM all.encefalo con studio perfusione cerebrale, che documentava un.alterazione.dopo circa cinque giorni vengo dimesso con la diagnosi di:fibromalgia algica di natura virale , hanno praticamente ignorato gli esami obiettivi strumentali,e diagnosticato una patologia che non ha nessun legame scientifico con gli esami trovati alterati!!!!!!! Tornato a CATANIA comincio la terapia ,(punture,pillole,inalazioni nasali ecc. ecc.) ma niente di fatto ,tutti i sintomi sono ancora li,dopo quindici giorni di cure,vado nuovamente a ROMA dove vengo sottoposto a delle infiltrazioni nella colonna vertebrale,il medico mi garantiva che già il giorno dopo dovevo sentirmi molto meglio,purtroppo non fu cosi ,ritorno nuovamente in studio e vengo sottoposto ad altre infiltrazioni(in tutto 13 punture alla schiena). La sintomatologia non regrediva ,nessun beneficio!!! Dopo qualche mese il bruciore alla colonna regrediva.. mi passa la diplopia restano solo fosfeni.. e i mal di testa diventano sempre più lievi. riesco a prendere un po. di respiro Mi sentivo meglio e comincio ad uscire ma sempre con l.incubo che mi tornassero quei dolori .. Dico a me stesso . Paolo non ci pensare vai avanti e vivi per ora .. insomma accontentati... passano i mesi il dolore alla testa e sempre li.. la colonna mi bruciava un pò ma la mia forza di volontà era più forte e li ignoravo..cosi continua per tre anni..mentre lavoro e riuscivo a svolgere tutte le attività di un ragazzo di trent.anni. Da circa 150 giorni sono tornati tutti i stessi disturbi...anche a picchi lancinanti... e questa volta sono veramente disperato. lo sentivo che un giorno o l.altro mi sarebbe tornato. Da quando mi è ritornata questa.malattia. sono stato ricoverato 5 volte.. Sono stato sottoposto a molti esami. anche ad una mielografia che, e per la procedura invasiva, e per il punto di introduzione (cervicale) poteva lasciarmi su una sedia a rotelle o portarmi addirittura alla morte se fossi stato allergico al contrasto iniettato nel liquor. Mi hanno fatto anche due punture epidurali (introduzione di 30 cc del mio stesso sangue, nello spazio epidurale, per creare una sorta di .tappo.).. Si pensava che avessi una ipotensione liquorale( perdita di liquido cerebrospinale dalla sacca che lo contiene) Niente. non ho questa patologia..ora rispondimi: ho studiato tanto in quei tre anni a casa.. E in questi 5 mesi..so che gli esami strumentali sono finiti..e di solito quando non si vede un problema non si ci può dare aiuto... Tutto quello che ho fatto, mi è costato tanto.. tanto da far vendere 2 case...devo continuare a far mangiare ai medici tutto quello che mio padre e io abbiamo costruito? A soffrire ancora attimo per attimo..? Ti scrivo e mentre scrivo mi escono le lacrime. devastato da questo dolore alla testa.. Io penso che sia ora di darci un taglio alle mie sofferenze. Mi piaceva la vita.. Sorridevo sempre, dinamico,pieno di idee, disponibile,socialmente e sentimentalmente realizzato, brillante sul lavoro... Il suicidio delle volte è l.unica soluzione. sembra una soluzione di gente debole. ma io ho resistito tanto ma ora dico basta. basta soffrire io e le persone vicine... dopo la mia morte io sarò in pace e loro dopo qualche tempo si rassegneranno. Io penso che sono giustificato ..e vorrei essere classificato . suicida ? O una persona che ha subito solo sofferenza e omissione di soccorso dalla medicina moderna..?

sabato, agosto 12, 2006

SENSO DI ABBANDONO

Veronica N° di riferimento: 605934137 Età: 32 Vivo una situazione difficile. Adottata all'età di 3 anni e mezzo da una famiglia dove la mamma adottiva aveva avuto pregressi disturbi sul sistema nervoso con forme di esaurimento e cure di sonno praticate, poi somministrazione di gocce e pasticche. Mio padre, esonerato dal militare, con un lavoro e una casa postigli sul piatto d'argento come si suol dire. I miei nonni adottivi molto teneri verso di me che hanno cercato di compensare il poco interesse della mamma adottiva nei miei confronti non per sua scelta ma per iproblemi che ha dipendenti da una carenza affettiva con la figura paterna che non l'ha aiutata a costruire e realizzare la propria vita, bensì fatta di schemi e di paure irrisolte. Mi sono trovata a 22 anni con la scelta di andare via di casa e farmi suora, dopo un percorso di 7 anni, ho lasciato il convento con la maturità di chi vi entra cosciente di aver imparato delle cose che nel mondo di "casa" chiuso, obbligato, ristretto, soffocante, opprimente,vincolante, non permissivo, non avevo dunque potuto imparare. Mi erano infatti x il tempo della vita dai 3 anni e mezzo ai 22 anni proibito avere amici,uscire da sola... e cose del genere. Anche la vita fuori è stata un dramma.PAURE, PAURE E PAURE. Ho una forma grave di agarofobia mi è impossibile sostenere il contatto con gli spazi ampi. Per me quello che mi circonda è ungrande vuoto a partire da ciò che sta fuori a ciò che io considero un appoggio.Non mi sono data per vinta e ho continuato lo stesso nonostante i miei problemi. Ho ritrovato la famiglia di origine dove sono la 7 di 11 figli, della quale 4 abbandonati compresa me... me a due anni in un ospedale e lo ricordo ancora, portata da li in orfanotrofio.. e catturata dalle mani di un uomo che non ricordo per soddisfare il suo ego sessuale nelle forme che non ricordo.. se non come sensazioni e luoghi di memorie che ho. Mi sono sposata con il fratello della moglie del mio fratello naturale. 1 anno di matrimonio. Rotto per sue bugie e per una non soddisfazione sessuale reciproca perchè in lui non vi era un vero e proprio interesse per me. Io volevo costruire e realizzare la famiglia dei miei sogni. Lui no. Io volevo risparmiare per permetterci una sicurezza dopo, lui era sempre a far debiti. E mio padre doveva pagare i debiti suoi irrisolti per amore di me. Ho proseguito volendo cominciare una vita più dentro il mondo dell'informatica e quindi ho inviato un cv. di candidatura per un corso fse lombardia, sono stata accettata alla frequenza al corso e sono partita per milano, andando in vitto e alloggio trovato su internet presso una signora anziana. Situazionea bitativa che ho perso in conseguenza del figlio di questa che dopo 1 mese perchè non volevo andare a letto con lui mi manda via sostenendo che non ero utile a sua madre...Di li hostelli e condivisioni, rischi e pericoli. Senso di smarrimento e solitudine. Che ha aumentato il mio senso di paura verso tutto ciò che mi circonda, ma non mi ha portato che un miglioramento nella mia relazione con gli altri. Se prima era difficile per me entrare in un atteggiamento di feeleng con l'altro adesso.. sono in una situazione di empatia. Lavori diversi, mesi di corso, un profitto non continuo ma anche una risposta verso le esigenze del corso non costruite perchè spesso perdevo casa, a giorni alterni fra casa e lavoro... non avevo la testa a studiare. Non avevo ancora trasferito il mio pc amato di casa mia. La casa che avevo affittato un pò prima di sposarmi dove ho vissuto da sola per un pò e con grande gioia separata dal convento... e dai genitori... libertà e autonomia completa. Economicamente non mi hanno abbandonata. Quindi mi sono sentita in un certo senso spalleggiata.Una storia d'amore che mi ha fatto andare fino a milano e accettare la sfida di un corso, la sfida di cercarmi il tetto, il lavoro... tutto... e lui che di me non aveva interesse e ogni tanto mi dava la soddisfazione sessuale che cercavo. Non era amore il suo. Io invece avrei dato l'anima come avrei fatto questo per il marito, per i miei nipotini, cresciuti x due anni da me senza un grazie ...ho maturato, quindi dentro a queste disavventure, crescendo nell'idea che gli altri infondo sono egoisti e sono anche umanitari... fino a dove si voglia. Ho cacciato questo secondo amore dalla casa nuova in affitto che mi son presa a forza di litigi con mio padre perchè ormai la casa della sicilia dovevo lasciarla e quindi volevo recuperare i miei mobili i miei affetti più cari...legati appunto anche ai nonni miei carissimi. Sono riuscita ad affittare la casa in prov. di pavia e continuare a mantenere le relazioni di lavoro a milano perchè cacciando il secondo amore della mia vita, scoprendo che in realtà aveva come obiettivo sessuale la seconda segretaria e che questa mi aveva sbattuto in faccia davanti a lui la verità della loro storia... negandolo solo qualche mese prima quando avevo io appena qualche sospetto... mi son trovata a dovermi cercare nuovamente lavoro e guardarmi in giro... senza pace,ma almeno con il tetto in testa ho dovuto però chiedere al padrone di casa di pazientare perchè non potevo pagare subito l'affitto giacchè non avevo avuto da 3 mesi il mio regolare stipendio.Adesso i problemi sono tripli devo finire di saldare i miei debiti devo finire di pagare il condominio e mi sento dire da mio padre che da gennaio l'azienda dove lui lavora chiuderà e che da quel momento non mi potrà aiutare.Tutte le telefonate sono queste: cercati la sistemazione che ti devi trovareperchè io da gennaio non potrò più aiutarti. Mamma però l'ha messa al sicuro dice che oggi e domani quando lui non ci sarà lei sarà tranquilla economicamente. Adesso... io mi sento nuovamente abbandonata.Il mio sfogo ultimo lo avuto con mio nonno che oggi conta l'età di 83 anni e che mi ha assicurato che fino a quando lui ci sarà provvederà a me. Che mi vuole bene e pensa a me e al mio miglior bene. Mio padre, quindi adesso è il problema più importante per me. Mi cerco illavoro ogni giorno e l'ho sempre fatto.. vivo del poco che mi passano i genitori, e quando lavoro non voglio dipendere da loro invece.Mi chiedo: ma io soffro per salute di agarofobia, ho problemi evidenti in sensomotorio, ho problemi di pressione, sono ipoglicemica... ma cosa posso ottenere io dalla legge per tutti questi miei disagi? Se a gennaio dovessi aver bisogno di trovarmi ancora un lavoro perchè non lo trovo nel frattempo? Chi mai provvederà a me? Nemmeno il nonno è eterno... non si può dire: adotto un figlio e fra 30 anni se la sbriga da se. Io lo trovo da persona insensibile ed egoista. Il peso delle responsabilità non può cadere così. Vero è che io mi devo dar da fare e l'ho sempre fatto.. salute permettendo e permettendomi anche delle giornate in cui sto a casa solo a riposare, ma anche questo non è per cattiveria da parte mia, ci sono momenti in cui ho solo bisogno di dormire per recuperare le energie perse. Anche io sono una persona che ha dei sentimenti, anche io sono una persona che soffre.. e mio padre non ha mai accettato che io sia andata via di casa, non capendo chel ui che era "normale" doveva contrastare la malattia della mamma spingendola ad una vita sociale che l'avrebbe sicuramente liberata delle mille"ossessioni" che oggi si ritrova e dei mille handicap che ha... e domani partono per le terme... giù in sicilia stesso. E io??? Che sarà di me?Vero che devo costruirmi io.. ma è anche vero che un figlio io non lo abbandonerei mai. E' il senso di abbandono che porta chiunque al suicidio. O sbaglio?????? Non parliamo di codardaggine perchè se volevo essere già codarda non avrei superato e accettato le mille sfide della vita... ed avere disagi come i miei e stare in mezzo al mondo è un avventura senza fine!Grazie per i consigli che mi darà.Cordiali saluti veronica
Veronica lei è tutt'altro che codarda. Anzi lei è forte, perchè ad ogni abbandono ha trovato la forza di anadare avanti. Mi risponderà che è stanca di essere abbandonata e di soffrire. La invito allora a leggere questa testimonianza http://www.maldamore.it/storia_di_una_donna.htm che vale più di mille risposte e consigli. Saluti
Diego N° di riferimento: 92765563 Età: 18 Ciao dotto, le scrivo per un informazione riguardante ilibri di psicologia, mi intereserrebbe sapere titoli di libri che trattano dell'assertività, e dell'omosessualità... Spero che mi aiuti!!!!
Di libri che trattano dell'assertività e dell'omosessualita, ce ne sono talmente tanti, che farei sicuramente torto a qualcuno fornendo delle indicazioni. Ti consiglio di fare tu una ricerca su internet, per vedere quali dei libri su questo argomento ti possono interessare. Saluti.

DISAGIO LEGATO AL SENO

sabrina N° di riferimento: 673808600 Età: 22 Salve. Sono una ragazza di 22 anni e ho questo "problema" da sempre. Ho un seno davvero piccolo. Questo per me non credo sia un problema estetico estremamente rilevante. Tuttavia questo è probabilmente quello che ho sempre "creduto", perchè in realtà ho notato che da sempre io faccio fatica a farmi toccare il seno (da un ragazzo ad esempio, ma anche da un dottore). E, anzi, non riesco io stessa a toccarmi il seno se non con il palmo delle mani aperto, evitando i polpastrelli (i veri mediatori del tatto più sensibile). Per non parlare del capezzolo,che il solo pensiero di toccare mi fa venire i brividi... Provo una sensazione quasi di panico (ho dovuto fermare con sgarbo la dottoressa che mi visitava), forse anche dolore, devo subito scappare e pensare ad altro. Può essere un disturbo psicosomatico dovuto alle dimensioni?
Sabrina è molto probabile che tu non "accetti" il tuo seno. Perchè non l'accetti può essere dovuto a vari fattori: le dimensioni, il significato inconscio che il seno assume per tè o qualche evento traumatico subito nel passato collegato al seno. Conviene che tu, ancor prima di curare la sintomatologia, riuscissi a capire il perchè di questo disagio, fra le cause elencate. Saluti.

giovedì, agosto 03, 2006

ANSIA IN LUOGHI AFFOLLATI


francesca82 N° di riferimento: 911633562 Età: 24 Buongiorno,sono una ragazza di 24 anni svolgo laprofessione di infermiera e da poco mi sono licenziata da una clinica per cui ho lavorato per sei mesi per andare a lavorare in un ospedale pubblico.da un mese a questa parte ho un probema di cui inizialmente non pensavo di avere ma che ora ne sono convinta perchè invece di passare peggiora. sono stata sempre una ragazza molto attiva e con tanta voglia di divertirmi ma ultimamente ho problemi.il mio problema principale è stare in mezzo alla confusione e alla gente , mi manca l aria e mi sembra di svenire e stare male quando sono in mezzo alla gente,le voci delle persone che parlano attorno a me mi mettono in ansia,le sento rimbombare nella mia testa al punto da non sentire più le voci ma un rumore assordante che non riesco proprio a sopportare.il mio problema non è il luogo ma le tante persone che ho intorno e il casino, inizio ad avere problemi anche a lavoro.che problema ho?ho pensato alla clautrofobia ma non coincide proprio tutto.....m aiuti, ho bisogno di sapere qualcosa per superare questa situazione,non riesco neanche più ad andare in un ristorante che dopo un pò mi sembra di stare male.cosa posso fare per stare meglio e continuare a vivere tranquilla visto che sono ancora giovane e con un fidanzato a cui non voglio rovinare l esistenza con i miei problemi?confido in una sua risposta:grazie.
Lei sta attraversando un periodo di forte ansia, che in taluni casi farebbe ipotizzare lievi attacchi di panico. Le consiglio, quando si trova nelle situazioni descritte che le procurano ansia, di portare subito la sua attenzione su qualcosa'altro, tipo una conversazione con qualcuno con cui è in compagnia. Ad esempio, al ristorante, intavoli una lunga conversazione molto coinvolgente. L'essenziale è che, in qualsiasi modo, fermi la catena ansiosa-fobica. Se dovessero perduare ed intensificarsi è necessario che si rivolga ad uno specialista.

MOTTEFOBIA: PAURA DELLE FALENE

veronica N° di riferimento: 19413259 Età: 28 Buongiorno,ieri sera, dopo essere entrata in contatto con una falena ho avuto una crisi isterica...ho inizato ad avere palpitazioni, sudorazione eccessiva, finchè non ho perso completamente il controllo e sono fuggita via senza pensare neppure alla direzione presa.ho sempre sofferto di questa paura, ma non mi era mai capitata una reazione del genere
La sua paura degli insetti, in particolare della falena, è abbastanza comune. Meno comune è la reazione avuta. Prima però, di preoccupparsene, bisogna vedere se si ripresenta in una situazione simile. Per il momento non si preoccupi più di tanto. Saluti.

OSSESSIONE D'ESSERE OMOSESSUALE

Mel N° di riferimento: 388413858 Età: 34 Spett.le dottore, mi affido a lei per avere una risposta a questo mio disagio che negli ultimi anni è diventato ossessivo e mi crea ansia e attacchi di panico.Ho 34 anni, da 14 anni sto con quella che da 1 anno è mia moglie. Con lei ho un rapporto splendido, unico,la amo più della mia vita, sesso fantastico, le dico sempre che è amante, moglie e amica ma c'è un pero'... da piccolo ho sempre avuto la fobia di essere gay e questa cosa me la sono portata dietro. In realtà guardando alcuni uomini provo strane sensazioni ma l'idea di un rapporto sessuale con un uomo, l'idea di una vita affettiva con uno del mio stesso sesso mi disgusta e mi provoca il vomito. Nella mia vita ho fatto sesso etero sfrenatissimo e ho sempre goduto senza farmi troppi problemi. Ho sempre avuto amici fidati con cui sono stato molto legato e con alcuni di loro abbiamo avuto tante situazioni con donne diverse e siamo come fratelli, per anni ci siamo anche masturbati insieme guardando film porno e a volte mi sembra di provare più di amicizia, come un sentirsi un tutt'uno, e questa cosa mi ha sempre spaventato ma se penso al sesso con un lui o a una vita affettiva mi fa troppo schifo. (Ultimamente questa cosa mi capita con quello che è il mio migliore amico da un po' di anni,e a volte lo guardo con un trasporto strano ma se penso al sesso o una vita affettiva insieme vomito)!! Avendo avuto un'infanzia terribile da piccolo con un padre padrone che mi picchiava e mi terrorizzava sn sempre stato portato a cercare una figura di riferimento fuori dalla famiglia e tanti mi hanno detto che per questo sto così.Quando sono tranquillo e non ho la sensazione di essere attratto dalla bellezza maschile sto da Dio, appena ho questo tipo di senzazione vivo troppo male anche nei confronti di mia moglie. Vorrei capirci un po' di più. La prego mi aiuti perchè sto nel panico. Se mi fa schifo stare con un uomo perchè ho queste sensazioni iniziali. Gli unici momenti in cui sessualmente un uomo sta nelle mie fantasie e quando facciamo giochi di gruppo o ci facciamo una donna. E in genere la figura è sempre quella di un amico su cui poter contare. Grazie anticipatamente per la risposta.
Da ciò che lei scrive, ipotizzo un disturbo ossessivo compulsivo (L'acronimo è D.O.C.). Anche se manca la componente compulsiva e predomina quella ossessiva. L'ossessione, nel suo caso quella di essere omosessuale, s'insinua nella mente di una persona rimanendovi a lungo senza poter essere allontanata.Chi ha delle ossessioni le riconosce come idee proprie, come il prodotto della propria mente anche quando le considera distanti dal suo modo di pensare e di comportarsi. Chi ha delle idee ossessive le respinge e tenta di resistere loro, ma non riesce a liberarsi di queste idee se non in parte o per brevi periodi. Le ossessioni sono sempre accompagnate da un certo livello di stress che nasce dal fatto che spesso tali idee sono assurde e incomprensibili, a volte ripugnanti. La persona che le subisce è impegnata in una lotta inutile elogorante per liberarsene e non riesce a pensare ad altro. Le ossessioni non se ne vanno e la continua presenza di queste idee compromette la capacità di prestare attenzione, di concentrarsi, di pensare e, quindi, di condurre una vita serena. Quindi, i suoi impulsi omosessuali, possono trovare collocazione nell'ambito di un disturbo ossessivo e non essere impulsi sessuali autentici. Se questa ossessione dovesse perdurare nel tempo ed aumenatre d'intensità, si rende necessario un consulto specialistico. Cordiali saluti.

SINDROME DELLA "CROCEROSSINA"

Disperata N° di riferimento: 953150259 Età: 20 Buon giorno a tutti! Scrivo perché ho visto il vostrosito e leggendo sull’argomento della dipendenza affettiva in certe cose mi sono rispecchiata e credo di soffrirne. Io sono una persona che difficilmente accetta le critiche perché vuole sempre essere accettata e ben voluta da tutti, per questo quando qualcuno mi dovesse far qualche osservazione o simile, ne sto davvero molto male. Mi sento spesso sola anche se ho qualche amico, ho paura di stare e sentirmi sola, forse perché durante l’infanzia non avevo mai qualcuno con cui giocare. Mi manca avere una, come si dice, “migliore amica” con cui condividere le cose e di questo ne soffro, molto. Mi sento sempre non accettata, stanca, fuori posto, non capita..vorrei tanto essere più aperta e solare per avere molti amici, molte persone accanto su cui contare e ricevere un appoggio, un sorriso, ma a causa del mio carattere introverso mi è difficile. Cerco sempre di essere disponibile con tutti, infatti se qualcuno ha dei problemi viene spesso da me, qualcuno anche ne approfitta, nel senso che sifa sentire solo nel bisogno e lascia poco spazio allo scambio della cosiddetta amicizia. Con una persona in particolare si è trasformato il rapporto di amicizia in questo rapporto in cui io “sono la psicologa dei suoi problemi”. Se da un lato mi fa piacere questo perché significa che si fida, dall’altro mi rattrista perché mi sento usata, non presa in considerazione, ma non riesco a staccarmi da tutto ciò, non capisco se è per paura di perdere quel pococontatto con questa persona o quale sia il motivo. Metto spesso al primo postoi problemi degli altri lasciando da parte i miei, cerco sempre di dar sostegnoagli altri, anche se avrei molto bisogno di riceverne invece. Le persone mideludono facilmente, mi sento trattata male, no so se è perché ho aspettativealte ma riflettendoci su non credo, a volte si ma in questi casi me ne rendoconto, ma per il resto non credo. Ho scarsa autostima di me, come dicevo primanon accetto molto le critiche ma quando sono io stessa a farmele mi perdonopoco. Mi sento inutile, insoddisfatta e non so perché.Avreste gentilmente un consiglio anche per me? Cosa posso fare per migliorarela mia vita? Grazie!
Spesso è più facile prendersi cura dei problemi degli altri che dei nostri, perchè meno doloroso. Ancor prima di preoccuparti che nessuno si prende cura di tè, prova tu stessa a prenderti cura di tè. Solo così uscirai da questa tua sindrome da "crocerossina". T'invito anche a leggere la discussione del forum http://www.maldamore.it/public/forum/viewthread.php?tid=37
Saluti.